È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Chi è Matteo Renzi?: Firenze. Nardella assume per chiamata diretta la figlia della pm che archiviò Renzi

Ultimo Aggiornamento: 18/01/2018 21:44
Autore
Vota | Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 13.455
Post: 2.939
Registrato il: 26/06/2003
Registrato il: 23/10/2011
Sesso: Maschile
20/01/2014 20:35
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Figlio di Laura Bovoli e Tiziano Renzi,[4] [5] già consigliere comunale di Rignano sull'Arno tra il 1985 e il 1990 per la Democrazia Cristiana.
Ha lavorato con varie responsabilità per la CHIL Srl,[11] società di servizi di marketing di proprietà della sua famiglia (il cui nome è di ispirazione lupettara) di cui è dirigente solo 8 mesi prima dell'aspettativa,[13] in particolare coordinando il servizio di vendita del quotidiano La Nazione sul territorio fiorentino con la diretta gestione degli strilloni.


RENZI CONDANNATO IN PRIMO GRADO DALLA CORTE DEI CONTI PER DANNO ERARIALE E NESSUNO NE PARLA

(OPI)
- Il Sindaco di Firenze Matteo Renzi - si legge su
Controcorrenteblogdotcom - è stato condannato in primo grado dalla Corte dei Conti della Toscana. Sicuramente un biglietto da visita non proprio positivo per il Sindaco fiorentino del Pd che punta dritto a Palazzo Chigi e alla segreteria del partito. Una condanna, seppur in primo grado, per un amministratore locale non è decisamente un buon viatico.


-Il Sindaco infatti, quando era Presidente della Provincia di Firenze,
aveva assunto dei dipendenti con una categoria di inquadramento
sbagliata rispetto ai requisiti realmente posseduti da queste persone.
In pratica Renzi aveva assunto 4 segretarie per il suo staff con un
contratto di categoria D invece che C, in soldoni stipendi gonfiati.
Queste infatti non possedevano alcuna laurea, pertanto è stato ravvisato un danno erariale che la procura contabile aveva originariamente stimato in 2 milioni e 155mila euro, ridotto dai giudici di primo grado a un risarcimento di 50mila euro.

Di questa somma, circa 14mila sono stati posti a carico del rottamatore e 1.000 al suo vice di allora, Andrea Barducci, oggi promosso presidente della Provincia medesima. Il resto è stato addebitato a ex assessori e funzionari dell'ente locale. Le persone condannate sono 21; nove dei 30 indagati sono stati archiviati.


-L'8 ottobre 2012 la Guardia di Finanza ha ricevuto un esposto presentato da un dipendente del Comune di Firenze, Alessandro Maiorano, per denunciare il fatto che il presidente di provincia e poi sindaco Matteo Renzi usufruisca dei contributi pensionistici pagati dalla collettività, essendo stato messo in aspettativa dall'azienda di famiglia CHIL srl, in cui era stato assunto come dirigente 8 mesi prima dell'elezione a presidente di provincia.

it.wikipedia.org/wiki/Matteo_Renzi
[IMG][/IMG]
OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 13.455
Post: 2.939
Registrato il: 26/06/2003
Registrato il: 23/10/2011
Sesso: Maschile
02/02/2014 19:23
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

I misteri del tesoro di Matteo Renzi, quattro milioni e associazioni opache
La vera storia dell’intreccio di fondazioni e società su cui il leader Pd ha costruito la sua scalata dalla provincia al potere nazionale. Sponsor anonimi, l’aiuto di Verdini e la regia della trimurti dei fedelissimi Carrai, Boschi e Bianchi. I bilanci delle associazioni segrete e le uscite molto superiori alle entrate

di Davide Vecchi | 1 febbraio 2014Commenti (5324)
I misteri del tesoro di Matteo Renzi, quattro milioni e associazioni opache
Più informazioni su: Davide Serra, Denis Verdini, Forza Italia, Lapo Pistelli, Matteo Renzi.

Share on oknotizieShare on printShare on emailMore Sharing Services
980

Tutto in cinque anni. Dal 2009 a oggi. Tanto è durata la scalata al potere di Matteo Renzi che da assistente di Lapo Pistelli, poi insediato nel 2004 dalla coalizione di centrosinistra alla guida della Provincia di Firenze, è riuscito a sfidare tutti. Centrodestra e centrosinistra. E a vincere. In cinque anni Renzi è riuscito a sostenere quattro campagne elettorali. Due nel 2009 (primarie e amministrative a Firenze), una nel 2012 e un’altra nel 2013, entrambe per la segreteria del Pd. Il tutto senza sostegno economico da parte del partito, rimborsi elettorali né fondi pubblici.

La coppia dei fund raiser Bianchi & Carrai
Come ha finanziato la sua attività politica? Attraverso quali canali è riuscito a creare un tale consenso in appena cinque anni? Qualcuno lo ha aiutato a costruire il suo bacino elettorale? E come? Nel tentativo di rispondere a queste domande abbiamo ripercorso a ritroso l’ascesa del rottamatore, arrivando al 2007. Abbiamo individuato associazioni, società, comitati e rapporti (alcuni finora sconosciuti) che ruotano attorno a Renzi come l’universo copernicano attorno al sole. Al suo fianco solo due pianeti: Marco Carrai e Alberto Bianchi. Il primo sin dal 2007, il secondo dal 2009. Sono i fund raiser, i “raccoglitori di soldi”. E sono bravi, perché complessivamente hanno messo insieme oltre quattro milioni di euro per coprire le spese della corsa alla guida del Paese del loro amico Matteo Renzi.

Bianchi e Carrai oggi fanno parte del consiglio direttivo della Fondazione Open, cioè l’evoluzione della Fondazione Big Bang a cui lo scorso novembre è stato cambiato nome e composizione: Renzi ha azzerato il vecchio consiglio, confermando solo Bianchi e Carrai, inserendo Luca Lotti e Maria Elena Boschi, nominando quest’ultima segretario generale. Nel 2013 la fondazione ha raccolto 980 mila euro di donazioni, 300 mila euro in più rispetto all’anno precedente. Nel 2012 aveva chiuso il bilancio con una perdita di 535 mila euro dovuta a debiti ancora da estinguere e, stando ai resoconti che il Fatto ha potuto leggere, nel corso del 2013 la perdita si è assottigliata a poco più di 300 mila euro e le entrate sono aumentate del 30 per cento. Prima la Fondazione Big bang non esisteva, è stata fondata il 2 febbraio 2012 dall’allora presidente Carrai di fronte al notaio Filippo Russo.

