Non so molto, ma leggiucchiando un pò ho trovato questo articolo che mi ricorda, invece, alcune analogie col caso di Mike.
(sembra ci sia stato anche qui il "Tom Smerdom di turno")
UN DOCUMENTARIO RICOSTRUISCE LA «STRANA» CONDANNA DOPO LA VIOLENZA A UNA QUATTORDICENNE
IL CASO Polanski
Diventa film l' ossessione di un giudice contro il regista
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK - L' idea nasce nel 2002, all' indomani della Nomination di Roman Polanski all' Oscar per Il pianista. Mentre l' America si interrogava se il regista avrebbe rischiato l' arresto per venire a ritirare il premio nel Paese da cui era fuggito 24 anni prima, dopo la condanna di un tribunale Usa per rapporti sessuali con l' allora 13enne Samantha Geiger, la giovane in questione - ormai quarantenne e madre di 3 figli - dichiarò alla CNN che «il giorno in cui Polanski fuggì in Francia è stato uno dei capitoli più tristi nella storia giudiziaria Usa».
«Quelle frasi di Samantha Geiger al "Larry King Show" mi sconvolsero - spiega la 43enne Marina Zenovich, regista degli acclamati documentari Whòs Bernard Tapie? e Independent Day -. L' intero affare Polanski non mi quadrava. Volevo far luce su ciò che si è poi rivelata come una delle più inique condanne mai emesse da un tribunale Usa». Il risultato è Polanski - ma il titolo è provvisorio - un documentario di due ore (ancora in lavorazione) co-prodotto da Steven Soderbergh e già acquistato, tra gli altri, dalla BBC. Il debutto è per il prossimo anno, in occasione del 30° anniversario di uno degli scandali più sconcertanti della storia hollywoodiana. Dopo aver messo mano su migliaia di documenti d' archivio originali, la Zenovich ha intervistato oltre cento testimoni, tra cui la stessa Geiger (che nel frattempo ha pubblicamente perdonato Polanski), Mia Farrow e Nastassja Kinski (protagoniste, rispettivamente, di Rosemary' s Baby e Tess), nonché gli avvocati e il pubblico ministero del caso.
Tre anni di instancabile lavoro per giungere a una conclusione-shock destinata a scatenare un putiferio di polemiche: «Polanski è stato vittima di un giudice parziale e scorretto - è la tesi della Zenovich - che ha inflitto al regista una pena eccezionalmente sproporzionata al crimine. Andare a letto con una minorenne è un crimine, sia ben chiaro. Ma la maggior parte della gente ignora che Polanski aveva già scontato la pena inflittagli per quel reato, prima di finire nella folle rete di Rittenband». Il giudice Laurence J. Rittenband (morto nel ' 93) e la sua ossessione per Polanski (che nel frattempo è diventato cittadino francese) sono infatti il vero tema del film: «Fece di tutto per farsi assegnare il caso perché era un inguaribile narcisista, innamorato dei media e dei riflettori - spiega la Zenovich -.
Dopo aver deliberato sul divorzio di Elvis Presley, la custodia del figlio di Marlon Brando e la causa di paternità contro Cary Grant, era deciso a trasformare l' affare Polanski nel primo circo hollywoodiano della storia». Per raggiungere il suo scopo il magistrato non avrebbe esitato a farsi beffa della legge: «Ha commesso una montagna di atti illegali - precisa la Zenovich -. Mentre l' etica professionale impone il top secret ai magistrati Usa, lui spettegolava sul caso con gli autori di rubriche di gossip, camerieri e membri del suo golf club. Tenendo un album con tutti i "suoi" ritagli di giornale in un cassetto del tribunale».
A puntare il dito contro Rittenband, ironicamente, è soprattutto Roger Gunson, il pubblico ministero assegnato al caso, che accusa il giudice di aver «calpestato la sentenza concordata e sottoscritta da entrambe le parti» che condannava Polanski «a non più di 90 giorni di osservazione psichiatrica», presso il carcere di Chino, in California. Quando, temendo per l' incolumità del regista, le autorità di Chino lo liberarono dopo 42 giorni, accusa e difesa erano certe che il caso fosse definitivamente chiuso. Ma si sbagliavano. Infuriato, Rittenband convocò gli avvocati annunciando di aver «cambiato programma». «Ci disse che voleva rispedire Polanski in gattabuia per altri 48 giorni e poi deportarlo dal Paese - spiega Gunson - Non volle saperne del rapporto redatto da due psichiatri di Chino che giudicavano la sua aggressione sessuale "un incidente isolato" ed escludevano che il regista costituisse "una minaccia per la società"».
Nonostante non avesse neppure l' appoggio dei familiari della ragazza, Rittenband non desistette. «Non gliene importava niente né di me né di Polanski - spiega la Geiger -. Era interessato solo al suo volgare circo tv». Dietro la sua facciata di moralista, il giudice era un libertino cronico e un ipocrita: «Non si è mai sposato ed aveva anche tre fidanzate alla volta - racconta la Zenovich - A 54 anni andava a letto con una di 19». A dargli una mano nella sua crociata anti-Polanski furono anche i media. «Se avesse commesso un omicidio l' avrebbe fatta franca - ipotizza la regista -.
Ma nell' America puritana un crimine sessuale era imperdonabile. Per l' immaginario collettivo del Paese che per anni lo additò ingiustamente per la morte della moglie Sharon Tate, Polanski era il cattivo perfetto: straniero, ebreo, con un forte accento e un repertorio di film depravanti alle spalle». Nonostante il tono del film, il 73enne Polanski è l' unico che ha declinato l' invito a parteciparvi. «E' un uomo complesso, affascinante ed eternamente incompreso - spiega la Zenovich - Non ha mai smesso di amare l' America che ha tentato in tutti i modi di distruggerlo, come uomo e come artista. E dove solo un miracolo, o un presidente davvero democratico, possono a questo punto permettergli di tornare prima di morire».
Farkas Alessandra
Pagina 37
(2 novembre 2006) - Corriere della Sera
Mah è un caso molto strano, non riesco a capire se lui si dichiarò colpevole perchè lo fosse, oppure soltanto per avere una pena minore.
Se davvero fu accertato che fosse colpevole(non so con delle analisi, etc) allora sbagliarono a dargli una pena così leggera.
Poi il procuratore ci ripensò al pattegiamento e lui scappò.
Cmq come diceva Aryn, bisogna ricordare che la sua giovane moglie fu uccisa brutamente da una setta, ed era pure incinta... insomma questi episodi ti cambiano la vita, ti fanno uscire di senno.
Ovviamente ciò non giustifica lo strupro(o la semplice relazione con minore) ma secondo me doveva essere arrestato all'epoca, dopo 30 anni fa ridere...
[Modificato da dollarboy77 29/09/2009 22:45]