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Michael Jackson di Bob Colacello e Andy Warhol

Ultimo Aggiornamento: 01/10/2018 20:43
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Michael Jackson di Bob Colacello e Andy Warhol




Venerdì 20 agosto 1982, ore 15.30 da qualche parte a San Fernando Valley. Bob Colacello arriva al condominio in cui Michael Jackson e la sua famiglia vivono temporaneamente in affitto mentre la loro casa nelle vicinanze viene ristrutturata. Michael, che tutti ricordano come il cantante principale dei Jackson Five, si è costruito una solida carriera da solista : il suo ultimo album, Off the Wall, ha venduto oltre 5 milioni di copie solo negli Stati Uniti. Anche se registra ancora con i suoi fratelli, ora noti come The Jacksons, Michael ha cominciato a lavorare anche con superstar come Paul McCartney, Quincy Jones, Diana Ross e Steven Spielberg, tutti amici intimi.
Mentre aspettava una telefonata di Andy Warhol a New York, Bob e Michael iniziarono a parlare di un'altra cara amica, Jane Fonda.

JACKSON: La notte in cui Henry Fonda è morto, sono andato là e sono rimasto con la famiglia. Parlavano e guardavano tutte le varie news. Anche se suo padre era morto, Jane dimostrò interesse per la mia carriera, mi chiese se avessi ottenuto la parte per un film e pensai che fosse molto dolce da parte sua. Penso che si aspettassero che morisse da così tanto tempo. Mesi e mesi prima lei me ne parlò poi è successo e ci sono state lacrime, qualche sorriso e abbiamo anche mangiato un po’.

COLACELLO: Allora, cosa stai facendo? Hai un film da fare?

JACKSON: Bene, in questo momento sto finendo l'album [Thriller] e mi sto concentrando su quello e, allo stesso tempo Sto facendo anche un altro album, E.T. Questo tipo di album è una cosa nuova per me perché non ho mai raccontato una storia.








COLACELLO: Cos'è l'album ET ?

JACKSON: È un album di racconti, un doppio album e io devo narrare l'intera storia e cantare una canzone che non ho ancora scritto. Per adesso ci siamo solo incontrati con Steven [Spielberg] e abbiamo deciso che dobbiamo renderlo l’album di storybook migliore di tutti i tempi.

COLACELLO: L'album alla quale stai lavorando , lo hai scritto tutto tu?

JACKSON: Ho scritto quattro o cinque canzoni.

COLACELLO: Steve [Rubell] mi ha detto che stai facendo anche qualcosa con Paul McCartney?

JACKSON: Sì. Paul è stato proprio qui e una canzone che ho scritto che si chiama "The Girl Is Mine", la cantiamo insieme nel mio album.
Nel brano litighiamo per questa ragazza ed è venuto fuori splendidamente.Per il suo album, Tug 'O War Part II abbiamo scritto e cantato due canzoni insieme, per il mio, invece, solo quella che ho scritto. C'è un rap alla fine dove continuiamo a litigare per lei. È divertente.

COLACELLO: Sei molto aperto a lavorare con altre star. Molto spesso le persone non lo sono.

JACKSON: Non lo sono davvero ...

COLACELLO: Hai lavorato con Diana Ross ...

JACKSON: ... Solo con persone molto speciali. Voglio dire, Diana è una sorta di madre- amica- amante per me . Lei è meravigliosa. Ho appena scritto, prodotto e arrangiato il suo prossimo singolo, "Muscles".

COLACELLO: Hai scritto anche il testo?

JACKSON: Testo e musica. Ho appena finito e dovrebbe uscire alla fine del mese.

COLACELLO: Dove trovi il tempo per scrivere tutte queste cose?

JACKSON: Sugli aerei. Stavo tornando dall'Inghilterra dopo aver lavorato all'album di Paul McCartney, e questa canzone mi è venuta in mente. Ho detto, "Ehi, è perfetta per Diana!" Non avevo un registratore o altro, quindi ho dovuto soffrire per tre ore. Appena arrivato a casa, ho inciso questa "neonata" su nastro.

COLACELLO: T’importa della politica?

JACKSON: Non mi piace parlarne.

COLACELLO: Non ne parli con Jane [Fonda]?

