Ragazze! Eccomi di ritorno da Parigi, dove, tra le altre cosette..a EuroDisney, ho visto, finalmente CAPITAN EO!!!!Inutile dirvi che sono stati i 10 minuti più belli della mia vita..
..ora passiamo al capitolo..
..grazie, mie fedelissime!
Capitolo 28
Due giorni dopo aver dato a Michael la notizia, cominciarono ad arrivare le sue ‘premure’ verso di me...scatole di vitamine, integratori, libri di ricette per la gravidanza e..diversi numeri di telefono di studi di specialisti ostetrici...Michael si prendeva cura di me, dall’altra parte dell’oceano, e non eravamo ancora sposati.
Mi sentivo...bene...era un bel po’ di tempo che non avevo quella sensazione di sicurezza e serenità...l’ultima volta avevo 8 anni, e giocavo a palla nel cortile davanti alla mia casa, quando avevo sentito lo sparo...ed ero corsa dentro a vedere..avevo salito le scale di corsa fino ad arrivare alla stanza dei miei genitori, la porta era chiusa a chiave, da dentro, e allora lo chiamai... “Papà?..” ..ma non mi rispose..mia madre era al lavoro, ed ero sola in casa con mia nonna..fu mio zio a sfondare la porta..e io, subito dietro di lui, lo vidi...il corpo di mio padre riverso sul letto...lo spruzzo di sangue che dal muro era grondato sui cuscini, sulle lenzuola candide del letto disfatto...da allora, non avevo più saputo cosa fosse la serenità, non mi ero più sentita sicura di niente.
Ero in cinta di nuovo senza essere sposata..ma lo sarei stata presto..e non m’importava più di cosa ne poteva pensare mia madre o quelli del quartiere, non sarei rimasta a lungo a Londra, avrei ricominciato da capo.
Invitai mia madre a prendere un te, un pomeriggio, prima di andare al lavoro..e lei ne fu sorpresa, perché non accadeva mai che io la invitassi, ma sempre che lo facesse da se..
e lasciai che si chiedesse il perché, che si arrovellasse, che s’immaginasse chissà che cosa..questa volta avevo pane per i suoi denti..e non m’importava, se la deludevo ancora.
Angie “ Ti ho portato la torta di mele..so che ti piace..”
Jenny “ Grazie, mettila in un piatto, verso il te..”
Angie “ Sei magra..”
Jenny “ Lo so, e sono brutta..”
Angie “ No, non é vero..stai poco bene Jenny?!”
Jenny “ Avrò perso tre chili mamma..no, mangio meglio..”
Angie “ Ringrazio Dio, temevo mi volessi annunciare di avere un tumore..”
Risi
Jenny “ Beh..forse una specie..”
Angie “ Che dici?!!”
Jenny “ Mi sono innamorata mamma..e ad aprile mi sposo..”
Rimase a bocca aperta
Angie “ Oh, buon Dio!”
Jenny “ Cosa non ti piace di quello che ti ho detto?!”
Angie “..Tutto, mi piace tutto..ma dimmi chi é? Che fa?! Non é Scott, non é vero?!!”
Jenny “ No! Cavolo..sarò stata stupida, ma non sono cretina!..Prima di dirti chi é, voglio dirti che Dylan é d’accordo, lo conosce, lo stima..”
Angie “ E a me non l’hai presentato!”
Jenny “ Non c’é stato tempo..é ripartito, ma tra poco tornerà..da me..”
Angie “ Non é inglese?!”
Jenny “ No..”
Restò a fissarmi senza avere la più pallida idea di chi parlassi
Jenny “ Mamma, é Michael..”
Angie “ Michael?! Lo conosco?! il ragazzo dell’emporio?”
Jenny “ Michael..Jackson, mamma..”
E di nuovo, bocca spalancata
Angie “ Sei impazzita?!!”
Jenny “ Lo sapevo! Stavo aspettando!”
Angie “ Perché dovrebbe sposare proprio te?! E sei sicura che tornerà?! Te lo ha detto lui?!!..Che ingenua che sei..e scommetto, che ti sei concessa subito..quindi, perché dovrebbe tornare?!!”
