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Dancing the Dream (tradotto)

Ultimo Aggiornamento: 15/09/2017 22:45
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17/10/2003 16:27
 
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MAGICAL CHILD (PT. 2)

Una volta il bambino magico sentì una fitta
Un debole ricordo, una sconvolgente reminiscenza
Nei colori, nelle forme, nelle tinte
Sembrava un mistero indecifrabile
Dietro il vento, la tempesta, lo scroscio
Nel manto, al di là del velo
Nascosto alla vista in una meraviglioso disegno
Sembrava una forza che non riusciva a capire a fondo
La sua musica e cadenza erano giocose e dolci
Lui danzava in beatitudine al frenetico battito
Non gli importava se caldo o freddo
Sulla cima della montagna egli regnava

Vennero forestieri e si fecero scherno della sua gioia
Ridicolizzando e prendendosi gioco di lui cercavano di distruggere
Ciò che consideravano un abile gioco
Con crudeli frecciate cercavano di depredare
Di soffocare e strangolare la sua innocente meraviglia
Combattevano duramente, malgrado continuassero a commettere errori
Ancora e ancora per batterlo sul tempo
Nonostante i loro attacchi, non riuscirono a rompere
Con tutti gli arpioni non riuscirono a catturare
Il dono divino dell’amore, non potevano simulare
Non essendo a conoscenza della sua forza o di ciò che cercava
Si lamentarono a voce alta e lo definirono un fenomeno da baraccone

Ma la forza misteriosa continuava a tener duro
Il bambino magico cresceva forte e coraggioso
Scavando nella sua anima
In un’intensa estasi scoprì il suo ruolo
Nel suo Io vi era un’infinita estensione
Questa misteriosa forza era la speranza dell’umanità
Penetrando la maschera dell’Essere
In quel silenzio al di là del visibile
C’era un campo con una storia differente
Un campo di potere, di maestosa gloria
Con altri bambini, se profusa
La sua ondata di entusiasmo cambierebbe il mondo

Il bambino magico era pronto ad inchinarsi
Seminare, raccogliere
Con leggera disinvoltura, senza lamenti
Senza lacrime, senza pianto
Con silenziosa perfezione
Sotto la guida di Dio
Per cantare insieme come un’unica razza
Per dare una svolta definitiva, trasformare questo posto

Bambini magici, non preoccupatevi del come
Non indulgiate, ora è il momento



ARE YOU LISTENING?

Chi sono io?
Chi sei tu?
Da dove veniamo?
Dove stiamo andando?
Di che si tratta?
Hai le risposte?

L’immortalità è il mio gioco
Vengo dalla Beatitudine
In Beatitudine sto
Alla Beatitudine ritornerò
Se ora non lo sai
È un peccato
Stai ascoltando?

Questo mio corpo
È un flusso di energia
Nel fiume del tempo
Passano eoni, le ere vanno e vengono
Io compaio e scompaio
Giocando a nascondino
In un batter d’occhio

Sono la particella
Sono l’onda
Che turbina alla velocità di un fulmine
Sono la fluttuazione
Che prende il comando
Sono il Principe
Sono il Fante
Sono l’azione
Che è l’atto
Sono la galassia, il vuoto dello spazio
Sono la Via Lattea
Sono la smania

Sono il pensatore, il pensante, il pensato
Sono il cercatore, il cercato, il trovato
Sono la goccia di rugiada, la luce del sole, la tempesta
Sono il fenomeno, il campo, la forma
Sono il deserto, l’oceano, il cielo
Sono il Se’ Primordiale
Che è in te e in me

Pura coscienza infinita
Io sono Verità, Esistenza, Beatitudine
In infinite espressioni vado e vengo
Giocando a nascondino
In un batter d’occhio
Ma l’immortalità è il mio gioco

Passano eoni
Nel mio profondo
Rimango
Sempre lo stesso
Vengo dalla Beatitudine
Sto in Beatitudine

Unisciti alla mia danza
Ti prego, unisciti a me ora
Se dimentichi te stesso
Non saprai mai come
Questo gioco venga giocato
Nel letto dell’oceano dell’Eternità

Basta con quest’agonia del desiderare
Dai
Non pensarci, non esitare
Piegati in te stesso
Crea… crea

L’immortalità è il mio gioco
Vengo dalla Beatitudine
Sto in Beatitudine
Ritornerò alla Beatitudine
Se ora non lo sai
È un peccato
Stai ascoltando?




