TRADUZIONE FATTA E REVISIONATA DA ME BUONA LETTURA
''Il regnante in carica suprema, dopo tre decenni
l'album di Prince ''Sign O' The Times'' compie 30 anni in questo fine settimana.
Il nostro critico musicale su un tentacolare e ambizioso capolavoro''
Prince Rogers Nelson aveva solo 28 anni quando ha pubblicato il sorprendente ''Sign O' The Times'' l'ultimo giorno del mese di marzo del 1987, ma anche ad una così tenera età, era un qualcosa come un veterano dell'industria musicale. Aveva già messo in una decade già otto album, tra cui ''Purple Rain'' uno dei più emblematici album del 1984, e sembrava non esserci nessun arresto creativo in questo gigante nel corpo di un uomo cosi minuto.
Ma anche i suoi fan sentivano che ''Sign O' The Times'' è stato qualcosa di diverso, un poema epico, arrogante e ambizioso e che cementasse lo status di Prince come uno dei visionari pop più emozionanti del tardo 20° secolo.
Trenta anni ed è la misura con il quale tutti gli album di questo ritardo non conformista dovrebbero essere giudicati, anche quelli che ritengono che un doppio album tipicamente rappresenta gonfiata arroganza, troppi soldi spesi e troppo tempo per ascoltarlo potrebbe volerlo rivalutare perché c'è poco qui che non si connette in qualche modo.
Prince ha iniziato le sessioni di registrazione nell'autunno del 1986 era ad un incrocio stradale.
Aveva sciolto la sua band di supporto i ''The Revolution'', a accarezzato l'idea di registrare un album del suo alter ego, ''Camille''.
Alla fine l'album che è emerso è stato il più vicino ad un lavoro solista dopo la sua svolta con l'album ''Dirty Mind''. Può suonare come un album massimalista (ma uno la cui produzione era pulita e minimalista) che utilizzava musicisti di sessione, ma in realtà Prince a praticamente suonato ogni strumento dell'album.
Delle 16 canzoni tutte tranne tre sono state scritte esclusivamente da Prince. In una revisione e retrospettiva ricerca di ''Pitchfork'' ha osservato che "in un certo senso al di fuori dell'accompagnamento musicale è un album leggero'', importante collaboratore musicale di Prince a questo punto era il suo ingegnere Susan Rogers che lo ha registrato in diversi studi di Minneapolis, Los Angeles e anche Parigi", è un segno della suprema sicurezza di sé che possedeva al momento in cui Prince è stato in grado di fare un album con inventiva, eccentrica e decisamente brillante ed praticamente senza un aiuto esterno.
La title track che apre l'album è stato il primo assaggio quando è stato rilasciato nel febbraio del 1987 e probabilmente a gettato a coloro che possono aver visto Prince come qualcuno che ha scritto un evasione di genere e flessione tra la musica pop.
''Sign O' The Times'' è un commento politicizzato sulla metà degli anni 80 sugli Stati Uniti, un paese in cui il divario tra i super-ricchi e disperatamente poveri era sempre più allargato, dove l'ingiustizia stava diventando un segno distintivo della presidenza di Ronald Reagan, dove la droga e guerre tra bande aveva strappato il cuore a tante città e lo spettro dell'Aids, scoperta solo cinque anni prima, è stato spesso notato che la title track e una manciata di altre canzoni su ''Sign O' The Times'' sono stati pari a risposta di Prince alla narrazione grintosa caratterizzata da del rap, Michael Jackson avrebbe cercato di fare qualcosa di simile con Bad nel tardo 1987, ma mentre lui era certamente consapevole dell'ascesa ''hip-hop'', l'album è stato il lavoro di un uomo che era acutamente consapevole di ciò che lo ha reso speciale e ha giocato a questi punti di forza.
Come con tanti album del ''Prince Classico'' c'è una fissazione sia con la sessualità e la salvezza religiosa. A volte i due sembrano trovarsi insieme, come in ''Forever In My Life'' in altre occasioni invece stanno chiaramente separate: è un inno alla lasciva carnalità mentre il più lento soulful ''Adore'' è un inno urbano stile anni 80.
Entrambe le canzoni hanno un sound fantastico, non da ultimo a causa della capacità camaleontica di Prince di usare stili diversi oltre il perché la sua voce era uno strumento così meravigliosamente adattabile.
Il terzo singolo ''U Got The Look'' è stato un successo mondiale e non è una sorpresa in quanto incarna il funky di Prince ma molti dei brani dell'album avrebbe potuto essere delle Hit, è sorprendente che non ha mai ha ritenuto opportuno rilasciare come singolo ''Housequake'', un gloriosamente sofisticato numero di pista da ballo che si levò il suo cappello per la vecchia scuola R&B o ''Hot Thing'', un numero estremamente sessualizzato in cui Prince si chiede "Qual è la tua fantasia, vuoi giocare con me?" è vero che ''Sign O' The Times'' non fa per il più facile ascoltatore, c'è così tanto da ascoltare e diversi cambiamenti musicali con un tale abbandono che l'ascoltatore casuale potrebbe anche sentire ma non c'è altro album nel prolifico canone dell'uomo che premia tanto per coloro che sono disposti a lasciarsi inebriare dalla musica su loro stesi.
L'album è stato sottoposto ad una analisi critica sostanziale nel corso degli anni, ma uno delle migliori analisi è per gentile concessione da Rolling Stone è quella di Michaelangelo Matos, è stato lui che ha scritto su ''Sign O' The Times'' una serie di libri su questo album classico e della sua influenza e eredità che a compensato alla sua risposta il giovane cresciuto nella città natale di Prince a Minneapolis, Minnesota.
In occasione della sua morte lo scorso aprile, Matos ha notato che l'album era "una visita guidata attraverso la storia pop che solo una persona avrebbe potuto fare" ma che a avuto un grande prezzo.
Mentre il tour di ''Lovesexy'' d'europa nel 1988, faceva il tutto esaurito nei stadi sportivi, tra cui quattro notti consecutive a Parigi con poco preavviso, non è riuscito a suscitare tanto interesse negli Stati Uniti, dove si è esibito per sale mezze piene.
''Lovesexy'' era decisamente povero di seguito anche se come chiunque abbia anche un interesse passeggero a Prince saprà descriverlo come il vero successore di ''Sign O' The Times'' è ciò che è ora conosciuto come ''The Black Album'' scartato da Prince poco prima che doveva essere rilasciato, esisteva in forma bootleg per anni prima di arrivare finalmente un comunicato ufficiale nel 1994.
Si tratta di un emozionante album esasperante che ha segnato la fine della corsa critica mozzafiato del suo creatore.
Molto di ciò che è uscito verso la fine della sua vita era di scarsa qualità e poco accennato alla ricchezza che ci fu sparsa nei anni 80, ma il modo migliore per
ricordare Prince è quello di mandare indietro l'orologio di tre decenni e ammirare il lavoro di un uomo al culmine dei suoi poteri.
Fonte:
www.independent.ie/entertainment/music/reigning-supreme-after-three-decades-35560...