Xscape nei media: commenti e recensioni

Ultimo Aggiornamento: 11/11/2014 19:31
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14/04/2014 15:43
 
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L.A. Reid ha portato alla luce una versione della title track con le parti vocali da "Changes" di Tupac Shakur.

Da questa frase direi che si tratta solo di un mashup, purtroppo [SM=g27823] !
21/04/2014 21:41
 
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Un'altra recensione, stavolta da USA Today:



E' facile, e probabilmente salutare, approcciare qualsiasi nuova release di musica di Michael Jackson con un certo scetticismo. Quasi cinque anni dopo la sua morte il Re del Pop rimane un'influenza indelebile su artisti contemporanei e una fonte di quel tipo di fascino libidinoso e cupo che è sempre così commerciabile, se non così memorabile, come una grande melodia.

Fortunatamente il postumo Xscape, in uscita il 13 maggio, offre per cominciare alcuni promemoria del perché Jackson è entrato nella nostra coscienza collettiva. Le otto canzoni presentate, selezionate dal caveau della defunta superstar, sono state originariamente registrate tra il 1983 e il 1999, dopo il precoce picco creativo di Jackson come artista (con le sue svolte soliste del 1979 Off the Wall e del 1982 Thriller).

Eppure il produttore esecutivo L.A. Reid e il capo produzione Timbaland - con il supporto alle console di altri noti creatori di successo come Stargate, J-Roc e Rodney Jerkins - garantiscono che i punti di forza duraturi di Jackson come cantante siano rappresentati, stratificati nelle moderne strutture elettroniche senza sovraccaricare le sinuose parti vocali o la struttura generale dei brani.

Love Never Felt So Good - scritto e inizialmente prodotto da Jackson e Paul Anka, e qui co-prodotto da John McClain, co-esecutore del patrimonio di Jackson, e da Giorgio Tuinfort - ha schiocchi e fremiti vecchia scuola, con gli archi avvolgenti che richiamano la forza melodica e ritmica del lavoro di Jackson con Quincy Jones.

Loving You, realizzata da Jackson durante le sessioni per Bad del 1987 e rivisitata qui da Timbaland, è altrettanto gioiosa e nostalgica, con tintinnanti accordi di pianoforte e solleticanti percussioni poste nel contesto dell'ultimo ritmo sincopato dell'artista.

Altre tracce sono più taglienti e più aggressive, sia dal punto di vista sonoro che nei testi. Per Jackson, l'amore e l'ansia erano spesso inestricabilmente intrecciate; Do You Know Where Your Children Are (sempre dall'era Bad) documenta l'incubo di un genitore con un groove martellante, mentre la fredda Chicago, scritta da Cory Rooney, trova il suo narratore contrariato da una donna doppiogiochista.

In Slave to the Rhythm, un'intrigante creazione del 1989 di Reid/Babyface riportata alla luce da Timbaland e Jerome Harmon, è la ragazza che soffre, mentre Jackson canticchia, durante un arrangiamento vorticoso e scoppiettante, di una donna che cerca di rompere le catene che la legano a casa e lavoro.

Slave è giocosa in un primo momento, si apre con i classici strilli e singhiozzi di Jackson, ma c'è chiara empatia nel suo ritratto di una persona intrappolata, alla ricerca disperata di trovare "un ritmo tutto suo." Sembra particolarmente toccante qui che per questa star la fuga, come Xscape, sia arrivata solo postuma.


www.usatoday.com/story/life/music/2014/04/21/first-listen-michael-jackson-posthumous-xscape/7553229/?utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter&dlvri...


22/04/2014 11:13
 
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Cri grazie per queste recensioni [SM=g27822]
22/04/2014 11:21
 
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si ma basta con le recensioni VOGLIO L'ALBUM!!!!!


