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La famiglia di MJ: dentro il loro disperato tentativo di cacciare gli esecutori dell'Estate (Vanity Fair e altri articoli dal libro "Untouchable")

Ultimo Aggiornamento: 10/03/2013 16:39
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10/10/2012 17:54
 
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Grazie Cri :), attendiamo il riassunto allora [SM=g2927017]
10/10/2012 20:36
 
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(ricordo che LeGrand fu licenziato perché aveva "pestato i piedi" ai due manager di MJ di allora, i tedeschi Wiesner e Konitzer, dopo aver scoperto che avevano sottratto fondi a MJ).


Ok,allora mi rimangio quanto scritto prima: se è così questo LeGrand non era malaccio. In che schifo era immerso in quel periodo, povero Michael [SM=g27813] .
Sul resto della storia non so davvero che pensare...da quel poco che ho letto dell'articolo mi pare che il copia-incolla sia stato fatto anche con articoli vecchi come il cucco e che in seguito erano stati smentiti. Sto Sullivan ne spara troppe e troppo grosse [SM=g27815] .

Ora che ho visto in faccia Jeffre, anima anche del bel concerto/truffa di Cardiff, mi convinco sempre più che Lombroso un pò di ragione ce l'aveva.....
12/10/2012 07:43
 
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L'articolo è indubbiamente un copia e incolla di notizie già apparse dopo la morte di MJ, anche la versione cartacea aggiunge poco al riassunto pubblicato online.

Vanity Fair risponde alla lettera dell'avvocato di Janet:

"Vanity Fair appoggia l'affermazione di Randall Sullivan che la richiesta di Janet Jackson di rimborso del suo deposito per il lotto di sepoltura di suo fratello è stato uno dei motivi per cui è stato ritardato il funerale di Michael Jackson. Le fonti di Sullivan gli hanno detto che l'importo del deposito era di 40.000 dollari, ma i documenti diffusi la scorsa settimana indicano che l'importo del deposito era di 49.000 dollari. Vanity Fair farà questa correzione su VF.com" (la correzione in effetti è stata fatta sull'articolo online ed è giusta, ma che i documenti siano stati diffusi la scorsa settimana quando sono pubblici dal 2009 mi sembra un affermazione azzardata [SM=g27822] ).

Intanto anche La Toya ha mandato una lettera-diffida a Vanity Fair, chiedendo la ritrattazione delle affermazioni su di lei. Dice che l'articolo è "pieno di affermazioni inesatte sui fatti e insinuazioni false e diffamatorie". Se Vanity Fair non dovesse ritrattare, La Toya dice che farà loro causa.

Edit: E Vanity Fair continua a tenere la sua posizione anche nei confronti di La Toya dicendo che non vedono "alcun fondamento per riconsiderare quello che è stato scritto".
[Modificato da 4everMJJ 15/10/2012 07:51]
12/10/2012 18:42
 
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Grazie, o leggitora indefessa!!
12/10/2012 19:14
 
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Grazie pure da me :).....madonna santa sta famiglia sta sempre in mezzo ai casini
12/11/2012 13:20
 
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Se questo Sullivan e le sue rivelazioni vi erano mancati, l'attesa è finita [SM=g27825] .

Su "La Repubblica" di oggi ci sono ben 3 pagine (a cominciare dalla 1°) dedicate a questo libro che uscirà, ahinoi, domani in italiano.

Chi ha ucciso Michael Jackson il re del pop tra segreti e leggenda

Un libro che esce in Italia svela come Jacko fosse al centro di un'orda di familiari, amici, medici, discografici che puntavano solo a sfruttare il suo successo

di GIUSEPPE VIDETTI
12 novembre 2012




IL GIORNO in cui Michael morì, il mondo ebbe l'impressione che i Jackson avessero superato odi e rancori, che i genitori e gli otto fratelli stessero elaborando il lutto come normali esseri umani, distrutti dalla scomparsa prematura del numero uno, disorientati dalla perdita improvvisa di un padre nero che lasciava tre figli bianchi - Prince, Paris e Blanket - senza una mamma, affidati alle cure della nonna ottantenne.