La fideiussione e il mutuo della Festina Lente
Negli anni precedenti l’attività politica di Renzi passa attraverso due associazioni: Link e Festina Lente, di cui nessuna comunicazione è mai stata data. Non hanno mai avuto siti internet né rendicontazione pubblica. Praticamente sconosciuta in particolare la Festina Lente. Anche qui figurano Carrai e Bianchi. Fondata nel giugno 2010 cessa le sue attività di fund raising nel maggio 2012. L’ultimo evento che organizza è una cena di raccolta fondi per Renzi nel gennaio 2012 al Principe di Savoia di Milano. Raccoglie 120 mila euro e ha ancora all’attivo circa 40 mila euro. Questa associazione è citata solamente una volta: nel resoconto delle spese elettorali sostenute da Renzi per le amministrative del 2009.

Il comitato dell’allora candidato sindaco dichiara di aver speso 209 mila euro, 137 raccolti tra i sostenitori e gli altri 72 mila euro che mancano all’appello coperti da un mutuo acceso e garantito dalla Festina Lente. Mutuo concesso dalla banca di credito cooperativo di Cambiano (presieduta dal potente sostenitore Paolo Regini e usata anche per le ultime primarie) con a garanzia una fidejussione firmata da Bianchi. È il maggio 2009 e la Festina Lente nasce solo l’anno successivo. Si fa carico del mutuo e lo estingue immediatamente accendendone però un altro (oggi in via di rimborso) per avviare le attività di fund raising. Complessivamente però questa associazione organizza solamente due eventi, oltre alla cena milanese, in due anni.

Da dove sono arrivati i 750 mila euro di Link?
Ben più attiva la Link. Nasce nel 2007, quando Renzi era presidente della Provincia di Firenze. Con il solito Carrai nell’atto costitutivo figurano buona parte di quelli che ancora oggi sono al fianco del rottamatore. C’è Lucia De Siervo, direttore della cultura ed ex capo segreteria di Renzi, figlia di Ugo, presidente della Corte Costituzionale, e moglie di Filippo Vannoni, presidente di Publiacqua. C’è poi Vincenzo Cavalleri, ora direttore servizi sociali di Palazzo Vecchio e Andrea Bacci, oggi presidente della Silvi (società pubblica partecipata dal Comune), intercettato nel dicembre 2008 al telefono con Riccardo Fusi (ex patron del gruppo Btp condannato a due anni in primo grado per i lavori alla Scuola marescialli e imputato per il crac del Credito cooperativo fiorentino di Denis Verdini e indagato per bancarotta fraudolenta) per organizzare un viaggio in elicottero a Milano per Renzi. Poi però saltato. Per ben due volte. Infine, a firmare l’atto costitutivo della Link, c’è anche Simona Bonafè, ex assessore oggi onorevole e il presidente Marco Seracini. L’associazione ha la propria sede in via Martelli civico 5, dove poi nascerà la fondazione Big Bang. I primi due anni di vita chiudono con un resoconto finanziario in avanzo di 22 mila euro, a fronte di una raccolta complessiva di circa 200 mila in 24 mesi.

Tutt’altra musica nel 2009, anno delle primarie e delle amministrative, quindi fondi che vanno ad aggiungersi a quelli dichiarati dal Comitato. Link spende 330 mila euro e chiude con una perdita di 154 mila. Che viene in parte appianata nel 2010 attraverso erogazioni liberali ricevute per 156.350 euro e in parte nel 2011, ultimo anno di vita dell’associazione Link che termina la sua esistenza con una perdita di 3.500 euro. Complessivamente questa associazione raccoglie e investe nell’attività politica di Renzi circa 750 mila euro. Da dove arrivano queste “erogazioni liberali”?

Abbiamo cercato per giorni inutilmente il presidente Marco Seracini sia nel suo studio, dove venne registrata l’associazione, sia al cellulare. Ci siamo rivolti a Carrai che pur rispondendo molto gentilmente al telefono e rendendosi inizialmente disponibile a incontrarci, ha poi preferito non rispondere né in merito alla Link né ad altro. Cavalleri, infine, ha risposto. Al telefono, non alle domande sui donatori dei quali, ha detto, “non so niente”. Però ci ha spiegato che “l’associazione è una delle scatole a cui ho partecipato, non ho molte informazioni, non ho mai neanche partecipato agli incontri che organizzava”. Che tipo di incontri? “Raccolta fondi ma non solo, non faceva attività politica però, erano incontri sociali diciamo”. Sociali? “Sì, eventi promozionali per diciamo sviluppare le idee di cui Renzi era portatore”. E cene elettorali? “Non ricordo”.

L’amico Verdini, quando la destra era d’aiuto
Nel 2009, dopo aver vinto le primarie, Renzi partecipò ad alcune iniziative organizzate anche da Denis Verdini, all’epoca coordinatore regionale di Forza Italia e oggi colui che deve scegliere il candidato sindaco da contrapporre a Renzi per le prossime amministrative di maggio. Nel 2009 l’allora rottamatore sedette al tavolo d’onore insieme a Verdini e consorte alla festa de Il Giornale della Toscana. Presenti tutti i parlamentari forzisti dell’epoca: Mazzoni, Parisi, Bonciani, Amato e altri. E mesi dopo partecipò a un evento organizzato dalla signora Verdini, Maria Simonetti Fossombroni. Molti del Pdl ricordano inoltre che la scelta di candidare sindaco nel 2009 l’ex calciatore Giovanni Galli fu considerato un “regalino” al giovane prodigio Renzi. Che lo asfaltò. Verdini non ha mai negato la propria simpatia per il rottamatore.

Dal centrodestra sono mai arrivati fondi alle associazioni di Renzi? Gentile e disponibile quanto Carrai si dimostra anche Alberto Bianchi, che come Carrai alla domanda non risponde. Da dove arrivano i fondi e come ha coperto il mutuo Festina Lente? E come è riuscito ad appianare il debito della Fondazione e a raccogliere il 30 per cento in più l’anno successivo? Neanche a queste domande riceviamo risposte. Una cosa è certa: l’imprenditore e l’avvocato fanno benissimo il loro lavoro di fund raiser. Sempre dall’ombra, mai in prima fila.

La società di Carrai e i lavori di Eataly a Firenze
Meno si parla di loro meglio è. Per dire: la cena di finanziamento di Renzi a Milano nell’ottobre 2012 che passò come un evento organizzato da Davide Serra in realtà è stata opera esclusiva di Carrai. L’amico di Renzi mal sopporta la pubblicità, i suoi interessi sono nel privato. Ha affiancato Renzi nel 2009 solamente per tre mesi. Oggi è, fra l’altro, presidente di Aeroporto Firenze, della C&T Crossmedia, della Cambridge Management Consulting e della D&C, mentre giovedì ha lasciato la carica di amministratore delegato della Yourfuture srl. Inoltre è socio dell’impresa edile di famiglia Car.im, società che ha realizzato la trasformazione della storica libreria fiorentina Martelli in un negozio Eataly, proprio davanti alla sede della Fondazione Open. Ma certo, sono affari privati.