BREAKING FREE

Tutta quest’isteria, tutta questa commozione
Tempo, spazio, energia sono solo una nozione
Ciò che abbiamo creato sono solo concetti
Tutti i cari, tutti i nemici

Dov’è l’inizio, dov’è la fine?
La freccia del tempo, così difficile da piegare
Quelle promesse infrante, il loro significato
Quelle lettere d’amore, mai inviate



ONCE WE WERE THERE

Prima dell’inizio, prima della violenza
Prima dell’angoscia del silenzio interrotto
Migliaia di desideri, mai espressi
Fitte di dolore, brutalmente soffocate

Ma ho deciso di rompere ed essere libero
Tagliare quei legami, così da poter vedere
Quei vincoli che mi rendevano schiavo di penosi ricordi
Quei giudizi, interpretazioni che ossessionavano la mia mente

Quelle ferite purulente mai rimarginate sono andate via
Una nuova vita è nata e ha preso il loro posto
Quel bimbo solitario, che ancora stringe forte il suo giocattolo
Ha trovato pace, ha scoperto la sua gioia

Dove il tempo non esiste, l’immortalità si manifesta
Dove regna l’amore, non vi è paura
Il bambino è cresciuto per ordire la sua magia
Si è lasciato dietro
La sua vita di dolore, una volta così tragica

Lui è ora pronto a condividere
Pronto ad amare, pronto a prendersi cura
Svelare il suo cuore, senza niente da nascondere
Unisciti a lui ora, se vuoi

HEAVEN IS HERE

Tu ed io non siamo mai stati separati
È solo un’illusione
Creata dalle magiche lenti della
Percezione

Esiste solo un’unica Totalità
Un’unica Mente
Siamo solo voci
Nell’immenso oceano della Coscienza

Dai, danziamo
La Danza della Creazione
Celebriamo
La Gioia della Vita

Gli uccelli, le api
Le infinite galassie
Fiumi, Montagne
Nuvole e Vallate
Sono tutte forme pulsanti
Che vivono, respirano
Vive di energia cosmica

Pieno di Vita, di Gioia
Questo Mio Universo
Non aver paura
Di sapere chi sei
Sei molto di più
Di quanto tu possa immaginare

Sei il Sole
Sei la Luna
Sei il fiore selvatico appena germogliato
Sei il battito della Vita
Che pulsa, danza
Da un granello di polvere
Alla stella più distante

Ed io e te
Non siamo mai stati separati
È solo un’illusione
Creata dalle magiche lenti della
Percezione

Celebriamo
La Gioia della Vita
Danziamo
La Danza della Creazione

Entrando in noi stessi
Creiamo
In continuazione
Infiniti cicli vanno e vengono
Noi gioiamo
Nell’infinità del tempo

Non c’è mai stato un tempo
In cui io non sono stato
O in cui tu non sei stato
Non ci sarà mai un tempo
In cui cesseremo di essere

Infiniti Sconfinati
Nell’Oceano della Coscienza
Siamo come voci
Nel Mare della Beatitudine

Tu ed io
Non siamo mai stati separati
È solo un’illusione
Creata dalle magiche lenti della
Percezione

Il Paradiso è qui
Proprio ora è il momento
Dell’Eternità
Non ingannare te stesso
Reclama la tua Beatitudine

Prima ti eri perso
Ma ora sei a casa
In un Universo senza spazio
Non c’è luogo dove andare
Da Qui a Qui
È l’Infinito
Oceano della Coscienza
Siamo come voci
Nel Mare della Beatitudine

Dai, danziamo
La Danza della Creazione
Celebriamo
La Gioia della Vita

E
Tu ed io
Non siamo mai stati separati
È solo un’illusione
Creata dalle magiche lenti della
Percezione

Il Paradiso è qui
Proprio ora, questo momento di Eternità
Non ingannare te stesso
Reclama la tua Beatitudine



QUANTUM LEAP

Ti ho cercato per monti e valli
Ti ho cercato al di là dell’impossibile
Ti ho cercato dovunque
Arcano fu a tratti il mio indagare
Ma ovunque cercassi scoprivo sempre
Di andare di qua e di là
In ogni tempesta, in ogni scroscio
Potevo udire la tua storia silenziosa

Apparivi ovunque andassi
In ogni sapore, in ogni profumo
Pensavo di essere in trance
In ogni fremito avvertivo la tua danza
In ogni visione scorgevo il tuo sguardo
Eri sempre lì, come per caso
Nonostante ciò, ho vacillato
Malgrado tutto, la mia vita è cambiata
Tutti i miei dubbi erano battaglie perdute
Di giudizi formulati in penosi ricordi
Solo ora, lasciando stare tutto
Posso deliziarmi nel tuo splendore
Non importa dove vada o dove fluisca
Di ogni dramma sono l’attore
Di ogni esperienza l’eterno fattore

In ogni rapporto, in ogni azione
Tu sei lì, come il seme
Ora so, perché ho visto
Ciò che sarebbe potuto accadere sarebbe potuto essere
Non c’è bisogno di sforzarsi tanto
Perché hai l’asso nella manica
Perché il Regno è qui per noi che rivendichiamo
Ogni fama e fortuna
In ogni fuoco, in ogni focolare
C’è una scintilla che dà una nuova vita

