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UN FANTASTICO INCONTRO (in corso). Rating: rosso

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2017 13:29
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28/05/2010 19:34
 
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ormai i tuoi capitoli,al mattino,sono diventati una piacevolissima abitudine.sempre piu' brava!sensualissima la scena delle loro gambe intrecciate.
28/05/2010 23:09
 
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Re: Re: Re:
minamj, 28/05/2010 8.30:



Ma quindi le stai scrivendo ora?Avevo capito che erano state scritte in precedenza queste puntate.A questo punto i complimenti bisogna raddoppiarli,anzi triplicarli. [SM=x47932] [SM=x47932]
Questi 4 capitoli li ho divorati. [SM=g27817]
Sono raccontati splenditamente.
Michael e' meraviglioso,dai che anche tu non hai un caratterino facile facile [SM=g27828].Poverino,a volte sei troppo crudele nei suoi confronti. [SM=g27825] .

PS attendo con ansia cio' che succedera' ora......non mi deludere [SM=x47962]

doppio PS Franky non si mettera' fra di voi,spero!!
Triplo PS La descrizione della tua stanza,talmente dettagliata!!!
Credevo di esserci io.

Grazie e aspetto [SM=g27811]








Questo racconto in gran parte è stato già scritto, ma man mano lo sto rivendo e molto spesso riscrivendo, soprattutto la prima parte che inizialmente era comunque diversa. Devo anche, poichè sto su un forum edulcorare molto, nel senso che alcune situazioni devono essere necessariamente più soft.

Quindi i complimenti non possono esseri raddoppiati, non li merito. però grazie per quello che mi scrivi sei davvero gentile e sono contenta che questa storia ti piaccia tanto.


28/05/2010 23:10
 
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Re:
BEAT IT 81, 28/05/2010 13.04:

Cavolo, sul più bello!!!! Bravissima come sempre, ormai davevro nn posso più farne a meno della tua Ff. La descrizione della stanza di Las Vegas è pazzesca, sembra davvero di essere lì. Intrigante il gioco di strette di gambe in aereo, e bravo Mike ;-)))))))) . Nn vedo l'ora di leggere il seguito !!!!! Baci Sara




Grazie Sara, come sempre gentilissima.

Baci.


28/05/2010 23:11
 
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Re:
dirtydiana66, 28/05/2010 18.20:

super super super
oggi ho stampato i capitoli e portati con me
scrivi così bene......... che mi sembra di star a guardare una fiction anzichè leggerla.
brava e buon lavoro





Grazie molte dirtydiana, sono davvero felice che ti piaccia così tanto.


28/05/2010 23:16
 
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Re:
liberiangirl20, 28/05/2010 18.50:

scusa ma questo racconto che hai scritto è pura fantasia o ti è successo veramente?




Come ho già detto c'è parecchio di autobiografico, ovviamente molte cose sono inventate.

Sai spesso il confine tra il verosimile e il vero è molto labile.
,
La magia della scrittura consiste proprio in questo.

Grazie per la tua attenzione.


28/05/2010 23:19
 
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Re:
manu 62, 28/05/2010 19.34:

ormai i tuoi capitoli,al mattino,sono diventati una piacevolissima abitudine.sempre piu' brava!sensualissima la scena delle loro gambe intrecciate.




Grazie Manu, mi fa piacere sapere che al mattino i miei capitoli ti facciano compagnia.

Comunque la scena delle gambe intrecciate anche per me è di grande effetto.

Baci.


29/05/2010 02:01
 
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Ecco i nuovi capitoli, che sono stati molto modificati, perchè non potevano essere postati così come li ho scritti in originale.

21° Capitolo.

Giro intorno al divano e mi fermo in piedi davanti a lui, mi guarda con una tale intensità che riesco a percepire la sua eccitazione solo da come posa i suoi bellissimi occhi su tutta la mia persona. Poi con le braccia mi cinge i fianchi e mentre mi attira verso di sé mi dice:

“Sei meravigliosa. Prima quando sono entrato e ti ho visto così abbandonata sul divano mentre dormivi, eri così bella che il desiderio di te è stato così forte da non riuscire a staccare gli occhi dal tuo viso, dal tuo corpo, dalla tua pelle. Ti desidero con tutta la mia anima.”

Mi abbraccia forte e mi bacia con tale trasporto da farmi quasi male.

Rispondo ai suoi baci con altrettanta passione e desiderio, seduta su di lui, sento che la sua eccitazione è al massimo mentre le sue mani mi stanno accarezzando dappertutto.

Ormai, entrambi abbiamo perso il controllo, perché l’unica cosa che vogliamo ardentemente, è possederci reciprocamente. Di colpo tutte le mie paure, le mie insicurezze, le mie sofferenze, vengono dimenticate, per lasciare spazio ad un’unica, sola, irrinunciabile consapevolezza: voler essere sua, totalmente, senza pensare al dopo.

