se vi piace continuerò ^.^
Considerando (come già detto in molti topic) che amo scrivere: poesie, One shot ecc...Questa volta mi sono cimentata in un sogno che noi tutti avremmo voluto--> Essere AMICI di Michael Jackon, l'ho trasformato così in una storia che sarà credo, di parecchi capitolo (fino alla sua morte, quindi molte tappe, visto che si parla dall'inizio delle prove del Bad Tour) Spero vi piaccia, a me personalmente fa un po effetto contrastante (nel senso che visto che non l'ho Mai conosciuto, non so se avesse mai fatto così in tali situazioni) so solo che Michael era altruista, buono, aiutava la gente, quindi rispetto a questo mi sono cimentata in questa story!(La metterò, credo, anche su EFP.)
Spero Michael non me ne voglia male se lui non aveva tale comportamento
"Vuoi essere mia amica?"
Introduzione/Presentazione: "Michael, tu non sei solo, lo sai...io ti voglio bene, sono tua amica" Dissi per telefono. Era il 23 giugno 2009.
-Già, a volte ci sei solo tu che mi dai un po di conforto, devo darmi una regolata, io a Luglio voglio farli quei concerti, voglio riscattarmi davvero!-
-Ci credo Michael, ci credo veramente-
-Grazie-
-Michael?-
-Si?-
-Dimmi Ciao in Italiano!-
-Emn...Ciea'ho, emn... dovrò rifare di nuovo pratica mi sà-
-Lo credo anche io (ride) dopo la fine dei concerti spero di vederti...-
-Verrò io-
-Verrai in Italia?-
-Si-
-Promesso?-
-Promesso!-
-Allora Ciao, e in bocca al lupo per le prove!-
Chiusa la telefonata, piansi, sapevo che quella promessa non l'avrebbe mantenuta, il mio Peter Pan avrebbe perso la sua ombra.
1 Capitolo
"Io amavo la vita, i sogni, i desideri...ma quando anche l'ultima stella CADE dal cielo, tutti quei sogni dove vanno a finire? Mi prende a male, quando penso che ho sperato in una futile gioia, un'amicizia così bella, stroncata dall'odio, dai soldi, dalla gente che non ama ciò che è libero, ciò che è Peter Pan...
Perchè era bello guardarti negli occhi, stare in prima fila e vederti sorridere con il cuore -già, e il cuore era colmo d'amore- ti pensavo irrangiungibile -ma anche le stelle hanno la sua luna- e tu, non eri poi così diverso dagli altri..."
-Stacchiamo per oggi- Michael si asciugò il sudore dalla fronte, infondo quando cantava, ballava, anche alle prove, ci metteva se stesso.
Avevi quasi 30 anni, erano le prove del Bad Tour, e tutto si prostrava al futuro come uno dei più grandi Tour della storia della musica...
Andasti nel tuo camerino, ti facesti una doccia, ti misi la tua maglietta nera preferita, una giacca nera e quei pantaloni neri con la striscia rossa che tanto amavi.
Poi, anche se avevi finito di fare le prove, gironzolasti dietro le quinte e poi ti ritrovasti, senza che nessuno ti avesse visto, nella stanza dei tecnici del suono...
Apristi la porta con cautela, e c'era davanti a te, una ragazza di schiena che stava sentendo con delle cuffie di sicuro qualche tua canzone, batteva con la penna nella mano sinistra il tempo, scandendo i secondi della tua canzone, capisti allora che si trattava delle ultime strofe di Liberian Girl -sorridesti-
La ragazza, poi si alza dalla sedia e viene dalla tua parte per uscire dalla stanza, stava guardando a terra, segno che era molto concentrata in quel lavoro...
Poi punta gli occhi sulla porta, o meglio, su di te...su Michael Jackson...Spiccica il tuo nome, apostrofandoti un "MR." di inadeguadezza per un ragazzo di 28 anni.
E sorridi ingenuamente, la ragazza allora si risiede, come se gli mancasse l'aria; pensi che infondo lei ti poteva vedere solo da quel vetro della stanza mentre tu provavi...e non aveva nemmeno tanto tempo per scendere giù, da te, e conoscerti...
