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Dancing the Dream (tradotto)

Ultimo Aggiornamento: 15/09/2017 22:45
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17/10/2003 16:21
 
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Per chi non avesse questo splendido libro di poesie e riflessioni scritto da Michael, eccovi un regalino!
(le mie preferite sono TWO BIRDS e THE LAST TEAR)

“ DANCING
THE DREAM”
Poems and
reflections by
Michael Jackson

Traduzione di Jessica Puglielli
© Shout Productions Inc.



DANCING THE DREAM
Poems and reflections by Michael Jackson







DANCING THE DREAM

La coscienza si esprime attraverso la creazione. Questo mondo in cui viviamo è la danza del Creatore. I ballerini vanno e vengono in un batter d’occhio, ma la danza è eterna. Spesso mentre ballo mi sento come se fossi stato toccato da qualcosa di sacro. In quei momenti sento il mio spirito librarsi e diventare un’unica cosa con tutto ciò che esiste. Divento le stelle e la luna. Divento l’amante e l’amato. Divento il vincitore e lo sconfitto. Divento il padrone e lo schiavo. Divento il cantante e la canzone. Divento il saggio e il sapere. Continuo a danzare e poi, c’è solo l’eterna danza del divenire. Il creatore e la creazione si fondono in un’unica entità di gioia. Io continuo a danzare e a danzare… e ancora a danzare, fin quando non c’è altro che… la danza.



PLANET EARTH


Pianeta Terra, la mia casa, il mio posto
Una capricciosa anomalia nel mare dello spazio
Pianeta Terra, tu che erri
Su una nuvola di polvere
Sei solo un piccolo globo pronto ad esplodere
Un pezzo di metallo destinato ad arrugginire
Una particella di materia nel nulla indifferente
Un’astronave solitaria, un grande asteroide?

Fredda come una roccia incolore
Tenuta unita con un po’ di colla
Ma qualcosa mi dice che tutto ciò non è vero
Tu sei il mio tesoro, soffice e blu
Ti importa di sapere che c’è un posto per te
Nelle più profonde emozioni del mio cuore?
Premurosa con le tue brezze, carezzevole e
Pulsante di musica, alberghi nella mia anima.

Ho sentito nelle mie vene il mistero
Dei sentieri del tempo, libri di storia
Eterne canzoni di vita pulsare nel mio sangue
Ho danzato il ritmo dell’alta e bassa marea
Le tue brumose nuvole, la tua tempesta elettrica
Erano turbolente bufere nella mia forma
Ho assaporato il salato, l’amaro, il dolce
Di ogni incontro, della passione; dell’impetuosità
Il tuo tumultuoso colore, la tua flagranza, il tuo sapore
Hanno scosso i miei sensi al di là di ogni premura
Nella tua bellezza ho conosciuto il come
Dell’eterna beatitudine, il momento di ora.
Pianeta Terra, la mia casa, il mio posto
Una capricciosa anomalia nel mare dello spazio
Pianeta Terra, tu che erri
Su una nuvola di polvere
Sei solo un piccolo globo pronto ad esplodere
Un pezzo di metallo destinato ad arrugginire
Una particella di materia nel nulla indifferente
Un’astronave solitaria, una grande asteroide?

Fredda come una roccia incolore
Tenuta unita con un po’ di colla
Ma qualcosa mi dice che tutto ciò non è vero
Tu sei il mio tesoro, soffice e blu
Ti importa di sapere che c’è un posto per te
Nelle più profonde emozioni del mio cuore?
Premurosa con le tue brezze, carezzevole e
Pulsante di musica, alberghi nella mia anima.

Pianeta Terra, gentile e blu
Nel mio cuore ci sei solo tu.



BAMBINO MAGICO

C’era una volta un bambino libero
Nel profondo del suo cuore, sentiva l’ilarità
L’allegria e il divertimento della natura in festa
Non era tormentato dal pensiero del futuro
Bellezza e amore erano le uniche cose che vedeva

Sapeva che la sua forza era il potere di Dio
Era così sicuro, che lo consideravano matto
Questo suo potere di innocenza, compassione, luce
Spaventava i sacerdoti e creava panico
Cercarono in infiniti modi di distruggere
Questa misteriosa forza che non erano in grado di controllare.