Succede, quindi, ciò che stavo ormai aspettando da quasi otto anni ed è, come se tutto questo tempo non sia mai trascorso lontano da lui, facciamo l’amore, infatti, come se ognuno conoscesse perfettamente tutto dell’altro, seguendo soltanto il nostro istinto, che ci guida in un’esperienza non solo esaltante ma, soprattutto assolutamente appagante per entrambi. La mia felicità è tale che in questo momento potrei anche morire.

Quando tutto è finito, rimaniamo immobili e ammutoliti non so per quanto tempo, tenendomi sempre abbracciata. Lentamente poi, mi scosta i capelli dal volto, ricominciando a baciarmi con dolcezza, mentre mi accarezza teneramente. Sono totalmente persa tra le sue braccia che faccio fatica persino a respirare e, talmente spossata che, comincio ad avere brividi di freddo.

Lui se ne accorge e, premuroso, mi sposta di lato per cercare la mia maglia che chissà dov’è andata a finire. Io intanto me ne sto seduta vicino a lui tutta rannicchiata, sempre senza dire una parola, perché in questo momento, ho la mente completamente svuotata e desidero solo assaporare le bellissime sensazioni che sto vivendo.
Finalmente, dopo aver cercato intorno, trova la mia t-shirt, la prende e, mi aiuta ad indossarla, con una tale premura ed attenzione come se avesse paura di farmi male. Io lo lascio fare perché tutto ciò mi piace moltissimo.

Mi abbraccia di nuovo, poi, con dolcezza, mi fa stendere sul divano con la testa appoggiata sulle sue gambe e, sempre accarezzandomi il viso ed i capelli, comincia a parlarmi con una voce così bassa e dolce che, al solo sentirla, il mio cuore ricomincia a battere per l’emozione.

Mi chiede:

“Come stai?”

Ed io sorridendo:

“Benissimo!”

Sorridendo anche lui:

“Ah, meno male, ero preoccupato perché non hai detto più una parola.”

“Non ci sono parole adatte per esprimere quello che sento. Ho provato delle sensazioni talmente travolgenti che, qualsiasi termine, anche nella mia lingua, non sarebbe adeguato a farti capire quanto sia stato sublime quello che ho vissuto, facendo l’amore con te.”

Michael sentendo questo, mi bacia dolcemente e mi dice:

“Anche per me è lo stesso. Era moltissimo tempo che non provavo delle emozioni così intense nel fare all’amore. Sei stata meravigliosa. Non pensavo che farlo con te fosse così intensamente bello.”

Scoppia a ridere e mentre mi da un altro bacio mi dice:

“Ti prego non arrabbiarti!”

Chiedo:

“E per che cosa dovrei arrabbiarmi?”

E lui:

“Per averti detto che non pensavo che fare l’amore con te fosse così bello!”

Al che rispondo:

“Se ti può consolare anch’io, per quanto lo avessi immaginato, non pensavo che fosse così………..uhm……..travolgente. Forse è perché ormai, entrambi non siamo più giovanissimi. In fondo avere 40 anni servirà sicuramente a qualcosa!”

Michael mi guarda e ridendo aggiunge:

“Sì, hai ragione. Sicuramente c’è più esperienza, ma tu davvero hai 40 anni? Pensavo che ne avessi molti di meno, complimenti perché non li dimostri di certo, sei ancora perfetta. Non hai una ruga e la tua pelle è così liscia e profumata che starei ad accarezzarti e ad annusarti tutto il giorno.”

A queste parole scoppio a ridere e chiedo:

“Come ad annusarmi, ma che dici?”

E lui:

“Sì ad annusarti perché hai un buonissimo profumo naturale. Io sono molto sensibile all’odore che le persone emanano dal loro corpo, è quello che mi attira o mi respinge prima di qualsiasi altra cosa. Ecco senti, anche ora, nonostante che tu prima, ti sia……………” e qui gli viene da ridere, “……………diciamo, un po’ agitata, non hai alcun cattivo odore addosso, ma anzi io continuo a sentire un buonissimo profumo. Questo è quello che mi ha fortemente attratto quando ti ho conosciuta, avevi un profumo meraviglioso, che mi ha inebriato per tutto il tempo che abbiamo passato assieme. Pensa che l’ho ricordato per moltissimo tempo e, l’ho riconosciuto anche quando ti ho rivista sull’aereo.”

Lo guardo sconcertata, perché tutto avrei pensato tranne che Michael fosse attirato dal mio odore e, pensare che mi ero data tanta pena nel prepararmi al meglio, mentre per lui invece quello che contava era soprattutto il mio profumo. Questo se me lo avessero raccontato non l’avrei mai creduto.