Jenny “ Perché mi ama!”
Angie “ Non vedo anelli di fidanzamento alle tue dita, che garanzia ti ha dato per farti solo sperare che tornerà da te?!”
Tacqui..e pensai...intanto..sono la madre di suo figlio..ma non le dissi nulla, non volevo darle una ragione in più per massacrarmi
Jenny “ Mi ama, e mi basta..e deve bastare a te..”
Angie “ Andrai via?Porterai via Dylan?”
Jenny “ Vuoi venire con noi? Vuoi cambiare vita anche tu?!”
Angie “ Ma stai vaneggiando?! Sei impazzita come tuo padre? Jennifer, cresci! Hai un figlio a cui pensare! Non puoi sposare quel debosciato! Non puoi farlo! Condanni te stessa! Condanni Dylan!”
Jenny “ Mamma, ci amiamo..Dylan é felice, per la prima volta in vita sua..”
Angie “ Se lo porti via ti farò causa!”
Jenny “ Fammi causa! Ti spazzerò via! E tu perderai la casa per i debiti! Cristo! Ma vuoi starmi a sentire?! Vuoi levarti quei filtri neri che tieni sugli occhi?! Smettila di giudicarci! Io ho un uomo che mi ama, e mi sposerà tra meno di..dieci giorni...vuoi essere felice per me?!”
Angie “ Ci crederò quando lo vedrò..”
Jenny “ Mi farebbe piacere se ci fossi al matrimonio..anche a Dylan..per cui..ti farò sapere..”
Angie “ Povera illusa..”
Jenny “ Ma puoi anche non venire..”
Angie “ Pensa a quello che ti ho detto...pensaci..e fammi uno squillo quando avrai capito che mi preoccupo per te..”
Si alzò, prese la borsa e si annodò il foulard intorno al collo
Angie “ E mangia un po’ di più..”
Ero rimasta seduta senza parlare..delusa, sebbene sapessi che non poteva che andare così con lei..la vidi uscire dalla porta, poi, meccanicamente mi alzai , con un piede aprii il coperchio della pattumiera e ci feci scivolare dentro, dal piatto, la torta di mele di mia madre.
La visita ai Lloyd’s di Londra non mi preoccupava affatto..non mi avrebbe visitato un vero medico, ma un terapista della voce che doveva solo constatare le mie condizioni vocali per assicurare i concerti, il campione delle mie urine era già stato inviato alla compagnia..mi sono sempre chiesto, se fossero state veramente le mie.
Altri impegni mi attendevano a Londra, ma mi ero tenuto il week end libero per sposare Jenny e cominciare una piccola luna di miele di almeno due notti, prima di tornare dai nostri figli come marito e moglie..solo il pensiero m’inebriava, e faceva sembrare tutto il resto così poco importante..i miei reali problemi di salute, il fatto che stavamo truffando la più grande compagnia di assicurazioni del mondo, il fatto che stavo truffando i miei fans, perché non ci sarebbe stato nessun tour..nessuna esibizione, sarei crollato al primo concerto.
Un’altra tediosa telefonata del mio manager..
Thome Thome “ La firma é per maggio Michael..”
Michael “ L’ho detto anche a John, non firmerò il contratto definitivo..non prima di avere delle garanzie..ci sono parecchie cose che non vanno bene..”
T.T. “ ..Sono contento di sentirti così risoluto..mi avevano detto..di un tuo momento di debolezza..mi hanno detto che piangevi come un bambino..”
Michael “ Chi te lo ha detto?!”
T.T. “ Ascolta, non hai più dieci anni.devi assolvere ai tuoi doveri, non vuoi che tutti pensino che sei finito, vero?!!”
Michael “ Io farò la mia parte, ma voi..dovreste fare la vostra..mi state sfruttando, e non lo posso tollerare oltre..”
T.T. “ Stiamo facendo il meglio per te..non puoi pretendere Michael..non puoi più pretendere..devi stare al gioco... non hai scelta..”
Michael “ Posso mandare tutto all’aria..tutto!Pensi che uno come me non si possa rialzare?! Che non mi possa reinventare?!”