JACKSON: No, lo facciamo. Lei è meravigliosa. Mi insegna un sacco di cose. Quando ero sul set del Golden Pond sono rimasto con Jane in cabina e mentre eravamo soli in acqua abbiamo parlato, parlato e parlato di tutto. È stata di grande insegnamento per me: ho imparato tanto e ci siamo anche divertiti insieme. Abbiamo parlato di ogni genere di cose: politica, filosofia, razzismo, Vietnam, recitazione, un sacco di cose. È stato magico.

COLACELLO: Dove hai studiato visto che eri sempre in tour?

JACKSON: Scuole private o tutor.

COLACELLO: vieni da Gary, Indiana? Com'è stato crescere lì?

JACKSON: In realtà, ero così piccolo che non lo ricordo. Quando avevo cinque anni ero sempre in tour a cantare e ballare. Sempre in giro, sempre fuori dalla scuola. Ricordo solo piccole cose come il negozio all'angolo o certe persone nel vicinato. Il liceo dietro di noi aveva sempre una grande orchestra con trombe e tromboni e tamburi che sfilavano lungo la strada - mi piaceva molto - come un corteo. Questo è tutto ciò che ricordo.

COLACELLO: Ti piaceva esibirti da bambino? L'hai sempre amato?

JACKSON: L’ho sempre amato. Ho sempre apprezzato la sensazione di essere sul palco, la magia che arriva. Quando salgo sul palco è come se all'improvviso una magia venisse da qualche parte e ti colpisse l’anima e perdessi il controllo di te stesso. Sono salito sul palco del concerto di Quincy [Jones] al Rose Bowl e non volevo salire sul palco. Mi stavo nascondendo dietro le persone e speravo che non mi vedesse e non mi chiamasse. Poi appena sono salito sul palco sono come impazzito. Mi sono arrampicato sull'impalcatura, sulle casse ,sugli stand delle luci. Il pubblico è esploso e io ho ballato e cantato ed e questo quello che succede.

COLACELLO: Come paragoni la recitazione alle esibizioni sul palco?

JACKSON: Le amo entrambi. La recitazione è la ciliegina sulla torta. Mi piace esibirmi. È un mezzo di fuga fenomenale. Puoi davvero esprimere tutto ciò che senti, è il momento di farlo. Con la recitazione, è come diventare un'altra persona. Penso che sia una cosa "pura", specialmente quando non pensi. Se ti lasci andare totalmente, se non pensi, cosa che amo fare, si crea la magia. Amo creare la magia, mettere insieme qualcosa di così insolito, così inaspettato da far saltare le teste alle persone. Qualcosa in anticipo sui tempi. Cinque passi avanti a ciò che le persone stanno pensando. Quindi la gente lo vede e dice: "Whoa. Non me l'aspettavo. "Adoro sorprendere le persone con un regalo o una performance sul palco o altro. Amo John Travolta, che è venuto fuori con il Kotter Show . Nessuno sapeva che sapeva ballare o fare tutte quelle cose. È stato come boom. Prima che se ne rendesse conto, è diventato il prossimo grande Brando o qualcosa del genere.

COLACELLO: Non ha fatto molto ultimamente.

JACKSON: Lo so. Penso stia scegliendo fra diverse sceneggiature e copioni. È sempre difficile per chiunque cercare di competere con propri successi passati.

COLACELLO: Dimmi, chi credi abbia fatto passi da gigante nel loro lavoro in qualsiasi campo?

JACKSON: Adoro così tanto Steven Spielberg. Adoro James Brown. È fenomenale. Non ho mai visto un artista creare elettricità con un pubblico come James Brown. Ha tutti nelle sue mani e qualunque cosa voglia fare con loro, la fa. È fantastico. Ho sempre pensato che fosse sottovalutato. Adoro Sammy Davis Jr., adoro Fred Astaire. Amo George Lucas. Sono pazzo di Jane Fonda e Katharine Hepburn.

COLACELLO: Ho visto una tua foto con Katharine Hepburn sul set di On Golden Pond.

