David Bowie: A Thread For Heroes! [Official Topic]

Ultimo Aggiornamento: 11/01/2022 00:29
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16/01/2013 09:48
 
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Dato che Furyo è uno dei ruoli più conosciuti di David non si poteva non dare spazio anche alla triste notizia della morte del regista Nagisa Oshima.

Oshima, addio all'imperatore del cinema.

L'importanza di Nagisa Oshima sta tutta nel dolore di un critico cinematografico come Giona A. Nazzaro, studioso della settima arte raffinato e originale, selezionatore del Festival di Roma, collaboratore di rassegne importantissime come quelle di Locarno e Nyon. Nel suo sguardo e nel suo dolore c'è tutta la forza di un cineasta che ha ridisegnato l'estetica e l'immaginario del nuovo cinema giapponese. «Ora - ha commentato amaro - tutti parleranno solo de L'impero dei sensi».

E allora proviamo a raccontare questo genio oltre quel capolavoro - probabilmente non era neanche il suo film più bello - che lo ha portato a essere conosciuto in ogni angolo del pianeta. Tentiamo di tracciare un percorso che consenta a cinefili, e non, di riscoprirlo, ad esempio, partendo da Racconto crudeledella giovinezza e Il cimitero del sole.

Nel primo, un 28enne cineasta alla sua opera seconda schiaffeggia tutti con una storia durissima di sentimento, oscurità e ricatto, di fatto scrivendo, con un uso dei colori e della macchina da presa rivoluzionario, un nuovo manifesto del cinema nipponico.

Il secondo è un lungometraggio che sembra avere in sé la lucida sensibilità di Brecht (come pure L'impiccagione, otto anni dopo, nel 1968, quando guarda il dopoguerra a Osaka, in uno dei suoi rivoli più insopportabili, il mercato nero di sangue umano. E gioiello prezioso è anche il primo film girato dopo la trilogia per la Shishoku-Ofuna, Notte e nebbia nel Giappone.
Politicamente radicale, tanto da aver subito anche un sequestro, è una delle più feroci ed eleganti analisi della sinistra e dei suoi errori, partendo da uno sguardo ontologico di quel pensiero.

Impossibile trascurare come già detto, L'impero dei sensi. Arriva nel 1975, in coproduzione con la Francia, e gli dà la notorietà mondiale. Lo fa anche grazie a una superficialità occidentale che ne annusa solo la patina erotica e che non intuisce, anzi fraintende, l'analisi acuta dello scollamento dell'uomo dalla sua immagine sociale, la carica politica e di visione antropologica che il film porta con sé. Un capolavoro, senza dubbio, ma che andrebbe giustamente ricollocato in una cinematografia purtroppo sconosciuta ai più.

Arriviamo nel 1983 e c'è Furyo, con David Bowie. Ci piace pensare che l'Oshima che da anni lottava contro la morte sia riuscito a sentire l'ultimo capolavoro del geniale cantante 66enne. Che l'abbia fatto o meno, comunque, insieme hanno regalato al mondo un film straniante, estremo ed esteticamente bellissimo. Quel campo di concentramento giapponese, quella storia omosessuale, la colonna sonora di Sakamoto sono corde tese che vibrano nell'animo e nel cervello e nella pancia di chiunque abbia avuto la fortuna di vederlo.

Arriverà nel 1986 Max mon amour, gustoso e gradevolissimo e, per noi occidentali, tredici anni dopo Tabù - Gohatto, testamento artistico di grande spessore e con un livello di maturità creativa e immaginifica di incredibile potenza.

Fa male non poter dire di più, non sottolineare come chi nella sua carriera non ha mai sbagliato, forse, neanche un film, sia stato mutilato fuori dai propri confini con una visione assolutamente parziale della propria arte. Soprattutto tra gli anni '60 e '70 la sua produzione è stata clamorosa per quantità e qualità e, volendo rendergli onore post mortem, andrebbe riscoperta e diffusa.
Noi sappiamo solo che se ne va un Michelangelo del cinema e che va ricordato come tale.

Fonte:http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2013-01-15/oshima-imperatore-cinema-151059.shtml?uuid=AbOn2aKH
[Modificato da Dayna87 16/01/2013 09:52]



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