A tutte quelle canzoni mai cantate
Tutte quelle brame dei giovani cuori
Al di là dell’udibile, oltre il visibile
Al centro del tuo Essere
C’è un campo che abbraccia l’infinito
Sconfinato e puro è l’embrione divino
Se solo per un momento potessimo ESSERE
In un istante vedremmo
Un mondo dove nessuno soffre o lavora duramente
Di originaria bellezza mai violata
Di acque spumeggianti, cieli che cantano
Di monti e valli privi di morte

Quel giardino incantato, quell’incantevole luogo
Dove prima nei tempi di grazia ci dilettavamo
Dentro di noi un piccolo oceano
In quel giardino di giunchi, in quel mucchio
Sotto quel cumulo di colpa e dolore
Nello splendore di un altro domani
Se hai ancora promesse da mantenere
Fai quel tuffo, fai quel salto.

THAT ONE IN THE MIRROR

Volevo cambiare il mondo, così un giorno mi alzai e mi guardai allo specchio.
-"Non c'è più tempo. La terra sta soffrendo. I bambini muoiono di fame. Le nazioni sono divise dall'odio. L'acqua e l’aria sono inquinate gravemente. Fa’ qualcosa!”, mi disse l'immagine riflessa nello specchio.
Era tutto un caos, una tragedia, un disastro. Anch’io la pensavo così. Non ero forse terrorizzato anch’io, come lui, da tutto ciò? Il pianeta continuava ad essere sfruttato e gettato via. Mi venne il panico ad immaginare che alla vita terrestre poteva rimanere una sola generazione. No mi fu difficile trovare brava gente che, come me, voleva risolvere i problemi del pianeta. Quando ascoltai le loro proposte, pensai, ‘C’è tanta buona volontà, qui, tanto interesse’. La notte, prima di andare a letto, l’immagine nello specchio aveva lo sguardo serio.
-“Si potrebbe fare veramente qualcosa”, mi disse, “se ognuno facesse la sua parte”. Ma non tutti fanno la loro parte. Alcuni la fanno, ma riusciremo a fermare la corrente? Davvero il dolore, la fame, l’odio e l’inquinamento stavano per essere risolti? Non bastava desiderare di cambiare il mondo per risolvere i problemi, lo sapevo. Quando, il mattino dopo, ,mi alzai, l’immagine nello specchio sembrava confusa.
-“Forse non c’è speranza”, sospirò. Il suo sguardo si fece ambiguo, poi sollevò le spalle. “Ma io e te sopravviveremo. Almeno noi stiamo bene”.
Mi sentii strano sentendolo parlare così. Qui c’era qualcosa di molto sbagliato. Mi venne un sospetto: e se quello nello specchio non fossi io? Si sente separato da me. Vede i problemi ‘là fuori’, ma non gli interessa se verranno risolti o no. Lui continua per la sua strada. Ma io non sono d’accordo, non sento quei problemi ‘là fuori’. Li sento dentro di me. Un bambino che piange in Etiopia, un gabbiano che si strugge immerso nel petrolio, un gorilla di montagna inseguito dai cacciatori, un giovane soldato che trema di paura sotto il rombo dei caccia: non avvengono forse anche in me quando vedo e sento queste cose? La volta successiva, quando guardai lo specchio, l’immagine stava sparendo. Dopo tutto si trattava solo di un’immagine. Era la figura di una persona sola, rinchiusa in un assemblato di pelle e ossa.
-“Davvero credevo fossi me?”, iniziai a chiedermi. Io non sono così separato e spaventato. Il dolore della vita mi tocca, ma la gioia della vita è molto più forte. E basterà lei per guarire. La vita cura la vita, e il meglio che possa fare per la terra è essere il suo figlio amoroso. L’immagine nello specchio iniziò a vacillare. Non aveva mai pensato all’amore. Era molto più facile vedere i 'problemi', perché amore significa prima di tutto essere onesti con se stessi. Ahi!
-“Amico”, sospirai, “credi che qualsiasi problema possa essere risolto senza amore?”.
-“È forse l'amore più reale del dolore?”, chiese lui
-“Non ne sono sicuro. Ma può darsi. Scopriamolo!”, dissi. Con un sorriso toccai lo specchio. “Non dobbiamo essere più soli. Vuoi essere il mio compagno? Sento che sta per iniziare una danza. Vieni”.
L'immagine allo specchio sorrise timidamente. Iniziava a capire che potevamo essere veri amici. Potevamo essere più in pace, più amorevoli, più onesti con noi stessi. Può questo cambiare il mondo? Penso di sì, perché Madre Terra vuole la nostra felicità e vuole essere amata. Ha bisogno di gente forte al suo fianco, il cui coraggio nasca dalla consapevolezza di essere una parte di lei, come un bambino ha il coraggio di camminare perché sa che sua madre è pronta a prenderlo. Quando quell’immagine allo specchio ed io siamo pieni d'amore, non c'è spazio per la paura. Quando eravamo spaventati e in preda al panico, non riuscivamo più ad amare questa nostra vita e la terra. E ci separavamo. E poi, come può qualcuno che è diviso correre in aiuto della terra? La terra sta cercando di comunicarci i suoi bisogni, ma noi non l’ascoltiamo e finiamo per aver paura. Una cosa so per certo: quando sono consapevole di essere figlio della terra, non mi sento solo. Finché so che tutte le cose viventi sono in me, non ho bisogno di appigliarmi alla mia sopravvivenza. I bambini e il loro dolore, i bambini e la loro gioia. L’oceano rigonfio sotto il sole, l’oceano che piange petrolio nero. Gli animali terrorizzati dalla caccia, gli animali che scoppiano di pura gioia di essere vivi. Questo senso del 'mondo in me' è ciò di cui ho bisogno. Quello nello specchio ha ancora dei dubbi ogni tanto. Così io cerco di essere amorevole con lui. Ogni giorno tocco lo specchio e sussurro, “Oh, amico, sento la danza. Vuoi essere mio compagno? Dai”.



