Gli appunti di Ciancimino(esponente della mafia) sulla creazione di un nuovo partito

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angelico
00sabato 17 ottobre 2009 20:54
...e la trattativa Stato-mafia
Le inchieste sulle stragi si concentrano sui reparti speciali dei carabinieri
Gli appunti di Ciancimino sulla creazione di un nuovo partito: la Lega del Sud
Terremoto per il papello
i capi del Ros sotto accusa
di ATTILIO BOLZONI e FRANCESCO VIVIANO

Terremoto per il papello i capi del Ros sotto accusa
PALERMO - Con il "papello" nelle mani dei procuratori siciliani le indagini sulle stragi e sulla "trattativa" si stringono sui reparti speciali dei carabinieri. Su tutta la "catena di comando" dei Ros. Colonnelli, generali, maggiori, capitani. Sono sott'accusa, sono sospettati. Per la mancata perquisizione del covo di Totò Riina nel 1993. Per la mancata cattura di Bernardo Provenzano nel 1995. Per i patti e i ricatti fatti fra il massacro di Capaci e quello di Via D'Amelio nel 1992. Per le rivelazioni della vedova di Paolo Borsellino nell'agosto del 2009: "Mio marito mi ha detto che il generale Subranni era punciutu". Letteralmente significa affiliato a Cosa Nostra, probabilmente il procuratore ucciso voleva indicare una certa spregiudicatezza investigativa che prevedeva sempre negoziazioni con i boss.

La deposizione di Agnese Borsellino è stata secretata ma da ieri si rincorrono voci su nuovi "avvisati" alla procura di Caltanissetta, in particolare voci sul generale Subranni. Qualcuno parla di un "atto dovuto" dopo le dichiarazioni della vedova Borsellino, qualcun altro - anche se la notizia è ufficialmente smentita - racconta che l'alto ufficiale sarebbe stato già indagato per favoreggiamento.

Il generale Antonino Subranni, diciassette anni fa era il comandante dei Ros ed era il diretto superiore del colonnello Mario Mori, l'ufficiale - poi diventato capo dei servizi segreti nel penultimo governo Berlusconi - che oggi è a processo a Palermo (con il colonnello Mauro Obinu) per avere favorito Provenzano in una latitanza lunga quarantatré anni. Nello stesso procedimento è ancora sub iudice anche Subranni, già indagato per favoreggiamento aggravato. Per lui il sostituto procuratore Nino Di Matteo ha chiesto l'archiviazione, il fascicolo è ancora sulla scrivania del giudice per le indagini preliminari.

Sono i Ros più di ogni altro soggetto istituzionale o apparato poliziesco i protagonisti di quella stagione fra stragi e mercanteggiamenti, colloqui riservati, contrattazioni. È il capitano Giuseppe De Donno - ma lui nega e annuncia querela - che viene citato dall'ex ministro della Giustizia Claudio Martelli come l'ufficiale che avvicina il direttore degli Affari penali Liliana Ferraro per dirle che "Ciancimino sta collaborando". È sempre De Donno con il colonnello Mori che incontrano più volte don Vito per trattare con Totò Riina e, secondo Massimo Ciancimino, visionano il "papello". È sempre Mori, secondo l'ex presidente della commissione parlamentare Luciano Violante, che vuole perfezionare un patto "politico" con Ciancimino. È sempre il generale Subranni, secondo ancora Massimo Ciancimino, "che in un primo momento era il referente capo" di De Donno e di Mori. Un elenco interminabile di incontri e di abboccamenti, tutti finalizzati alla "trattativa" con i Corleonesi alla vigilia dell'uccisione di Borsellino.

Le domanda, diciassette anni dopo, sono poche e precise. I Ros hanno agito autonomamente? Hanno trattato per loro conto con Totò Riina? Hanno ricevuto un mandato politico o si sono abbandonati a scorribande sbirresche? "Mio padre mi ha detto che quegli ufficiali erano accreditati da Mancino e Rognoni", dichiara a verbale Massimo Ciancimino. Nicola Mancino, che al tempo era ministro degli Interni, da mesi smentisce ogni trattativa. Virginio Rognoni, che al tempo era ministro della Difesa, dice che non "ha mai saputo nulla". L'inchiesta di Palermo riparte da questi passaggi, da questi sospetti. Chi ha "autorizzato" la trattativa con il capo dei capi di Cosa Nostra?

E riparte proprio nel giorno della discovery del "papello" di Totò Riina, le 12 richieste che il boss ha presentato allo Stato per fermare le stragi. La copia del documento è in una cassaforte della procura palermitana, all'inizio della prossima settimana da una cassetta di sicurezza custodita in una banca del Liechtenstein arriverà in Sicilia probabilmente anche il "papello" originale.

Solo allora i magistrati ordineranno una perizia grafica per vedere chi ha materialmente scritto quelle richieste dettate da Totò Riina. I primi sospetti si stanno allungando su uno dei figli del boss di Corleone. E sul fidato Antonino Cinà, il mafioso più vicino a Riina in quell'estate del 1992. La prossima settimana forse arriveranno a Palermo anche le registrazioni - altra promessa di Massimo Ciancimino - dei colloqui avvenuti fra don Vito e il colonnello Mori e il capitano De Donno durante la "trattativa". Ha spiegato il figlio dell'ex sindaco: "Mio padre non si fidava di quei due e così ha registrato tutto".

