«Dovevamo andare a casa sua, a New York. Io sapevo di lui quello che si leggeva sui giornali: le manie, la mascherina sul viso, il terrore dei germi. Avevo detto a Luciano che probabilmente Michael Jackson non avrebbe gradito le sue vigorose strette di mano, le pacche sulle spalle o gli abbracci che mai lesinava.
"È un tipo un po' speciale", gli dissi.
Michael aprì la porta in T-shirt bianca e jeans, era solo, e subito corse incontro a Luciano.
Si sedette sul divano in mezzo a noi e cominciò a parlare con il candore di un bambino.
Dopo pochi minuti, Luciano mi guardò da sotto gli occhiali e, in dialetto, mi disse: "Ma che storia ta mè cuntè?"»
Nicoletta Mantovani (
moglie di Luciano Pavarotti)