JACKSON: Mi sento onorato di conoscerla perché ci sono molte persone che non le piacciono: te lo dice subito se non le piaci. Quando l'ho incontrata per la prima volta, ero un po’ emozionato perché Jane mi aveva detto un sacco di cose su di lei. Ero piuttosto spaventato, ma lei mi ha subito invitato a cena quel giorno. Da allora siamo diventati grandi amici. È venuta al nostro concerto - il primo concerto alla quale abbia mai partecipato - al [Madison Square] Garden, e si è semplicemente divertita. Ci telefoniamo e lei mi manda delle lettere. È semplicemente meravigliosa. Sono stato a casa sua a New Yorke mi ha mostrato la poltrona preferita di Spencer Tracy e le cose private nel suo armadio, i suoi piccoli gingilli. Penso che sia solamente magico.

COLACELLO: Sei un fan dei vecchi film?

JACKSON: Oh, sì. C'era molta arte, grande recitazione, grande regia, grandi storie. Quando si tratta di cose come Captains Courageous o Boys 'Town, Father Flanagan, Woman of the Year, quella roba è irreale.

COLACELLO: Perché non scrivi una tua storia?

JACKSON: Questo è quello su cui stiamo lavorando in questo momento Quincy, Steven e io ... speriamo di poter fare qualcosa. Steven vorrebbe fare un musical.

COLACELLO: Ti piacerebbe fare Broadway?

JACKSON: Non ancora. Penso che sia buono per affinare le tue abilità. È il migliore per raggiungere davvero lo zenit del tuo talento. Vai così lontano e raggiungi l'apice e dici "Forse questa è la migliore prestazione che posso fare". La cosa più triste di tutta la faccenda è che non catturi quel momento. Guarda quanti grandi attori o intrattenitori sono stati persi nel mondo perché hanno fatto una performance una sera e basta. Con il film, lo catturi, viene mostrato in tutto il mondo ed è lì per sempre. Spencer Tracy sarà sempre giovane in Captain Courageous e io posso imparare ed essere stimolato dalla sua performance. Così tanto è perso nel teatro, così tanto. O Vvudeville. Sai cosa avremmo potuto imparare guardando tutti quegli attori?

COLACELLO: La maggior parte delle opere teatrali sono videoregistrate ora, ma non tutte le sere.

JACKSON: Questo è il fatto. L’attore sa di essere ripreso e perde la sua naturalezza. Questo è quello che non mi piace di Broadway. Sento come se stessero dando un sacco per niente. A me piace registrare le cose e tenerle lì e condividerle con il mondo intero.

COLACELLO: Sembra che ciò che veramente ti motiva sia il tuo desiderio di intrattenere le persone, di compiacere le persone. Che mi dici della fama e del denaro? Potresti immaginare di non essere famoso o essere famoso ti dà fastidio?

JACKSON: Non mi ha mai infastidito tranne a volte quando vuoi stare in pace. Come se tu andassi a teatro e dicessi a te stesso: "Nessuno mi disturberà stasera, sto indossando il mio cappello e gli occhiali e mi godrò questo film e questo è tutto quello che voglio fare". Arrivi lì e tutti guardano e ti fissano e al culmine del film qualcuno ti picchia sulla spalla per un autografo. Senti solo che non puoi fare altro che andartene.

COLACELLO: È per questo che vivi qui nella Valley invece che a Beverly Hills, dove vivono tutte le altre stars?

JACKSON: Sì, ma è altrettanto brutto. Beverly Hills è peggio perché vanno lì a cercarli.

COLACELLO: Sei molto vicino ai tuoi genitori. Vivono qui a Los Angeles?

JACKSON: Sì. Mia madre è di sopra. Mio padre è in ufficio.

COLACELLO: Com'è la tua giornata tipo?

JACKSON: Sogno ad occhi aperti per gran parte della giornata. Mi alzo presto e mi preparo per tutto ciò che devo fare, per scrivere canzoni o qualunque cosa sia. Pianificazione del futuro e cose del genere.

COLACELLO: Sei ottimista riguardo al futuro?

JACKSON: Sì. Mi piace sempre pianificare in anticipo.

JACKSON: Come potrei dimenticarla? Sono pazzo di Liza. Aggiungila alla lista delle mie persone preferite. La amo da morire. Parliamo al telefono e facciamo solo pettegolezzi, pettegolezzi, pettegolezzi. Quello che mi piace di Liza è che quando ci vediamo diventa tutto un talk-show . Le mostro i miei passi preferiti e lei mi mostra i suoi . Anche lei è una performer . Lei ha carisma. In futuro mi piacerebbe registrare con lei. Penso che una persona come lei dovrebbe essere ascoltata alla radio. Lei è magica sul palco.