Solo Joe Jackson, il patriarca, duro come una quercia e non meno spietato di quando vigilava sulla sua famiglia canterina come un mastino, si lasciò scappare una frase che i media, insolitamente clementi, attribuirono a un attacco di demenza senile: "Mio figlio vale più da morto che da vivo". Di normale nella dinastia del re del pop non c'era più nulla dal 1965, da quando Joe, nel giorno del settimo compleanno di Michael, portò i Jackson 5 a un concorso di canto e scoprì che il più giovane dei cinque era il genio di casa.

"Il padre dei Jackson, il vero artefice di quel successo, è un bruto scaltro, vanaglorioso e dispotico. Ferì a tal punto il più sensibile dei suoi sei figli che, per tutta l'età adulta, Michael sarebbe stato animato dalla fiera determinazione a somigliare il meno possibile a Joseph Jackson" scrive Randall Sullivan, il giornalista investigativo firma di punta di Esquire e Rolling Stone, che domani pubblica
M - Vita, morte, segreti e leggenda del Re del Pop (Ed. Piemme, 688 pagg., 23,50 euro), l'unica biografia post mortem
circostanziata e attendibile [SM=g27820] su Michael Jackson.

A oltre tre anni dalla scomparsa di Michael, ora che i debiti sono stati sanati, la normalità è ancora tabù in casa Jackson. Tre miliardi di dollari che attualmente transitano nelle casse (rigidamente amministrati dai tre esecutori testamentari nominati dal defunto) e un patrimonio che ne può generare altrettanti nel giro di pochi anni hanno scatenato una ferocia all'interno della famiglia che Sullivan esplora col rigore del cronista, attenendosi ai fatti, schivando il gossip e lasciando il lettore con una domanda cui ad ogni capitolo si aggiunge un nuovo punto interrogativo: chi ha veramente ucciso Michael Jackson?

D'accordo, il dottor Conrad Murray sta scontando la pena per aver somministrato la dose fatale di Propofol, il potente ipnotico che il 25 giugno 2009 causò l'arresto cardiaco di Jacko, ma come mai un uomo di 50 anni era in uno stato di decadimento fisico da far pietà al medico legale? Come mai non riusciva a dormire neanche un'ora senza l'aiuto di un anestetico e la presenza di un anestesista? Come aveva fatto l'uomo che possedeva gran parte del catalogo dei Beatles a dilapidare una fortuna al punto da dover accettare un contratto che non sarebbe mai stato in grado di onorare? In quale solitudine era sprofondato l'artista che aveva messo la sua vita in mano ai Testimoni di Geova, a Scientology, al chirurgo plastico Arnold Klein, al Rabbino Boteach, alla Nation of Islam e al consigliere spirituale delle star Deepak Chopra?

L'agonia di Michael Jackson, rivela Sullivan, era iniziata nel 1994, all'epoca delle prime accuse per pedofilia, quando Evan Chandler, padre del dodicenne Jordan, l'aveva trascinato in tribunale con l'accusa di molestie ai danni di minore ed esposto a umiliazioni inaudite (fu fotografato nudo dalla vita in giù), salvo poi accettare venti milioni di dollari per risolvere il caso in via extragiudiziale - "il primo grande errore del cantante; per tutti significò un'implicita ammissione di colpa. E a rendere più penosa la situazione era il fatto che la fonte principale delle sofferenze da cui cercava di fuggire si annidava proprio all'interno della sua famiglia".

Sempre più debole, disorientato, schiavo di psicofarmaci eanalgesici, l'artista, lecuifortune erano centuplicate dopo l'uscita di Thriller e l'acquisizione del catalogo dei Beatles, faceva uso di Propofol in tour dall'età di 36 anni.

