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Lucio Dalla: scontro tra il ministro e la famiglia

Ultimo Aggiornamento: 12/10/2014 21:22
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Lacrime e applausi per l'ultimo saluto
La basilica di San Petronio e piazza Maggiore gremite per i funerali dell'artista nel giorno della sua data di nascita. Don Boschi, il suo confessore: "Eri l'insostenibile leggerezza dell'essere". In chiesa Zero e Jovanotti, Ligabue e Vecchioni e tutta la musica italiana. Alla fine della cerimonia Marco Alemanno legge il testo di "Le rondini"
Lo leggo dopo
L'esterno di San Petronio (afp)
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Bologna, anche allo stadio il ricordo di Lucio
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"Buon compleanno". Bologna saluta Lucio
ma non riesce a dirgli addio
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''Crudele la morte di Lucio, vero Marco?'' Padre Boschi si rivolge ad Alemanno
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Da Liga a Jovanotti, l'addio del mondo dello spettacolo a Dalla
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Dalla, il feretro lascia la basilica tra gli applausi
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''Bologna ha perso un figlio vero'', il ricordo di padre Boschi
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Marco legge ''le rondini'', lacrime per Lucio
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Vecchioni davanti alla salma di Dalla
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Dalla, la sua Fiat 1100 listata a lutto
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Funerali Dalla, il feretro in Chiesa tra gli applausi
BOLOGNA - "Buon compleanno Lucio". Mani che battono e occhi che piangono. E' il 4 marzo, in San Petronio l'ultimo saluto a Dalla, fra basilica e piazza ci saranno più di diecimila persone e padre Bernardo Boschi, che era il suo confessore, quella frase la dice all'inizio dell'omelia, "buon compleanno, Lucio", si commuove pure lui, oggi è il 4 marzo e lo sanno tutti che è il suo compleanno perché tutti l'hanno cantato. E se il ricorso va "a quando lo festeggiavi con tua madre in piazza Cavour, oggi è tutta Bologna che lo festeggia con te".

IL FOTORACCONTO 1 / I girasoli di Vasco 2

VIDEO L'applauso 3 / Marco legge Le rondini 4

E' il momento dell'arrivederci, quarantott'ore di omaggio senza soluzione di continuità. E' cominciato ieri, col feretro uscito dalla casa di via D'Azeglio intorno alle novemmezza e poi ad aspettare gli amici e i concittadini nel cortile d'onore di Palazzo D'Accursio, un viavai di persone 5 che è andato avanti fino a sera inoltrata, alla fine sono stati in cinquantamila a poggiare la mano sulla bara. Oggi le emozioni si sono spostate fra basilica e piazza, gremite entrambe. Fuori, tutti con gli occhi sul maxischermo. Applauso lunghissimo e campane dell'Arengo a lutto quando il feretro è arrivato in piazza. Dietro alla bara Marco Alemanno, Ron e le persone più care, più vicine. Dentro, tutta la musica italiana ad aspettarlo, Ligabue e Gianni Morandi, Jovanotti e Renato Zero, Renzo Arbore e Samuele Bersani, Cesare Cremonini e Gigi D'Alessio, Gaetano Curreri e Amedeo Minghi, Mek, Biagio Antonacci, i Pooh, Roberto Vecchioni. Poi ci sono le autorità, il sindaco Virginio Merola e il presidente della Regione Vasco Errani, il prefetto Angelo Tranfaglia e il questore Vincenzo Stingone, e ancora, Pier Ferdinando Casini e Luca Cordero di Montezemolo. Sulla bara c'è anche la corona di fiori di Giorgio Napolitano.

Celebra monsignor Gabriele Cavina, provicario generale della Diocesi di Bologna.Ma Boschi era il confessore, lo conosceva bene, è lui che ne parla col calore dell'affetto. "Lucio trasmetteva serenità e gioia, ci ha lasciati più soli e più tristi. Ma l'eredità che ci lascia è proprio questa, l'insostenibile leggerezza dell'essere", dice, durante l'omelia. E non può non citare l'immensa manifestazione d'affetto della città, "tutta Bologna ti vuole bene - aggiunge - tu hai amato tutti, questo popolo ti capisce, dalle autorità agli ultimi. Bologna ha perso un figlio vero che ne rappresentava la sottile ironia, la profondità, anche quella specie clownesca propria della sua creatività". Una creatività che lui "attingeva dalla profondità, aveva una profonda sete di Dio, dell'assoluto". E pensa a una sua canzone, "mi viene in mente quando dicevi la terra finisce, comincia il cielo. Tu sarai con la mamma a celebrare questo compleanno, noi qui siamo tristi ma tu non vorresti che lo fossimo". E ha concluso dicendo "caro Lucio, ti salutiamo, saremo sempre con te perché tu sei con noi, in mezzo a noi".

