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[top news] "Featuring Michael Jackson", il nuovo libro di Joe Vogel che raccoglie i suoi articoli su MJ più un pezzo inedito

Ultimo Aggiornamento: 29/10/2020 13:00
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12/07/2012 07:37
 
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Ed ecco la traduzione della Top Ten di Vogel [SM=g27822] Devo dire che alcune scelte mi son proprio piaciute, come l'inclusione di Morphine e Who Is It, ma Stranger in Moscow alla n°2 mi perplime assai visto che parla di canzoni "più impressionanti artisticamente", con tutto il ben di Dio che MJ ha prodotto... ma ovviamente son gusti personali [SM=g27823] Metto nel primo post anche il link per l'acquisto della versione ebook del libro.


La seguente lista è inclusa in FEATURING MICHAEL JACKSON , una raccolta di articoli e saggi sul Re del Pop, uscita in tutto il mondo mercoledì 11 luglio 2012. Una precedente incarnazione di questo elenco è stata pubblicata sull'Huffington Post il 25 giugno 2010.

Una lista di Top Ten di Michael Jackson non è un compito facile. Si presta inevitabilmente all'esame approfondito e alla contestazione (Come hai potuto lasciare fuori [riempite lo spazio vuoto]?). Ovviamente non ci può essere elenco definitivo. Ma il dibattito è parte di ciò che rende queste liste divertenti.

Nel corso degli anni, ho spostato brani dentro e fuori e su e giù nella classifica (anche se molti sono rimasti costanti). Particolarmente strazianti sono le selezioni finali - si è tentati di assegnare semplicemente dei pari merito per fare spazio ad altre grandi canzoni. La difficoltà nello scegliere la migliore opera rappresentativa di Jackson, però, parla per la qualità, la diversità e la profondità del suo catalogo.

Ho reso il mio compito leggermente più facile scegliendo solo tra il suo lavoro da solista (dal 1979 in avanti). In aggiunta ho deciso che non avrei considerato l'impatto culturale, il successo commerciale o i video musicali nelle mie valutazioni. Inoltre questi dieci brani non sono necessariamente le canzoni che trovo più piacevoli da ascoltare. Piuttosto queste sono le dieci canzoni che mi sembrano le più impressionanti artisticamente. Tutti gli elementi del brano sono stati considerati: la musica, la produzione, il testo, la performance vocale, l'innovazione, la creatività, l'originalità e l'impatto estetico nell'insieme.

Mentre alcune delle canzoni in questo elenco sono ben note, altre hanno ricevuto poca attenzione. Uno degli obiettivi del mio lavoro è stato quello di incoraggiare una maggiore rivalutazione del lavoro di Michael post anni '80, molto del quale si spinge in territorio audace e impegnativo. Contrariamente al giudizio convenzionale, l'arte di Jackson non si è affievolita dopo Thriller. Durante la sua carriera, il suo lavoro si è evoluto in maniera entusiasmante e coinvolgente.

Senza ulteriore riserva, quindi, umilmente presento le mie Top Ten Songs di Michael Jackson di tutti i tempi. Se fossi costretto a mettere insieme un gruppo di canzoni da far competere con il miglior lavoro dei Beatles o di Bob Dylan o di Prince, queste sarebbero quelle che porterei.

10.) Human Nature e I Can’t Help It

Okay, sto barando già da subito con due a pari merito. Non riuscivo a lasciar fuori una di queste. Entrambe le canzoni sono prodotte magnificamente, ricche, strutturate gemme perfettamente cantate. Mostrano tutto ciò che era speciale della collaborazione creativa fra Michael Jackson e Quincy Jones. Ascoltate la meraviglia, la nostalgia e il desiderio palpabili, i vibranti e onirici paesaggi luccicanti che evocano, l'incandescenza vocale che trascende la lingua. Non è un caso che entrambe le canzoni siano tra i pezzi di cui sono state fatte più cover dell'intero catalogo di Jackson (tra cui una riedizione di "Human Nature" di Miles Davis), ma nessuno si è avvicinato alla brillantezza degli originali.

9.) They Don’t Care About Us

Le accuse di antisemitismo erano in malafede fin dall'inizio. Questa canzone è sul dire la verità al potere, è un sonoro pugno alzato a nome dei senza voce. "Dimmi quello che è stato dei miei diritti", esige. "Sono invisibile perché mi ignorate / Il vostro annuncio mi ha promesso la libertà". Il ritornello controverso è scandito in staccato in rime veloci, durante un ritmo crepitante e sferzante mentre la radio della polizia e gli archi incombono minacciosamente sullo sfondo. Canzone di indignazione e di presa di coscienza, è senza dubbio una delle dichiarazioni politiche più potenti di Jackson, e una delle migliori canzoni di protesta degli anni '90.