Allora ti presenti e poi gli parli -Ciao, emn...- con quell'imbarazzo innocente di un bambino, ma con quel fisico di un ragazzo bellissimo -Devi essere nuova, non ti avevo mai visto prima d'ora...sei un tecnico giusto?- poi ti siedi accanto a lei, gli altri tecnici avevano staccato alle 3 del pomeriggio, ma lei no, lei doveva finire ancora qualcosa...-Ti va di spiegarmi perchè hai scelto questo lavoro? Tanto non ho niente da fare...-
Eri entrato nella stanzetta dove io stavo ascoltando con le cuffie le tue ultime note che si sentivano appena-appena e dovevo migliorarle per il Tour...
Avevi finito le prove, e stavi curiosando un po in tutte le sale del dietro-quinta.
Mi alzo dalla mia sedia per andare dal capo ad informarlo che le ultime due note della canzone Liberian Girl di Michael Jackson non si sentono sull'audio previsto per il tour, mi alzo e avevo la penna nella mano sinistra, io ero mancina, mi alzo e...mi casca quella penna nera...
-Mr. Mic..Michael ...Jack...Jackson?- dico spiccicatamente quelle 2 parole...e da lì partii tutto...
Quel giorno non potevo credere che me l'avessi chiesto, che ti andava di parlare con una perfetta sconosciuta, mi vuoi prendere ingiro, pensavo, infondo cos'avevi da perdere? Avevi tutto, fama, ricchezza, fan e quant'altro...e io? Oh, io ero un semplice tecnico dei suoni,
perchè? Perchè amavo la musica e mi piaceva mettere a posto suoni, addormentarmi sulle note che poi con dei semplici tasti potevi cambiare, in un certo senso avevo anche io sfondato, ma ero sempre dietro le quinte...
Avevo appena 18 anni e venivo dall'Italia, e negli anni 80 sfondare in America come tecnico dei suoni era già una grande soddisfazione, ne ero contenta, infin dei conti i miei neanche ci credevano che potevo riuscirici, e questo è un merito.
Così ti raccontai!
E tu cominciasti a ridere, con quegli occhi che trasmettevano luce, speranza, tanta positività...non capii mai perchè tu avessi riso di me, ma mi piaceva come ridevi, ti feci fare, infondo quando sarebbe successo più che una ragazzina come me, avrebbe parlato con uno di fama mondiale come te?
Poi mi chiedesti, me lo chiedesti come uno che si arrampica ad una speranza, quella domanda "you want to be my friend?" -vuoi essere mia amica?- Mi presi le mani fredde con le tue calde e mi chiesi quella frase, come era possibile? Ancora oggi me lo chiedo...
In un primo momento rimasi così -attonita- forse stavi scherzando, poi vidi non so cosa, -un uomo, un ragazzo, non una star, non tutto ciò che eri e che saresti stato, ma un ragazzo, un ragazzo di 28 anni...con quella faccia ingenua di un bambino che vuole un amichetto per ridere e parlare...-
Presi fiato, in quel momento non so se mi sarebbe venuta la mia voce...e per l'emozione parlai italiano, tanto mi sembrava familiare parlare con un amico...-certo!- dissi, e poi tu mi guardasti, avevo parlato italiano, come potevi capirmi? Mi guardasti un po stralunato, ma da un sorriso si capisce tutto, sorrisi e dissi Ok...voglio essere tua amica!
Oh, e in quel momento vidi un ragazzo che non stava più nella pelle -oh, grazie, grazie, grazie! Che bello, sarai mia amica, sono felicissimo! Non lo vedi? Sono felicissimo!- Mi stupii di come una star potesse infondo essere così sola, così bisognosa di un'amica...di un tecnico dei suoni come me...per la felicità facesti cascare anche il mio caffè, quel caffè che se lo prendi in America rimpiangi l'Italia, quel caffè che allora mi preparavo da sola e me lo portavo a lavoro, quel caffè...che ti si rovesciò sulla maglietta e che bruciava un po...-Ahia!- saltasti come un bambino e mi procurasti tante risate...tante, troppe risate...
Ti eri macchiato di caffè...-oh, la tua maglietta nera si è rovinata, mi...mi dispiace, scusami...- poi mi si morse la lingua, come dovevo chiamarti? Insomma eravamo amici, o almeno così avevo capito, non si può mai sapere; però eri sempre una star, un vip, un cantante famoso...e come se non bastasse il mio caffè ti si era rovesciato sulla maglietta con cui provavi...
-Ehi, chiamami Michael...ok?- come se lo sapessi, e io imbarazzata provai -Michael, emn, scusami!-.