:D :D :D



11/05/2014 21:24
 
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Visto che l'album è uscito in molti paesi e ormai siamo quasi all'uscita ufficiale anche da noi torno a postare qualche recensione di critici musicali (queste prime due sono positive, ma ce n'è anche qualcuna non proprio entusiasta, pur dando 3 stelle su 5... ma partiamo con quelle buone [SM=g27822] )





All'inizio c'era la voce, e con essa Michael Jackson ha costruito la bellezza. Le paillettes e il moonwalk vennero dopo.

Anche da bimbo ha affascinato con la purezza di tono, e nei successivi quattro decenni e 10 album da solista quella voce è stata un'unione, immersa non solo all'interno di brani universali, ma nei nostri stessi neuroni - come chiunque si sia mai svegliato con la linea di basso di " Billie Jean "o il ritornello di" Rock With You" improvvisamente nella testa può attestare. "Devi sentire quel calore" infatti.

Quasi cinque anni dopo la sua morte quella voce rimane, ed è alla massima potenza sul nuovo album "Xscape". Otto canzoni che usano le demo di Jackson come modelli per costruire brani moderni, vivaci, il secondo album postumo di registrazioni in studio dell'artista suona incredibilmente vitale, come se i produttori incaricati di reinventare questo lavoro avessero sfruttato dei defibrillatori da pista da ballo.

Altrettanto vive sono le otto demo di queste canzoni incluse nel pacchetto deluxe, con una conseguente forte aggiunta al confronto del Re del Pop. A quasi ogni rotazione "Xscape" riesce nel suo obiettivo previsto di "trovare modi nuovi e interessanti per catturare l'essenza, l'emozione e la magia che è Michael Jackson", come indicato nelle note di copertina.

Considerando che una di quelle otto è un riff su "A Horse With No Name" della soft rock band degli America non è cosa da poco. (La traccia finale della deluxe abbina l'erede Justin Timberlake con Jackson per un duetto falso di "Love Never Felt So Good." E' superfluo.)

Fin dai primi versi del primo brano, "Love Never Felt So Good" scritta da Paul Anka, "Xscape" conferma che sentire Michael cantare "nuovo" materiale può essere ancora un'esperienza mistica, e per tutte le registrazioni prodotte ex novo il suono di uno spirito ancora vitale sfreccia nel presente con energia rinvigorita.

È possibile ascoltare il suo respiro nel crescendo di "Chicago", su un appuntamento innocente andato storto, puoi quasi toccare il tremolio nel suo falsetto durante "Loving You". "Blue Gangsta" è puro funk, con una portata vocale che è stupenda in modo imbarazzante e una concezione che aumenta l'atmosfera "Smooth Criminal". Quella crepa di emozione, ascoltata in cuffia, porta verso il centro del piacere, mentre i produttori della traccia, tra cui Dr. Freeze, Timbaland e Jerome "J-Roc" Harmon, costruiscono un Robocop sonoro per sostenerla.

In effetti "Xscape" spesso supera la prova dello scettico.

Ha un buon ritmo? Sì. Sembra un album fatto per obbligo contrattuale? No. Onora l'eredità di Jackson? Sì. Si può ballare? Dio, sì. Si può eccitarsi con esso? Sicuramente.

Prodotto del "produttore/curatore dell'album" Antonio "L.A." Reid e dei produttori esecutivi Timbaland e i curatori dell'Estate di Jackson, la release offre ologrammi sonori del migliore tipo. Ciò è particolarmente vero per la title track prodotta da Rodney Jerkins, che chiude l'album con gloria robotica, e per l'apertura quasi perfetta, "Love Never Felt So Good".

Il che, onestamente, è un sollievo, perché un modo sicuro per distruggere la grande arte è attraverso lo sfruttamento incontrollato.

Dopo 4 anni che Elvis Presley era morto, per esempio, la sua Estate aveva autorizzato 12 uscite diverse, e al 10° anniversario il fantasma di Presley era stato monetizzato per 24 diversi album autorizzati. La reputazione del Re ne ha sofferto. L'Estate di Jimi Hendrix ha così diluito il mercato con outtakes del defunto chitarrista che è difficile sapere da dove cominciare e dove finire.