8.) Don't Stop 'Til You Get Enough

Cosa non è da amare in questa canzone? Questa è stata la svolta di Michael Jackson come artista solista. Il basso sfuggente dell'intro con Michael che sussurra timidamente ("Sai, mi stavo chiedendo...") è stata correttamente descritta come "dieci secondi di perfetta tensione pop." La suspense aumenta fino al momento in cui Jackson scatena il suo tipico "oooooh" e la pista esplode in un caleidoscopio di suoni. Da lì la canzone è pura estasi e non si attenua per sei minuti, mentre il falsetto di Jackson si libra con gioia leggera e abbandono. Apre un brillante album di debutto che un critico ha definito la "stele di Rosetta per tutto il successivo R&B."

7.) Who Is It

I paragoni con "Billie Jean" sono appropriati data la sua linea di basso pulsante e l'argomento cupo. Ma "Who Is It" è ben lungi dall'essere una replica, anzi, la canzone è una eccellente dimostrazione dell'evoluzione di Jackson come artista. Ascoltate il modo in cui l'inquietante intro gotica soprano cede il passo al ritmo pesante, persistente (basato sul beatboxing diJackson). Ascoltate la profondità emotiva della narrazione confessionale di Jackson, arricchita dai suoi rantoli e grida angosciati. Ascoltate gli strati sovrapposti, poliritmici nella chiusura stile trance. Per chi non conosce il lavoro post anni '80 di Jackson questo è un buon punto di partenza. Un esorcismo di sei minuti e mezzo, "Who Is It" è il dolore personale tradotto in arte sublime.

6.) Morphine

Questa canzone continua a salire sempre più in alto nelle mie classifiche. Parte di ciò che rende grande un'opera d'arte è la sua capacità di spingere verso il limite estremo dell'esperienza umana, per togliere via tutto il ripieno e le sottigliezze e le illusioni, e esprimere qualcosa di crudo e reale. Questo è ciò che fa Michael Jackson in "Morphine". Si tratta di una dolorosa, tragica canzone. Ma è anche onesta e coraggiosa. La canzone aggredisce l'ascoltatore in ondate incessanti di fragore, mentre Jackson sputa frammenti di insulti interiorizzati. Dietro di lui di tanto in tanto sente una TV accesa, come se fosse stata lasciata così tutta la notte. In realtà si tratta di clip audio dal film di David Lynch, "The Elephant Man", nel quale il "freak" di epoca vittoriana Joseph Merrick viene schernito e perseguitato. Questo è il tipo di tocco brillante che rende il lavoro di Jackson così irresistibile. L'aggressione sonica lascia il posto brevemente al bridge mentre il "medicinale" calmante fa il suo effetto. Per un attimo c'è pace e salvezza. Ma questa salvezza arriva ad una fine improvvisa, quando l'ascoltatore viene ributtato nello spietato stridio della realtà. Sperimentale, audace ed emotivamente potente, questa traccia merita il suo posto tra i migliori lavori di Jackson.

5.) Man in the Mirror

Questa, più di ogni altra traccia, è stata la canzone a cui il pubblico ha fatto riferimento all'indomani della morte di Jackson. Più di venti anni dopo la sua pubblicazione ha raggiunto la n° 1 nella classifica dei singoli di iTunes. I critici le hanno spesso dato poca attenzione rispetto ad altre canzoni definite inni di un'epoca, ma non si può negarle il suo posto nel nostro DNA culturale. "Man in the Mirror" sta accanto a "Imagine" di John Lennon e “What’s Goin’ On” di Marvin Gaye" come uno dei grandi appelli della musica popolare per il rinnovamento individuale e sociale. Jackson inietta nel testo di Siedah Garrett una passione inusuale e un'energia spirituale. Alzate il volume e ascoltate l'incantesimo dell'improvvisazione di Jackson, la maestosa chiamata e risposta con l'Andrae Crouch Singers Choir, la struttura trascendente. Almeno in quei cinque minuti farà vi farà credere nella sua carica per cambiare il mondo.