COLACELLO: Ti curi molto della moda?

JACKSON: No. M’interessa solo quello che indosso sul palco. Non m’importa dei vestiti quotidiani. Sai cosa mi piace invece? Mi piace indossare un vestito o un costume e guardarmi allo specchio. Pantaloni larghi, scarpe funky e un cappello. È divertente per me.

COLACELLO: Ti piace recitare molto nella vita di tutti i giorni?

JACKSON: Mi piace così tanto. È una fuga. È divertente diventare un'altra cosa, un'altra persona. Soprattutto quando ci credi davvero e non è come se stessi recitando. Non mi piace dire " sto recitando" - o dire "sono un attore". Dovrebbe essere più simile a una cosa a cui credi davvero.

COLACELLO: Ma non è un po’ spaventoso quando ci credi totalmente?

JACKSON: No, questo è ciò che amo. Mi piace davvero dimenticare.

COLACELLO: Perché vuoi dimenticare così tanto? Pensi che la vita sia davvero difficile?

JACKSON: No, forse è perché mi piace entrare nella vita di altre persone ed esplorare. Come Charlie Chaplin. Lo amo da morire. Il piccolo vagabondo e tutto il resto e il suo cuore: tutto ciò che riportò sullo schermo fece scandalo. Era tutta la sua vita. Era nato a Londra, suo padre era morto alcolizzato quando lui aveva sei anni, sua madre era in un manicomio. Lui ha vagato per le strade dell'Inghilterra, chiedendo l’elemosina, povero e affamato. Tutto questo si riflette sullo schermo e questo è quello che mi piace fare: raccontare le verità.

COLACELLO: Ti importa fare soldi?

JACKSON: M’interessa essere pagato in modo equo per quello che faccio. Quando lavoro a un progetto ci metto tutto il cuore e l'anima. Perché mi interessa davvero e ci metto tutto me stesso e voglio essere pagato. Quel ragazzo che lavora dovrebbe mangiare. È così semplice.

COLACELLO: Segui da vicino la tua attività?

JACKSON: Oh, sì.

COLACELLO: Quanti anni hai?

JACKSON: Ventitre.

COLACELLO: A volte ti sembra di aver perso l'infanzia perché ti sei sempre esibito nel mondo degli adulti?

JACKSON: A volte.

COLACELLO: Ma ti piacciono le persone più grandi di te, persone esperte.

JACKSON: Adoro le persone esperte. Amo le persone che hanno un talento fenomenale. Amo le persone che hanno lavorato così duramente e sono state così coraggiose e leader nei campi. Per me incontrare qualcuno così, imparare da loro e condividere parole con loro, per me è magico. Lavorare insieme. Sono pazzo di Steven Spielberg. Un'altra ispirazione per me, e non so da dove viene, sono i bambini. Se sono giù, prendo un libro con le foto di bambini e lo guardo e sto meglio . Stare attorno ai bambini è magia.

COLACELLO: C'è qualcosa di positivo e incoraggiante in loro. Hai un sacco di animali, vero?

JACKSON: In questo momento ho solo due cervi, un maschio e una femmina. Sono così dolci. Sono stupendi.

COLACELLO: Non capirò mai come la gente può sparare ai cervi.

JACKSON: Lo odio. Odio le armerie e tutta quelle porcherie. Ho un lama. Ho una pecora: sembra proprio un ariete con le corna. Il lama si chiama Louie e viene da un circo, l'ariete si chiama Mr. Tibbs e i cerbiatti sono Prince e Princess.

COLACELLO: Cosa ne farai quando cresceranno?

JACKSON: Li lascerò liberi nel cortile, abbiamo circa due ettari di terreno.

COLACELLO: Che tipo di macchina hai?

JACKSON: Una Rolls nera.

COLACELLO: Ti piace guidarla?

JACKSON: Non ho mai voglia di guidare. I miei genitori mi hanno costretto a guidare. Quincy non guida. Molte persone che conosco non guidano.

COLACELLO: Andy [Warhol] non guida.

JACKSON: È semplice ed è buono quando vuoi una piccola indipendenza per andartene, ma io non vado in molti posti, non conosco molti posti. Vado in fondo alla strada.

