eccoci qui...nuovo capitolo!
Capitolo 2
Prese tre biscotti dalla scatola, quelli con le gocce di cioccolato, tre, non uno di meno non uno di più.
Salì sul suo suv, le rimanevano solo due rate da pagare e poi poteva ufficialmente tirarsela.
Dopo aver insultato almeno la metà degli automobilisti di Los Angeles e minacciato una decina di poveri bambini in bicicletta, arrivò in ufficio.
Si guardò nello specchietto dell’auto, ripassò velocemente il rossetto, un’ultima sistematina al vestito e scese.
Le decoltè nere facevano rumore sull’asfalto risaltando ogni singolo passo, e i suoi capelli neri sulla schiena sembravano come danzare seguendo il ritmo. Il vestito che aveva messo le rendeva difficile avere un‘ampia falcata, ma per il modo in cui le stava valeva sicuramente la pena soffrire un pochino. Del resto vestiva sempre così, vi verrà in mente la solita domanda: andrà anche a fare la spesa vestita in quel modo?
si. la risposta è si, anzi assolutamente si. Mai e poi mai avrebbe rinunciato ad uno dei suoi vestiti, neanche a quello che giaceva infondo all'armadio da anni con ancora attaccato in bella vista il suo cartellino con tanto di prezzo.
Appena uscì dall’ascensore sentì un cellulare squillare.
-Pronto Debbie.- era l’inconfondibile voce di Michael. - come sta Paris, tutto bene? Ah meno male. Ok. Ci sentiamo dopo. Ciao.
- Ciao Michael come va?- chiese Nicole.
-Bene grazie e tu?
-Non mi lamento.- Rispose.
Michael sfoderò uno dei suoi sorrisi migliori.
-Che c’è?-
-Sai sono papà da tre giorni, cioè per la seconda volta.
-Oh mio Dio! Congratulazioni, si dice così in certi casi? Che bello e come si chiama?
Nicole gli si buttò addosso e lo abbracciò, lui timidamente rispose all’abbraccio.
-Si chiama Paris e per secondo nome Katherine, come mia madre-
-Ma che carina- Queste si che sono belle notizie.
- Adoro quando sorride. Adoro quando qualsiasi bambino sorride. Nei loro sorrisi spensierati, mostrano il divino che è in tutti noi.- disse quasi commuovendosi.
Nicole non potè fare a meno di notarlo, i suoi occhi che l’avevano colpita così tanto adesso emanavano una luce diversa erano pieni d’amore, di gioia era così incredibile. Non aveva mai visto nessuno parlare del proprio figlio in quel modo, ne tanto meno aveva mai pensato che un padre potesse parlare in quel modo. Il suo non l’avrebbe mai fatto. Sentì il cuore battere forte, sembrava si fosse spostato direttamente in gola, gli occhi si inumidirono- Michael per favore così mi fai piangere.-
-Oh no scusa non volevo, mi sono lasciato trasportare.
-Ma no figurati è bellissimo, non ho mai sentito nessuno parlare così.
Michael sorrise e l’abbracciò quando vide che davvero stava per mettersi a piangere. Con una mano le accarezzava la schiena e la stringeva forte per consolarla, per calmare quelle emozioni che le aveva inconsapevolmente provocato. Sapeva che era dovuto sicuramente ad un qualche ricordo che le sue parole avevo fatto riafforare nella mente di lei, ma si sentiva in colpa lo stesso.
Dopo qualche secondo, fece un sospiro profondo e staccò la testa dalla spalla di Michael- Va meglio, grazie Michael, mi sento una sciocca.-
-E perché mai dovresti essere una sciocca?
-Ma mi metto a piangere per niente, tanto normale non sono.
Michael sorrise.- Se hai avuto una reazione simile avrai sicuramente un buon motivo, non si piange mai per niente.
Ok. Da dove è uscito? Viene forse da qualche universo parallelo dove gli uomini capiscono tutto e hanno sempre la cosa giusta da dire?
-Wow Michael oggi mi stai sorprendendo davvero.
I due si misero a ridere. -Ecco vedi, quando ridi sei molto più bella.
-Stai attento con i complimenti!
-Michaeeeeeeeeel- la voce di Frank arrivò come un secchio di acqua fredda. -Michael vieni a scegliere le foto.
-Ehm…mi scusi...le deve scegliere con me, sa comè…-ribattè Nicole.
-No non lo so, comè?
Oddio questo proprio non lo sopporto, pensa forse che me la sia dimenticata la frase dell’altra volta? Giuro che almeno un livido anche piccolo piccolo…
-Senza la fotografa qui nessuno sceglie niente.
Frank scoppiò a ridere. Non si fermava più. Più che un livido qui ci vorrebbe un esorcista.
-Frank sei impazzito forse?- chiese Michael guardandolo con aria piuttosto seria.
-Dai Michael scegli queste benedette foto e andiamocene, non possiamo stare qui tre ore.
-Frank staremo qui per tutto il tempo che sarà necessario, se vuoi puoi andartene.-
Il manager smise di ridere e iniziò a grattarsi nervosamente la testa.
Michael allungò una mano verso Nicole e le fece segno di seguirlo.
Lei gli passò davanti e lo prese per un braccio guidandolo.
- Vieni seguimi.- gli disse.