da Il Fatto Quotidiano del 1 febbraio 2014

www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/01/i-ministri-del-tesoro-di-matteo-renzi-quattro-milioni-e-associazioni-opache...
[IMG][/IMG]
OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 13.455
Post: 2.939
Registrato il: 26/06/2003
Registrato il: 23/10/2011
Sesso: Maschile
22/04/2014 10:43
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Indagini su assunzioni,Corte dei conti condanna Matteo Renzi
Il procedimento si riferisce a quando era presidente Provincia
05 agosto, 19:37
salta direttamente al contenuto dell'articolo
salta al contenuto correlato

riducinormaleingrandisciIndietroStampaInviaScrivi alla redazioneSuggerisci ()
(ANSA) - FIRENZE, 5 AGO - Il sindaco di Firenze Matteo Renzi e' stato condannato dalla Corte dei conti della Toscana. Il procedimento si riferisce a quando era presidente della Provincia di Firenze e riguarda il danno erariale per l'inquadramento contrattuale di alcuni assunti a tempo determinato. La procura contabile aveva contestato alla ex giunta provinciale un danno di oltre 2 mln di euro, ridotto in giudizio a 50mila euro. Di questi, circa 14mila sono a carico di Renzi, mille di Andrea Barducci, suo ex vice, oggi a capo della Provincia. Condannati anche ex assessori e funzionari.(ANSA).

www.ansa.it/web/notizie/regioni/toscana/2011/08/05/visualizza_new.html_758248...
[IMG][/IMG]
OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 13.455
Post: 2.939
Registrato il: 26/06/2003
Registrato il: 23/10/2011
Sesso: Maschile
17/05/2014 11:36
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Elezioni, la sorella di Renzi si candida ad assessore: “Matteo dice di stare attenta”
Benedetta Renzi è nella squadra presentata dal candidato sindaco Pd di Castenaso Stefano Sermenghi. Se il partito vincerà le elezioni, sarà incaricati di seguire welfare e scuola: "Mi metto in gioco sperando di parlare delle cose fatte e non di quello che sono"

di Redazione Il Fatto Quotidiano | Castenaso (Bo) | 17 maggio 2014Commenti (5)
Elezioni, la sorella di Renzi si candida ad assessore: “Matteo dice di stare attenta”
Più informazioni su: Bologna, Elezioni, Elezioni Comunali 2013, Matteo Renzi, PD.

E’ stata presentata a Castenaso (Bologna) la Giunta che il sindaco uscente del Pd, Stefano Sermenghi, formerà se verrà rieletto alle prossime elezioni amministrative. Tra gli assessori (cinque, di cui tre donne) c’è anche Benedetta Renzi, sorella del Premier, destinata al Welfare e alla Scuola. “Cosa mi ha consigliato Matteo? Ha detto di stare attenta”, ha dichiarato all’agenzia Dire, “Mi ha detto ‘in bocca al lupo’ e basta. Ma penso che abbia altri problemi piuttosto che pensare a quello che faccio io in questo momento”. Dopo qualche tentennamento nei mesi scorsi, ha deciso di mettersi in gioco nella politica locale. “Ho pensato sempre che bastasse il volontariato o fare scout – ha detto la candidata del Pd, sposata, con tre figli e da sei anni a Castenaso – Poi, con le primarie di Matteo nel 2012, ho conosciuto persone come Sermenghi e il candidato Pier Francesco Prata. Da quel giorno mi sono sentita parte della squadra. Mi metto in gioco, sperando di parlare della cose fatte e non di quello che sono”.

Per il sindaco uscente “fare politica deve essere qualcosa di bello, una funzione temporanea al servizio di tutti”, ha spiegato Sermenghi, la cui lista (Prima Castenaso) è supportata da Pd, Sel e Psi. Oltre a lui e a Benedetta Renzi, l’eventuale Giunta sarà composta da Concetta Giglio (bilancio), Alberto Biancoli (attività produttive), Giorgio Tonelli (cultura) e Laura Da Re (ambiente e pari opportunità).


www.ilfattoquotidiano.it/2014/05/17/elezioni-la-sorella-di-renzi-si-candida-ad-assessore-matteo-dice-di-stare-attenta...
[IMG][/IMG]
OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 13.455
Post: 2.939
Registrato il: 26/06/2003
Registrato il: 23/10/2011
Sesso: Maschile
18/09/2014 15:55
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Tiziano Renzi, il padre del premier indagato a Genova per bancarotta
Tiziano Renzi, il padre del presidente del Consiglio, è indagato a Genova. L’accusa per lui è quella di bancarotta fraudolenta nell’ambito dell’inchiesta (seguita dal pm Marco Ayroldi e dall’aggiunto Nicola Piacente) sul fallimento della società di distribuzione Chil Post, avvenuta nel 2013

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 18 settembre 2014Commenti (362)
Tiziano Renzi, il padre del premier indagato a Genova per bancarotta
Più informazioni su: Bancarotta Fraudolenta, Genova, Matteo Renzi.


Email
È una richiesta di proroga indagini presentata al giudice per le indagini preliminari di Genova che fa scoppiare l’ultima bufera giudiziaria sul Pd. Anche se l’indagato non è un deputato o un candidato alle primarie, ma il padre del presidente del Consiglio. Tiziano Renzi è iscritto nel registro degli indagati per bancarotta fraudolenta. Un’indagine nata, dopo la dichiarazione di fallimento della società Chil Post srl il 7 novembre 2013, e seguita dal pm Marco Ayroldi e dall’aggiunto Nicola Piacente. L’impresa occupava si distribuzione di giornali e volantini. Secondo quanto riportato da La Repubblica e Il Secolo XIX, il curatore avrebbe rilevato passaggi sospetti dei rami d’impresa, e comunque delle uscite di denaro non giustificate e per questa ha trasmesso la relazione alla Procura della Repubblica. L’accusa nei confronti di Tiziano Renzi è la stessa rivolta contro altri due amministratori che si sono succeduti alla guida della Chil Post.

Prima di diventare Chil Post la società si chiamava Chil e il Fatto Quotidiano ne aveva scritto per le polemiche che avevano coinvolto l’allora sindaco di Firenze. Il futuro candidato alle primarie risultava assunto come dirigente dalla società di famiglia, la Chil Srl appunto, undici giorni prima che l’Ulivo lo candidasse a presidente della Provincia di Firenze nel 2004. Grazie a quella assunzione da dirigente (messo in aspettativa dopo l’elezione) i contributi della pensione del dirigente-sindaco venivano versati, di fatto, dalla collettività.