COLACELLO: Non esci molto?

JACKSON: Solo per andare al Golden Temple, un ristorante vegetariano o in sala giochi.

COLACELLO: Ti interessa l'arte?

JACKSON: Amo disegnare - a matita, penna a inchiostro- amo l'arte. Quando vado in tour e visito musei in Olanda, Germania o Inghilterra, conosci quei grandi dipinti? Rimango stupito. Non pensi che un pittore possa fare qualcosa del genere, posso guardare una scultura o un dipinto e perdermi totalmente in esso. Sto lì a guardarlo e divento parte della scena. Possono anche scendermi le lacrime, può toccarmi così tanto. Vedi, è questo che penso debba essere l'attore o il performer, deve arrivare a toccare l’interno di una persona. Fargli vivere realtà così tanto che diventano parte di ciò che stai facendo e puoi portarli ovunque tu voglia. Se tu sei felice, io sono felice. Qualunque sia l'emozione umana, sono proprio lì con te. Adoro il realismo. Non mi piace la finzione. Nel profondo siamo tutti uguali. Abbiamo tutti le stesse emozioni ed è per questo che un film come ET tocca tutti. Chi non vorrebbe volare come Peter Pan? Chi non vorrebbe volare con qualche creatura magica dallo spazio e diventare suo amico? Steven è andato dritto al cuore. Sa, quando sei nel dubbio, segui il tuo cuore.

COLACELLO: Sei religioso, vero?

JACKSON: Sì, credo nella Bibbia e credo in Dio il cui nome è Jehovah.

COLACELLO: Qualcuno ha detto che è per questo che non ti fai la barba.

JACKSON: Oh no! Non faccio nulla per radermi. Questo non ha niente a che fare con la religione.

COLACELLO: Quindi fondamentalmente sei cristiano.

JACKSON: Credo nella verità.

COLACELLO: leggi la Bibbia?

JACKSON: Sì, molto.

COLACELLO: vai in chiesa?

JACKSON: Noi non lo chiamiamo chiesa. Si chiama Sala del Regno. È quella dei Testimoni di Geova.

COLACELLO: Hai detto che domani vedrai Bette Midler? State lavorando a qualcosa insieme?

JACKSON: No, ci incontriamo da Seth Riggs. Quando canto, mi piace allenare la mia voce, come un ballerino che si riscalda.

COLACELLO: Quindi, sono anche lezioni di respirazione?

JACKSON: Giusto. E subito dopo la mia lezione c’è la sua. Lei arriva sempre in orario.


[Andy Warhol chiama da New York.]

ANDY WARHOL: Ciao?

JACKSON: Ciao.

WARHOL: Accidenti, è eccitante. Sai, ogni volta che uso Walkman, C’è la tua musicassetta.

JACKSON: hai visto Liza ultimamente?

WARHOL: Sì. Era in Europa, poi l'ho vista anche alla sfilata di Halston. Ha cambiato la sua pettinatura. I suoi capelli assomigliano ai tuoi ora, ha i capelli ricci,sembra molto diversa ed è davvero carina. Ha un nuovo look fantastico. È andata allo Halston lo scorso fine settimana e ora è a New York. Tu cosa hai fatto?

JACKSON: Sono stato molto tempo in studio. Ho scritto testi e ho lavorato su canzoni e musica.

WARHOL: Dovrei andare a vedere un gruppo rock inglese al Ritz stasera chiamato Duran Duran. Li conosci?

JACKSON: No.

WARHOL: Sono andato a vedere Blondie al Meadowlands la settimana scorsa.

JACKSON: Com'era Blondie?

WARHOL: Lei è stata fantastica. È così eccezionale. La conosci?

JACKSON: No, non l'ho mai incontrata.

WARHOL: Beh, quando verrai a New York, te la presenterò. Andare in tour è la cosa più difficile da fare al mondo.

JACKSON: Il tour è estenuante, ma stare sul palco è la cosa più magica del mondo.


WARHOL: Non vedo l'ora che tu faccia un film davvero grande. Ti hanno chiesto di fare qualcosa?

JACKSON: La mia stanza è piena di copioni e offerte e molte di loro sono grandi idee, ma io mi conosco e ho in mente una persona con cui mi piacerebbe lavorare e voglio fare la cosa giusta. Non voglio fare un errore.