4.) Wanna Be Startin 'Somethin'

Uno dei tratti distintivi di Jackson come artista è la sua capacità di fondere stili musicali apparentemente disparati e questa traccia energicamente unica ne è l'esempio perfetto. "'Startin Somethin '"contiene elementi di funk, disco, R&B, world music, afro-beat, e gospel. Come "Billie Jean" è un dance groove irresistibile che per caso è anche profondamente eccentrico, originale, e ritmicamente complesso. Mentre il ritmo è frenetico e pimpante, il testo parla dell'isteria della vita moderna (compresi i crolli mentali, le gravidanze indesiderate ed essere mangiati come un buffet). "E' troppo alto da superare," canta "troppo basso per passarci sotto / Sei bloccato in mezzo / E il dolore è tuono." La svolta culminante, con il tipico canto afro - ma ma se, ma ma sa, ma ma coo sa - è uno dei momenti più affermanti e trionfanti della musica popolare. Per tutta la follia, la confusione e l'ansia che ci circondano, suggerisce, c'è redenzione e armonia nella musica.

3.) Earth Song

Un paio di brani possono essere esteticamente superiori, ma nessuna canzone nel catalogo di Jackson è potente come "Earth Song". È la sua più grande dichiarazione artistica. Forse il suo precedente più vicino nella musica popolare è "A Hard Rain A-Gonna Fall" di Bob Dylan, un poema epico apocalittico simile radicato nella Bibbia e nel blues. Musicalmente, però, Jackson ha portato il suo inno altrove, fondendo lirica, rock e gospel per costruire un dramma e un'urgenza ineguagliato dai suoi predecessori . La culminante chiamata e risposta con l'Andrae Crouch Choir, punteggiata dalle esclamazioni di angoscia senza parole di Jackson, è semplicemente mozzafiato. "Earth Song" è andata in testa alle classifiche in oltre quindici paesi, ma è stata ampiamente stroncata dalla critica, che non sapeva bene cosa farne. Il cinismo che ha incontrato nel 1995 in America (dove non è stata neanche pubblicata come singolo) dice molto di più sullo stato del paese che sulla canzone. Questa geremiade da sei minuti e mezzo è ora più importante che mai.

2.) Stranger in Moscow

Era una tentazione mettere questa come una sorpresa al n° 1. E può certamente starci. Questa è la versione di Jackson dell'influente "A Day in the Life" dei Beatles: una canzone-poesia meditabonda e frammentata su come ci si sente ad essere soli nel mondo moderno ("Vagavo sotto la pioggia," apre "Maschera della vita, sentendomi pazzo"). Costruita su due sole progressioni di accordi, "Stranger in Moscow" offre probabilmente i testi più interessanti della carriera di Jackson. La canzone parla di maschere e illusioni, di esilio e invisibilità. E' sull'essere conosciuto ovunque, ma non avere appartenenza. Jackson è soffuso e pacato per la maggior parte della traccia, il ritornello che ripete un sordo, ritmo meccanico. Eppure nella sezione finale fa breccia con espressioni penetranti di isolamento e di disperazione ("Sto vivendo da solo, sto vivendo da solo, baby!"). Anche se non è mai finito in nessuna raccolta di Greatest Hits nel corso del tempo, "Stranger in Moscow" sarà senza dubbio sostenuta come una delle più belle realizzazioni artistiche di Jackson.

1.) Billie Jean

Nessuna sorpresa qui. "Billie Jean" è quasi unanimemente definita il capolavoro di Michael Jackson, e a ragione. Forse nessun'altra canzone incarna in modo più perfetto i paradossi, le tensioni, la magia e il mistero del suo creatore. E' la rara traccia dance che è immediatamente accessibile (con la sua linea di basso seducente e la sua cornice minimalista), ma profondamente stratificata ed evocativa. La sua storia cupa, inquietante, non poteva essere più lontana dalle tradizionali Top 40 del pop, ma il singolo in qualche modo è riuscito a restare alla n° 1 per sette settimane nel 1983 ed è rimasto popolare per gli ascoltatori da allora. Il critico musicale Mark Fisher la definisce "una delle opere d'arte più grandi del XX secolo, una scultura sonora a più livelli la cui sinuosa lucentezza da pantera svela ancora dettagli e sfumature mai osservate dopo quasi trenta anni." Morale della favola: Qualsiasi discussione su Jackson come artista comincia con "Billie Jean", un brano reso ancora più straordinario dal fatto che è stato scritto, composto, arrangiato e co-prodotto da Jackson stesso all'età di 23 anni.

www.joevogel.net/the-top-ten-michael-jackson-songs-of-...

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[Modificato da Compix 12/07/2012 18:59]
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