La Chil, che distribuiva anche il Giornale della Toscana di Denis Verdini, era stata creata da papà Tiziano. Dal 1999 al 2004 era stata intestata a Matteo e alla sorella, poi subentra il genitore. Nel 2006 Renzi senior vende il suo 50 per cento alle figlie Matilde e Benedetta. Chil arriva a fatturare 7 milioni di euro nel 2007. Poi cambia nome in Chil Post Srl e nell’ottobre del 2010 cede il suo ramo d’azienda a un’altra società creata dalla famiglia: la Eventi 6 Srl. La vecchia Chil, ormai svuotata, finisce a un imprenditore genovese e fallisce. Mentre la Eventi 6 decolla dai 2,7 milioni di fatturato del 2009 ai 4 milioni di euro del 2011. Dopo il suo collocamento in aspettativa, il dirigente Matteo Renzi segue il destino del ramo d’azienda.


www.ilfattoquotidiano.it/2014/09/18/tiziano-renzi-il-padre-del-premier-indagato-a-genova-per-bancarotta/...
[IMG][/IMG]
OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 13.455
Post: 2.939
Registrato il: 26/06/2003
Registrato il: 23/10/2011
Sesso: Maschile
04/01/2015 19:11
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

“Renzi e famiglia a sciare a Courmayeur con un volo di Stato”. Denuncia M5S
“Renzi e famiglia a sciare a Courmayeur con un volo di Stato”. Denuncia M5S
Politica & Palazzo
Il deputato Paolo Romano pubblica sul web tracciati radar e piani di volo del Falcon 900 che, il 30 dicembre, ha portato da Firenze ad Aosta il premier con moglie e figli. "Quanto ci è costata la sua vacanza?". La replica: "Non mia scelta, ma protocollo di sicurezza"
di F. Q. | 3 gennaio 2015 COMMENTI

Più informazioni su: Aosta, Courmayeur, Matteo Renzi, Voli di Stato
Quanto è costata alle case pubbliche la vacanza di Capodanno della famiglia Renzi a Courmayeur? Lo chiede sul suo sito il deputato 5 Stelle Paolo Romano. Il premier, afferma Romano, si è spostato da Firenze ad Aosta con un volo di Stato, in particolare un Falcon 900 il cui costo operativo è di “9mila euro l’ora”. Romano annuncia un’interrogazione parlamentare al rientro dalle vacanze, e intanto pubblica sul web tutti i dettagli, dal tracciato radar ai piani di volo. Renzi risponde qualche ora dopo su twitter, non sui costi ma sull’uso del volo di Stato: “Gli spostamenti aerei, dormire in caserma, avere la scorta, abitare a Chigi non sono scelte ma frutto di protocolli di sicurezza“. In realtà giusto un anno fa il premier Enrico Letta partiva per le vacanze di Capodanno, con famiglia al seguito, con un normalissimo volo di linea e un’auto a noleggio.

Martedì 30 dicembre, scrive il deputato M5S, un Falcon 900 “riporta a casa da Tirana il nostro SuperPremier”. E fin qui la finalità istituzionale c’è tutta. “Secondo i piani di volo il Falcon dovrebbe far rotta su Roma, ma evidentemente il premier ha fretta. Deve andare in vacanza” Così l’aereo viene “dirottato su Firenze”, dove “imbarca moglie e figli del Presidente del Consiglio e riparte alla volta di Aosta”. L’aeroporto della città alpina, tra l’altro, è una “cantiere abbandonato”, una grande opera mai entrata in funzione dopo milioni di euro spesi.

Pubblicità

“E il Falcon con Renzi e famiglia atterra alle 21,25″, continua Romano. “Vacanze a Courmayeur. All’insegna del risparmio ovviamente. Di chi? Di Renzi e famiglia che alloggia nella caserma degli Alpini a spese della comunità (noi)”. E questo mentre “da mesi e mesi si chiede dall’alto agli italiani di fare sacrifici… Poi si assiste ad uno scialo di mezzi pubblici del genere”.


In realtà i piani di volo pubblicati sul sito fanno risultare un Airbus A319 da Tirana (codice: LATI) a Ciampino (LIRA) e un successivo volo da Firenze (LIRQ) ad Aosta (LIMW) fatto con un Falcon 900. “I piani di volo sono fatti prima della partenza, a noi risulta che il velivolo sia decollato a Tirana e atterrato a Firenze”, dice Romano a ilfattoquotidiano.it. E la sigla A319 sul tracciato radar da Firenze ad Aosta, sempre secondo il deputato, “è un errore di trascrizione”. Nel pomeriggio Palazzo Chigi ha diffuso una precisazione secondo la quale il Presidente del Consiglio non ha raggiunto Aosta con il volo di Stato con cui si è recato a Tirana, in visita ufficiale in Albania (regolarmente atterrato a Roma), ma con un Falcon 900, “nel pieno rispetto della normativa e dei protocolli di sicurezza che regolano questo tipo di spostamenti”. Ciò riguarda “anche la famiglia del premier quando si muove con lui, sottoposta agli stessi obblighi di sicurezza e a norma di legge”. Palazzo Chigi rimarca inoltre che il premier ha pagato di tasca propria l’alloggio in caserma per sé e per i propri familiari “secondo le tariffe previste all’interno delle strutture militari”, nonché “l’attrezzatura da sci noleggiata e pagata da Renzi da un privato per la somma di 450 euro per tutta la famiglia” e “lo skipass, sempre per tutta la famiglia, costato 485 euro al giorno complessivi”, così come “le spese per mangiare nei rifugi”.

L’uso dei voli di Stato è regolamentato dal decreto 98 del 6 luglio 2011, poi convertito in legge, che in effetti attribuisce al presidente del consiglio, oltre che al presidente della Repubblica e ai presidenti delle Camere e della Corte costituzionale, la possibilità di utlizzare i voli di Stato, mentre le altre figure istituzionali, come i ministri, devono essere preventivamente autorizzati. Una successiva circolare della presidenza del Consiglio dei ministri, del 10 maggio 2013, rimarca che per queste cariche “il trasporto aereo di Stato è
sempre disposto, in relazione al rango della carica rivestita oppure in quanto destinatarie di un elevato livello di sicurezza”. Il deputato M5S solleva piuttosto una questione di opportunità sulle vacanze di Capodanno di tutta la famiglia Renzi caricate sulle spalle del contribuente. Questione che, a quanto annuncia Romano, sarà formalizzata nei prossimi giorni sotto forma di interrogazione parlamentare. Il ritorno del premier e della famiglia è previsto oggi, si vedrà con quali mezzi. (ha collaborato Fiorina Capozzi).


www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/03/renzi-famiglia-sciare-courmayeur-volo-denuncia-m5s/...
[IMG][/IMG]
OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 13.455
Post: 2.939
Registrato il: 26/06/2003
Registrato il: 23/10/2011
Sesso: Maschile
10/01/2015 19:57
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Fidi Toscana ha saldato 236mila euro, parte del prestito concesso alla società di Tiziano Renzi. Ad ottobre è stata rimborsata dal ministero del Tesoro. Donzelli (Fdi): “Uso indecente dei soldi pubblici a fini familiari"
di Davide Vecchi | 10 gennaio 2015 COMMENTI

