Aggiungo qui anche questa intervista di Austin con Billboard
Tra Michael, Janet e i Jackson 5, la prima famiglia della musica pop getta una lunga ombra. Ma questo non ha impedito ad Austin Brown, figlio della sorella maggiore Jackson, Rebbie Jackson, di brillare. Da quando ha pubblicato il suo album di debutto,
Highway 85, tramite la indie South 5 Records all'inizio di quest'anno, il 27enne cantautore-produttore si è attirato il plauso della critica, le folle - e inevitabili confronti.
In un recente show alla Webster Hall di New York c'erano tracce inconfondibili di suo zio nell'impennata in falsetto, nei passi di danza eleganti e nel look fanciullesco di Brown. Ma lui non ha menzionato il nome della sua famiglia alla folla entusiasta, e neanche in gran parte della sua promozione online. "E' una benedizione e una maledizione - io non sto cercando di essere qualcun altro", ha detto Brown a Billboard dopo. "Non posso non fare il mio suono, non posso cambiare il mio aspetto, non posso non ballare come so fare. Creo tutto in modo naturale".
Come la generazione Jackson prima di lui, alcuni dei primi ricordi di Brown sono sul palco. "Devo aver avuto circa 3 anni, mia madre era in Giappone in un tour fra anfiteatri e club", ricorda. "Mi ha fatto uscire la prima sera a ballare con lei, e sono corso via piangendo. Ero andato fuori di testa. Ma dopo questo facevo ogni singolo spettacolo con lei, ballando per qualche minuto. E' stato allora che mi sono reso conto che mi piaceva il palco".
Brown dice che anche il suo leggendario zio defunto prestava attenzione ai suoi movimenti. "Mi ha insegnato diversi modi di ballare, questo è uno dei miei principali ricordi che ho condiviso con lui. Mi ha insegnato diversi modi di ballare, come ballare sul ritmo, come andare fuori tempo e poi riprendermi. Mi ha insegnato come ballare senza ragionarci, non mi piace pensare quando mi esibisco".
Nei brani che spiccano di "Highway 85", tra cui "Menage a Trois" e "Vulcano", ci sono elementi disco-pop che ricordano "Off the Wall" di Michael e armonie doo-wop che suggeriscono classici dei Jackson 5. Ma Brown, che ha co-scritto e co-produce tutti i suoi brani, mescola con grazia elementi di EDM, rock, hip-hop e funk con una band dal vivo. Al Webster Hall, ha coverizzato "I Wish", hit degli anni '90 del rapper Skeelo, e "Stand!" di Sly & the Family Ston(il bassista dei Family Stone Larry Graham è uno dei mentori di Brown). Ha anche lavorato con Rodney Jerkins, Q-Tip e Pharrell in passato.
Brown dice che ha lasciato cadere il suo debutto indipendente in parte a causa delle pressioni dell'industria per sfruttare di più i suoi legami familiari. "Volevamo pubblicarlo con una grande etichetta, ma la gente voleva che fossi qualcosa che non ero," dice. "Tutti quelli con cui volevo collaborare avevano questa fantasia di lavorare con Michael. Ma io non sto cercando di essere così. Lui è il più grande ad aver fatto quello che ha fatto, e nessuno potrà mai toccarlo".
Spera di poter lavorare con una grande major per il suo nuovo album, atteso per l'estate del 2014, secondo Christian Loor, il suo manager, che dice che annunceranno alcune nuove partnership presto. Austin sta per avviare la registrazione con la sua nuova band e il co-autore e produttore Tommy Parker a New York, dove si è trasferito all'inizio di quest'anno per concentrarsi sulla musica e sfuggire alla follia dei media che spesso perseguita la sua famiglia. "Los Angeles è un luogo dove le star vanno per essere star, si nutrono della loro campagna pubblicitaria," dice. "Io non voglio avere quella vita. Voglio solo fare grande musica. Ho avuto modo di avere come mentore uno dei più grandi musicisti di sempre, ma alla fine della fiera la mia musica parlerà da sola."
www.billboard.com/articles/columns/the-juice/5785658/austin-brown-discusses-debut-album-uncle-michael-jackson-s-influence?mobile_redirection=false#...