Ragazzi, come vi avevo anticipato
Joe Vogel ha iniziato la pubblicazione del suo pezzo in tre parti per il 25° anniversario dell'album Bad
(nella seconda dovrebbe parlare degli inediti).
Vi posto la prima parte pubblicata ieri, come al solito ci sono tanti punti interessanti e inediti e anche una spiegazione del "Wacko Jacko" che io personalmente non avevo mai letto prima.
Come Michael Jackson ha creato "Bad"
di Joe Vogel - 10 settembre 2012
La storia di come l'album pietra miliare, che ha appena compiuto 25 anni e sarà presto ripubblicato in tre dischi, è stato forgiato sulla reazione violenta del "Wacko Jacko" contro la pop star
Al culmine della sua fama, Michael Jackson scomparve.
Nel 1984 sembrava essere ovunque: su MTV e negli spot Pepsi, ai Grammy e alla Casa Bianca, su Rolling Stone e su Time magazine, e in tutti gli Stati Uniti nel Victory Tour. L'anno successivo, invece, a parte una breve apparizione in "We Are the World", non era visibile in nessun posto . "L'anno 1985", ha scritto Gerri Hirshey per Rolling Stone, "è stato un buco nero per gli osservatori di Michael, che hanno assistito alla sparizione più spettacolare da quando la cometa di Halley si diresse verso la parte opposta del sistema solare nel 1910". E' stata una mossa strategica di un artista che aveva capito il potere dell'anticipazione e della mistica. Il 1986 è stato più o meno lo stesso. Di Jackson si diceva fosse un recluso "in clandestinità" e faceva poche apparizioni pubbliche.
In sua assenza vennero fuori una marea di storie fantastiche su santuari, camere iperbariche e ossa dell'Uomo Elefante. La maggior parte di queste erano innocue (e in realtà divertivano Jackson), ma c'era un lato oscuro nel gioco dei media. Jackson era diventato il più potente afro-americano nella storia del mondo dello spettacolo. Non solo aveva costruito un impero attraverso i suoi stessi album, video e performance da record sconvolgenti, aveva resuscitato le sorti della CBS/Epic Records, riportato la vita su MTV e innalzato gli standard per l'intrattenimento dal vivo. Aveva anche elegantemente mantenuto la piena titolarità delle sue registrazioni master e con l'aiuto del suo avvocato, John Branca, acquistato attivamente diritti editoriali, comprese le canzoni di Sly and the Family Stone, Ray Charles, e, naturalmente, il gioiello della corona della musica popolare: il catalogo ATV/Beatles.
Non è un caso che questo sia stato il momento preciso in cui la marea ha cominciato a spostarsi. Dai pesi massimi del settore e dai media ora c'erano sospetto, risentimento e gelosia. Era chiaro che Jackson non era soltanto un ingenuo uomo-bambino (come è stato spesso presentato), o un uomo che cantava e ballava che conosceva e aveva accettato il suo posto come uno statico, sottomesso "intrattenitore". Aveva superato in astuzia alcune delle figure più potenti del settore. Stava crescendo artisticamente e finanziariamente. E stava cominciando a imparare ad esercitare il suo potere e la sua influenza culturale notevole per fini più sociali e politici.
"Non sarà perdonato in fretta per essersi preso così tante rivincite",
scrisse James Baldwin nel 1985, "perché ha dannatamente raggiunto il massimo, e l'uomo che ha sbancato il casinò di Monte Carlo non è comparabile a Michael. Tutto questo rumore è sull'America, custode disonesto della vita e della ricchezza dei neri, sui neri, specialmente i maschi, in America, e sulla bruciante, sepolta colpa americana, e sul sesso e i ruoli sessuali e sul panico sessuale, il denaro, il successo e la disperazione..."
Il contraccolpo, dunque, non fu solo sulle eccentricità percepite di Jackson. Si trattava anche di potere, di denaro e delle forme più sottili di dominio istituzionale e culturale. Nei decenni precedenti l'avvento di Jackson, come aveva suggerito James Brown, gli artisti neri erano fin troppo spesso "in mostra, ma non nel mondo dello spettacolo". Ora Jackson era una forza finanziaria da non sottovalutare. Il suo status, però, lo aveva anche trasformato in un bersaglio enorme.
A partire dal 1985, i mezzi di comunicazione divennero sempre più crudeli verso l'artista. "Vogliono il nostro sangue, non il nostro dolore," scrisse Jackson in una nota nel 1987. I tabloid presto cominciarono a denigrarlo con il soprannome di "Wacko Jacko" (un termine che Jackson disprezzava). Era un termine associato alla pop star dal tabloid britannico, The Sun, nel 1985, ma la sua etimologia risale a molto prima. "Jacko Macacco" era il nome di una scimmia famosa utilizzata nei match di
monkey-baiting (lotte fra scimmie e cani) di Westminster a Londra dal 1820. Successivamente
il termine "Jacco" o "Jacco Macacco" divenne il gergo Cockney (londinese) per riferirsi alle scimmie in generale. Il termine persisteva nel 20° secolo, quando le "scimmie Jacko" divennero giocattoli popolari per bambini in Gran Bretagna negli anni '50. Rimasero comuni nelle famiglie inglesi negli anni '80 (
e si possono trovare ancora oggi su Ebay).