Più informazioni su: Matteo Renzi, Ministero del Tesoro, Mutui
A saldare i debiti del padre ci pensa il governo del figlio. Debiti, tra l’altro, concessi da una banca guidata da un fedelissimo del figlio, già in società con il fratello del cognato, a sua volta socio in un’altra azienda di famiglia riconducibile alla madre. Cose che capitano in casa Renzi. La vicenda è complessa e gli intrecci sono molti, come gli attori coinvolti. Tutto ruota attorno alla Chil post, la società di Tiziano Renzi, dichiarata fallita nel marzo 2013 e sulla quale la Procura di Genova ha aperto un fascicolo iscrivendo nel registro degli indagati il padre del premier con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Secondo i magistrati liguri, Tiziano avrebbe ceduto la parte sana dell’azienda alla Eventi 6 intestata alla moglie, Laura Bovoli, società che all’epoca dei fatti aveva tra i propri soci anche Alessandro Conticini, fratello di Andrea, marito di Matilde Renzi, sorella del premier e a sua volta socia nella Eventi 6.
ALLA CHIL POST rimangono così solo i debiti tra cui un mutuo di 496.717,65 euro stipulato nel luglio 2009 con il Credito Cooperativo di Pontassieve. Una cifra sostanziosa, concessa con un mutuo chirografario: senza accensione di ipoteche, quindi, ma solo basato sulle garanzie. La banca è guidata da Matteo Spanò, grande amico e sostenitore del premier. Nel 2005, Spanò era stato nominato direttore generale della Florence Multimedia, società della Provincia di Firenze creata dal neoeletto Renzi per la comunicazione e poi finita nel mirino della Corte dei conti che ha inizialmente ipotizzato un danno erariale di 10 milioni di euro. Non solo. Spanò era anche socio di Conticini nella Dot Media, società che ha ricevuto appalti diretti dal Comune, negli anni in cui Renzi è stato sindaco, e da altre controllate come la Firenze Parcheggi guidata dal fidatissimo Marco Carrai. Dot Media oggi cura fra l’altro la campagna elettorale dell’eurodeputata Alessandra Moretti candidata alla presidenza della Regione Veneto.

Pubblicità

Diventato presidente della banca, Spanò elargisce il prestito alla Chil post di Tiziano Renzi che per ottenerlo riceve la copertura a garanzia del fondo per le piccole e medie imprese da Fidi Toscana spa della Regione guidata da Enrico Rossi e partecipata anche da Provincia e Comune di Firenze oltre alla Cassa di Risparmio nel cui board siede Carrai. Fidi Toscana delibera la copertura dell’80% e il 13 agosto 2009 la banca versa i soldi alla Chil. I ratei vengono regolarmente pagati per due anni. Poi la società, nel frattempo svuotata della parte sana e poi ceduta ad altri titolari (ora indagati assieme a Tiziano Renzi), non rispetta più i versamenti e dichiara il fallimento. Così nell’estate 2013, la banca, ammessa al passivo dal Tribunale fallimentare di Genova, si rivolge a Fidi ottenendo il versamento di 263.114,70 euro, l’80% dell’esposizione complessiva. E la vicenda potrebbe chiudersi qui. Invece, il 18 giugno 2014, il ministero dell’Economia delibera di rifondare Fidi di 236.803,23 euro e liquida la somma il 30 ottobre successivo attraverso il Fondo centrale di garanzia. E così il debito contratto dal padre di Renzi è stato coperto dallo Stato.

“La perdita sofferta sull’operazione per noi è stata di 26 mila euro”, afferma Gabriella Gori, alla guida di Fidi da appena una settimana. Si è insediata il 29 dicembre a seguito delle dimissioni di Leonardo Zamparella, costretto dal Cda a lasciare l’incarico perché condannato in primo grado a 2 anni e 4 mesi per concorso in bancarotta come vicedirettore vicario del settore leasing e factoring di Monte dei Paschi. Il cambio al timone è stato determinante per avere accesso alle informazioni sulla Chil a seguito delle richieste formulate in merito dal consigliere regionale Giovanni Donzelli, oggi candidato presidente della Toscana per Fratelli d’Italia. Le risposte sono arrivate il 30 dicembre: Gori ha redatto un documento in cui riassume l’intera vicenda, con la specifica dei versamenti da parte del Tesoro. Per carità: tutto secondo protocollo, nulla di illecito.

MERCOLEDI’, DONZELLI assieme ad altri due consiglieri di minoranza, Paolo Marcheschi e Marina Staccioli, ha presentato un’interrogazione al governatore Rossi per chiedere spiegazioni. “Ci appare a dir poco indecente che i debiti creati dall’azienda di famiglia del premier siano stati pagati con soldi pubblici concessi in un momento in cui la crisi porta un imprenditore al suicidio ogni cinque giorni e in un Paese in cui l’accesso al credito è una delle maggiori difficoltà, insieme alla pressione fiscale, che riscontrano le aziende”, dice Donzelli. Da Rossi, prosegue, “vorremmo sapere perché la gestione dei fondi è stata affidata a Fidi senza alcuna gara, se e come ha valutato la domanda presentata da Chil, se la garanzia non deve essere revocata in caso di modifiche aziendali che trasformano radicalmente la società come è avvenuto alla Chil e, infine, se reputa corretto ed etico il comportamento della famiglia Renzi”. Secondo Donzelli “non dovrebbe essere prerogativa della Regione pagare, tramite fidi, i debiti dell’azienda di famiglia del presidente del Consiglio e del segretario del partito di maggioranza. E men che meno prerogativa dello Stato”.

d.vecchi@ilfattoquotidiano.it

da il Fatto Quotidiano dell’8 gennaio 2015


www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/10/chil-post-rimborsa-mutuo-non-pagato-papa-renzi/...
[IMG][/IMG]
OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 13.455
Post: 2.939
Registrato il: 26/06/2003
Registrato il: 23/10/2011
Sesso: Maschile
25/11/2015 20:19
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Programmate per andare in onda lunedì 23 novembre nuove rivelazioni sulle spese del presidente del Consiglio. Il contenuto diffuso da Giuseppe Cruciani su Radio 24: "Il premier si sarebbe fatto pagare dalla provincia di Firenze una cena familiare da 80 euro, con la moglie che era incinta della terza figlia", nata nel 2006
di F. Q. | 25 novembre 2015
COMMENTI (178)

Più informazioni su: Corte dei Conti, Giuseppe Cruciani, Le Iene, Mediaset
Il servizio era già pronto. Tagliato, confezionato e approvato per la messa in onda lunedì 23 novembre. Poi il dietrofront: Mediaset decide che non deve andare. E così sparisce anche il post che sulla pagina ufficiale delle Iene aveva annunciato nuove rivelazioni sugli scontrini di Matteo Renzi. “Anteprima del servizio ‘Gli scontrini di Renzi #escili’ di Iena Dino – Dino Giarrusso in onda questa sera #LeIene“, si leggeva online. Oggi, cliccando su quel post, il risultato è una pagina vuota in cui si legge: “Spiacenti, questo contenuto non è al momento disponibile”. Sulla vicenda degli scontrini di Renzi sindaco (2009-2014) oggi si è pronunciata la Corte dei Conti, che ha archiviato l’inchiesta. Stesso destino anche per quella che riguardava le spese quando era presidente della Provincia (2004-2009).