T.T “ Ma chi crede in te Michael?! I giovani sanno a malapena chi sei..se non gli mostri chi é MJ..”
Michael “ Fottiti..sanno tutti benissimo CHI sono..”
T.T. “ Per questo sarà un trionfo..e ci guadagneremo tutti..tutti avremo quello che vogliamo..tu sarai libero, pensaci, libero per il resto della tua vita..”
Michael “ Già..sempre che non abbiate già pensato ad un definitivo contratto capestro per me..possibile che io non sappia COSA stiate facendo della mia vita?! Pretendo rispetto! Rispetto!”
T.T. “ Calmati..ora non sono in città, ma appena torno ci vediamo con John e ti aggiorniamo di tutto..sei paranoico Michael..”
Michael “ Anche tu saresti paranoico se ti avessero fatto chinare in avanti con i pantaloni abbassati..”
T.T. “ Mi dispiace che tu la veda così..”
Michael “ Fatemi cambiare idea o io annullo tutto..”
Avevo dato il preavviso al lavoro, avrei lavorato fino alla prima settimana di aprile. Lo avevo fatto, mi ero licenziata, ora Michael diventava reale, perché avevo fatto qualcosa per lui, come in una vera relazione. Non avevo dubitato neanche per un attimo che mi avrebbe sposata , con la coscienza, che se si fosse tirato indietro sarebbe stata una vera tragedia per me, in cinta e senza lavoro.
Avevo appena attaccato il turno quando il mio fidanzato, mi aveva mandato un messaggio
Michael “..Non riesco a pensare ad altro..”
Avevo sorriso e avevo risposto
Jenny “ A che cosa?!”
Michael “ A te, a me, e al nostro bambino..”
Jenny “ Anch’io..ho lasciato il lavoro..”
Michael “ ..Quindi..adesso sei mia..devo provvedere io a te..”
Jenny “ Solo fino all’allattamento..”
Michael “ Vedremo..”
Jenny “ Che cosa vedremo? Ricomincerò a lavorare..”
Michael “ Forse, ne vorrai subito un altro..”
Restai a fissare quel messaggio..ed era chiaro, che era lui a volerne già subito un altro.. Risposi
Jenny “ Vedremo..”
E lui aveva smesso di mandarmi messaggi..mi sentivo sempre come una maestra severa con lui, che lo frenava, lo inibiva, gli impediva di essere ‘troppo esuberante’..e sapevo che ero io ad essere eccessiva, e lui deliziosamente avventato...in realtà ancora non sapevo, che il mio frenare Michael nel fantasticare sul nostro futuro,gli faceva rivivere il passato con Lisa, ma questo lo imparai più tardi e m’insegnò che eravamo in due ad essere vulnerabili e pieni di ferite del nostro vissuto.
Dopo un paio d’ore gli mandai un messaggio
Jenny “..Che cosa fai? Ti sto pensando..”
Il cellulare mi squillò fra le mani
Michael “ Tu che cosa fai?..”
Jenny “ Prendo un caffè..ho una pausa..dormivi?!”
Michael “ Sto tornando a casa..”
Jenny “ Tardi anche stasera..”
Michael “ Già..”
Jenny “ Sei stanco?”
Michael “ Non c’é un termine per definire il mio stato attuale..o forse si..morto..anche cerebralmente..”
Jenny “ Non dirlo neanche per scherzo..”
Michael “ Tu come stai?”
Sorrisi
Jenny “ Bene..se mi chiami così spesso..”
Michael “ Non posso farne a meno..”
Jenny “ Tra pochi giorni sarai qui..”
Michael “ Non m’importa, ho bisogno di sentirti lo stesso..”
Jenny “ Certo, anch’io..”
Michael “ Stai pensando ad un nome per il nostro bambino?!”
Jenny “ Michael, é troppo presto..porta male..”
Michael “ ..Non é vero..”
Jenny “ Okay..ho fatto una lista..”
Michael “ Lo sapevo..vuoi leggermi la tua?”
Jenny “ Quando ci vedremo..basta sprecare ricordi per telefono..voglio guardarti negli occhi..”
Michael “ E mi guarderai..”
