"Last Days"

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compagno grimm
00sabato 29 marzo 2008 20:53
terzo capitolo della "trilogia della morte" di Gus Van Sant
Van Sant adora il silenzio, e ce lo ha fatto capire nella sua cosichiamata "trilogia della morte e del silenzio", di cui "Last Days" ne è la conclusione, precedute dal mistico "Gerry" e dal tragico "Elephant". Di queste tre pellicole, specialmente in "Last Days", il silenzio è l'elemento predominante e inevitabile, è l'elemento sacro, intoccabile e inappagabile che fa da sfondo e nello stesso tempo da protagonista a tutta la storia. Il cardine della vicenda degli "Ultimi Giorni" del regista Van Sant, è il personaggio dall'anima impura e tormentata che porta il nome di Blake, o se vogliamo chiamarlo a modo nostro, Kurt Cobain, perchè è di lui che ci parla la camera di Van Sant, della vita di una persona sola e straziata dalle delusione e dalle allucinanti e fastidiose assurdità della vita, che agli sensibili e opachi di Blake/Kurt, appaiono insopportabili e dannate. Detto questo, non posso negare che da "Last Days", e ovviamente da un regista culto come Gus Van Sant, mi sarei aspettato ben altro, ma non so neanch'io cosa esattamente... Guardando questo film, si viene affollati da mille, infinite, svariate, confuse sensazioni, che soprattutto all'inizio, quindi nelle lunghe e interminabili sequenze che vedono Blake viaggiare senza meta nella fitta e verde boscaglia sussurrando a se stesso parole e frase senza alcun senso, lamenti e versi che fanno sì che la tensione sia palpabile. A mio giudizio, Van Sant ha creato questa sua ennesima opera con precisione e cura quasi maniacale, lasciando da parte i virtosismi alla "Belli e Dannati", adottando uno stile pacato ma allo stesso tempo nervoso, alternando sprazzi visionari e irresistibili a parti stralunate e inconcludenti, ma tengo a sottolineare che ciò che ho appena detto, non deve essere considerata necessariamente una critica negativa nei confronti del lavoro di Van Sant, ma è piuttosto una nota necessaria che tiene a sottolineare quella crisi profonda e interiore che tutti noi, e in particolar modo Blake, sentiamo nei momenti tristi, vuoti, solitari e fragili della nostra esistenza. Il regista ha, secondo me, impiegato tutto il suo sforzo e il suo impegno nel cimentarsi anch'esso nei panni del personaggio di Blake, che, come già detto, rappresenta in modo incredibile l'anima di quello che negli anni '80 e '90 fu una delle più grandi Rock Star del tempo, appunto Kurt Cobain, suicidatosi nel 1994 con un colpo di fucile alla giovane età di 27 anni. In un certo senso, sicuramente non fisico o ideologico, Vant Sant e Cobain si somigliano parecchio, perchè, come detto dallo stesso regista, entrambi cercano quell'impossibile, quel qualcosa nel nulla, nello immenso spazio in cui viviamo, vagando senza pensiero col vano tentativo di cercare un significato alla propria vita... Ambe due sono dei trasformisti, dei "pagliacci", dei giocatori dominati dall'irrefrenabile bisogno di giocare col destino, stringendolo fra le braccia, dimenticandosi di tutto ciò che li circonda, tutto e niente, fino alla fine... Concludendo, posso dire che "Last Days" mi ha senza alcun dubbio mostrato tutto ciò che non mi aspettavo di vedere, e conseguentemente, non mi ha detto niente di ciò che, forse inconsciamente, volevo sentirmi dire, ma va bene così... Sicuramente non lo considero un capolavoro, ma non posso certamente negare di averlo apprezzato in tutti i suoi controsensi e le sue contraddizioni, soprattutto per quel tanto, indecifrabile, incomprensibile senso di vuoto che mi ha trasmesso...

(prego, esprimere un giudizio anche sul contenuto della recensione [SM=g27811])
no tabloids fan
00venerdì 4 aprile 2008 18:32
allora, io l'ho visto il film, qualche tempo fa eh, non recentemente.
beh, devo dire che l'ho trovato un pò lento.. come dire, un pò...pesante ma credo che l'effetto fosse voluto; d'altronde doveva raccontare come ipoteticamente potevano essersi svolti gli ultimi giorni di vita di kurt cobain.
niente di più difficile.
credo sia stato lungimirante van sant in questa sfida che ha affrontato.

io dico pesante proprio perchè si basava sul silenzio, quasi volesse cercare di farci sentire cosa potesse pensare lui dentro la sua testa.
ricordo bene la sequenze che tu citi, ma come nel resto del film molti momenti sono a primo avviso piatti, sembrano vuoti ma cercando di guardare oltre si nota invece una frenesia incontrollata, quella cioè dei pensieri sconclusionati di kurt(blake), che ripete e ripete frasi assurde senza capo ne coda.