La mancata messa in onda è stata rilanciata anche da diversi utenti su Twitter, specie dopo l’intervento – riportato anche da Dagospia – di Giuseppe Cruciani, conduttore de la Zanzara su Radio 24. “Perché ieri sera non è andato in onda il servizio delle Iene di Dino Giarrusso sugli scontrini di Renzi quando era sindaco e presidente della Provincia? – ha detto durante la trasmissione del 24 novembre – Sul sito Facebook del programma era uscita persino un’anteprima di trenta secondi in cui si annunciavano nuove rivelazioni imbarazzanti per il premier. E il pezzo era regolarmente in scaletta. Cosa è successo?”. E prosegue ancora: “E’ intervenuta una manina dall’alto o l’ufficio legale Mediaset ha bloccato tutto per fare ulteriori verifiche? Nel servizio si parlava di una cena familiare di Renzi al ristorante da Lino interamente rimborsata dalla Provincia, con tanto di fattura”.

Cruciani, si legge sul sito di Radio 24, rivela anche il contenuto del servizio: “La iena aveva scoperto – ho poi saputo da altre fonti – che Renzi si sarebbe fatto pagare dalla provincia di Firenze una cena familiare da 80 euro, con la moglie che era incinta della terza figlia (nata nel 2006, ndr). Hanno pure scoperto che la scusa ridicola del sindaco Nardella di non rendere trasparente le spese di Renzi al comune – c’è un’inchiesta della Corte dei Conti – non regge da un punto di vista legislativo”.

www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/25/le-iene-annunciano-servizio-sugli-scontrini-di-renzi-poi-mediaset-fa-dietrofront-non-va-in-onda/...
[IMG][/IMG]
OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 13.455
Post: 2.939
Registrato il: 26/06/2003
Registrato il: 23/10/2011
Sesso: Maschile
22/02/2016 21:58
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

"Il 22 dicembre inauguriamo la Salerno-Reggio Calabria". Doveva essere un annuncio solenne quello del premier Matteo Renzi al termine della conferenza stampa con la stampa estera. Ma i giornalisti stranieri, anch'essi perfettamente al corrente della telenovela pluridecennale che riguarda l'autostrada A3, nel sentire le parole del presidente del Consiglio non sono riusciti a trattenere una sonora risata corale. L'inquilino di Palazzo Chigi comunque non si è scomposto e ha sfidato la platea: "Quelli che hanno rumoreggiato saranno costretti a fare un pezzo di strada: guido io", ha aggiunto, "così anche se la strada sarà perfetta vi sentirete male lo stesso"


video.repubblica.it/dossier/governo-renzi/renzi-inauguriamo-la-sa-rc-e-i-giornalisti-stranieri-scoppiano-a-ridere/229707/229056?ref...
[IMG][/IMG]
OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 13.455
Post: 2.939
Registrato il: 26/06/2003
Registrato il: 23/10/2011
Sesso: Maschile
17/07/2016 01:50
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Firenze, indagato il cognato di Renzi. Pm: “Riciclò denaro proveniente dall’Unicef”. Legale: “Nessun raggiro a enti umanitari”
Firenze, indagato il cognato di Renzi. Pm: “Riciclò denaro proveniente dall’Unicef”. Legale: “Nessun raggiro a enti umanitari”
Giustizia & Impunità
Andrea Conticini, marito della sorella del presidente del consiglio, è accusato di aver acquisito quote societarie con denaro proveniente da note organizzazioni umanitarie. Denaro fornito dai suoi due fratelli, Alessandro e Luca, accusati di appropriazione indebita. La notizia rivelata dalla Nazione. Andrea è stato agente di Dot Media, società di comunicazione di fiducia di Renzi, di cui è socio il fratello Alessandro. L'avvocato: "Tutti pagamenti regolari"
di F. Q. | 15 luglio 2016
COMMENTI (1638)
19,8 mila
Più informazioni su: Firenze, Matteo Renzi, Unicef
Il cognato di Matteo Renzi, Andrea Conticini, è indagato dalla Procura di Firenze per riciclaggio e la sua abitazione di Rignano sull’Arno è stata perquisita. Secondo l’accusa avrebbe reimpiegato denaro, movimentato dai suoi due fratelli Alessandro e Luca – a loro volta sotto inchiesta per appropriazione indebita – e proveniente da organizzazioni umanitarie come Unicef e Operation Usa. L’indagine è stata rivelata oggi dalla Nazione di Firenze. Andrea Conticini, manager di origine bolognese, è sposato con Matilde Renzi, sorella del presidente del consiglio. Non solo. Andrea Conticini è stato agente della Dot Media, società di comunicazione di fiducia di Matteo Renzi (ha curato anche il sito “pro trivelle” in occasione del recente referendum). Socio di Dot media è l’altro indagato, Alessandro Conticini.


Secondo quanto riporta il sito del quotidiano, i pm Luca Turco e Giuseppina Mione indagano su una triangolazione di denaro transitato da importanti organizzazioni come Unicef, di cui Alessandro Conticini ha diretto la sede di Addis Abeba, od Operation Usa e sarebbe finito alla “Play Therapy Africa Limited”, diretta sempre da Alessandro Conticini. Da qui, è la tesi degli inquirenti, i soldi sarebbero poi stati girati sui conti personali dello stesso Alessandro, “in assenza di idonea causale”. Le operazioni sarebbero continuate fino al 2015 e ai due fratelli Luca (gemello di Andrea) e Alessandro (il maggiore) è contestata l’appropriazione indebita. Ma quale sarebbe stato il ruolo del cognato di Matteo Renzi? Per i pm i fondi sarebbero stati poi affidati ad Andrea Conticini, che li avrebbe impiegati, nel 2011, per acquistare quote di una società. Da qui l’accusa di riciclaggio.

Sulle cifre in ballo vige ancora il riserbo, scrive La Nazione, ma si tratterebbe di centinaia di migliaia di euro, tanto da aver allertato la Banca d’Italia, che ha segnalato l’operazione alla Procura di Firenze. Da qui le perquisizioni nelle abitazioni della sorella del premier e a Castenaso (Bologna) dove vivono gli altri due Conticini.