WARHOL: Falli tutti. Non puoi sbagliare. Sei davvero bravo. Hai mai "pensato" di diventare un cantante?

JACKSON: Non ricordo nemmeno di non cantare, quindi non ho mai sognato di cantare.

WARHOL: Collezioni ancora vestiti? Hai un buon costumista?

JACKSON: A dire il vero no, io non ci provo davvero a meno che non debba andare sul palco. L'unica cosa che mi piace collezionare sono costumi o cappotti da pirata o cose del genere. Ma con l’abbigliamento di tutti i giorni non ci so fare.

WARHOL: cosa indossi?

JACKSON: In questo momento dei pantaloni di velluto a coste con un grosso buco nel ginocchio, una camicia rosa e una cravatta.

WARHOL: Esci spesso o rimani a casa?

JACKSON: Resto a casa.

WARHOL: Perché resti a casa? C'è così tanto divertimento fuori. Quando verrai a New York ti porteremo fuori.

JACKSON: L'unica volta che voglio uscire è quando sono a New York.

WARHOL: vai al cinema?

JACKSON: Oh, sì. Stiamo lavorando all’album su ET. Ho fatto un servizio fotografico con ET ed è stato meraviglioso, ci siamo abbracciati...

WARHOL: Mi piace Tron . È come giocare ai videogiochi. Lo hai visto?

JACKSON: Sì. Non mi ha commosso.

WARHOL: Beh, grazie molte. A presto.

JACKSON: Lo spero. Se vedi Liza, salutala. Dalle un grande bacio e un abbraccio da parte mia.
[La telefonata si conclude]

COLACELLO: Ti piacciono i Rolling Stones? Conosci Mick?

JACKSON: L'ho incontrato in un bagno. Era lì con Keith-Keith Moon?

COLACELLO: Keith Richards.

JACKSON: Keith Richards. Sono entrato e ho detto: "Ciao," e abbiamo parlato un po’. Poi sono tornato nella mia sessione. Non lo conosco molto bene.

COLACELLO: leggi molto?

JACKSON: Sì. Mi piace leggere. Mi piacciono la filosofia e le storie brevi. Mi piace stare al passo con gli ultimi bestseller. Il calendario del Sunday LA Times è il mio giornale preferito. Ti fa davvero sapere cosa succede ovunque. Ho i miei autori preferiti, non è che leggo solo i bestseller. Mi piace vedere cosa stanno facendo e mantenere ciò che interessa alla gente. Ora ci sono un sacco di cose fisiche.

COLACELLO: ti alleni?

JACKSON: Ogni domenica ballo per 30 minuti di fila senza fermarmi. Mi piace farlo.

COLACELLO: Perché la domenica?

JACKSON: è solo il giorno che ho scelto. La domenica non mangio nulla, bevo solo succhi di frutta.

COLACELLO: Perché lo fai?

JACKSON: svuota il sistema, pulisce il colon. Penso che sia grandioso. Per farlo funzionare davvero devi farlo correttamente. Quello è la valvola fognaria del sistema. Devi tenerlo pulito per pulire l'esterno del tuo corpo. Tutte queste impurità escono dal tuo sistema perché non sei pulito dentro. Esce in brufoli o malattie o attraverso i pori dilatati. Tossine che cercano di uscire dal tuo sistema. Le persone dovrebbero mantenersi pulite.

COLACELLO: Non leggi la prima pagina del giornale.

JACKSON: No, la guardo ma non la leggo.

COLACELLO: Troppo deprimente?

JACKSON: Sì. È sempre la stessa cosa vecchia. Mi piace rendere felici le persone. Questo è il bello del mondo dello spettacolo. È evasione. Paghi i tuoi cinque dollari per entrare e sederti lì e sei in un altro mondo. Dimentica i problemi del mondo. È meraviglioso. È divertente. È magico.

FONTE: www.interviewmagazine.com/music/michael-jackson-1982

-Traduzione a cura di Emanuela Arezzi per Michael Jackson FanSquare.



01/10/2018 20:43
 
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Dovrò rileggerla perchè non la ricordo, ma questa ce l'avevamo già.
O l'avete ritradotta perchè veniva da MJJcommunity (comunque regolarmente citata in calce? [SM=g27827] ).
Comunque grazie Emanuela.

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