Sono rinato grazie alla famiglia
«Dopo il divorzio dei miei genitori e il successo improvviso, mi hanno salvato l'amore di mia moglie Francesca e la nascita di mia figlia Ginevra» confessa il cantante che, reduce dal trionfo sanremese, apre la sua casa a Sorrisi e racconta come ha superato un periodo buio. «Rimane un problema: dire a mia madre che l'adoro. Capito, mamma?»
La casa color zabaione, tutta torrette e finestroni, sembra presa da una fiaba. Gianluca Grignani esce sorridendo in tuta e berretto perché ha appena finito di giocare a tennis. Dopo un po’ arriva Francesca, sua moglie, capelli biondi lunghi e occhi azzurri, tenendo per mano Ginevra, la primogenita, di ritorno dall’asilo (la seconda figlia è in arrivo per giugno). In giardino, Tex e Shiva, i due cani di casa, si rincorrono e giocano. Tutto intorno, filari di viti e prati a perdita d’occhio. Grignani la chiama «The Magic House», e in effetti, in questo parco naturale tra Milano e Pavia, l’atmosfera è un po’ magica e fuori dal tempo.
«Cammina nel sole» è il suo primo disco dopo due anni, però di lei ultimamente si è fatto un gran parlare per motivi che hanno a che fare poco con la musica e molto con la figura dell’artista «maledetto», tutto «sesso, droga & rock’n’roll». «Prima di tutto c’è una cosa che tengo a dire: credo che questo disco piacerà molto a tutti quelli che hanno apprezzato “Destinazione Paradiso”, il mio primo album, perché ha quella stessa voglia di comunicare. Tanti anni fa io ero partito con “Destinazione Paradiso”, in cui parlavo agli altri. Poi ho fatto un viaggio dentro me stesso molto lungo, con dischi per me bellissimi, ma parecchio introspettivi. Probabilmente il grande successo di quel primo album mi aveva portato ad arrovellarmi, a tormentarmi, anche un po’ a perdermi. Forse non ero in grado di gestire un successo di quel la portata e così, come si dice, ho “sbroccato”».
Le è capitata, in piccolo, la stessa cosa che succede oggi a cantanti come Britney Spears e Amy Winehouse, bruciate dal loro stesso successo.
«Io all’epoca ho fatto molta fatica, ma non è stato certo perché, come molti pensano, fossi diventato schiavo della droga. Quelle sono tutte sciocchezze. La verità è che proprio in quel periodo i miei genitori hanno divorziato e io ho assorbito il colpo con molta fatica, ci sono riuscito soltanto da poco. Inoltre avevo una gran paura della gente: quando parlavo temevo di essere frainteso e allora reagivo con irruenza. Però ero molto giovane. E molto “rock”».
Si sentiva perseguitato dalla stampa?
«Si figuri che una volta, mentre mi trovavo in tour in Sudamerica, a un certo punto è girata voce che fossi morto di overdose e io non mi sono mai fatto una “pera” nella mia vita. Allora ho fatto uscire una foto sul giornale con sotto la scritta: “Sono vivo e mi faccio solo di Nutella”».
Torniamo al nuovo disco, ma rimaniamo in tema. In una canzone, «L’acqua nel deserto», lei canta: «Anche senza lei resto in piedi». E la «lei» cui fa riferimento non è una donna…
«Molte delle canzoni di questo disco sono nate come reazione a quella fase, a quell’esperienza della quale si è parlato fin troppo, quasi sempre a sproposito e soprattutto coinvolgendo persone che con quella cosa non avevano niente a che fare. Credo che sia molto difficile parlare di un argomento come questo. Con “L’acqua nel deserto” penso di esserci riuscito».
Un’altra canzone, «Franci», è dedicata a sua moglie. Da quanto tempo vi conoscete?
«Dal 1996. L’ho incontrata perché doveva farmi delle foto (è una fotografa; ndr). Prima di conoscere lei, non pensavo che esistesse il colpo di fulmine».
Per un artista che canta e scrive (anche) d’amore, avere al fianco sempre la stessa persona è una forza o un limite?
«È un grande limite, me ne accorgo adesso che ho 35 anni. Però è un limite che voglio affrontare, perché di solito quando mi trovo di fronte a un muro io scrivo delle belle canzoni. Per tornare alla sua domanda, io amo mia moglie e non potrei mai andare con un’altra donna. Ho soltanto paura di fare lo stesso errore che ha fatto mio padre, di fare come quelli che non si sono divertiti abbastanza prima e che sentono il bisogno di divertirsi troppo dopo, lasciando per strada le cose importanti. Oggi però con mio padre ho un ottimo rapporto».
E con sua madre?
«Vorrei tanto poter parlare bene di mia madre, perché lei ha un gran bisogno che io ne parli bene. Ma con mia madre ho un rapporto strano. Le voglio bene, ma faccio fatica a comunicarlo».
Se desidera, può provare a farlo dalle pagine di Sorrisi...
«Ha ragione, lo faccio subito: mamma, ti voglio bene, ma non riesco mai a dirtelo. Perché? Perché in te rivedo tutti i miei difetti e questa cosa mi fa incazzare come una bestia».
Lei sta per diventare ancora padre.
«Si chiamerà Giselle, come quella del balletto. È un’idea della nonna di Francesca che è di Parma e ama molto le opere e i balletti. E siccome volevo una G, come mia figlia Ginevra, come Gianluca, come Grignani, come mio padre Giampaolo, come mia sorella Giada, allora Giselle ci è sembrato perfetto».
A proposito di paternità e maternità, in questo momento in Italia si è scatenato un dibattito molto acceso su un tema delicato come l’aborto. Lei che cosa ne pensa?
«Io ho avuto un’esperienza di questo tipo ed è stata una cosa estremamente dolorosa. È successo tanti anni fa e me ne sono pentito. Credo però che quando sei così giovane non sei in grado di capire quello che fai, non sai ancora cos’è la vita. Sicuramente oggi non lo rifarei, però oggi ho i mezzi per non farlo. Ecco, a questo punto i figli mi piacerebbe adottarli. E ci sto pensando. Vorrei un altro figlio e mi piacerebbe che fosse maschio. Ma se non dovesse arrivare, lo adottiamo. E andiamo a prenderlo in Africa».
Lei crede nella famiglia tradizionale?
«Sono dell’idea che per procreare ci vogliano un uomo e una donna, ma che tutto il resto sia amore. Non penso che se un uomo ama un uomo o una donna ama una donna sia diverso. È un’esperienza che magari un giorno farò anch’io. Finora non è successo, ma non lo escludo. Però chissà cosa ne penserà mia moglie...».
(Tv Sorrisi e Canzoni n.13 - 2008)
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