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David Bowie: A Thread For Heroes! [Official Topic]

Ultimo Aggiornamento: 11/01/2022 00:29
11/01/2013 20:31
 
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E' un pò tardi per fargli gli auguri, il giorno giusto era l'8, ma stavolta il regalone ce l'ha fatto lui: per chi non lo sapesse, Bowie è tornato con un singolo che sarà seguito da un album a breve [SM=g27836] .
Io non me l'aspettavo proprio, manco ci pensavo più in realtà, e l'ho preso come un buon segno per il nuovo anno!

Il singolo "Where are we now", non aggiungerà nulla al repertorio bowiano ma a me sembra fascinoso e degno di approfondimento (lo ammetto, l'ho ascoltato solo due volte [SM=g27828] ). Poi mi ha fatto pure un video con Gary Oursler, uno dei videoartisti che più mi han colpita e inquietata negli anni scorsi, quindi son ancora più contenta.


Il ritorno di David Bowie

di Marco Pipitone |
8 gennaio 2013


Nel giorno del suo 66mo compleanno è tornato David Bowie! All’appello mancava soltanto lui: da Bob Dylan a Leonard Cohen da Paul Mc Cartney agli Stones; non è abbastanza? Si aggiunga allora la recente apparizione in tv dei Led Zeppelin! Insomma, tra reunion varie e ritorni eccellenti, si può tranquillamente affermare che l’era mesozoica della musica non si sia ancora definitivamente conclusa! Dinosauri, mammuth, pterodattili, chiamateli come volete, quel che è certo sta nel fatto che, a fare la differenza, sono sempre e soltanto loro! Il Rock è roba per vecchi! Se lo mettano in testa giovani e meno giovani.

Ma torniamo a David Bowie, proprio oggi su Itunes è possibile acquistare Where Are We Now, il singolo che “udite, udite” precede l’uscita di The Next Day, il nuovo album in uscita i primi di marzo. Ora, che cosa aspettarsi? Sarà questo il disco capace di nutrire le flebili speranze che ancora alimentano il mondo della musica? Fuggiamo subito dai luoghi comuni, il termine innovazione non è sinonimo ad uso e consumo esclusivo di Bowie, o quantomeno della sua sterminata discografia, la sperimentazione alla quale si è prestato è prevalentemente vincolata agli anni ’70, nel decennio successivo tutto ha fatto fuorché sperimentato. Ad onor del vero una lieve e sparuta fiammella avrebbe dovuto essere percepita anche negli anni ’80, non tutto è stato da buttare; per rendersene conto, sarebbe bastato applicare all’ascolto una dose discreta di amore incondizionato: canzoni come Loving the Alien stanno lì a dimostrarlo. Ma sono gli anni ’90 quelli della rinascita. Bowie ritorna alla sperimentazione e, di fatto, la sua musica torna nuovamente cangiante: Outside è la dimostrazione che la ricerca applicata alle intuizioni resta la massima peculiarità, un dolce refrain al quale affidarsi nei momenti bui e difficili, come quelli Post-Millenium Bug: Heaten e Hours – non se ne vogliano i fans – restano lontani dalle percezioni migliori e riconducono alla negazione delle sue infinite possibilità.

Esistono dunque ragioni per credere che il disco di Bowie possa favorire l’ennesima resurrezione del mito? Dopo un silenzio auto-imposto di portata decennale è logico aspettarsi un grande album! E comunque, come ampiamente ribadito in altri post, David Bowie abita nell’olimpo dei grandi e da quel picco “può fare e disfare quello che vuole”.

Nel frattempo il solito dj qualunque, presa coscienza del clamoroso ritorno del Duca Bianco, non solo ha dato un colore diverso alla propria giornata ma si augura fortemente che il 2013 possa regalare in termini musicali (e non solo) profonde soddisfazioni.

www.ilfattoquotidiano.it





www.youtube.com/watch?v=QWtsV50_-p4

[Modificato da (Miss Piggy) 11/01/2013 20:32]
11/01/2013 22:25
 
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la classe non e' acqua,il brano a me piace molto...di piu' ancora che si sia fatto riprendere in modo che i segni del tempo che passa siano ancora piu' visibili ,li' incorniciati cosi'..e da uno che ha rappresentato un'icona,secondo me,e' il massimo della maturita' interiore!! [SM=x3027012]
12/01/2013 07:47
 
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Uh sì, concordo sul video anche se la song non è il mio genere (io l'ho ascoltata solo una volta però [SM=g27827])
12/01/2013 14:27
 
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Grande Bowie!
E' l'unico (tra quelli che mi interessano, ovvio) che mi manca dal vivo! Spero ardentemente che faccia almeno un ultimo tour, e che ovviamente faccia tappa da noi!!!!
[SM=x47913]
[Modificato da criticofan 12/01/2013 14:27]

"Grazie Silvio, senza di te non ce l'avrei fatta...con affetto, Leo"

12/01/2013 14:37
 
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Re: Grande Bowie!
criticofan, 12/01/2013 14:27:

E' l'unico (tra quelli che mi interessano, ovvio) che mi manca dal vivo! Spero ardentemente che faccia almeno un ultimo tour, e che ovviamente faccia tappa da noi!!!!
[SM=x47913]




Straquoto! La canzone è molto bella e spero ardentemente in un tour. Sicuramente verrebbe in Italia ma, se non dovesse venire, farei davvero la pazzia di andare all'estero, è un'occasione da non perdere per quelli della mia generazione che non l'hanno potuto vedere prima.
12/01/2013 16:53
 
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Re: Re: Grande Bowie!
AntonellaP85, 12/01/2013 14:37:




Straquoto! La canzone è molto bella e spero ardentemente in un tour. Sicuramente verrebbe in Italia ma, se non dovesse venire, farei davvero la pazzia di andare all'estero, è un'occasione da non perdere per quelli della mia generazione che non l'hanno potuto vedere prima.