Per questo i fan di Jackson sono giustamente preoccupati che dei graffitari dipingano i baffi sulla loro Monna Lisa. Poi sono diffidenti dall'essere rimpinzati di musica da parte di coloro responsabili di massimizzare i profitti del patrimonio.

C'è da dire che l'Estate di Jackson è stata finora avara, pubblicando solo un album postumo di registrazioni in studio, "Michael", a partire dal 2010. Un'altra offerta, l'edizione anniversario "Bad 25", è uscita nel 2012. L'unico vero flop estetico, la spesso ridicola produzione del Cirque du Soleil "Immortal", comunque è stato un successo commerciale in tutto il mondo.

Una misura del successo di questo sforzo? Jackson compie qualcosa di praticamente impossibile quando, durante "A Place with No Name", rende funky il suono del gruppo vocale soft rock America. Una rivisitazione con lui perso nel deserto della canzone dei primi anni '70, la suo demo è del tutto sorprendente, come Frank Ocean che trasforma una canzone degli Eagles nella sua "American Wedding". Aggiornata dai maestri della dance-pop svedese Stargate ('"The Fox" di Ylvis, "Diamonds" di Rihanna, "Firework" di Katy Perry), la nuova traccia colpisce con ganci e melodie classici.

Tematicamente "Do You Know Where Your Children Are" è meno efficace nel suo messaggio di "Sign O' the Times" di Prince, e mette in mostra il lato sdolcinato più fastidioso del tardo periodo di MJ, il dolce protettore degli innocenti che faceva la morale sui problemi dei giovani e sui genitori assenti, con una ammirevole, se indulgente, rettitudine. L'originale "Slave to the Rhythm" suona più come un jam di Roger Troutman e Zapp che come una traccia di MJ, con la voce rauca e il grugnito forte e convincente. Aggiornata dal produttore esecutivo L.A. Reid e dagli altri, la sua robustezza è impressionante.

Per concludere i produttori hanno ipotizzato un futuro per l'ologramma Michael, uno che brilla in modo surreale, catturando l'idea dell'artista come cifra, e rendendoci temporaneamente ciechi alla verità che i suoi resti sono sepolti a Glendale. Allo stesso tempo "Xscape" offre la possibilità di essere nuovamente riportati alla sua primitva fase creativa e ricordare l'uomo prima che i suoi difetti lo facessero cadere, quando era intoccabile.

Voto 3,5 stelle su 5

www.latimes.com/entertainment/music/la-et-ms-michael-jackson-xscape-review-20140510-col...




Ci vuole un grande uomo per ammettere quando sbaglia, per cui guardatemi mentre mi muovo come Hulk.

Quando qualche settimana fa è trapelata la notizia che un altro album postumo di Michael Jackson stava per uscire ero piuttosto scettico.

Beh, ancora più del solito.

La maggior parte degli album postumi si conclude in un disastro totale, che forza la voce di un artista defunto in ritmi di tutt'altra generazione di musica. Il risultato è uno scontro estremo di stili. Non avevo nessun desiderio di sentire la voce di MJ schiaffeggiato su una traccia intossicata con la voce di Future sparata in background.

Ma dopo la diffusione di "Love Never Felt So Good" mi sono rincuorato. Questo era il suono vintage di MJ che ci piaceva, consegnato a una nuova generazione di fan. Ha funzionato.

E per fortuna è così per Xscape, la migliore collezione di canzoni di Jackson che abbiamo sentito da anni.

"Love Never Felt So Good" trionfa perché ci dà tutto quello che amavamo del Re del Pop - un'elegante partitura che schizza attraverso gli altoparlanti con energia incommensurabile. E' puro divertimento - il tipo di canzone che anche vostra nonna può improvvisare.

Anche se la produzione è sicuramente degna di nota, in gran parte grazie a Timbaland, con Rodney Jerkins e gli altri che restano fedeli ai suoni classici, le parti vocali di Michael sono ancora una cosa seria.