Jenny “ Mia madre ha detto che non tornerai da me..che sono un’illusa..”
Michael “ E’ lei l’illusa..davvero le credi?!”
Jenny “ No..io credo che tornerai, e mi sposerai..”
Michael “ E’ quello che farò..”
Jenny “ Lo so..”
Michael “ La nostra é una storia incredibile..”
Jenny “ Ma dai..ci sei arrivato..”
Michael “ Non ho mai detto che non lo fosse..solo..che almeno noi due dovevamo crederci..”
Anche quella sera rientravo dopo la mezzanotte...e l’unico pensiero era riuscire a dormire, subito, perché non avevo voglia di spegnere la luce e ritrovarmi al buio con i miei pensieri..
ero salito al piano di sopra, e percorrevo lentamente il lungo corridoio che mi portava alla mia stanza,quando, con la coda dell’occhio vidi una fessura di luce venire dalla stanza di Paris, la porta era socchiusa...che diavolo ci faceva ancora alzata?!..Mi avvicinai, e prima di entrare , diedi una sbirciata dentro...Prince e Paris erano seduti a gambe incrociate sul letto, in pigiama e sgranocchiavano due biscotti al cioccolato..quante cose accadevano in mia assenza..erano ancora svegli a quell’ora e mangiavano biscotti, sapendo benissimo che non gli era concesso di fare né l’una, né l’altra cosa..stavano parlando a bassa voce, e dovetti fare uno sforzo enorme per riuscire a sentire cosa dicevano, nascosto nell’ombra, come un ladro, in casa mia...
Prince “ Magari gli passerà..il tour é un grosso impegno..non può sposarsi adesso..”
Paris “ ..Non l’ho mai sentito parlare così..di una donna..”
Prince “ Quando tornerà Grace?!”
Paris “ Non tornerà..”
Prince “ Forse, se parlassimo con lei..”
Paris “ E come?!”
Prince “ Ce l’hai il suo numero, no?!”
Paris “ Si, ma é in Africa..papà lo scoprirà..”
Prince “ Non é possibile che non possiamo fare proprio nulla..”
Paris “ Mi sa che é così e basta..”
Prince “ Dai..non é la fine del mondo..magari, non sarà tanto male..”
Paris “ Non provare a consolarmi..non ci credi neanche tu..”
Prince “ Già..”
Paris “ E se telefonassimo alla nonna? “
Prince “ Non possiamo dirle una cosa così..”
Paris “ Ma ci dev’essere qualcuno che ci può aiutare!”
..Non riuscivo a crederci, i miei figli stavano complottando per mandare a monte il mio matrimonio, come se io fossi un nemico, qualcuno che voleva fare loro del male..almeno non avevano coinvolto nei loro sotterfugi Blanket, questo mi avrebbe ferito ancor di più, se avessero corrotto il loro fratellino...ero arrabbiato, ferito e triste..e non potei controllarmi oltre..spinsi la porta col palmo della mano, che si aprì lentamente, mi palesai sull’uscio, entrambi si girarono e mi videro, restando con il loro biscotto mangiato a metà in mano.. sembrava un minuto interminabile, perché nessuno di noi riusciva a dire qualcosa...loro erano troppo sorpresi della mia presenza, ed io troppo umiliato..
Prince ebbe coraggio di parlare
Prince “ Da quanto sei lì papà?!”
Michael “ Da abbastanza direi..”
Paris scattò in ginocchio sul letto
Paris “ Scusa..papà..”
Michael “ ..Da quant’è che dura questa storia?! Perché..credevo di conoscere i miei figli..credevo di potermi fidare di voi..invece scopro che mangiate dolciumi a letto, in tarda notte, quando dovreste essere a dormire da un pezzo..e che, cospirate contro di me..”
Prince “ Lo abbiamo fatto solo stasera! Davvero!..Paris non riusciva a dormire, e le ho portato latte e biscotti..”
Michael “ E avete parlato di me in quel modo solo stasera?!..Di chi mi posso fidare Prince?! Se neanche voi siete sinceri?! Dimmi..di chi?!”
Paris “ ..Papino..”