Quindi cercando di ironizzare gli dico:

“Beh, forse dipende dal tipo di profumo che uso ormai da anni, che tra l’altro, per quello che costa, è doveroso da parte sua sostituirsi agli odori spiacevoli. E’ Shalimar della Guerlain. Io lo adoro, lo uso da quando avevo 18 anni, ma è talmente caro che cerco sempre di farmelo regalare. Comunque, proprio perché lo uso quotidianamente, immagino che ormai, ogni cosa che mi appartiene ne sia intrisa.”

Michael però, ribatte:

“Sì lo so che profumo usi, infatti quando t’ho conosciuta mi era piaciuto talmente che poi l’ho usato anch’io qualche volta. Era particolarissimo e quella sera a Roma, nonostante che tutti, sia uomini che donne fossero profumatissimo il tuo spiccava tra tutti ed io riuscivo a sentirlo benissimo. In fondo, i profumi sono fatti apposta per risvegliare in noi gli istinti primordiali, di quando gli uomini si riconoscevano tramite gli odori, come gli animali, ma io, il tuo profumo, lo riconoscerei anche tra un milione di persone, ma non quello che usi, che sicuramente aiuta, ma parlo proprio di quello tuo naturale che è delizioso.”

Detto questo, si abbassa verso di me, ricominciando a baciarmi, mentre io ringrazio mentalmente i miei genitori, nonché madre natura, per avermi dotata di un buon odore, altrimenti oggi, forse, non sarei nemmeno qui.


29/05/2010 02:12
 
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22° Capitolo

Mentre ci stiamo baciando ancora, squilla il telefono e, a malincuore, sono costretta ad alzarmi per rispondere.

E’ Franky che mi dice:

“Ciao, scusa se ti disturbo…………………”

Per far capire a Michael con chi sto parlando, lo interrompo:

“Ah ciao Franky, no non disturbi affatto, come stai?”

Mentre pronuncio queste parole, guardo Michael per sapere se devo dirgli che lui è qui da me.

Mike mi fa un cenno con la testa, a significare che non ci sono problemi.

Intanto Franky prosegue:

“Grazie, io bene. Scusa ma ho chiamato, oltre che per salutarti, per sapere se lì da te c’è Miky?”

“Sì, è qui, te lo passo. Ciao a dopo.”

Mentre Michael afferra il cordless per parlare con il suo amico, per discrezione esco dalla camera, per andare a farmi una doccia veloce.

Non appena sento scorrere l’acqua calda sul mio corpo, comincio a ripensare a quello che ho appena vissuto e, il ricordo di quelle sensazioni così forti, mi provoca un languore che unito ad un’emozione talmente intensa, accelera di nuovo i battiti del mio cuore.

In questo istante sono talmente felice che non posso fare a meno di cantare, dimenticando completamente chi ci sia nell’altra stanza. La prima canzone che mi viene in mente, è Emozioni di Lucio Battisti.

Io adoro Battisti, le sue canzoni hanno accompagnato tutta la mia adolescenza, nonchè giovinezza. Le ho cantate, infatti, talmente tante volte che le conosco tutte a memoria, d’altronde, non ricordo una serata passata con i miei amici, sia che fosse al mare, durante le vacanze o in inverno nella cantina, affittata da tutta la comitiva per riunirci tra di noi, in cui tutti insieme non abbiamo strimpellato con la chitarra e urlato a squarciagola le sue musiche. Emozioni poi, è una di quelle che preferisco e, oltretutto, in questa circostanza esprime appieno il mio stato d’animo.
Come al solito, quindi, comincio a cantare a squarciagola.


Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poi
ritrovarsi a volare
e sdraiarsi felice sopra l'erba ad ascoltare
un sottile dispiacere
E di notte passare con lo sguardo la collina per scoprire
dove il sole va a dormire
Domandarsi perche' quando cade la tristezza
in fondo al cuore
come la neve non fa rumore
e guidare come un pazzo a fari spenti nella notte
per vedere
se poi e' tanto difficile morire
E stringere le mani per fermare
qualcosa che
e' dentro me
ma nella mente tua non c'e'
Capire tu non puoi
tu chiamale se vuoi
emozioni
tu chiamale se vuoi
emozioni
Uscir dalla brughiera di mattina
dove non si vede ad un passo
per ritrovar se stesso
Parlar del piu' e del meno con un pescatore
per ore ed ore
per non sentir che dentro qualcosa muore
E ricoprir di terra una piantina verde
sperando possa
nascere un giorno una rosa rossa
E prendere a pugni un uomo solo
perche' e' stato un po' scortese
sapendo che quel che brucia non son le offese
e chiudere gli occhi per fermare
qualcosa che
e' dentro me
ma nella mente tua non c'e'
Capire tu non puoi
tu chiamale se vuoi
emozioni
tu chiamale se vuoi
emozioni


Mentre esco dalla doccia poi, per prendere l’accappatoio, ripeto sempre a squarciagola

Capire tu non puoi
tu chiamale se vuoi
emozioni
tu chiamale se vuoi
Emozioniiiiiiiiiiiiiii[/C
]

Sulle “ i “ finali, sento una risata dietro di me, mi giro di scatto e trovo Michael appoggiato allo stipite della porta che con le mani in tasca se la ride beatamente.
Colta di sorpresa, istintivamente porto le mani davanti la bocca, sgrano gli occhi e sento che le mie guance si stanno imporporando per la vergogna.