"Loving You" dà spazio appena sufficiente alla voce di MJ per essere in mostra, prima che la 808 inizi a martellare nel gancio. Inoltre i fiati celestiali in "Blue Gangsta" sono un complemento perfetto per la voce di Jackson.

Ancora meglio, non ci sono tentativi di ristrutturare il materiale di MJ a immagine di qualche artista più giovane. MJ non fa "popping bottles" (dallo stappare bottiglie di champagne nei club, espressione usata nelle proprie canzoni da molti artisti contemporanei fra i quali Usher, Kanye West, Akon, ndt) né si tira giù il cappuccio, per fortuna. I suoi temi di lunga durata rimangono gli stessi.

"A Place With No Name" vede MJ affrontare la tentazione, ma poi corre nella direzione opposta. Non è mai stato noto per apprezzare il sesso mercenario, non c'è bisogno di cambiare la sua immagine. "Slave to the Rhythm", che inizia con rumore di catene come Django prima che il ritmo le spazzi via, è il suo omaggio alle donne non apprezzate. E, naturalmente, Michael ne ha uno per i bambini - “Do You Know Where Your Children Are”mette in evidenza la difficile situazione dei giovani che vanno su una cattiva strada. Avrebbe potuto facilmente venire fuori come sdolcinata, ma il ritmo ad alta energia (quasi frenetica) intratterrà l'ascoltatore fino alla fine.

Gl intenditori di musica potrebbero intercettare alcuni problemi tecnici su Xscape. Orecchie allenate potrebbero notare che alcune parti vocali sono leggermente fuori squadra con il ritmo, ma questo è il prezzo per l'utilizzo di parti vocali vecchie di 13 anni. Eppure, questi casi sono pochi e lontani tra loro.

Xscape raggiunge i livelli di Thriller ? Neanche per idea. Ma come album tributo è un successo travolgente - oserei dire in molti modi che è più coeso dell'ultimo album vero e proprio di MJ, Invincible.

Fan di MJ, confessate. Va bene ammettere di aver sbagliato.

E io sto iniziando con l'uomo nello specchio (cit. da Man in the Mirror, ndt).

Migliori brani: “Love Never Felt So Good,” “Blue Gangsta,” “Slave to the Rhythm”

Voto 4 stelle su 5

youknowigotsoul.com/album-review-michael-jackson-xscape-4...

[Modificato da 4everMJJ 11/05/2014 21:24]
11/05/2014 23:42
 
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Grazie Cri [SM=g2927039]per queste due ultime interessanti recensioni.

All'inizio c'era la voce, e con essa Michael Jackson ha costruito la bellezza. Le paillettes e il moonwalk vennero dopo. [SM=x47928]


Quasi cinque anni dopo la sua morte quella voce rimane, ed è alla massima potenza sul nuovo album "Xscape". [SM=g27811]


Per concludere i produttori hanno ipotizzato un futuro per l'ologramma Michael, uno che brilla in modo surreale, catturando l'idea dell'artista come cifra, e rendendoci temporaneamente ciechi alla verità che i suoi resti sono sepolti a Glendale. [SM=g27813]
























[Modificato da FOREVER. 12/05/2014 00:08]

12/05/2014 14:07
 
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Michael Jackson, album di inediti in salsa Timbaland
In “Xscape” anche un duetto con Justin Timberlake

Da quando se n’è andato nel 2009 in un mare di solitudine e miserie, non solo Michael Jackson ha decuplicato le proprie ricchezze, ma ha anche consegnato al mondo due album di inediti. Il primo, Michael, è uscito nel dicembre 2010, mentre domani tocca ad Xscape, compilation di cui si favoleggia da mesi, tanto che ancor prima di vedere la luce è entrata nella Top 5 di ben 67 paesi. Sono le prodezze della nostra èra tecnologica, cui nemmeno prestiamo più attenzione perché chiunque si rispetti oggi - da Nathalie Cole che ha cantato con il padre fino a Bono che si è sincronizzato con Sinatra - ha nel suo carnet almeno un duetto con un morto: figurarsi in questo caso, con il culto della star ancora imperante e la Sony intenzionata a sfruttare appieno il pingue forziere, per anni ancora.