“Contestiamo le accuse, non vi è stata alcuna appropriazione indebita e la stessa prospettazione della procura non si regge dal punto di vista logico e giuridico perché ci saremmo appropriati di somme di una società di cui siamo soci esclusivi”, afferma l’avvocato dei fratelli Conticini, Federico Bagattini. Secondo il legale, il provvedimento di sequestro della Procura non contempla ipotesi di raggiro nei confronti di Unicef e Operation Usa o di altre organizzazione umanitarie. “I soldi ricevuti da queste organizzazioni – afferma Bagattini – sono pagamenti regolari alla Play Therapy Africa limited, avvenuti dopo la verifica dell’effettiva esecuzione dei mandati ricevuti. Quello che si contesta è che poi queste somme, appartenenti alla Play Therapy Africa limited, sarebbero state utilizzate a fini individuali, per interessi privati e non della società”.

Bagattini conferma che è già stato fatto ricorso al tribunale del riesame per ottenere la restituzione di quanto sequestrato nel corso delle perquisizioni effettuate nei confronti di Andre


www.ilfattoquotidiano.it/2016/07/15/firenze-indagato-il-cognato-di-renzi-pm-riciclo-denaro-sottratto-allunicef/...
[IMG][/IMG]
OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 13.455
Post: 2.939
Registrato il: 26/06/2003
Registrato il: 23/10/2011
Sesso: Maschile
20/03/2017 00:08
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Da rottamatore a lottizzatore. Tutti gli uomini di Renzi nei gangli del potere economico
Marco Cimminella Giovanni Pons 1 ORA 3678
Prima rottamatore e poi lottizzatore. Matteo Renzi non è più presidente del Consiglio da quel famoso 4 dicembre che ha decretato la sua sconfitta al referendum costituzionale, avendo passato il testimone a Paolo Gentiloni. Ma non è più neanche segretario del Pd, in quanto si è dimesso in vista delle primarie che determineranno chi sarà il nuovo segretario. Insomma in questo momento non ha alcun ruolo istituzionale, ma ciò non gli ha impedito di essere il mattatore nella recentissima tornata di nomine ai vertici delle imprese pubbliche di cui il Mef (Ministero dell’Economia e Finanze) è azionista, lasciando le briciole al titolare del dicastero, Pier Carlo Padoan, allo stesso presidente del Consiglio e al ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. Renzi tre anni fa aveva rottamato i vertici nominati dai suoi predecessori, ma non ne ha rinnegato il metodo oggi da lui stesso utilizzato per aumentare a dismisura il proprio potere in campo economico piazzando uomini a cui, nei momenti del bisogno, potrà chiedere qualcosa, soprattutto in vista della prossima campagna elettorale.
Eni, Enel, Poste, Cdp, Leonardo sono colossi con centinaia di migliaia di dipendenti e con capacità di spesa enormi in grado di catturare consenso se vengono manovrate in una certa maniera. E comunque, si fa fatica a ricordare un ex premier che fosse riuscito a collocare così tanti uomini nei gangli vitali del potere economico, anche nella prima Repubblica. Qua, attraverso i grafici, abbiamo cercato di ricordare quali sono i manager per i quali Renzi si è speso direttamente per fargli ottenere la poltrona desiderata.

cdn.gelestatic.it/businessinsider/it/2017/03/rete-di-potere_1-1024...

Ai vertici dei colossi di Stato Renzi è riuscito a confermare l’amministratore delegato dell’Eni Claudio Descalzi e nel cda anche Diva Moriani, aretina di nascita e vicepresidente del gruppo Kme di Vincenzo Manes, quest’ultimo tra i principali finanziatori della campagna elettorale di Renzi. Ed è riuscito a confermare Marco Seracini con il ruolo di sindaco del cda Eni, tra i fondatori di NoiLink, l’associazione con cui Renzi raccolse soldi per le primarie comunali del 2009.
All’Enel conferma per l’ad Francesco Starace che su input di Renzi ha creato Enel Open Fiber per creare una nuova rete in fibra ottica che facesse concorrenza a quella di Telecom Italia, controllata da Vincent Bolloré e con la quale Renzi non è mai riuscito a dialogare con construtto. Nel cda dell’Enel è stato confermato anche Alberto Bianchi, pistoiese, avvocato personale di Renzi e tesoriere della Fondazione Open.
In Leonardo Renzi è riuscito a far passare il nome di Alessandro Profumo al posto di Mauro Moretti, nomina che ha già suscitato critiche perché nel curriculum del banchiere non vi sono esperienze nel mondo dell’industria e in particolare in quello della Difesa o aerospazio nei quali opera la società. Ma Profumo avrà al suo fianco in consiglio anche Fabrizio Landi, ex amministratore delegato di Esaote e tra i finanziatori delle campagne elettorali di Renzi.
La nuova importante conquista di Renzi si chiama Poste, dove è riuscito a piazzare il fiorentino Matteo Del Fante, manager molto preparato con una solida base finanziaria e con esperienza nei rapporti con gli enti pubblici avendo trascorso gran parte della sua carriera prima alla banca americana JP Morgan e poi in Cassa Depositi e Prestiti. Il potere renziano alle Poste dovrà però essere spartito con i due vicedirettori generali, Paolo Bruschi e Pasquale Marchese, un dalemiano e un franceschiniano, prima promossi e poi traditori di Francesco Caio che dovrebbero, secondo gli accordi presi da Renzi con Dario Franceschini, diventare entrambi direttori generali. Inoltre Del Fante si è portato nel cda di Poste da Terna Carlo Cerami, avvocato amministrativista in passato vicino alla Fondazione Italianieuropei di Massimo D’Alema e poi guzzettiano nella Fondazione Cariplo.
Per concludere Renzi potrà contare, nei limiti del possibile, sul supporto di Claudio Costamagna e Fabio Gallia, presidente e ad di Cdp che un anno e mezzo fa, in anticipo sulla scadenza naturale dei termini, sono stati catapultati ai vertici della Cassa per renderla più agile e rispondente alle necessità del governo. In molti casi, da Mps ad Alitalia passando per Pioneer, Costamagna e Gallia non sono riusciti a soddisfare le richieste trincerandosi dietro i paletti degli aiuti di Stato e ai vincoli di operatività specifici della società che gestisce più di 200 miliardi di risparmio postale.

cdn.gelestatic.it/businessinsider/it/2017/03/grafico-3-1024...