Lui, vedendo la mia reazione, ridendo ancora più di cuore, mi dice:

“Ti ho spaventata? Scusa ma non ho potuto fare a meno di venire ad ascoltarti. Ma tu canti sempre così sotto la doccia?”

Sono talmente confusa per l’imbarazzo che l’unica cosa che riesco a dire è:

“Sorry. Sorry”

Lui, di rimando, sempre ridendo:

“Perché ti stai scusando? Guarda che ti ho ascoltata con piacere. Già te l’ho detto che canti bene e, questa canzone ha una melodia molto bella, o almeno così mi è sembrato. Forse, hai un po’ forzato il tono, ma il risultato non è stato così disastroso come pensi.”

Mentre lui mi parla, ancora schiacciata dall’imbarazzo, sono rimasta immobile, guardandolo con occhi pieni di vergogna non solo per avergli offerto quell’esibizione canora davvero pessima, ma anche perché mi trovo davanti a lui in accappatoio e con un asciugamano in testa che funge da turbante, ed immagino che, in questa circostanza anche il mio aspetto non sia proprio così edificante; quindi non sapendo davvero cosa dire, l’unica cosa che mi viene in mente è replicare:

“Ti ringrazio per la tua generosità e comprensione, ma mi scuso per la pessima figura che ho appena fatto. In tutti i sensi.”

Michael però, non distogliendo minimamente lo sguardo da me, si avvicina per abbracciarmi e, sorridendo mi dice:

“Ma perché sei così preoccupata? Te l’ho detto che mi è molto piaciuto ascoltarti, poi si sentiva che eri felice mentre cantavi e, questo mi ha riempito di gioia, perché ho pensato che, forse, anch’io ho un po’ contribuito a questa tua felicità.”

Buttandogli le braccia al collo rispondo:

“Sì è vero, sono felice e lo sono grazie a te. Davvero è così, mi sembra che il mio cuore non riesca a contenere tutta la gioia che sto provando ora, qui con te. Però quando ti ho visto mi sono sentita morire dalla vergogna. Avrei dovuto evitare di cantare in quel modo con te presente, ma sotto la doccia lo faccio sempre, ed anche questa volta mi è venuto spontaneo. Comunque, scusa per il mio look, sicuramente non dei migliori.”

Michael mi abbraccia forte e replica:

“Anche così sei fantastica. Anzi con questo cosa in testa sei ancora più bella, perché mette in risalto i tuoi splendidi occhi a mandorla e poi, hai un’espressione talmente imbarazzata che ti trovo adorabile.”

Detto questo mi bacia dolcemente.

Appena sento le sue labbra sulle mie, di nuovo il languore si impossessa di me e, mentre rispondo al suo bacio con dolcezza appassionata, mi stringo forte a lui, che risponde al mio abbraccio con altrettanta intensità. Sento il suo desiderio e, la voglia di fare l’amore con lui diventa così pressante, che le mie gambe diventano molli e, il mio cuore batte all’impazzata.
Cerco, nell’abbracciarlo, di tenermi attaccata a lui, perché ho come la sensazione che la testa mi giri talmente, da poter cadere, da un momento all’altro, per terra.

Non è solo una sensazione, purtroppo, questo succede per davvero e, mentre mi abbandono semisvenuta, sento Michael esclamare:

“Oh my God. Wath’s happens?”

Mi solleva per portarmi sul letto, dove mi riprendo, dopo qualche secondo.

Dopo aver aperto gli occhi, lo trovo sopra di me, che mi chiama dandomi dei leggeri buffetti sulle guance.

Gli chiedo con un fil di voce:

“Che è successo?”

E lui:

“Non lo so, dimmelo tu, mi sei svenuta tra le braccia. Come ti senti?”

“Bene. Almeno credo. Non so che cosa mi sia successo. Ad un certo punto mi è girato tutto ed ho visto nero.”

“Tesoro, me ne sono accorto. Per fortuna che ti tenevo abbracciata, altrimenti saresti potuta cadere e farti male.”

Sento dal suo tono di voce che è preoccupato, ma per sdrammatizzare la situazione, ironizzo, dicendo:

“Deve essere l’effetto Michael Jackson. D’altronde tu ci sei abituato, visto il numero di svenimenti che ci sono durante i tuoi concerti. Pensa a tutte quelle poverette che perdono i sensi solo guardandoti. Almeno io ti stavo abbracciando e, poi vuoi mettere, anch’io posso finalmente dire di essere svenuta davanti alla super-star, più super-star di tutti?!”