Xscape, così chiamato in omaggio alla predilezione di Michaelino per i titoli di una sola parola e presi da una canzone dell’opera, contiene otto canzoni, la prima già conosciuta grazie al duetto con Justin Timberlake su Love never felt so good, che apre la compilation di cui si troveranno varie versioni, per semplici appassionati o per patiti: una con i soli inediti, tutti registrati tra il 1983 e il 1999 (e probabilmente lasciati da parte perché non abbastanza soddisfacenti), e poi le deluxe, con anche le incisioni originarie o un DVD-documentario sulla realizzazione dell’intero lavoro. Love never felt so Good è in effetti un brano nello spirito del Jackson più romanticamente effervescente, scritto con Paul Anka: all’apertura della track-list egli canta solo, la coproduzione di Timberlake gli dà una tinta assai contemporanea.



Già, sembrato passati secoli e non solo qualche anno dalle sonorità con cui Jackson usava lavorare. Un pezzo come Chicago, ascoltato in originale, suona datato: ecco dunque pronta la permanente elettronica che gli hanno fatto Timbaland (uno dei principali produttori dell’album) e Jerome Hermon per ritornare di botto ai nostri giorni, con tappeti sintetici un po’ freddini in verità, funky e beats inquieti. Analogo trattamento subiscono tutti i brani, di cui Loving You ha con il suo soul il più diretto rimando ai tempi della collaborazione con Quincy Jones. Una parola a parte merita la sinteticissima Do You Know Where Your Chil dren Are, per l’intemerata nel testo contro i genitori distratti: «Lei ha scritto che è stanca del suo patrigno che la usa/Le dice che le comprerà cose e intanto ne abusa sessualmente»: un tema che può aver suggerito in passato di lasciar da parte il titolo, e suona a favore dell’innocenza di Jackson nelle note vicende che ne hanno oscurato la carriera.



L.A. Reird, produttore esecutivo del lavoro, che d’intesa con la famiglia Jackson ha avuto accesso allo sterminato archivio di casa, avrà senz’altro un tornaconto da quest’operazione; ma in fondo quel che esce è la capacità di Michael Jackson di vestire abiti più contemporanei senza troppo snaturare il suo stile unico. Il problema, semmai, verrà strada facendo, se il business non saprà fermarsi.

www.lastampa.it/2014/05/12/spettacoli/musica/michael-jackson-album-di-inediti-in-salsa-timbaland-V5QyG68C5LpL4EDVDyfqvM/pag...


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12/05/2014 14:44
 
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Michael Jackson, l'energia dell'artista rivive nell'album "Xscape" ed emoziona
Tgcom24 ha ascoltato gli otto brani inediti di "Xscape"

08:15 - Il primo pensiero sarà anche stato quello di una perfetta operazione commerciale ma all'ascolto di "Xscape" qualcosa cambia. L'album con otto inediti di Michael Jackson, in uscita il 13 maggio, è commovente e ci restituisce il talento di uno dei migliori artisti della scena pop mondiale. Il progetto è stato voluto e prodotto con cura da L.A. Reid. Il pezzo forte è il duetto con Justin Timberlake, suo erede, in "Love never felt so good".
L.A. Reid ha avuto la possibilità di esplorare gli archivi di Michael Jackson che raccoglie 40 anni di brani. Il produttore si è concentrato su otto brani scritti e registrati tra il 1983 e il 1999, poi ha chiamato a raccolta anche altri colleghi per poter dare un abito attuale e moderno a queste canzoni. Se nella versione standard di "Xscape" ci sono le otto canzoni "rivisitate", nella deluxe sono presenti anche le versioni originali. Ed è stupefacente come proprio queste ultime siano moderne e attuali.

