Ok, siete pronti? Susanne sta migliorando spero non vi stia troppo antipatica, presto scoprirete il suo lato migliore. Michael invece è il solito galantuomo, non ci sono abbastanza aggettivi da usare per descriverlo.
Buona lettura!
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Capitolo IV - Il tormento della curiosità
Era passata un’intera settimana dall’ultima e-mail che Michael aveva inviato e alla quale non era mai stata data una risposta, lui ormai pensava di aver detto qualcosa di sbagliato e si era ripromesso di non scriverle più nonostante moriva dalla voglia di scusarsi per non si sa bene cosa e di chiedere se andava tutto bene. La cortesia e la gentilezza di quell’uomo erano rare sulla Terra.
Tra una registrazione e l’altra dell’album non poteva fare a meno di pensare a quanto era stato stupido nel credere di poter instaurare un legame virtuale con qualcuno. No, non era roba per lui, come non lo era nella vita reale, non lo era nemmeno in quella fatta solo di parole sopra uno schermo. Probabilmente solo la musica, o meglio la musica di Michael Jackson, con il suo mix di parole e note riusciva ad arrivare al cuore delle persone, ma nessuno era realmente interessato a Michael e basta. In lui vedevano solo l’artista, l’animale da palco così aggressivo e sicuro di sè, ma difficilmente intravedevano l’uomo timido, riservato e dal cuore grande che in realtà era dentro di lui.
Ad ogni modo quel breve incontro virtuale gli aveva dato idee ed ispirazione per il videoclip di “Earth Song”, era in qualche modo grato una seconda volta alla dott.sa Thomas, ma doveva trattenersi dal ringraziarla e soprattutto dal dirle che “Earth Song” l’aveva scritta e cantata lui, perchè se mai l’avesse sentita da qualche parte una volta uscito l’album sarebbe crollata la possibilità di conoscere qualcuno senza far sapere la sua vera identità. Possibilità ormai inesistente visto che non c’era stata nessuna risposta.
“Chissà perchè non mi ha risposto, magari posso scriverle di nuovo e vedere se questa volta mi risponde... no, no! Ho detto che sarei stato paziente, meglio lasciar perdere... peccato però, non volevo essere maleducato, avevo solo voglia di parlare con qualcuno...” pensò triste mentre accompagnato dai suoi bodyguard rincasava dopo un pomeriggio di lavoro.
Mancava poco al lancio di “HIStory”, ormai le registrazioni erano terminate, c’era solo qualche ritocco da fare e poi si sarebbe passati alla fase finale di masterizzazione e distribuzione. Quella era la parte che lo annoiava di più perchè non c’era da cantare e creare, ma comunque faceva parte del lavoro ed era ugualmente importante per questo Michael negli ultimi giorni ci si era dedicato anima e corpo, per questo e anche per non pensare troppo a Susanne.
Nel frattempo Susanne si era spostata dal Minnesota allo Utah, regno dei puma, una specie di cui si sapeva davvero poco e che la affascinava moltissimo. Stranamente non c’era nessuna emergenza in quel momento, era lì semplicemente per godersi il panorama e studiare questi misteriosi felini di montagna.
Non era solita chiedere consigli a nessuno, ma c’era una cosa che le frullava in testa da giorni e non sapeva darsi risposta. Così decise di chiedere all’unica persona che era lì con lei in quel momento, il suo assistente Lucas:
- Senti, ti devo fare una domanda un po’ strana, prometti di non ridere e di non prendermi in giro come tuo solito o ti scaravento giù dal prossimo canyon visto che qui nello Utah è pieno!”
- Lucas stava già ridendo a denti stretti, ma era meglio trattenersi ancora un po’ altrimenti lei non avrebbe più detto una parola.
- Dimmi pure Susanne, sono a tua completa disposizione.- sorrise sardonico.
- Mmmh... non mi piace il tono sarcastico nella tua voce e quel sorrisetto mal celato, ma te lo dirò lo stesso... alcuni giorni fa mi ha scritto un tizio sconosciuto, ha detto solo di chiamarsi Michael e mi ha chiesto aiuto per un’elefante che tiene a casa sua, gli ho risolto il caso, mi ha ringraziata, io sono stata cortese e gli ho detto che se aveva ancora bisogno mi poteva contattare, ma non pensavo che fraintendesse le mie parole. Per farla breve mi ha scritto di nuovo dicendo che gli sarebbe piaciuto intraprendere una specie di corrispondenza, per conoscermi meglio. A me suona tutto così strano... io non gli ho più risposto, ma continuo a pensare che forse avrei dovuto.- disse tutto d’un fiato lasciando il collega un po’ interdetto.
- Ahahahahahah!- a quel punto Lucas non riuscì più a trattenersi.
- Ehi! Ti avevo detto di non ridere, maledetto sgorbietto che non sei altro!- cominciò a tirargli qualche schiaffetto sul braccio in modo affettuoso.
- Ok, ok, scusami. E’ che vorrei tanto scrivere a questo Michael dicendogli che non sa in che guaio si troverebbe conoscendoti veramente!- le sorrise in modo disarmante e lei non potè arrabbiarsi con lui, perchè in fondo sapeva che aveva ragione.
- Sì, hai ragione, sarà meglio che gli risponda magari dicendogli che non è il caso di continuare a scriversi.- disse a voce bassa lei con uno sguardo un po’ malinconico.
- Ehi, conosco quell’espressione, di nuovo brutti pensieri?- chiese Lucas preoccupato.