Rido, e lui sorridendo mi dice:

“Ok, ma questo non è un concerto ed è la prima volta che mi capita che una donna svenga mentre la bacio. Non sapevo di possedere tutto questo potere!”

Diventando poi, più serio continua:

“No, davvero, a parte gli scherzi, sono molto preoccupato. Dimmi la verità, ti senti bene?”

Al che io per tranquillizzarlo gli rispondo:

“Michael, sto benissimo deve essere stato solo un calo di pressione, dovuto magari alla doccia molto calda, ad un po’ di stanchezza e forse anche al fatto che non mangio da ieri sera. Anzi a proposito ma che ore sono. Da quando sono arrivata ho perso completamente la cognizione del tempo.”

Michael guarda l’orologio che ha al polso, mi dice che sono le quattro del pomeriggio e poi, aggiunge:

“Ma come non hai mangiato nulla da ieri sera? E perché? Quando hai voglia di qualcosa puoi ordinare quello che vuoi. Mi scuso per non averci pensato, avrei dovuto chiedertelo subito. Sono imperdonabile.”
Capisco dal tono della sua voce che è profondamente costernato, ma non voglio che si senta in colpa per qualcosa, quindi gli rispondo:

“Non è mica colpa tua se non ho mangiato niente, è che tra una cosa e l’altra………….”, e qui mi viene da ridere, “………………non ho avuto molto tempo………Comunque ora sto benissimo e ti prego di non preoccuparti, perché è tutto passato. A proposito dover’eravamo rimasti?”

Dicendo questo gli butto le braccia al collo e lo attiro verso di me per baciarlo.

Lui risponde ai miei baci, ma dopo un po’ si libera dolcemente del mio abbraccio per dirmi:

“Tesoro, io devo andare. Ti avevo detto che avrei avuto degli appuntamenti di lavoro e sono già in ritardo. Prima Franky, mi ha telefonato per dirmi che le persone che devo incontrare sono già arrivate. Mi piacerebbe moltissimo restare qui con te, ma davvero non posso, sono venuto a Las Vegas per questo e, non posso mancare. Ti prego però, intanto mangia qualcosa, poi, sentiti libera di fare quello che ti pare. Se vuoi andare dal parrucchiere, farti fare un massaggio, che so, qualsiasi cosa tu voglia, fallo, senza chiedere il permesso a nessuno. Desidero che tu ti senta completamente a tuo agio. Se ti fa piacere puoi scendere in piscina, questo albergo ha delle piscine meravigliose, oppure, se vuoi andare a fare shopping ti faccio accompagnare da qualcuno, insomma qualsiasi cosa tu voglia fare, dimmelo, che ti metterò a disposizione qualcuno.”

Rispondo sorridendo:

“Grazie, sei davvero gentilissimo, ma credo che fra un po’ forse scenderò in piscina e, l’idea di un massaggio mi attira molto, quindi penso che ne approfitterò”

Con un tono un po’ canzonatorio, poi, gli chiedo:

“Ma se decido di scendere in piscina, mi devo fare accompagnare da qualcuno o posso andare da sola?”

Lui, forse intuendo la mia ironia, replica:

“Beh, per la piscina credo che tu possa andare da sola, ti faccio soltanto accompagnare giù e, dirò poi di aspettarti nella hall, così se hai bisogno di qualsiasi cosa, hai qualcuno a disposizione.”

Per lui tutto questo è normale, ma per me, abituata a stare sempre da sola e, al non dover contare su nessuno, il pensiero che ci sia una persona a disposizione, mi imbarazza molto, facendomi sentire un po’ a disagio. Glielo dico, ma lui mi risponde soltanto che chiederà a Tommy, il mio preferito, di accompagnarmi.

Lo ringrazio ancora, promettendogli che se avrò bisogno di qualcosa chiamerò il suo appartamento. Mi alzo per accompagnarlo verso la porta da cui era entrato ma, prima di andarsene, dopo avermi dato un altro bacio, mi dice:

“Non so a che ora mi libererò. Cercherò di fare il prima possibile, ma non posso prometterti niente. Comunque, se la cosa dovesse andare per le lunghe ti farò avvertire, così tu potrai organizzarti per la serata, come meglio credi. Ti prego solo di non chiudere a chiave la porta, perchè appena posso verrò da te, ti giuro che la cosa che più desidero è stare di nuovo noi due da soli e il più a lungo possibile.”

Mi bacia di nuovo con passione e mentre mi abbraccia premendo il suo corpo contro il mio, sento che sospirando dice come se parlasse a sé stesso:

“Ma perché non ho spostato l’appuntamento?”

Sentendo quelle parole mi sciolgo dal suo abbraccio e accarezzandogli il viso gli dico di andare perché non è carino far aspettare le persone così a lungo.

