Per due decadi ho lavorato in vari settori dello show business.
Quello che era iniziato come un lavoro part-time come guardia del corpo, si è concluso con una vita fatta di ricordi di tanti performer, star come Rolling Stones, The Who, Bob Seger e Elton John e tanti altri.
Come molti dei giovani che si avvicinavano a questo lavoro, ero un veterano di ritorno dal Vietnam che di giorno studiava al college e che di sera lavorava come bodyguard per le più grandi star del mondo.
Eravamo i ragazzi che indossavano magliette giallo oro e che sostavano di fronte agli stadi di tutti i concerti che si tenevano a Cleveland e in altre città lontane.
Era il 1980 e, quell’estate il tour di Jackson stava arrivando allo stadio di Cleveland. Non sapevo che quella settimana sarebbe diventata fondamentale nella mia memoria e che si sarebbe ripresentata nella mia mente oggi, in un diluvio di lacrime mentre il mondo piange la perdita di un'icona.
Il tour di Jackson era in programmazione allo stadio di Cleveland. Lunedì mattina, tutti i camion e le attrezzature cominciarono ad arrivare per preparare lo spettacolo che si sarebbe tenuto quel fine settimana. Molti dei miei colleghi cominciarono il servizio di sorveglianza durante la settimana. Il nostro compito prevedeva di lavorare tutto il giorno e di tenere lontano dallo stadio eventuali tipi avventurosi.
Per quanto riguarda i restanti membri del suo staff, come addetti al palcoscenico, montatori, tecnici delle luci, del suono, ecc. Michael Jackson aveva chiarito che tutti gli uomini e le donne dovevano avere un pasto cucinato tre volte al giorno più uno spuntino al termine dei loro turni di notte.
Per quanto riguarda noi membri della sicurezza, ci fu proibito di entrare nella sala da pranzo per ordine tassativo del promotore locale. Ogni mattina, ci sarebbe stato concessa una tazza di caffè (fatta il giorno prima) e un pizzico di sale per togliere il sapore aspro e amaro.
Questo fino a quando uno dei manager personali di Jackson mi chiese perché non stavo facendo colazione con il resto della troupe. Quando gli raccontai della restrizione,mi disse: “ adesso risolviamo la cosa, non muoverti da qui”.
Poco dopo tornò e mi disse che dovevo radunare tutti i miei colleghi e che a partire da quella mattina, dovevamo sederci e godere dei tre pasti giornalieri e dello spuntino finale, come tutto il resto dello staff.
Interrogato dai nostri superiori, il manager personale di Michael dichiarò: ''Questo ordine viene dall'alto,dallo stesso Michael. L'ho chiamato questa mattina e gli ho raccontato di questo atto palese di discriminazione e lui era furioso.
Poi mi ha detto di assicurarmi che questi uomini vengano alimentati e nutriti bene, altrimenti annullerà lo spettacolo.''
La sua musica e il suo stile mi sono un po’ sfuggiti nel corso dei decenni, ma la sua gentilezza, i suoi gesti umanitari sono rimasti impressi nella mia memoria. Era una stella luminosa, la più brillante della mia vita. Era una supernova molto più luminosa di tutti gli altri esseri umani eppure, aveva ancora il tempo di occuparsi di 6 sconosciute guardie della sicurezza e di assicurarsi che anche gli ultimi dei suoi dipendenti fossero curati con le stesse attenzioni con le quali erano curate i suoi manager.
Per questo semplice gesto di compassione e di comprensione, Michael Jackson ha un posto speciale nel mio cuore e nei miei ricordi.
RICK STEELE bodyguard
[Modificato da MJ's twins 7097 12/01/2017 18:33]