Era già al centro di un mostruoso meccanismo che coinvolgeva familiari, amici, legali, impresari, discografici, medici, consiglieri spirituali, governanti, creditori veri o presunti e un'orda di opportunisti che, nel tentativo di estorcergli denaro, macchinavano incessantemente alle sue spalle.

E i peggiori di tutti erano quelli che portavano il suo stesso cognome. Michael ne aveva fatto le spese già all'epoca della reunion dei Jacksons, un'operazione che il padre padrone non sarebbe riuscito a concludere senza la mediazione di mamma Katherine, l'unico membro del clan che avesse un ascendente su Michael. Fratelli e sorelle, voracissimi, agivano come trapani sulla matriarca affinché intercedesse presso Michael ogni qual volta avevano bisogno di contanti.

La caccia ai bigliettoni non ebbe termine neanche nelle ore successive alla morte. "La notte stessa - racconta Sullivan - la bambinaia Grace Rwaramba ricevette una telefonata da Katherine: 'I bambini piangono, chiedono di te, non riescono a credere che il papà sia morto. A proposito, ti ricordi che Michael nascondeva sempre contanti in giro per casa? Mi trovo nella sua villa proprio in questo momento. Secondo te dove li ha messi?'. I membri della squadra di sicurezza sostennero che fu La-Toya a riempire borsoni di tela con sacchi neri colmi di contanti e a sistemarli in garage".

Pur non consentendo ai familiari l'ingresso in casa, Jackson continuava a esserne ostaggio. All'epoca del tormentato processo per pedofilia, che nel 2005 si concluse con l'assoluzione, gli avvocati raccomandarono la presenza dei familiari in aula; avrebbe favorevolmente impressionato i giurati. Quelli ne approfittarono per riguadagnare terreno. Fu il fratello Jermaine, che si era convertito all'Islam, ad architettare la fuga in Bahrein, dove Michael e i figli divennero a tutti gli effetti prigionieri di lusso dello sceicco Abdullah, che finanziava i capricci della star con la mira di lanciare una propria carriera discografica.

Gli ultimi anni furono rocamboleschi, ma allo stesso tempo lividi. In fuga tra le sabbie arabe, nella verde Irlanda o in una sordida hacienda di Las Vegas, Jackson era costretto a confrontarsi quotidianamente con gli squali. Non c'era più ombra di creatività nell'artista, che per oltre quindici anni visse al centro di una miriade di complotti (quello della sua casa discografica per indebolirlo economicamente non è mai stato provato).

Dopo l'assoluzione del 2005, "tentava in tutti i modi di trovare un sistema di far soldi che non implicasse la sua presenza su un palcoscenico o in uno studio di registrazione". E allo stesso tempo era invischiato in tanti e tali procedimenti penali e civili da non potersi permettere neanche un conto a proprio nome; i capitali transitavano in quelli di fiduciari sfiduciati, di Arnold Klein o della bambinaia che gli aveva sguinzagliato la Nation of Islam.

Quando, in occasione dei concerti alla 02 Arena, si tornò a parlare di milioni, rispuntarono i vecchi 'amici': "L'ex manager Frank Dileo, membri della famiglia e persino John Landis, il regista di Thriller, che si era mosso per primo il 21 gennaio del 2009, quando i concerti di Londra erano solo un progetto".

Il quartier generale dei Jackson, la villa di Hayvenhurst, era (ed è) il centro nevralgico dove genitori, fratelli, nipoti, nuore sedotte e abbandonate tessevano trame degne delle Cronache dal Serraglio. Michael era diventato l'ultima ruota del carro, gli comunicavano a cose fatte che le serate da dieci erano diventate venti, poi trenta, poi cinquanta "perché altrimenti la cifra non sarebbe stata sufficiente a colmare i buchi".

Terrorizzato di finire sul lastrico e non riuscire a provvedere ai figli, l'artista firmava e invocava dosi sempre maggiori di Propofol per riuscire ad addormentarsi. I concerti di Londra non si sarebbero mai fatti, neanche se fosse vissuto.