Mi risponde che ho ragione ed apre la porta per passare nella sua suite.
[Modificato da malabi 29/05/2010 02:13]


29/05/2010 03:23
 
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23° CAPITOLO


Michael è appena andato via, dal suo appartamento mi giunge la sua voce insieme a quelle dei suoi ospiti, decido quindi, di uscire sulla bellissima terrazza per dare un’occhiata fuori e per prendere finalmente una boccata d’aria.

C’è ancora un sole splendente e guardando in basso, vedo un meraviglioso parco con almeno sei o sette piscine, quasi tutte comunicanti tra loro, immerse nel verde. Lo spettacolo che mi si offre è talmente allettante che decido di scendere per andarmi a fare un bagno e prendere, se possibile, un po’ di sole.

In fretta, torno in camera da letto, prendo la borsa da viaggio, ci frugo dentro e finalmente trovo un bikini, che indosso con sopra un vestitino bianco con le bretelline, che fortunatamente mi ero portata come cambio, mi infilo le infradito, prendo con me un grande telo da bagno ed esco dalla suite.

Nel corridoio seduto su una poltrona scorgo Tommy che sta chiacchierando con un’altra guardia del corpo. Non appena mi vede uscire si alza di scatto, viene verso di me, questa volta con un’espressione meno torva delle altre volte e, accennando ad un pallido sorriso, mi chiede dove desidero andare.

Gli rispondo sorridendo, se mi può accompagnare alle piscine e lui molto educatamente mi dice che lo farà con piacere.

Stupefatta da tanta gentilezza, lo guardo un po’ di sottecchi, poi, sorridendogli nuovamente, lo ringrazio.

Lui mi fa strada fino all’ascensore e, dopo aver aperta la porta con la chiave mi cede il passo per farmi entrare.

Una volta dentro, per rompere il ghiaccio, gli dico:

“Mi dispiace averti disturbato, sarei potuta scendere anche da sola, ma Michael ha tanto insistito per farmi accompagnare da qualcuno.”

Al che lui sempre accennando ad una specie di sorriso mi risponde:

“Nessun disturbo, è il mio lavoro. Mr. Jackson, mi ha riferito che tu preferivi che ti accompagnassi io, e a me fa piacere farlo.”

Lo guardo di nuovo sorridendo, ma mentre aggiungo che, da parte sua, è gentile dirmi, che è contento di accompagnarmi, penso che caspita sia venuta in mente a Michael di fargli credere che preferivo essere accompagnata da lui. Boh, vallo a capire!

Comunque ormai siamo arrivati a destinazione, usciamo dall’ascensore e Tommy mi fa strada; attraversiamo una grandissima sala dove sono disposti divani, poltrone e tavolini, con pareti tutte a vetri, dalla parte opposta infatti si esce nel bellissimo giardino dove sono situate le piscine.

Arrivati all’esterno, il mio accompagnatore, sempre con quella specie di sorriso che, a guardarlo bene, sembra più un ghigno, con un mezzo inchino mi dice:

“Ecco madam, qui ci sono le piscine. Se hai bisogno di qualcosa, io sono qui dentro.”

Lo guardo sconcertata, ma per meglio dissimulare la mia sorpresa, sempre sorridendo gli chiedo:

“Come resterai qui? Ti ringrazio ma davvero non c’è alcun bisogno che tu ti trattenga qui per me. Puoi tranquillamente ritornare su, o andare dove preferisci, ma non voglio che tu te ne stia qui ad aspettare i miei comodi.”

Mentre gli parlo vedo che lui fissandomi con un’aria un po’ imbarazzata, scuote la testa e mi risponde:

“Senti, per me non è nessun problema aspettare qui. Mr. Jackson me lo ha chiesto espressamente, mi ha raccontato, infatti, che non ti sei sentita bene e lui è più tranquillo se vicino a te c’è qualcuno dei suoi, visto che in questo momento lui è impegnato. Anzi, mi ha anche detto di preoccuparmi affinchè tu possa mangiare qualcosa.”

Sono sempre più stupita e, questa cosa mi sta facendo innervosire alquanto, ma vedendo che Tommy ha assunto un’aria da cane bastonato, poiché, forse intuendo la mia reazione, non osa nemmeno più guardarmi ma anzi continua a fissare un punto non meglio precisato del pavimento, non me la sento di infierire contro di lui, che poveraccio, tutto sommato sta solo facendo il suo lavoro, ubbidendo agli ordini di Mr. Jackson.

Per cui facendo buon viso a cattivo gioco, ma fulminandolo con lo sguardo aggiungo:

“Ok. Aspettami pure qui, se questo ti ha ordinato il tuo capo!”

Mi avvio verso le piscine ma sono talmente furibonda con Michael che
se lo avessi qui davanti lo strozzerei. Mi chiedo, se è possibile che si debba fare sempre quello che vuole lui, e non solo, prima fa finta di assecondarmi, per poi fregarsene altissimamente di quello che effettivamente desidero.
Capisco che sia un po’ preoccupato per il mio malore, ma tutta questa premura, tanto da mettermi alla costole un cane da guardia mi sembra davvero eccessiva.