Il termine "Jacko", quindi, non nacque dal nulla e di certo non era inteso come un termine affettuoso. Negli anni successivi, sarebbe stato utilizzato dai tabloid e dai media tradizionali allo stesso modo, con un disprezzo che non lasciava dubbi circa il suo intento. Anche da chi non aveva conoscenza delle sue radici e delle connotazioni razziste, è stato ovviamente usato come una sorta di emarginazione, per umiliare e sminuire il suo obiettivo. Come la scena della "Battaglia reale" di Ralph Ellison in
Invisible Man, è stato un processo attraverso il quale ridurre Michael Jackson l'uomo e l'artista a "Jacko" lo spettacolo ambulante per il gretto divertimento. (E' significativo notare che, mentre il termine è stato usato ampiamente dai media bianchi, è stato raramente, se non addirittura mai, usato dai giornalisti neri.)
Questa era la corrente sotterranea sinistra che cominciava a circolare intorno a Jackson, ed ebbe un impatto sia sulla sua psiche che su quella del pubblico (in particolare negli Stati Uniti). La tensione tra controllo e liberazione o fuga filtra da tutto l'album Bad e dai suoi video musicali di accompagnamento.
Nel cortometraggio di
"Leave Me Alone", per esempio, Jackson esprime acutamente la realtà carnevalesca della sua vita come un intrattenitore reso oggetto. Ispirato in parte da "I viaggi di Gulliver" di Jonathan Swift, un Jackson enorme è letteralmente intrappolato in un'attrazione di un parco di divertimenti mentre dei cani in giacca e cravatta conficcano dei paletti nel terreno per tenerlo fermo. Più tardi nel video canta in mezzo a giornali, banconote da un dollaro e all'interno di ricostruzioni di storie dei tabloid. E' un analisi astutamente consapevole (e socialmente consapevole) dell'intrappolamento, dello sfruttamento e della doppia coscienza nell'età postmoderna.
Parte della "sparizione" di Jackson, quindi, ha avuto anche a che fare con la realtà della sua vita. Non poteva più camminare liberamente in qualsiasi parte del mondo senza essere assalito, esaminato e sezionato.
Il suo ritiro è stato nella sua arte. Dal 1985 al 1987, lontano dagli occhi del pubblico, ha composto e registrato prolificamente. Le sessioni di Bad avrebbero alla fine generato più di 60 brani in vari stati di completamento. A un certo punto aveva considerato di pubblicarlo come un triplo album.
Jackson chiamava il suo studio casalingo ad Hayvenhurst "il Laboratorio". Qui è dove la magia è stata creata con un piccolo gruppo di musicisti e tecnici, tra cui Matt Forger, John Barnes, Chris Currell e Bill Bottrell (spesso definiti come il "B-Team"). Ormai è
diventato leggenda che Jackson scrisse "100 milioni" sul suo specchio del bagno, il numero di album che si aspettava che Bad vendesse. Il numero era più del doppio di quello che aveva venduto "Thriller" fino a quel momento. Quella era la portata delle ambizioni di Jackson.
Tuttavia non era solo il successo commerciale che cercava. Jackson voleva innovare. Disse ai suoi collaboratori che voleva creare dei suoni che l'orecchio non aveva mai sentito. Entusiasmanti nuovi sintetizzatori uscivano sulla scena a quel tempo, tra cui il Fairlight CMI e il Synclavier PSMT. "Si apriva davvero un altro regno della creatività", ricorda il tecnico di registrazione Matt Forger. "Il Fairlight aveva questa penna ottica che poteva disegnare una forma d'onda sullo schermo e ti consentiva di modificarla. Il Synclavier era un'estensione di questo. Molto spesso ci ritrovavamo a combinare gli elementi dei due sintetizzatori insieme per creare un carattere unico. Potevi farlo anche nel Synclavier, ma avevi anche la possibilità di un incremento molto fine per regolare l'attacco di ogni carattere del suono. E così facendo potevi davvero personalizzare il suono. Facevamo un sacco di campionamenti e creavamo nuovi caratteri del suono e poi creavamo una combinazione di suoni campione mixati con la sintesi FM".
Jackson era affascinato da queste nuove tecnologie e costantemente alla ricerca di suoni nuovi. Il carattere del suono di apertura di
"Dirty Diana", per esempio, è stato creato da Denny Jaeger, esperto del Synclavier e designer che proveniva dalla Bay Area. Quando Jackson sentì parlare di Jaeger e della sua biblioteca di nuovi suoni e paesaggi sonori, lo contattò e lo arruolò per Bad. I suoni di Jaeger alla fine sono apparsi sia su "Dirty Diana" che su "Smooth Criminal". "Michael era sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo", dice Forger. "Quanta roba potevamo inventare o cercare e trovare? Avvenivano un sacco di queste cose, questo era il Laboratorio".