LOOK AGAIN, BABY SEAL


Una delle immagini più toccanti della natura è quella di un cucciolo di foca tutto solo sul ghiaccio bianco. Sono sicuro che vi sia capitato almeno una volta di vedere una foto: sembra tutta occhi, grandi, scuri occhi fiduciosi di un piccolo animale che guarda nell’obiettivo e nel tuo cuore. La prima volta che li ho visti, quegli occhi chiedevano, ‘mi farai del male?’. Sapevo che la risposta era sì, perché ogni anno vengono uccisi migliaia di cuccioli di foca.
Molta gente è rimasta particolarmente toccata dall’impotenza di uno di questi cuccioli di foca. Così, è stato raccolto denaro per salvare questi cuccioli e la pubblica consapevolezza ha iniziato a commuoversi. Quando guardai nuovamente la foto, quei due occhi enormi iniziarono a dire qualcosa di diverso. Ora chiedevano, ‘mi conosci?’. Questa volta non provai la pena che avevo provato quando avevo pensato alle torture che l’uomo infligge agli animali. Ma mi accorsi che c’era ancora qualcosa che non andava. Quante cose sapevo davvero della vita sulla terra? Quali responsabilità sentivo nei confronti delle creature al di fuori del mio piccolo mondo? In che modo avrei dovuto vivere perché ogni cellula vivente potesse trarne beneficio?
Credo che chiunque si sia posto tali interrogativi abbia scoperto che i propri sentimenti sono cambiati da semplice paura ad una maggiore intimità con la vita come un’unica cosa. La bellezza e la meraviglia della vita hanno iniziato ad apparire più personali; e ha iniziato a profilarsi la possibilità di trasformare il pianeta in un giardino in cui crescere. Guardai negli occhi della piccola foca, e, per la prima volta, mi sorrisero. ‘Grazie’, dicevano. ‘Mi hai dato una speranza’.
È abbastanza? Speranza è una parola molto bella, ma spesso suona così fragile. La vita viene ancora inutilmente torturata e distrutta. L’immagine di un cucciolo di foca tutto solo sul ghiaccio o di un’orfanella in guerra spaventa ancora nella sua impotenza. Mi resi conto che niente, alla fine, è in grado di salvare la vita sulla terra se non la fiducia nella vita stessa, nel suo potere di sanare, nella sua capacità di sopravvivere ai nostri errori e perdonarci quando impariamo a correggerli.
Con questi pensieri nel cuore, guardai nuovamente la foto. Gli occhi della foca sembravano molto più profondi adesso, e in essi vidi qualcosa che fino a quel momento non avevo notato: una forza invincibile. 'Non mi hai fatto del male’, dicevano. ‘Non sono un cucciolo tutto solo. Sono la vita, e la vita non può mai essere uccisa. Essa è il potere che mi ha portato fin qui dal vuoto dello spazio; si è presa cura di me e ha nutrito la mia esistenza contro tutti i pericoli. Sono al sicuro perché io sono quel potere. E lo sei anche tu. Stai con me, e sentiamo il potere della vita insieme, come un’unica creatura qui sulla terra’.
Piccola foca, perdonaci. Guardaci ancora una volta per vedere come stiamo. Quei uomini che abbattono i loro bastoni su di te sono padri e fratelli e figli. Hanno amato e si sono presi cura altri. Un giorno ameranno anche te. Stanne certo e abbi fiducia.




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