Immersa nelle mie elucubrazioni mentali su Michael, arrivo a grandi passi di fronte ad una grande piscina di forma rotondeggiante e senza nemmeno guardare chi ci sia intorno butto l’asciugamano su un lettino, mi sfilo il mio abito e mi tuffo, sperando così di far sbollire la rabbia.

Faccio le prime vasche nuotando con una tale furia che a qualche osservatore potrebbe sembrare che mi stia allenando per i mondiali, poi riacquistando un po’ di calma, rallento il ritmo e comincio a godermi maggiormente, la piacevolezza di essere immersa in un’acqua così tiepida, che mi avvolge come una morbida coperta.

Cambio stile per rilassarmi, nuotando a dorso, che tra l’altro è quello che mi riesce meglio. Continuo a pensare a Michael, non so nemmeno quante volte riesco a fare su e giù senza riposarmi, poi però, sentendo che il fiato diventa un po’ corto, mi fermo per riposarmi un pochino, verso il bordo più basso della vasca.

Appoggiata al gradino, guardandomi intorno, noto che ci sono non molte persone che stanno sedute o distese sui letti a prendere il sole, mentre qualche cameriere, si aggira tra i viali, pronto a rispondere alle chiamate degli ospiti. Tutto intorno ci sono degli alberi verdissimi e delle enormi fioriere, piene di bellissimi fiori dai sgargianti colori.

E’ davvero un posto incantevole ed inevitabilmente, mi ritrovo a pensare a quanto tutto ciò, sarebbe piaciuto alla mia bambina.

Il pensiero di mia figlia, che sta dall’altra parte del mondo e che non vedo ormai da quattro giorni, mi provoca una nostalgia così struggente che di colpo mi riporta con i piedi per terra.
Il desiderio di rivederla ed abbracciarla è così forte che spazza via ogni altro desiderio, se non quello di tornare a casa il più presto possibile, poiché mi rendo conto, che senza la sua costante presenza, i suoi abbracci, i suoi baci e le sue continue dichiarazioni d’amore, io non potrei vivere.

Mi domando, come se improvvisamente davanti ai miei occhi si fosse squarciato un velo, cosa diavolo ci faccio qui, in compagnia dell’uomo più famoso del pianeta, che ora nella sua suite super lussuosa sta discutendo dei suoi affari che valgono milioni di dollari, mentre io, sto nuotando in piscina per ingannare l’attesa, aspettando che mi conceda un po’ del suo preziosissimo tempo.

La risposta è una sola, niente! Perché so con certezza matematica che questo non porterà a niente, non può portare a niente di positivo.

Troppo distanti, nei luoghi, nei tempi, negli affetti; troppo diversi, nella vita passata, presente e futura, nelle aspirazioni, nella mentalità, nelle esperienze.

So per certo, che nonostante io abbia amato Michael e, continui ora ad amarlo ancora più di prima, mai potrei rinunciare alla mia vita per lui e, tantomeno lui, che non so nemmeno se mi ami o se sia semplicemente infatuato, possa rinunciare a qualcosa della sua vita per me.

So per certo anche, e questo è quello che mi terrorizza maggiormente, quando penso al mio futuro prossimo, che tutto ciò mi porterà sofferenza, poiché, il dolore che proverò nel lasciarlo sarà tale e tanto che mi farà star male da morire e per lungo tempo; tale dolore poi, sarà ancora di più alimentato dalla consapevolezza che probabilmente non lo rivedrò mai più.

Ora, sono talmente triste che lo sconforto mi sovrasta, quindi, mentre mi do dell’idiota per essermi fatta sopraffare dai sentimenti, invece che dalla razionalità, come sarebbe stato saggio fare, per evitare sofferenze sicure e già provate, non riesco a trattenere le lacrime.

Nel mio cuore c’è l’inferno, da una parte vorrei scappare, perché so che, se lo facessi ora, forse riuscirei a venirne fuori con meno ammaccature possibili; dall’altra però il solo pensiero di poter passare ancora del tempo con l’uomo che amo, sentire la sua voce, la sue risate, vedere i suoi occhi così belli, espressivi, intensi che non sanno nascondere le emozioni, assaporare i suoi baci dolci e appassionati, perdermi nei suoi abbracci, sentire il suo corpo contro il mio e fare di nuovo l’amore con lui, mi provoca un tale turbamento ed un tale desiderio di lui da farmi star male.

Per la prima volta nella mia vita non so davvero cosa fare, sono triste, confusa, arrabbiata con me stessa, nonchè con la sorte, che me lo ha fatto incontrare di nuovo, ma sono, soprattutto, disperata, dato che non riesco a ragionare con lucidità.