Ciò che rende l'album Bad così senza tempo, tuttavia, è il modo in cui Jackson è stato in grado di integrare questa innovazione tecnologica con più qualità organiche, profonde. In
"The Way You Make Me Feel", per esempio, l'implacabile moto del ritmo si contrappone a tutte le qualità naturali e di improvvisazione che danno alla canzone il suo fascino: le improvvisazione vocali, lo schiocco delle dita, le armonie blues, i grugniti e sussulti percussivi, le esclamazioni. L'ingegnere del suono Bruce Swedien parla di come ha lasciato tutte le abitudini vocali di Jackson come parte dell'"immagine sonora complessiva". Non voleva rendere la canzone "pulita in modo antisettico" perché avrebbe perso il suo effetto viscerale.
In tanti modi Bad è stata la maturità di Jackson come artista. Quincy Jones lo sfidò all'inizio a scrivere tutto il materiale e Jackson rispose scrivendo nove degli 11 brani che hanno composto l'album e decine di altri che sono stati lasciati fuori. "Studia i grandi", scrisse in una nota a se stesso, "e diventa più grande". Parlava dell'"anatomia" della musica, di sezionare le sue parti. Stava anche leggendo molto, compreso il lavoro di
Joseph Campbell. Voleva capire cosa echeggiavano nel tempo il simbolismo, i miti e i temi, e perché.
Quando portò le demo al Westlake Studio per lavorarci con Quincy Jones e Bruce Swedien (l'A-Team), la maggior parte degli elementi chiave delle canzoni erano al loro posto. Ora era una questione di dettagli: piccoli ritocchi, rifiniture, incrementi, e con disappunto di Jackson, riduzioni. L'assistente tecnico Russ Ragsdale stima che siano stati utilizzati più di 800 nastri multi-traccia per creare Bad , un numero straordinario. Cumuli di questi riempivano la stanza di monitoraggio, dove Jackson lavorava spesso con il programmatore del sintetizzatore John Barnes. Le parti vocali venivano registrate ripetutamente fino a quando Jackson si sentiva soddisfatto. Jackson, Quincy Jones e Bruce Swedien continuarono a modificare e discutere le decisioni fino all'ultimo minuto prima della scadenza.
Altrettanta attenzione fu messa nei cortometraggi. Nelle sue note che seguivano
il video per Bad, Jackson sottolineava che non era ancora completamente soddisfatto della coreografia. Le mosse dovevano essere così interiorizzate che non ci doveva pensare. Lui doveva dissolversi nei passi e nella musica fino a diventare puro sentimento.
Molte persone ancora non si rendono conto del contributo che Jackson aveva su ogni dettaglio del suo lavoro, dalla coreografia alle luci, dai costumi alla storia. Durante le prove per il cortometraggio di
"Smooth Criminal" Jackson spiegò eloquentemente al regista Colin Chivers e al coreografo Vincent Paterson la tensione e il sollievo che sperava di ottenere
nel bridge. "Ecco perché lo sviluppiamo come su una montagna e lo riportiamo giù", ha spiegato. "Poi al culmine [fa l'effetto sonoro con la bocca] con gli archi alti. Qualcosa con cui cavalcare l'emozione che non ci avevamo messo [fa l'effetto sonoro con la bocca]. Un corno o qualcosa del genere, sai... Per guidare la sensazione... io voglio che la musica rappresenti il nostro modo di sentire... deve dettare le nostre emozioni, i nostri stati d'animo. Stiamo esprimendo il modo in cui tutti ci sentiamo. E' ribellione. Capite cosa voglio dire? Stiamo facendo uscire quello che abbiamo sempre voluto dire al mondo. Passione e rabbia e fuoco!"
Venticinque anni dopo i risultati parlano da soli. Video come "Bad" e "Smooth Criminal" sono tra i migliori che il mezzo ha da offrire. Canzoni come "Man in the Mirror", "The Way You Make Me Feel", "Dirty Diana" e "Another Part of Me" rimangono basilari nel vasto catalogo di Jackson. Sentire l'album rimasterizzato, incluso nel
set di 3 CD di Bad25 in uscita il 18 settembre, è un promemoria della sua personalità singolare e un piacere. Ascoltate le linee di basso propulsive, gli strati di ritmo, la sperimentazione vocale, le narrazioni cinematografiche, le esclamazioni tipiche e il vocabolario inventato, la vitalità e la gioia pura. Questo è pop nella sua forma più dinamica, e si distingue, con il miglior lavoro di Prince, come uno dei migliori album degli anni '80.
Bad è un ritratto dell'artista all'apice della forma - audace, creativo e sicuro di sé. Ora come allora "tutto il mondo deve rispondere".
www.theatlantic.com/entertainment/archive/2012/09/how-michael-jackson-made-bad/262162/?single_p...
- Traduzione a cura di 4everMJJ per MJFanSquare.
In caso di diffusione della traduzione si prega di riportare la fonte, grazie. -
[Modificato da Compix 13/09/2012 18:55]