In infiniti modi cercarono di annientare
La sua fiducia così semplice, la sua sconfinata gioia
La sua invincibile corazza era uno scudo di felicità
Niente poteva intaccarla, nessun astio, nessun sibilo

Il ragazzo rimaneva in uno stato di grazia
Non era confinato in limiti di tempo o spazio
In sogni dai mille colori, scherzava e giocava
Mentre recitava la sua parte, rimaneva nell’Eternità

Vennero veggenti e furono annunciate fortune
Alcuni furono inquietanti, altri chiari
Nell’annunciare questo bambino, questa sconcertante creatura
Egli non aveva niente in comune con il resto del mondo
È reale? È così strano
La sua natura così imprevedibile non conosce limiti
Ci disorienta. È sincero?
Qual è il suo destino? Quale il suo fato?

E mentre si consultavano e cospiravano
Di scoraggiarlo con infinite chiacchiere
Di uccidere la sua meraviglia, di calpestarlo
Di bruciare il suo coraggio, di alimentare le sue paure
Il bambino rimaneva semplice, vero

Tutto ciò che desiderava era un’alta montagna
Colorare le nuvole, disegnare il cielo
Oltre queste barriere voleva volare
Nel piano della natura non morire mai

Non fermate questo bambino, lui è il padre dell’uomo
Non sbarrategli la strada, lui è parte del piano
Io sono quel Bambino, ma lo sei anche tu
Hai solo dimenticato, hai solo perso il filo
Nel tuo cuore siede un profeta
Fra i suoi pensieri, può sentire
Una melodia semplice, ma meravigliosamente chiara
La musica della vita, così preziosa, così cara

Se tu potessi anche solo per un istante conoscere
Questa scintilla di creazione, questo squisito splendore
Verresti a ballare con me
Ad accendere questo fuoco e vedremmo
Tutti i bambini della Terra
Tessere la loro magica tela e far rinascere un nuovo
Mondo di libertà senza dolore
Un mondo di gioia, molto più sano

Nel profondo, lo sai che è così
Ritrova quel bambino, è nascosto in te.



WINGS WITHOUT ME

Era Agosto, e stavo guardando il cielo. Con una mano sulla fronte per ripararmi dal sole, scorsi un falco che si librava in volo seguendo le correnti dell’aria calda. Salì a spirale sempre più in alto fin quando, con un urlo sinistro, non scomparve.
Tutto ad un tratto mi sentii lasciato in disparte. “Perché ha spiccato il volo senza di me?”, sospirai. “Il modo del falco non è l’unico. I tuoi pensieri sono liberi come qualsiasi uccello”, rispose il mio spirito. Allora chiusi gli occhi e la mia anima uscì, librandosi in alto come il falco e oltre, tanto che riuscii a vedere l’intero pianeta. Ma c’era qualcosa che non andava. Perché mi sentivo così freddo e solo?

“Hai preso il volo senza di me”, mi disse il mio cuore. “A cosa mai può servire la libertà senza amore?”. Allora mi avvicinai dolcemente al letto di un bambino malato e gli cantai una ninna nanna. Lui si addormentò con un sorriso e il mio cuore uscì e si unì al mio spirito nel suo giro sulla terra. Ero libero e pieno d’amore, ma c’era ancora qualcosa che non andava.
“Hai spiccato il volo senza di me”, disse il mio corpo. “I tuoi voli sono solo immaginari”. Allora consultai libri che fino a quel momento avevo ignorato e lessi di santi che erano riusciti a volare effettivamente. In India, Persia, Cina e in Spagna (e persino a Los Angeles!) il potere dello spirito aveva raggiunto non solo il cuore, ma ogni piccola cellula del corpo. “Come se fossi stata presa da un’enorme aquila”, aveva detto Santa Teresa, “la mia estasi mi librò nell’aria”.
Iniziai a credere in quest’incredibile fenomeno, e, per la prima volta, non mi sentii più lasciato in disparte. Ero il falco e il bimbo e il santo. Nei miei occhi le loro vite divennero sacre, e la verità salì a galla: quando la vita in ogni sua forma viene considerata divina, tutti possono spiccare il volo.



