Ricordo che ero molto emozionato!
Il mio idolo, da quando ero bambino, finalmente dal vivo. Nel 1988, quando era davvero al top, in ogni senso, non mi permisero di andare a vederlo; troppo piccolo, troppa folla, blabla. Ero disperato.
Andai a vederlo con una mia amica, più piccola di me, e in parte questo mi impedì di essere assorbito completamente dall'entusiasmo, perchè dovevo badare a lei. Avevo un po' paura che la folla la travolgesse, che si sentisse male, che svenisse per la permanenza eccessiva sotto il sole durante la strenuante fila.
Quando aprirono i cancelli, dovetti rallentare la corsa per aspettarla, le tenevo la mano e avevo davvero paura che cadesse e quelli dietro la calpestassero. Risultato: una buona postazione ma non eccellente quanto quella che avrei potuto conquistare in solitaria. Pazienza.
Ancora qualche ora di sofferenza, schiacciati dalla folla, una fatica che adesso non rifarei più nemmeno se lautamente ricompensato.
Poi "Brace yourself"...tensione alle stelle...e BAM!
Eccolo lì, davanti a me...a noi in realtà, ma per un momento mi è sembrato di essere da solo con lui.
Davanti a me. Michael Jackson. Il tizio di THRILLER e BAD. Quello di cui mi sono (musicalmente) innamorato nel 1983, all'epoca di "Thriller". Quando avevo solo dieci anni.
The Gloved One. L'uomo dei record. Il Numero 1. Quello che forse dorme in una camera iperbarica come una straodinaria creatura tanto talentuosa quanto folle e, per questo, ancor più affascinante!
Credo che per un istante il mio cuore abbia smesso di battere.
Ricordo dei pensieri sconnessi che mi attraversavano la testa: "Non è possibile". "Ma allora esiste!". "Cazzo, è davvero bianco".
Ma il succo è che lui era lì, immobile, e sembrava davvero che srigionasse un'energia tangibile, incredibile, soprannaturale.
Passavano i secondi, diventavano minuti, e a me sembrava che il tempo si fosse fermato. Solo l'ingresso in scena valeva il prezzo del biglietto. Anche se fosse scomparso in una nuvola di zolfo, sarei comunque stato soddisfatto di averlo visto.
Poi, quando l'emozione del pubblico (la mia emozione) stava tornando a livelli accettabili, ha mosso la testa! Delirio!
Io ancora ammutolito, ho pensato "Cazzo! E' davvero vivo!"
E partì JAM, irresistibile (è il mio pezzo preferito dell'album), e Mike incominciò a ballare. In un certo senso, un certo tipo di magia finì in quel momento, ma ne iniziò un'altra. Quella della sua musica, della sua voce, dei suoi passi di danza.
Ricordo che non si tolse gli occhiali prima che incominciasse la musica, ma solo durante la coreografia con i ballerini, prima del rap; mentre ballava gli si muovevano fastidiosamente, così li ha presi e li ha lanciati via.
Persi di vista la mia amica, che presa dall'entusiasmo si era intruffolata tra la folla per arrivare più vicino al palco; il resto del concerto lo seguii con un po' di apprensione, ma era sopportabile.
Ricordo una leggera delusione, attutita dalla splendida entrata e dalla mia emozione di fan, nel constatare che parte del concerto era in playback, ma ero soddisfatto. Avevo visto il mio idolo dal vivo!
Quando svolazzò via con lo zainetto a razzi, ricordo che fui da una parte deluso, perchè tutto era finito...dall'altra sollevato, perchè avrei potuto nuovamente considerare Michael Jackson un eroe irreale, fantastico, proveniente davvero da un altro pianeta come E.T.
Avrei potuto ripensare a ciò che avevo visto e sentito,metabolizzarlo e farlo mio, ricordarlo, raccontarlo alla gente, condividere il mio entusiasmo e le mie delusioni.
E avrei potuto assincerarmi che la mia amica stesse bene!
Il sogno era finito, e lasciavamo lo stadio soddisfatti e un po' intontiti sulle note di "Dangerous". Noi, camminando come semplici mortali...lui volando via, verso altri mondi, o altre dimensioni.
"Grazie Silvio, senza di te non ce l'avrei fatta...con affetto, Leo"