Tra gli altri colossi di Stato che non sono stati interessati dai rinnovi di questi giorni ma che nel corso della sua premiership Renzi ha provveduto a colonizzare vi sono le Ferrovie dello Stato al cui vertice nel dicembre 2015 ha piazzato Renato Mazzoncini che con l’ex sindaco di Firenze aveva gestito il passaggio dell’Atef, la società del trasporto locale, dal Comune a una società del gruppo Fs. Il vertice dell Ferrovie è stato poi blindato da Renzi con la presidente Gioia Ghezzi, di provenienza McKinsey che aveva collaborato con l’ex sindaco di Firenze a scrivere una legge sull’omicidio stradale e con Federico Lovadina, socio dello studio dell’avvocato e tesoriere nazionale del Pd Francesco Bonifazi.
Alla Rai Renzi aveva già provveduto a occupare le poltrone che contano, quelle dell’ad Antonio Campo Dall’Orto e del presidente Monica Maggioni. Ma il network dell’ex premier si estende anche ad aziende private, banche e organismi internazionali. Alla banca americana JP Morgan, che ha lavorato molto con il Tesoro, può contare sui buoni uffici di Francesco Rossi Ferrini, mentre alla presidenza della francese Société Générale è approdato il fiorentino Lorenzo Bini Smaghi, ex membro del board della Bce, il cui fratello, Bernardo Bini Smaghi, è diventato presidente del fondo F2i, partecipato dalla Cdp. Ma è un fiorentino anche Cosimo Pacciani, numero due della sezione rischi del fondo salva stati europeo, l’Esm. E Jacopo Mazzei, ex presidente della Cassa di Risparmio di Firenze, è entrato nel consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo lasciando il posto a Giuseppe Morbidelli. Mentre Valerio Camerano, ad di A2a, la società dell’energia milanese controllata dai comuni di Milano e Brescia, è stato appena candidato da Renzi per la guida di Terna, battuto in extremis da Luigi Ferraris, l’unica vittoria che può contare Padoan in questo giro di poltrone.

cdn.gelestatic.it/businessinsider/it/2017/03/grafico-2-1024...

I tentacoli di Renzi sono arrivati fino alle Generali, dove nella lista preparata da Mediobanca era entrata anche Diva Moriani, come segnale di distensione verso l’inquilino di Palazzo Chigi dopo alcune incomprensioni sull’asse Bolloré-Telecom-Renzi. E nel cda di Veneto Banca era finita anche Carlotta De Franceschi, ex banker di Goldman Sachs, e consulente del governo per la legge di riforma delle banche popolari, poi finita in un’inchiesta Consob per i movimenti sui titoli che ha provocato.
Nel Giglio magico economico della prima ora devono poi entrare di diritto l’amico fraterno di Renzi Marco Carrai, dal 2013 presidente dell’aeroporto di Firenze e il finanziere Davide Serra, gestore di hedge fund con sede a Londra che fin dalle primarie di fine 2012 si era speso nella comunità finanziaria per esaltare le doti dell’ex sindaco di Firenze e che poi è sceso in campo per difendere le riforme del suo governo, a partire dal Jobs Act.
Sicuramente abbiamo dimenticato qualcuno ma di fronte a un network così ramificato (non abbiamo parlato degli uomini collegati alla politica) appare abbastanza evidente che Renzi, per vincere le prossime elezioni, punta ad avere molte leve economiche in mano.

it.businessinsider.com/da-rottamatore-a-lottizzatore-tutti-gli-uomini-di-renzi-nei-gangli-del-potere-ec...

[IMG][/IMG]
OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 13.455
Post: 2.939
Registrato il: 26/06/2003
Registrato il: 23/10/2011
Sesso: Maschile
18/01/2018 21:44
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Come Matteo Renzi anche Dario Nardella nutre aspirazioni da talent scout. E se il rottamatore nel 2009, da sindaco di Firenze, nominò nella controllata Publiacqua la giovanissima – appena 28enne – Maria Elena Boschi, ora il suo erede a Palazzo Vecchio, Dario Nardella, tenta altrettanto e scommette su Celeste Oranges, anche lei 28enne, come Boschi laureata in legge e al suo primo impiego. Ma per quanto abbiano molte cose in comune – sono pure entrambe nate a Montevarchi, in provincia di Arezzo – difficilmente Nardella riuscirà a eguagliare quanto il suo Principe ha fatto per Maria Elena. Inizia dal tentare di evitare gli stessi errori, tanto che nella scelta sembra aver tenuto conto anche dei genitori così da non incappare in un nuovo caso Etruria. E Celeste Oranges ha natali specchiati: la mamma, Acheropita Mondera Oranges, dal 6 giugno guida la procura della Corte dei Conti della Toscana dopo esserne stata a lungo viceprocuratore generale.

Un ruolo piuttosto rilevante, considerati i burrascosi trascorsi con i giudici amministrativi avuti sia da Renzi sia dallo stesso Nardella: i bilanci di entrambi sono stati sovente bocciati. L’ex premier si era visto contestare anche spese per 20 milioni negli anni in cui ha guidato la Provincia di Firenze, poi finito in nulla. Un altro fascicolo, sempre della Corte dei Conti e sempre relativo al periodo in cui Renzi era presidente di Palazzo Medici Riccardi, si è chiuso solo nel settembre 2014. Ironia della sorte: fu proprio Acheropita Mondera Oranges, in veste di viceprocuratore generale, a formulare la richiesta d’archiviazione dell’allora premier decretando che il danno erariale era da attribuire agli amministratori e non ai vertici politici. Eppure fu Renzi a nominare ben quattro dirigenti per sostituirne uno, portando i costi da 3,5 milioni di euro del 2006 a 4,2 milioni.

Nardella sarà sicuramente all’oscuro della coincidenza e, come fa sapere Palazzo Vecchio, la nomina di Celeste Oranges è dovuta “alla necessità di creare un gruppo di lavoro specifico con determinati profili professionali”. Nel decreto di nomina del “sindaco metropolitano” Dario Nardella il 26 ottobre 2017 si fa riferimento al “patto per la giustizia della città metropolitana di Firenze” e alla “individuazione di una figura specializzata in ambito giuridico”. L’incarico prevede un compenso annuo di 47mila euro lordi e viene assegnato a Celeste Oranges “visto il curriculum” da lei presentato, scrive Nardella nel decreto. L’unico curriculum, trattandosi di chiamata diretta, è allegato all’atto. Dopo una laurea magistrale in legge conseguita nel 2014 con una votazione di 106/110 svolge 6 mesi di pratica legale nello studio di Gaetano Viciconte. Poi frequenta vari corsi. Dal giugno 2016 è tirocinante presso la procura della Repubblica di Firenze, nel settembre dello stesso anno frequenta il corso di preparazione al concorso per magistrato ordinario tenuto a Roma da Rocco Galli, infine, nel 2017 frequenta un master universitario di secondo livello in Criminologia presso l’università Internazionale di Roma. Queste le voci indicate come “istruzione e formazione”. Esperienze professionali? Nessuna. Lasciate in bianco anche le “capacità e competenze personali”. Tra quelle tecniche, invece, Oranges annovera, testuale: “Conoscenza informatica Office discreta”, “conoscenza Internet discreta”, “superamento del testo obbligatorio per il corso di laurea Magistrale in Giurisprudenza”. Infine le “capacità e competenze artistiche”: “Attitudine alla grafica, ritrattistica ed all’arte canora”. Sarà forse questo ad aver colpito il sindaco Nardella. Lui, appassionato violinista sopraffino, recente massacratore del finale della Carmen, avrà apprezzato le doti artistiche.

www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/nardella-assume-la-figlia-della-pm-che-archivi...
[IMG][/IMG]
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 21:33. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com