DANCE OF LIFE


Non posso resistere alla luna. Ogni notte i suoi tenui raggi spostano le tende. Non ho neanche bisogni di vederla – un’energia blu e fredda entra nel mio letto e io sono già in piedi. Mi precipito giù nell’oscurità del soggiorno e spalanco la porta, non per andare via da casa ma per tornarci. “Luna, sono qui!”, grido. “Bene”, risponde lei. “Ora balla!”.
Ma il corpo aveva iniziato a muoversi molto prima che lei me lo chiedesse. Quando ha iniziato? Non ricordo – il mio corpo si è sempre mosso. Sin da quando ero un fanciullo ho sempre reagito alla luna in questo modo, come il suo figlio preferito, e non solo suo. Le stelle mi attraggono a loro, e siamo così vicini che riesco a vederne la combustione. Anche loro danzano, creano un dolce dondolio molecolare che fa saltare a tempo i miei atomi di carbonio.

Con le braccia spalancate, volo verso il mare, che suscita in me un’altra danza. La danza della luna è molto lenta, e dolce come le ombre blu sul prato. Quando le onde rimbombano, sento il cuore della terra e il tempo accelera. Sento i delfini guizzare nella bianca schiuma, cercano di volare, quasi ce la fanno quando le onde salgono a spirale in alto, verso il cielo. Le loro onde lasciano scie di luce; mentre il plankton brilla fra le onde. Una scolaresca di pesciolini sale a galla, argento splendente alla luce della luna come una nuova costellazione. “Ah”, sospira il mare. “Guarda che bel gruppetto!”.

Corro lungo la spiaggia, prendendo le onde con un piede, evitandole con l’altro. Sento deboli scoppiettii – un centinaio di granchi da sabbia, in preda al panico, si tuffa nei loro buchi, non si sa mai. Ma adesso sto correndo a più non posso, ora sulle punte, ora sulle piante.
Butto indietro il capo e una nebulosa turbinante mi dice “presto, dai, fai una piroetta!”.
Con un sorriso, ritraendo il capo per mantenere l’equilibrio, inizio a girare nel modo più sfrenato possibile. Questa è la mia danza preferita, perché nasconde un segreto. Quanto più velocemente giro, tanto più fermo sono all’interno. La mia danza è tutto movimento fuori, tutto silenzio dentro. Per quanto io possa amare far musica, la musica che non muore mai quella mai ascoltata. E il silenzio è la mia vera danza, anche se non si muove mai. È lì, fermo, il mio coreografo di grazia, che benedice ogni singolo dito.

Ora ho dimenticato la luna e il mare e i delfini, ma sono nella loro gioia più che mai. Lontana come una stella, vicina come un granello di sabbia, la presenza cresce, brilla di luce. Potrei restarci per sempre, è così piena d’amore e calda. Ma toccala anche solo una volta e immediatamente la luce romperà questa immobilità. Mi scuote e mi fa tremare, e so che il mio compito è di mostrare agli altri che questo silenzio, questa luce, questa benedizione sono la mia danza. Accetto questo dono solo per donarlo a mia volta. “Presto, fanne dono!”, mi dice la luce.

Come non ho mai fatto prima, cerco di obbedire, inventando nuovi passi, nuovi movimenti di gioia. Tutto ad un tratto mi accorgo di dove sono, sto correndo verso la collina. La luce nella mia stanza da letto è accesa. La sua vista mi riporta a terra. Sento il cuore martellarmi nel petto, la stanchezza nelle mie braccia, il sangue caldo nelle gambe. Le mie cellule chiedono di danzare più lentamente. “Possiamo camminare per un po’?”, mi chiedono. “Ci siamo sfrenate”. “Certo”, sorrido, rallentando il passo.

Giro la maniglia, ansimando leggermente, felice d’essere stanco. Scivolando nel letto, mi viene in mente una cosa che mi ha sempre incuriosito. Dicono che alcune stelle che noi vediamo non esistono più. La loro luce impiega milioni di anni luce per raggiungere la terra, quindi noi guardiamo nel passato, in un momento passato quando ancora quelle stelle brillavano. “Allora dove vanno a finire le stelle quando smettono di brillare?”, mi chiedo. “Forse muoiono”. “Oh, no”, una voce sussurra alla mia mente. “Una stella non muore mai. Si trasforma in un sorriso e si fonde con la musica del cosmo, la danza della vita”. Mi piace questo pensiero, l’ultimo che ho prima di chiudere gli occhi. Con un sorriso, mi unisco anch’io alla musica.





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