Tornando ai brani curati da L.A. Reid si segnalano il beat sensuale di "Chicago" ma anche il pop di "Loving You". Gli anni 80 rivivono in "A Place With No Name" mentre "Do You Know Where Your Children Are" ci restituisce Michael più scatenato che mai. Menzione a parte va fatta per "Love Never Felt So Good" presente in duetto virtuale con quello che è considerato, di diritto, suo erede: Justin Timberlake. Insomma "Xscape" è testimonianza, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che il mondo della musica ha avuto tra le sue stelle un artista capace di precorrere i tempi e di rimanere sempre attuale ancora oggi, nel 2014.

La tracklist: STANDARD 1. Love Never Felt So Good 2. Chicago 3. Loving You 4. A Place With No Name 5. Slave To The Rhythm 6. Do You Know Where Your Children Are 7. Blue Gangsta 8. Xscape; DELUXE 1. Love Never Felt So Good 2. Chicago 3. Loving You 4. A Place With No Name 5. Slave To The Rhythm 6. Do You Know Where Your Children Are 7. Blue Gangsta 8. Xscape 9. Love Never Felt So Good (Original Version) 10. Chicago (Original Version) 11. Loving You (Original Version) 12. A Place With No Name (Original Version) 13. Slave To The Rhythm (Original Version) 14. Do You Know Where Your Children Are (Original Version) 15. Blue Gangsta (Original Version) 16. Xscape (Original Version) 17. Love Never Felt So Good - Michael Jackson & Justin Timberlake

FONTE: www.tgcom24.mediaset.it/spettacolo/2014/notizia/michael-jackson-l-energia-dell-artista-rivive-nell-album-xscape-ed-emoziona_20441...




Questo non riesco a incollarlo quindi ve lo linko.
Il Secolo XIX www.ilsecoloxix.it/p/cultura/2014/05/12/ARgcBhE-jackson_michael_inedi...





12/05/2014 15:21
 
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Grazie DD e Valentina per le recensioni riportate.

Insomma "Xscape" è testimonianza, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che il mondo della musica ha avuto tra le sue stelle un artista capace di precorrere i tempi e di rimanere sempre attuale ancora oggi, nel 2014.


Smettiamola con l’effigie del Michael sciroccato e incerto sulla propria identità. Queste canzoni sono un pugno nello stomaco. Ma anche l’imprimatur per tanti artisti più giovani. Non amo particolarmente Jacko, ma questa volta lo sento vicino.


12/05/2014 17:51
 
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Recensione di Wired [SM=g27823] !!!

8 cose da dire su Xscape di Michael Jackson

Michele Boroni
Critico di mass media, comunicazione e cultura pop
Pubblicato maggio 12, 2014

Domani, 13 maggio, esce in tutto il mondo Xscape (Epic-Sony), il disco postumo di Michael Jackson.
Dopo averlo ascoltato, ecco 8 cose – otto, quante le canzoni contenute nella versione standard – da dire su questo disco che rischia di diventare un successone globale dell’estate 2014.


