Il suo peggior critico

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dearmichael
00domenica 3 dicembre 2017 00:44
::: IL SUO PEGGIOR CRITICO :::




Una volta tornati in albergo lo aiutavo a levarsi di dosso i vestiti bagnati fradici, mentre si preparava alla sua routine di distensione e rilassamento, che includeva sempre un bagno.

Mentre lui era in bagno, scrutavo l'enorme quantità di regali che aveva ricevuto da fan e dai mercanti. Orsetti di peluche, casse di champagne, un mare di dipinti ad olio e statue. Aveva perfino ricevuto un costume da matador in Spagna.

Se era dell'umore giusto, a volte Michael chiacchierava con me attraverso la porta, chiedendo, "Bush, sei riuscito a visitare qualche museo? A rivedere amici?" voleva sempre essere sicuro che mi stessi divertendo.

Dopo il bagno si metteva il suo pigiama di cotone, che poteva essere stato acquistato da lui o fatto a mano da Dennis e me, e lo chef gli portava il suo pasto, che però lui non mangiava mai, essendo il peggior mangiatore sulla Terra: l'adrenalina lo faceva impazzire, facendogli perdere tutto l'appetito.

Facevamo partire la registrazione dello show che avevamo appena finito, e Michael iniziava la sua recensione, notando quasi immediatamente anche la più piccola imperfezione.

"C'è che non va?. Le luci non erano giustissime. Cos'è successo lì? Cosa ho sbagliato? Perché i vestiti si sono mossi così?"

Durante la riproduzione di uno dei suoi primi spettacoli a Tokyo del Bad Tour, Michael sentì dei suoni graffianti durante Billie Jean.

"Ascolta questo suono", disse premendo il tasto di rewind sul telecomando. "Da dove arriva?"

Poi lo sentii anch'io. Come se qualcosa raschiasse. Michael mi incaricò di capire quale fosse il problema, quindi osservai Michael che camminava per il palco con indosso dei pantaloni neri, una giacca decorata con lustrini, e il guanto bianco. Al tempo teneva il microfono in mano, quindi dovevano essere i lustrini sul guanto che strofinavano contro il microfono, pensai, così rimossi i lustrini dal palmo del guanto.

Nonostante Michael volesse un guanto completamente brillante, era pronto a sacrificare un po' della sua polvere di diamante pur di assicurarsi un concerto perfetto. Così, da quel momento Michael aveva due guanti Billie Jean: uno per gli spettacoli, con lustrini solo sulla parte esposta della mano, e uno completamente ricoperto per i servizi fotografici.

"Devi aggiustare questo," o questo, o quest'altro ancora, si ripeteva come un disco rotto ogni volta che rivedeva lo spettacolo appena registrato. Michael era pensieroso e autorevole, con il suo solito tono di voce calmo.

Non ero l'unico coinvolto nella sua infinita ricerca della perfezione: "Il chitarrista dovrebbe essere due passi dietro di me", mi faceva notare Michael.

"Guarda, ho un manico della chitarra proprio dietro la testa. Deve spostarsi un po'. Quella è la mia luce."

Ecco quanto Michael teneva anche all'aspetto visivo dell'esibizione. Tutti i suoi sensi erano impegnati nello sforzo di coinvolgere il suo pubblico. Tutto doveva essere perfetto. Questo era uno dei suoi demoni più grandi.

Dal libro "The King of Style: Dressing Michael Jackson", di Michael Bush.

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Traduzione a cura di dearmichael per Michael Jackson FanSquare
rosi@
00domenica 3 dicembre 2017 18:42
... tutto doveva essere perfetto
Credo che la chiave del successo di MJ risieda, oltre ad un immenso talento, alla sua capacità di sapersi mettere in discussione. Grazie dear. [SM=x3072554]




dearmichael
00lunedì 4 dicembre 2017 02:18
Prego rosi [SM=x3072554]



(Miss Piggy)
00martedì 5 dicembre 2017 22:50
Grazie per l'aneddoto!
dearmichael
00mercoledì 6 dicembre 2017 00:22
Prego Alessia!
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