- Eh? No, no... solo che, non so a volte, nonostante il mio lavoro mi appaghi moltissimo e non chiederei niente di meglio che starmene tutto il giorno ad osservare anche una sola, insignificante formica, beh ecco... capita che mi senta sola.- non riusciva più a guardare Lucas in faccia, quando si affrontava questo tipo di argomenti per evitare qualsiasi reazione incontrollata preferiva volgere lo sguardo nel vuoto. Era fatta così, dura fuori ma dolce dentro, anche se pochi se ne accorgevano.
- Beh è normale, guardati intorno, non c’è nessuno nel raggio di kilometri e kilometri, solo io che ti prendo in giro.- Lui le sorrise di nuovo come prima e lei non reagì nemmeno - Ad ogni modo, secondo me dovresti rispondergli e vedere se è ancora disposto ad intraprendere quella strada pericolosa di nome Susanne e che Dio gliela mandi buona!.-
- Ah Lucas, lo sai che ti voglio maledettamente bene? Riesci a farmi ridere anche quando non voglio, sei un buon amico, anzi sei migliore come amico che come biologo!- quella battuta dell’amico aveva rimandato indietro quel nodo alla gola che le stava salendo, così scoppiò a ridere fragorosamente osservando la faccia stizzita di lui.
- Non sei affatto divertente, spero che questo Michael sappia quello che sta facendo!-
Quella sera, dopo aver osservato i puma per tutto il giorno tornarono al campo e finita la cena Lucas andò a letto, era molto stanco. Susanne invece non riusciva a dormire e prese il suo portatile, lo collegò alla rete e rispose a Michael.
“Ciao Michael,
ormai penso di poterti dare del tu, e tu puoi fare altrettanto. Scusami se non ti ho risposto prima ma sono stata molto occupata con il lavoro. Gli animali certo non aspettano i nostri comodi e hanno bisogno quando meno te lo aspetti. Ad ogni modo penso che potremmo continuare a scriverci o magari sentirci in chat qualche volta, se ti va. Per quanto riguarda la diagnosi all’elefante, beh, devi sapere che in realtà non era così semplice, ma ho collegato alcuni elementi e ho azzardato una diagnosi, sperando fosse quella la causa del suo malessere. Non è facile curare animali di cui si sa così poco riguardo alle loro malattie e per di più a distanza!
Spero che questo non intacchi la fiducia che hai riposto in me come medico, ma piuttosto dimmi qualcosa in più su di te. In fondo tu sai il mio cognome, sai che lavoro faccio, io so solo che tieni un elefante in giardino! Non è molto! Quanti anni hai? Dove vivi? Che lavoro fai? Scusa le tante domande è che mi piacerebbe sapere qualcosa in più sulla persona che sembra tanto desiderosa di conoscermi.
A presto
Susanne”
Michael si alzò tardi quel mattino, di rado pioveva in California, ma quel giorno un gruppetto di nuvole scure si era accumulato sopra Neverland e minacciava di piovere da un momento all’altro. Sembrava la giornata perfetta per accompagnare l’umore triste e malinconico di Michael che ancora aspettava una risposta dalla dottoressa Thomas... o meglio: Susanne. Sentiva di essere in qualche modo in sintonia con lei pur non conoscendola di persona. Sentiva che dietro quell’atteggiamento distaccato c’era una persona profonda, con tante esperienze alle spalle e che, nonostante la giovane età aveva già visto molte cose della vita. Di rado il suo intuito falliva riguardo alle persone, anche se aveva imparato che chiunque, anche il tuo migliore amico un giorno potrebbe tradirti e farti molto male.
Pigramente scese le scale per fare colazione, non aveva voglia di accendere il computer, sapeva che non avrebbe trovato quello che cercava, ma doveva comunque farlo perchè aspettava alcuni file dalla casa discografica per l’imminente uscita del suo nuovo album. Così, finito l’ultimo sorso di succo d’arancia andò al computer per scaricare la posta. Sapeva che la mail con i file ci avrebbe messo un po’ a scaricarsi, ma quando vide che i messaggi in arrivo erano due rimase incredulo. Fortunatamente quello di Susanne era stato spedito pochi minuti prima dell’altro così non avrebbe dovuto aspettare ancora per avere la tanto desiderata risposta! Di nuovo quell’eccitazione da bambino curioso si impossessò di lui e come per magia il brutto tempo fuori non aveva più alcun effetto negativo sul suo umore, ormai gioioso!
Non gli importava cosa aveva scritto Susanne, anche se l’avesse mandato all’inferno era comunque contento di aver ricevuto la risposta.
“Spero che non si sia arrabbiata e che voglia continuare a scrivermi, è tutto così emozionante.” pensò mentre cliccava per aprire l’e-mail di Susanne.
Lesse tutto velocemente, con grande avidità e stava per rispondere di getto quando si fermò a pensare a come avrebbe risposto alle domande, più che lecite che le lei aveva posto, tutte in una volta per giunta!
Una sorta di panico lo pervadeva: non poteva svelare la sua vera identità, ma non poteva nemmeno mentirle... in che guaio si era cacciato? Non sarebbe durata a lungo e lei lo avrebbe sicuramente smascherato e tutto il sogno gli sarebbe crollato addosso! Rimase qualche minuto a pensare e ripensare, valutando con attenzione ogni singola parola, era troppo importante per lui non farle sapere chi era ma ancora più importante era non mentirle... odiava le bugie, ne era stato vittima troppe volte, tutte le menzogne che avevano scritto su di lui, sapeva quanto dolore poteva portare mentire. No, non era quel tipo di uomo.
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Cosa risponderà Mike a queste domande così dirette? Mentirà o le dirà la verità? Cercherà di fuggire o si ostinerà a tentare di creare questo legame?
Ci vediamo al prossimo capitolo!