Il premio

Se ci offrissero un premio
a compenso di così tanto dolore
chiederemmo di vivere ancora
com'è stata la prima volta,
non sopporteremmo lasciare
il più odiato taglio degli occhi
a guardare un tempo che di rimando
non riguardasse un po' anche noi.
Riscalfiremmo quel mattone
che era scheggiato, sul muro
della casa che tanto penammo
per lasciare a se stessa e che
cadesse pure, non avrebbe peso,
adesso adagiamo solo sul ricordo
la classica eterea pietra tombale,
per poi, alla fine, dopo alcuni crolli
di alcune altre case, tornare a scavare
con queste mani tra le macerie
per vedere se era rimasto chiuso,
quindi in salvo, in una capsula
come una bara, qualcosa di noi.
In quanto particella di pulviscolo
voglio essere giocato da un vento
che sia questo, anche se non soffia
che a caso e ovunque mi porti
ho paura. Chiederemmo le stesse
identiche strade e che l'asfalto
lacerasse le ginocchia seguendo
il tratteggio di quelle altre cicatrici
di quell'altra vita nostra, la sola.

non è male, ricca di idee, ma dallo sviluppo molto confuso, difficile per il lettore

ciao, concordo con Luigi

se fosse alleggerita un po' potrebbe splendere


Anna