Mentre esco dalla piscina per andarmi a riscaldare al sole, pur continuando a domandarmi cosa devo fare, quale sia la cosa migliore da fare, non riesco a darmi una risposta.

Mi stendo al sole ancora così presa dai miei lugubri pensieri, che quasi non mi accorgo, che uno zelante cameriere si è avvicinato per chiedermi se desiderassi qualcosa.

Lo guardo con aria stralunata, però senza rendermene conto, gli rispondo in italiano che vorrei un succo d’arancia, poi accortami dell’errore, sto per ripeterlo in inglese, quando il cameriere, sorridendo tutto contento, mi risponde che ha capito benissimo.

Sono sorpresa, ma lui, sempre sorridendo, aggiunge con aria complice:

“Signora, non si preoccupi, sono italiano anch’io.”

Il potere della conterraneità, quando si è all’estero, è davvero straordinario. Sentire quest’uomo parlare la mia lingua in questo momento, sarà stupido, ma mi riempie di gioia, mi fa sentire meno sola, mi conforta, mi scalda l’anima, è come aver ritrovato un amico che si pensava perso per sempre.

Lo guardo grata e gli chiedo da dove viene e da quanto tempo vive in America.

Lui mi risponde che è Toscano di un paesino vicino Lucca, e che vive qui ormai da trent’anni. Era venuto in America, con la scusa di far visita a dei suoi parenti che vivono in California, per vedere se fosse riuscito a trovare lavoro poiché, il suo sogno era trasferirsi qui ed Infatti, così era stato.

Gli chiedo allora come si è trovato e se sia pentito della sua scelta, e lui con un po’ di malinconia nella voce mi dice che sì qui sta bene, è contento, ha una moglie americana, due figli che studiano, tuttavia la nostalgia dell’Italia è forte e non vede l’ora di poter andare in pensione per tornare al suo paese.

Replico che lo capisco, tanto più che la Toscana è una delle regioni più belle d’Italia e che Lucca in particolare è un gioiello, quindi niente a che vedere con Las Vegas così finta e artificiale.

Mi sorride compiaciuto, poi mi chiede se invece io sia qui per turismo. Gli rispondo di sì, ma che mi tratterrò forse solo fino a domani. Gli domando come si chiama e lui mi risponde:

“Piero, ma qui mi chiamano tutti Peter, sa è più facile in inglese.”

Gli dico che se non gli dispiace io continuerò a chiamarlo Piero e
lui sempre sorridendo afferma:

“Certo che mi garba, ci mancherebbe, è il mio vero nome. Ora però, bella signora, le porto il suo succo d’arancia.”

Ricompare dopo qualche minuto con un bicchiere enorme decorato da piccoli frutti tropicali e tutto soddisfatto, mentre me lo porge, mi dice:

“Mi sono permesso di aggiungere qualche rinforzino, qui se c’è una cosa che sanno fare bene, è preparare queste bevande che solo a guardarle ti vien l’acquolina in bocca. Questo è un succo speciale per una signora speciale come lei.”

Lo ringrazio, sorridendogli grata per la sua simpatia, cordialità e gentilezza.

Poi sempre gentilmente mi mette davanti un cartoncino e mi dice:

“Ecco signora, se vuole scrivere qui, il numero del suo appartamento con la sua firma, le verrà addebitato direttamente sul suo conto.”

A queste parole vengo presa dal panico, oddio adesso che faccio, se scrivo il numero dell’appartamento di Michael con la mia firma,
rischio che si venga a sapere che sono sua ospite e, se poi qualcuno, magari Piero stesso, si volesse vendere l’informazione alla stampa, potrebbe succedere un tale caos, che al solo pensarci mi vengono i sudori freddi.

Al che, cercando di mantenere una calma apparente e, con fare disinvolto, chiedo a Piero se non sia possibile pagare direttamente, visto che essendo ospite di amici non voglio far gravare sul loro conto anche le mie consumazioni extra.

Lui mi guarda con un’aria un po’ strana, però mi risponde che pensa si possa fare, ma deve andare a chiedere.

Dopo un po’ torna e, sorridendo, mi annuncia tutto soddisfatto che posso pagare, se lo desidero, con la carta di credito.

Tiro un respiro di sollievo e, cercando nella borsa, che fortunatamente ho portato dietro, trovo la mia Visa, gliela porgo con un sorriso smagliante, ringraziando il cielo per avermi fatto incontrare un cameriere italiano e, per lo scampato pericolo:

Quando Piero ritorna con lo scontrino da firmare per la transazione eseguita, gli allungo grata 10 dollari di mancia; se li è meritati tutti.


29/05/2010 08:47
 
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buon giorno Malabi.li ho letti tutti in un fiato.bellissimi!non so perchè ma...mi aspettavo da te che avresti dettagliato di piu' il momento in cui hanno fatto l'amore.forse è questo il pezzo che hai modificato?
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