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Come la selezione naturale ha plasmato il corpo umano

Ultimo Aggiornamento: 17/09/2016 01:09
17/09/2016 01:09
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Molti tratti del corpo umano si sono evoluti per adattarsi alle condizioni del clima. Ma la lunghezza di omeri e tibie è contraria a quella che ci si aspetterebbe: lo ha scoperto una nuova ricerca confrontando le dimensioni delle ossa di 400 individui appartenenti a 14 etnie diverse. Il risultato sottolinea che la selezione naturale agisce sull'organismo nel suo complesso, e che tratti diversi ma correlati evolvono in modi difficili da prevedere(red)

Le differenze morfologiche tra le diverse popolazioni umane non sono sempre una conseguenza diretta della selezione naturale: lo afferma un nuovo studio condotto da Kristen Savell, dell'Università del Tennessee e colleghi statunitensi e canadesi, e pubblicato sui "Proceedings of the National Academy of Sciences".

La variabilità delle dimensioni di alcune parti anatomiche delle popolazioni umane è correlata almeno in parte con la latitudine, il che indica che la selezione naturale ha agito con il tramite delle condizioni climatiche. La larghezza del bacino e la massa corporea, per esempio, aumentano proporzionalmente alla latitudine, probabilmente secondo meccanismi di adattamento del corpo alle diverse necessità di termoregolazione tra regioni calde e fredde.

Come la selezione naturale ha plasmato il corpo umano

Questa semplice interpretazione però non ha validità universale, poiché i tratti morfologici possono coevolvere: molti di essi infatti dipendono da geni tra loro correlati. Per questo motivo, nell'ambito dei modelli ecogeografici convenzionali, non è chiaro quali tratti evolvano in diretta risposta alla selezione naturale e quali in modo indiretto e spesso contrario alle attese.

Savell e colleghi hanno confrontato la variazione della lunghezza di quattro ossa degli arti (omero, radio, femore e tibia), del diametro della testa del femore e della larghezza del bacino in 400 soggetti di 14 differenti etnie che vivono a diverse latitudini, dall'Africa sub-sahariana all'Artide. La scelta è caduta su queste ossa perché le dimensioni degli arti sono controllate da diversi geni e intercorrelate in modo complesso. Gli autori hanno inoltre utilizzato un modello già esistente per prevedere il cambiamento che avrebbe dovuto subire ciascun tratto.

Secondo i risultati dell'analisi, con l'aumentare
della latitudine il diametro della testa del femore e la larghezza del bacino aumentano, mentre la lunghezza del radio e della tibia diminuiscono, come ci si aspettava sulla base dei modelli convenzionali.

La sorpresa è che anche il femore e l'omero si riducono con l'aumentare della latitudine: il femore avrebbe dovuto rimanere più o meno stabile, mentre l'omero addirittura allungarsi. I risultati indicano che i tratti considerati si sono evoluti insieme, come risultato di un complesso mix di forze che hanno agito sull'interno organismo.

http://www.lescienze.it/news/2016/08/02/news/selezione_naturale_forma_corpo_umano-3185472/ 

vanni
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