Il contenuto del "papello" già noto ieri l'altro nel dettaglio oggi è un "atto pubblico". I 12 punti sono elencati, uno dopo l'altro: dalla revisione del maxi processo fino alla defiscalizzazione della benzina "come Aosta". In più c'è anche quel foglio anticipato da L'espresso e scritto da Vito Ciancimino.

Appunti e riflessioni per il suo libro. I nomi di Mancino e Rognoni, una riga sulla "riforma della giustizia all'americana sistema elettivo con persone superiori ai 50 anni indipendentemente dal titolo di studio Es. Leonardo Sciascia". Un'altra riga sull'abolizione del monopolio Tabacchi e un riferimento a "Sud partito". La Lega del Sud. Il sogno indipendentista dei mafiosi che non muore mai.

© Riproduzione riservata (17 ottobre 2009)

www.repubblica.it/2009/10/sezioni/cronaca/mafia-10/mafia-10/mafia...
Beat it
00domenica 18 ottobre 2009 12:16
Papello, Messineo: "Ne stiamo valutando l'autenticità"




ho letto sul fatto quotidiano che oltre al papello sono stati rilasciati altri documenti per ora secretati che farebbero ancora piu' luce sulla questione della trattativa stato mafia del 92...

il pm ingroia ha detto " siamo all'anticamera della verita'"

[SM=g27811]
Beat it
00domenica 18 ottobre 2009 12:21
per chi ne volesse sapere di piu' sul papello e sulla presunta trattativa stato mafia
Beat it
00lunedì 19 ottobre 2009 16:45
Piero grasso procuratore nazionale anti mafia: " la trattativa c'è stata"

Stragi mafia, Grasso: "La trattativa salvò molti ministri"



[SM=g27834]

Salvatore Borsellino: "Parole Grasso mi sconvolgono"
Documenti - Altri documenti
Scritto da Adnkronos
Lunedì 19 Ottobre 2009 12:59
Roma - 19 ott 2009. ''Mi sconvolgono le parole di Pietro Grasso, da un lato sembra quasi giustificare in alcune sue parole la trattativa con la mafia''. Lo ha detto Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso il 19 luglio 1992 in via D'Amelio, a ''24 Mattino'' su Radio 24 per parlare di trattativa tra Stato e mafia. ''Io - ha aggiunto Borsellino - ritengo che se e' vero che la trattativa puo' aver salvato la vita a qualche politico, allora e' vero che la trattativa e' stata barattata con la vita di Paolo Borsellino. Mi sconvolge questo tipo di affermazione''.
''E mi sconvolge anche l'idea di una trattativa - ha detto Borsellino - Io da anni ripeto, prima inascoltato mentre ora mi stanno arrivando conferme anche da parti istituzionali, che mio fratello e' stato ucciso proprio per la trattativa. Mio fratello costituiva un ostacolo a questa trattativa, ritengo addirittura che la veemenza con la quale si e' opposto ad essa ha causato la necessita' di eliminarlo, e anche in fretta. Conoscendo bene mio fratello - ha aggiunto - so che avrebbe portato all'attenzione dell'opinione pubblica questa scellerata trattativa''.
''E' pazzesco - ha aggiunto ancora Borsellino - che se ne parli oggi, 17 anni dopo. Perche' Grasso non ha fatto questa affermazione sulla trattativa nel momento in cui Mancino negava che la trattativa ci fosse stata? Perche' Martelli ha parlato solo ora? Perche' tante persone nelle istituzioni parlano oggi di cose che, se avessero denunciato 15-16 anni fa, avrebbero potuto cambiare le cose?''. Borsellino e' tornato anche sul presunto incontro tra suo fratello e l'allora ministro dell'Interno Mancino, il primo luglio 1992 al Viminale, incontro che Mancino ha sempre negato: ''Ma secondo lei - ha detto - devo credere a quello che dice Mancino o a mio fratello che in una sua agenda, quella grigia, in cui appuntava ora per ora i suoi appuntamenti ha scritto proprio Mancino? Io devo credere a mio fratello che non si puo' essere preconfigurato un falso appuntandosi in un'agenda un incontro che non c'e' stato a futura memoria''.
''Oggi - ha sottolineato - grazie alle rivelazioni di Ciancimino, al papello, posso arrivare a pensare che non sia stato Mancino a prospettare a Paolo la trattativa perche' forse Paolo ne era gia' al corrente. Ma le cose non cambiano perche' il primo luglio, quando Paolo per me ha incontrato certamente Mancino, ne avra' sicuramente parlato di questa trattativa. Mancino ostinatamente nega, io - ha concluso - credo a mio fratello piuttosto che a Mancino''
angelico
00lunedì 19 ottobre 2009 19:17
fonte?
Beat it
00lunedì 19 ottobre 2009 20:35
ah si scusa
dal sito www.19luglio1992.com
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