"Dopo aver visto Janet Arvizo crollare durante il contro-interrogarorio, Sneddon capì che era arrivato il momento di calare il suo asso nella manica:
Debbie Rowe.
A parte l'eventuale comparizione in aula di
Jordan Chandler, la testimonianza dell'ex moglie di Michael Jackson era ciò che preoccupava maggiormente Mesereau e il team della difesa.
Ciò che né l'avvocato, i suoi soci e il loro cliente, né i media o il pubblico sapevano, era che
Debbie aveva collaborato per mesi con le forze dell'ordine della contea di Santa Barbara per preparare la causa penale contro Jackson.
Aveva fornito a Sneddon e ai suoi investigatori decine di documenti, registrazioni e un gran numero di nomi e date: tutto ciò che volevano.
Esaltata dal suo ruolo di informatrice della polizia, Debbie aveva descritto il suo ex marito agli agenti come un
narcisista superficiale che vedeva i suoi bambini come oggetti da possedere, appena più reali dei manichini che popolavano i corridoi di Neverland. Così come i ragazzi che visitavano il ranch - Debbie aveva aggiunto - erano
niente di più che giocattoli in carne ed ossa per Michael, che poi li buttava via non appena cessavano di divertirlo.
Mesereau aveva preparato venti taccuini pieni di materiale che intendeva usare per il contro-interrogatorio dell'ex moglie di Michael, più che per ogni altro testimone.
«
Ma qualche istante dopo che Debbie andò alla sbarra, cominciai a mettere da parte la pila di appunti», ha ricordato l'avvocato. «
Capii che appena aveva posato lo sguardo su Michael, era cambiato tutto. La realtà della situazione la colpì: non era più un gioco. Lui era vulnerabile, e lei non voleva ferirlo».
Gli occhi di Debbie si riempirono di lacrime, mentre guardava Michael durante l'interrogatorio, come se stesse cercando di comunicargli quanto fosse triste per il punto al quale erano arrivati.
La sua espressione era una richiesta a cui Michael si rifiutò di rispondere.
«
Sapeva che lei lo aveva tradito, collaborando con la polizia» -
ha ricordato Mesereau - «
e non era pronto a perdonarla». Ma l'avvocato di Michael riconobbe che Debbie stava facendo tutto il possibile per rimediare.
[...] Debbie concluse raccontando a Mesereau che tutto ciò che aveva dichiarato nel video a confutazione ("Take Two: The Footage You Were Never Meant To See", ndr) era onesto e spontaneo,
che voleva che il mondo sapesse che Michael Jackson era un buon padre, devoto alla famiglia, e che lei gli voleva bene.
Lanciò all'ex marito un ultimo sguardo implorante, ma gli occhi di Michael sembravano non vederla".
- Dal libro "Vita, Morte, Segreti e Leggenda del Re del Pop", di Randall Sullivan.
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Post a cura di Vincenzo Compierchio per il Michael jackson FanSquare.