1- Premessa - La dicitura disco postumo dovrebbe mettere in guardia, specialmente se si tratta di canzoni e demo incisi dal 1983 al 1991, cioè quando Michael Jackson era in gran forma e si meritava in pieno la nomea di The King of Pop. Voglio dire, ci sarà un motivo per cui queste canzoni non sono state inserite in dischi come Thriller e Bad, nemmeno come b-side, no? Forse quindi non erano all’altezza. Ma magari oggi ci accontentiamo pur di ascoltare la gracile vocina e il groove contagioso di Michael. E poi c’è tutta la storia del business del caro estinto. Quindi partiamo da qui per tenere basse le aspettative.
2- Premessa/2 Liberiamoci comunque dal pensiero di “Michael”, il primo disco postumo, una raccolta mal assemblata uscita frettolosamente nel 2010 con inutili duetti (50 cent, Akon) e una produzione complessivamente così scadente che gli stessi membri della famiglia misero in dubbio che la voce fosse davvero la sua (c’è una vasta letteratura su internet sull’ipotesi che il cantante della gran parte dei pezzi fosse tal Jason Malachi e non MJ). Questa è un’altra storia.
3- Produzione L.A. Reid, gran capo della Epic, ha preso dei pezzi completi dall’archivio di MJ (compresi nella versione deluxe del disco) e ha chiamato un dream team di produttori r’n'b da classifica per rendere le tracce più contemporanee. A presidiare il tutto c’è Timbaland, ma anche Stargate (produttore di Rihanna) e Rodney Jerkins che collaborò con MJ sul disco “Invincible” .
LA Reid ha annunciato tronfio che “il disco è stato realizzato nello spirito dei piani originali di Michael, in linea con ciò che lui voleva”. Ovviamente questo non lo sapremo mai. Ma il lavoro fatto sulle canzoni originali è mediamente di ottimo livello, visto che non stravolge le canzoni più old fashioned e riesce a dare una buona spinta alle più recenti.
4-Versione standard e deluxe Come gran parte delle grandi produzioni degli ultimi tempi, anche Xscape ha la sua bella versione deluxe con brani aggiuntivi. Ma in questo caso l’edizione lusso ha decisamente più senso, considerato che contiene le versioni originali trovati nei cassetti di Michael Jackson, alcune con accompagnamenti acustici (solo piano in “Love never felt so good”) o arrangiamenti già completi (“Blue Gangsta”, “Slave to the rhythm”).
5- Il processo di costruzione delle canzoni Per i fan di MJ, ma in generale anche per gli amanti del pop, sarà uno spasso vedere i cambiamenti che i produttori hanno apportato rispetto alle demo per crearne le versioni contemporanee (il caso di “Love never felt so good” in questo caso è esemplare). Ma è anche interessante vedere come i pezzi contenuti nella versione deluxe siano in fondo dei semilavorati o fasi intermedie per altre canzoni: ad esempio, “A place with no name” ha portato evidentemente alla scrittura della hit “Leave me alone” e certe idee vocali di “Blue Gangsta” potrebbe aver ispirato“Earth song”.
6-Thumbs up Oltre al già citato singolo Love never felt so good, canzone scritta insieme a Paul Anka nel 1983 dopo Thriller e non inserita in Bad (forse perché ricordava molto il Jacko di Off The Wall) c’è “Loving you” che magari paragonata ai grandi classici del periodo Quincy Jones risulta una cosetta, ma oggi ai nostri orecchi ci sembra un gran bel pezzo pop. Citerei anche “Blue Gangsta” che sembra in tutto e per tutto un pezzo di Justin Timberlake.
7-Thumbs down Sì, ci sono i due pezzi WTF che non avremmo voluto ascoltare. “A place with no name” è, nella versione originaria, un’inutile versione black di “A horse with no name” degli America (?!) e anche dopo il “trattamento Stargate” non migliora affatto. E poi c’è “Do you know where the children are” che parla di una ragazza sessualmente abusato dal suo patrigno (ehm): testo e trattamento, con un abuso (ancora) di “ih iihh” e respiri vari di MJ, personalmente li avrei evitati volentieri. Ah, anche il featuring di Timberlake (contenuto solo nella deluxe version) non aggiunge nulla al pezzo, e il sapore è quello di un’occasione mancata.
8- Quindi? Conoscendo la fame di blockbuster che hanno oggi le case discografiche mi aspettavo che l’operazione fosse da ascrivere sotto la categoria “raschiamo-forte-dentro-il-barile”. E forse un po’ lo è davvero. Però pur nella sua totale mancanza di coerenza di insieme, il disco ci ricorda, ancora una volta, che senza MJ difficilmente avremmo canticchiato “Happy” di Pharrell, qualsiasi pezzo di Justin Timberlake e mille altri ancora.
Consigliato l’acquisto della versione deluxe.

www.wired.it


[Modificato da (Miss Piggy) 13/05/2014 00:16]
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