La canzone è davvero triste e malinconica, ma è bella, e la sua voce è sempre piena di fascino. Il sound è minimalista, e il testo piuttosto criptico riporta al famoso periodo berlinese di Bowie.

Non avendolo purtroppo mai visto dal vivo, però, vorrei tanto un tour di Greatest Hits....
[SM=g27818]


"Grazie Silvio, senza di te non ce l'avrei fatta...con affetto, Leo"

16/01/2013 07:52
 
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Tony Visconti,David Bowie, and Brian Thorn at The Magic Shop Recording Studio.

Il produttore di lunga data Tony Visconti dice che Bowie può fare un concerto unico per festeggiare il nuovo LP

Su Rolling Stone c'è un articolo che parla dell'album traccia per traccia [SM=g27822]

[Modificato da 4everMJJ 16/01/2013 07:53]
16/01/2013 09:48
 
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Dato che Furyo è uno dei ruoli più conosciuti di David non si poteva non dare spazio anche alla triste notizia della morte del regista Nagisa Oshima.

Oshima, addio all'imperatore del cinema.

L'importanza di Nagisa Oshima sta tutta nel dolore di un critico cinematografico come Giona A. Nazzaro, studioso della settima arte raffinato e originale, selezionatore del Festival di Roma, collaboratore di rassegne importantissime come quelle di Locarno e Nyon. Nel suo sguardo e nel suo dolore c'è tutta la forza di un cineasta che ha ridisegnato l'estetica e l'immaginario del nuovo cinema giapponese. «Ora - ha commentato amaro - tutti parleranno solo de L'impero dei sensi».

E allora proviamo a raccontare questo genio oltre quel capolavoro - probabilmente non era neanche il suo film più bello - che lo ha portato a essere conosciuto in ogni angolo del pianeta. Tentiamo di tracciare un percorso che consenta a cinefili, e non, di riscoprirlo, ad esempio, partendo da Racconto crudeledella giovinezza e Il cimitero del sole.

Nel primo, un 28enne cineasta alla sua opera seconda schiaffeggia tutti con una storia durissima di sentimento, oscurità e ricatto, di fatto scrivendo, con un uso dei colori e della macchina da presa rivoluzionario, un nuovo manifesto del cinema nipponico.

Il secondo è un lungometraggio che sembra avere in sé la lucida sensibilità di Brecht (come pure L'impiccagione, otto anni dopo, nel 1968, quando guarda il dopoguerra a Osaka, in uno dei suoi rivoli più insopportabili, il mercato nero di sangue umano. E gioiello prezioso è anche il primo film girato dopo la trilogia per la Shishoku-Ofuna, Notte e nebbia nel Giappone.
Politicamente radicale, tanto da aver subito anche un sequestro, è una delle più feroci ed eleganti analisi della sinistra e dei suoi errori, partendo da uno sguardo ontologico di quel pensiero.

Impossibile trascurare come già detto, L'impero dei sensi. Arriva nel 1975, in coproduzione con la Francia, e gli dà la notorietà mondiale. Lo fa anche grazie a una superficialità occidentale che ne annusa solo la patina erotica e che non intuisce, anzi fraintende, l'analisi acuta dello scollamento dell'uomo dalla sua immagine sociale, la carica politica e di visione antropologica che il film porta con sé. Un capolavoro, senza dubbio, ma che andrebbe giustamente ricollocato in una cinematografia purtroppo sconosciuta ai più.

Arriviamo nel 1983 e c'è Furyo, con David Bowie. Ci piace pensare che l'Oshima che da anni lottava contro la morte sia riuscito a sentire l'ultimo capolavoro del geniale cantante 66enne. Che l'abbia fatto o meno, comunque, insieme hanno regalato al mondo un film straniante, estremo ed esteticamente bellissimo. Quel campo di concentramento giapponese, quella storia omosessuale, la colonna sonora di Sakamoto sono corde tese che vibrano nell'animo e nel cervello e nella pancia di chiunque abbia avuto la fortuna di vederlo.

Arriverà nel 1986 Max mon amour, gustoso e gradevolissimo e, per noi occidentali, tredici anni dopo Tabù - Gohatto, testamento artistico di grande spessore e con un livello di maturità creativa e immaginifica di incredibile potenza.

Fa male non poter dire di più, non sottolineare come chi nella sua carriera non ha mai sbagliato, forse, neanche un film, sia stato mutilato fuori dai propri confini con una visione assolutamente parziale della propria arte. Soprattutto tra gli anni '60 e '70 la sua produzione è stata clamorosa per quantità e qualità e, volendo rendergli onore post mortem, andrebbe riscoperta e diffusa.
Noi sappiamo solo che se ne va un Michelangelo del cinema e che va ricordato come tale.

Fonte:http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2013-01-15/oshima-imperatore-cinema-151059.shtml?uuid=AbOn2aKH
[Modificato da Dayna87 16/01/2013 09:52]



16/01/2013 21:55
 
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l'ultimo singolo mi ha un po' deluso... non per la canzone in se ma per la voce, tremolante e segnata dal tempo... mi ci vorrà tempo per ri-adattarmi.

- you're squawking like a pink monkey bird -
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