La guardai negli occhi, e sapevo che quello che le avrei detto in quel momento la avrebbe condizionata per il resto della vita, non le avevo mai parlato così, come ad un adulto, anche se davvero non lo era
Michael “ E tu Paris mi hai deluso..hai idea di che significhi vivere senza amore?! No che non ce l’hai, perché io vi ho amato più di quanto sia immaginabile amare un figlio..più di quanto un qualsiasi padre abbia mai amato la sua prole su questa terra...e avrei davvero considerato l’idea di NON sposare Jennyfer se vi avesse reso infelici..che stupido, sono stato onesto con voi, vi ho trattato come adulti..ma siete soltanto dei bambinetti viziati..”
Erano ammutoliti, non mi avevano mai visto così arrabbiato, non con loro...non una lacrima sui loro visi o un lamento, restavano a guardarmi fissi senza dire niente
Michael “ Andate a letto, subito..e lavatevi i denti..c’é una ragione se non vi permetto di mangiare biscotti prima di dormire..”
Me ne andai dritto in camera mia, e mi chiusi la porta alle spalle, e nessuna supplica dietro di me, nessuno di loro aveva provato a seguirmi, sapevano che una volta chiusa la mia porta, nessuno di loro poteva entrare.
Erano solo dei bambini..e ne ero cosciente..solo..avevo creduto fin troppo che le cose stessero andando bene per tutti, ed era stata una vera e propria delusione scoprire che non era affatto così..mi sentivo colpevole, e nessuna delle giustificazioni che mi davo di solito, bastava a placare il mio senso di colpa...ecco cosa succede a crearsi una famiglia artificiale, una famiglia senza madre, in cui io recitavo la parte di entrambi i genitori..Dio solo sapeva quanto amore c’era stato nel mettere al mondo ognuno dei miei bambini, ma come sospettavo da sempre, ora la verità mi veniva sbattuta in faccia..non era il tipo d’amore giusto perché le cose funzionassero per sempre..agli occhi del mondo, mi ero comprato dei figli, per capriccio, per giocare a fare il padre, solo io sapevo quanta solitudine e dolore mi era costata quella scelta..ed ecco che la vita mi presentava il conto, ancora una volta...sei un povero illuso Michael, non sei riuscito a farti amare abbastanza da una donna perché ti rendesse un uomo ‘normale’, perché ti desse dei figli voluti da entrambi...ti sei convinto che sarebbe bastato amarli sconfinatamente per dimostrare la tua teoria, che non c’é bisogno dell’amore di una donna per avere dei figli equilibrati e felici, perché il tuo amore può tutto..e invece era tutto falso, lo avevo sempre saputo.. avevo creato altri ‘mostri’ , emotivamente deviati, come me.
In quel momento di negatività riuscivo solo a pensare che era finita, che niente era possibile grazie all’AMORE, che per quanto mi fossi illuso un’ultima volta, e neanche credevo di poterlo fare ancora, il mio destino era irrimediabilmente segnato, sarei rimasto solo.
Jenny era l’eccezione.
Avevamo fatto un figlio, entrambi consapevoli che poteva accadere..ricordai quell’ultimo intenso sguardo, quella notte,mentre facevamo l’amore, coscienti di non avere protezioni... avevamo fatto una scelta, insieme, e anche se forse Jenny era rimasta già in cinta nei giorni precedenti, per me fu quello il momento in cui diventammo consapevoli di amarci, di volerci a tal punto..da..concepire un bambino. Ma neanche quell’amore era giusto e mi rendeva un uomo ‘normale’, se i miei figli non capivano..proprio loro, che erano testimoni dalla nascita della mia solitudine.
Faceva male. Di nuovo. Faceva male ed era...ingiusto...come aveva detto Paris, riferendosi al fatto che Grace non poteva più restare con noi..ingiusto..come il mio corpo che cambiava in continuazione costringendomi a dovermi reinventare ciclicamente... ingiusto.. come l’amore che mi aveva negato Lisa..ingiusto..come il giudizio che il mondo aveva su di me..e mentre preparavo la siringa, e mi sedevo sul letto, tirandomi su la manica della camicia, non sentivo più dolore..ma solo la delizia del preludio all’oblio.
Foxy