la scena che non ho capito e che ti prego di spiegarmi è la fine, proprio dopo il suicidio si vede kurt(blake, in forma di "fantasma" o anima..??) salire su una scala credo, ma non mi riesce di trovarne il collegamento, sai, il riferimento.

se potessi dirmi di più...

comunque, credo che non sia un film per tutti, ovvio che può nascere la curiosità in una persona che non ha mai ascoltato assiduamente i nirvana ma che comunque vuol sapere com'è andata(o come si crede che sia andata), credo solo che lo capirebbero meglio coloro i quali avevano un minimo in mente le idee e i pensieri e magari conoscevano i testi e quindi le accuse che kurt metteva nelle sue canzoni.

non so se sono stata chiara, ho molto sonno in questo momento...:-D

quando l'ho visto anch'io, come te, mi aspettavo qualcosa di diverso, forse di più "commerciale", non so come spiegarlo, ma a conti fatti mi è piaciuto.

complimenti ottima recensione, mi sono trovata molto d'accordo!
compagno grimm
00venerdì 4 aprile 2008 19:32
Re:
no tabloids fan, 04/04/2008 18.32:

allora, io l'ho visto il film, qualche tempo fa eh, non recentemente.
beh, devo dire che l'ho trovato un pò lento.. come dire, un pò...pesante ma credo che l'effetto fosse voluto; d'altronde doveva raccontare come ipoteticamente potevano essersi svolti gli ultimi giorni di vita di kurt cobain.
niente di più difficile.
credo sia stato lungimirante van sant in questa sfida che ha affrontato.

io dico pesante proprio perchè si basava sul silenzio, quasi volesse cercare di farci sentire cosa potesse pensare lui dentro la sua testa.
ricordo bene la sequenze che tu citi, ma come nel resto del film molti momenti sono a primo avviso piatti, sembrano vuoti ma cercando di guardare oltre si nota invece una frenesia incontrollata, quella cioè dei pensieri sconclusionati di kurt(blake), che ripete e ripete frasi assurde senza capo ne coda.

la scena che non ho capito e che ti prego di spiegarmi è la fine, proprio dopo il suicidio si vede kurt(blake, in forma di "fantasma" o anima..??) salire su una scala credo, ma non mi riesce di trovarne il collegamento, sai, il riferimento.

se potessi dirmi di più...

comunque, credo che non sia un film per tutti, ovvio che può nascere la curiosità in una persona che non ha mai ascoltato assiduamente i nirvana ma che comunque vuol sapere com'è andata(o come si crede che sia andata), credo solo che lo capirebbero meglio coloro i quali avevano un minimo in mente le idee e i pensieri e magari conoscevano i testi e quindi le accuse che kurt metteva nelle sue canzoni.

non so se sono stata chiara, ho molto sonno in questo momento...:-D

quando l'ho visto anch'io, come te, mi aspettavo qualcosa di diverso, forse di più "commerciale", non so come spiegarlo, ma a conti fatti mi è piaciuto.

complimenti ottima recensione, mi sono trovata molto d'accordo!



dalle tue parole, mi è sembrato che bene o male, abbiamo avuto la stessa concezione del film, anche se, tengo a precisare che quando ho detto che mi sarei aspettato qualcosa di "diverso", non intendevo necessariamente qualcosa di più "commerciale", bensì, qualcosa di più compatto, più esplicito, più coraggioso, e forse, un pò meno "introspettivo"...
come mi hai chiesto, sono disponiblissimo a spiegarti la scena finale.
prima cosa: se ricordi, quando la camera è ferma e inquadra il capanno dove giacie il corpo Blake, devo ammettere che anch'io, come dal tronde è realmente accaduto, ho creduto che Cobain /chiamiamolo col suo nome) stesse veramente dormendo, anche perchè Van Sant, giustamente o..."ingiustamente", ha deciso di non mostrarci come Kurt si sia tolto la vita, anche perchè, tutt'oggi, a 14 anni dalla sua scomparsa, le circostanze del suo decesso non sono ancora del tutto chiare, e addirittura, è avanzata l'ipotesi di omicidio...
dopo questa parentesi, ti posso dire che, secondo il mio punto di vista, quella sagoma opaca che si intravede di fianco al corpo di Blake/Cobain, è senza ombra di dubbio la sua anima, che finalmente può liberarsi e fuggire da tutti quei demoni e fantasmi che l'affliggevano, e come metafora Van Sant ha deciso di usara l'ipotetica "scala", o forse era una cancellata, per descrivere appunto il viaggio eterno che Kurt compirà nell'aldilà...
spero di esserti stato d'aiuto [SM=g27811]


no tabloids fan
00venerdì 4 aprile 2008 23:01
cacchio si che lo sei stato!
illuminante direi, ora mi è tutto più chiaro!
grazie!

si, effettivamente "commerciale" non era la parola adatta, non era quello che intendevo dire, ma dovevo dormire prima della notte e a vevo sonno...ricordi?!

adesso, ho più sonno di prima... :-S

comunque, sono contenta di questa scoperta!

bravo il compagno grimm!
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