Non ci fu pietà per il defunto. "Nel 2009, prima che le varie apparizioni (pagate) dei Jackson nel giorno del compleanno di Michael causassero il rinvio del funerale dal 29 agosto al 3 settembre, la sepoltura era stata ritardata per le discussioni tra Janet e gli amministratori del patrimonio da una parte, e tra Janet e la sua famiglia dall'altra. Essendo l'unico membro della famiglia a vantare una certa agiatezza, aveva versato il deposito di 40mila dollari a Forest Lawn. In luglio e agosto si era rifiutata di far celebrare il rito funebre senza prima aver riavuto i suoi soldi".

L'ultimo atto dei soliti noti è recentissimo, cinematografico e goffo: nel tentativo di sfiduciare i tre esecutori testamentari ed entrare in possesso del patrimonio i fratelli organizzano il rapimento di Katherine, l'unica in grado di contrastarli in quanto tutrice legale dei minori. Con l'aiuto di un medico compiacente le fanno credere di aver avuto un picco ipertensivo. Un commando guidato da Rebbie, Randy, Janet e Jermaine la accompagna
in una spa dell'Arizona, lasciandola per giorni senza cellulare e senza tv, mentre invia ai legali una lettera in cui reclamano la gestione del patrimonio (che sortisce tutto tranne il risultato sperato).

Prince e Paris, i due figli maggiori, mangiano la foglia e cominciano a inviare messaggi via Twitter in cui denunciano la scomparsa della nonna e accennano al complotto. "Quella serie di colpi di scena maldestri hanno diviso i suoi figli più che mai - conclude Sullivan - e la matriarca è ancora oppressa dalla tristezza della situazione".

Le è stata di conforto la finalizzazione dell'acquisto di altre undici tombe nella Holly Terrace di Forest Lawn. "Così da morto Michael Jackson sarebbe stato circondato dai membri di una famiglia che aveva cercato di tenere a distanza per gran parte della sua vita". L'ultimo capitolo del thriller è ancora tutto da scrivere. La parola, adesso, spetta ai figli. E stando alla cronaca non sono tre pezzi facili.

Estratto dall'articolo dell'edizione cartacea:




LaRepubblica

Videtti non ce la può fare..io son tre anni che mi incavolo per l'attenzione che dà sempre a notizie di questo tipo e mai, per esempio, all'uscita del libro di Vogel [SM=g27826] .


Qui la scheda del libro in italiano



La cosa per me fastidiosa di questa operazione è che Sullivan mescola eccome, contrariamente a quel che dice Videtti nell'articolo, il gossip e le leggende metropolitane con la realtà, col risultato di amplificare ancora di più le inesattezze.
Se Michael non ne esce benissimo, la famiglia viene dipinta come una vera fogna.

Edit: e a questo link si può leggere il primo capitolo gratis!!
[Modificato da 4everMJJ 13/11/2012 21:07]
12/11/2012 13:40
 
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Ah ecco di cosa si trattava [SM=g27825]

Un'amica mi ha riferito poco fa che su Italia Uno per il tg hanno fatto un lungo servizio su MJ per l'uscita di un libro. Ed io le ho pure detto che molto probabilmente aveva capito male la notizia perchè non era prevista l'uscita di nessun libro [SM=g27825]
12/11/2012 13:44
 
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Ma infatti questo annuncio a sorpresa ha lasciata stupita anche a me...basta che adesso non ce lo propinino come strenna Natalizia!!!
Vò a leggermi il 1° cap, se riesco.
12/11/2012 17:53
 
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[SM=g27825] E' un libro di cui posso senz'altro fare a meno!

Grazie Miss! [SM=g2927046]



12/11/2012 19:16
 
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Ma allora sono tutte balle quelle che scrive questo Sullivan? Non si basa su fatti oggettivi? Ma che pubblicizzano in Italia i libri spazzatura?
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