Mi avrebbero licenziato, mi avrebbero licenziato e io sarei ritornata in Italia a fare la gelataia... -Come posso rimediare...Michael? Come posso?- lo supplicai, infondo...
1- era strano chiamarlo Michael, perchè se lui voleva poteva farmi licenziare in qualunque momento per la mia disattenzione nel mettere il bicchiere di plastica pieno di caffè vicino ai tasti d'audio principali...
e 2- Ora non sapevo cosa fare, anche se Michael non si sarebbe arrabiato, io ero completamente fottuta, il capo non voleva incompetenti, sopratutto se devono lavorare come tecnici di un importante cantante come Michael Jackson!
Ero fregata...completamente fregata...era meglio scomparire...
Presi la prima cosa che mi si prostrava davanti- dei fazzoletti bianchi- li porsi a Michael, il quale invece di arrabiarsi cominciava di nuovo a ridere, in qualche modo mi riteneva buffa...eppure non ero mai stata un Clown...presi 3, 4 fazzoletti e cominciai a togliere il caffè cascato sul pavimento, mentre Michael si asciugava la maglietta...
Dopo 22 anni, ora che ci penso, era una situazione al quanto bizzarra....
Come se no bastasse, il capo, sentendo ridere entrò con voce tuonante dentro la stanza...
-Cosa DIAVOLO sta succedendo signorina Santelli?- e si imbarazzò, dopo nemmeno 1 secondo, di aver strillato così forte. Abbassò la testa -Mi perdoni Mr. Jackson...- poi guardò me che stavo pulendo il pavimento del caffè che era cascato e Michael Jackson che si era macchiato di quel caffè che ERA sul pavimento -Oh Dio, oh Dio santo! La prego di scusarmi! Oh dio! Rosalie Santelli cosa ha fatto? Ma è possibile che abbiamo tutti tecnici incompetenti? Lei è fuori! Guardi che figura! Che figura!- Insomma aveva collegato l'accaduto ed era giunto ai fatti, ero fuori, ero licenziata.
Buttai i fazzoletti nel cestino alla mia destra e guardai Michael che era diventato serio, guardai il mio capo fuori dai gangheri e pensai che questa era la mia fine...Presi la mia borsa, il ritratto di mia mamma che avevo perso 3 anni fa in un incidente, quel ritratto che avevo sulla scrivania, lo misi dentro e guardai un ultima volta Michael che invece stava guardando il capo, infondo quando mi sarebbe accaduto più di vedere Michael Jackson dal vivo...Era stata un opportunità, e io ero stata troppo stupida a non coglierla...
-No- disse invece Michael, mi guardò sorridendo e parlò al capo che stava quasi per uscire dalla porta -Mi scusi, ma lei è molto scortese con questa ragazza, lei non ha fatto niente e se vuole io potrei benissimo licenziarla- .
Quello si impallidì -S..scusi?- Michael mi afferrò per un braccio -lei è una mia amica, e se lei la licenzia dovrà dire addio al SUO posto di lavoro, siamo intesi?- Stavo quasi per piangere, nemmeno mio padre avrebbe mai detto una frase così, era davvero molto altruista, una persona gentile...non era un cantante altezzoso, come infondo noi tutti immaginiamo le star di talento internazionale...
-Ah, allora mi scusi, ho sbagliato di lunga, io non stavo dicendo niente di questo, cioè, non volevo mica licenziarla, era solo per spronarla, non è vero Rosalie?- cercava il mio supporto quel capo villano! -Emn...- non risposi con una risposta positiva, lasciai aperto il dibattito, ma il capo, dopo un miliardo di scuse a Michael se ne andò agitandosi con frasi "Mi scusi, mi scusi, la prego di scusarmi, è stato frainteso, la prego..."
Ed eravamo rimasti di nuovo Io e Michael. Michael Jackson...
-Approposito, ti chiami Rosalie, giusto?- sorrisi -già, mi chiamo così...Rosalie Santelli, ma chiamami Rosalie, solo Rosalie, mai per il cognome!-
-Tu farai lo stesso con me?-
-Certo Michael!-
-Promesso?-
Sorrisi, era una Promessa che era come un debito di riconoscenza.
Alla prossima...se c'è qualche errore di sintassi o verbi, ditemelo, infondo ho solo 14 anni...ma voglio migliorare! ^=^