Tocca a Marco Alemanno, che gli è stato vicino negli ultimi anni, che avuto "l'onore, il piacere, il privilegio di crescere accanto a lui", leggere Le rondini. Unica concessione al suo repertorio in una cerimonia dalla quale, per volontà della Cei ("per non spettacolarizzare l'evento") le canzoni di Lucio sono state bandite. Alemanno fra la bara e l'altare legge il testo della canzone, sogni, tu sogni nel mare dei sogni, vorrei girare il cielo come le rondini. E' l'ultimo passaggio. "Oggi - conclude - insieme a voi posso dirgli grazie". Il feretro esce dalla basilica accolto da un lunghissimo applauso. Poi via, verso il cimitero La Certosa. Accanto a sua madre.
(04 marzo 2012)

www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2012/03/04/news/lucio_dalla_funerali-30929886/?ref...

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Lacrime e dolore al funerale Lucio Dalla nel cuore di tutti
Il saluto di cinquantamila persone VIDEO Il passaggio del feretro di Dalla tra la folla Commenti
Padre Boschi nell'omelia: "Bologna ha perso un figlio vero". L'amico Alemanno, straziato, legge 'Le rondini' e ricorda l'artista. L'ultimo abbraccio, tra applausi e commozione di Chiara Barin



Il funerale di Lucio Dalla (foto Schicchi)
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La diretta Twitter del funerale
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Dalla, il primo giorno di camera ardente
Lucio Dalla, funerale senza canzoni in San Petronio
Piazza Maggiore nel giorno dell'addio a Lucio Dalla
'Le rondini' di Lucio Dalla
Una corona di girasoli: l'omaggio di Vasco a Dalla
Bologna, 4 marzo 2012 - Ancora una folla per applaudirlo e per scandire il suo nome, rompendo il silenzio dopo l’ultima benedizione. Lucio Dalla è arrivato alla Certosa di Bologna, atteso da circa 500 persone. Alcuni di loro lo hanno salutato alzando la sciarpa rossoblù del Bologna. Prima di arrivare al cimitero della Certosa, il corteo funebre ha fatto un breve giro sui colli bolognesi, tanto amati dal cantautore.
Il cantautore è stato tumulato in una tomba a muro al piano superiore del campo 71, poco distante dal padre Giuseppe, morto quando lui aveva sette anni, e dalla madre Jole Melotti. Ad accompagnare il feretro fino all’ultimo c’erano Ron, Marco Alemanno, Tobia Righi, Benedetto Zacchiroli e Gaetano Curreri. Sulla bara, un portacenere di vetro tenuto fermo con nastro adesivo e un mozzicone di sigaretta. Quando la bara era passata per l’ultima volta davanti alla gente, qualcuno ha intonato ‘Caro amico ti scrivo’ (guarda le foto).
"Il primo insegnamento che ci ha dato - ha detto padre Mario Micucci, rettore della Certosa, che si è occupato dell’ultima preghiera - è quello della sua grande umanità. La vostra presenza qui, così numerosa, è il segno che Lucio è stato sì un grande artista ma anche un grande uomo, fratello, amico. Come uno di famiglia e noi siamo la sua famiglia". Questo giorno "che sarebbe stato - ha aggiunto - il suo compleanno, sia il primo della sua vita in cielo, il suo ‘dies natalis’, come lo chiamavano i primi cristiani. Ora e’ la’ che canta con gli angeli".


ORE 16 - Il feretro di Lucio Dalla lascia la Basilica di San Petronio tra gli applausi attorno alle 16 (guarda le foto dei funerali). Piazza Maggiore in lacrime applaude il passaggio del feretro di Lucio Dalla, che esce dalla basilica di San Petronio per il suo ultimo viaggio verso il cimitero della Certosa.

ORE 15,50 - Marco Alemanno legge 'Le rondini' al funerale di Lucio Dalla. "Oggi, insieme a voi, posso dirgli grazie": si è concluso così, tra le lacrime, l’intervento dell’amico più vicino all'artista. Il giovane attore di origine pugliese ha ricordato quando, bambino, ha sentito per la prima volta il brano ‘Le rondini’. "Chi poteva sapere che qualche tempo dopo avrei incontrato quel signore, che avrei potuto lavorarci insieme. Invece è successo e da qualche tempo ho l’onore e il privilegio di crescere al fianco di Lucio. Nonostante tutto il tempo che è passato, ascolto ancora quel brano e ancora mi commuovo. Oggi, insieme a voi, posso dirgli grazie’’. Alemanno ne ha parlato al termine della messa, davanti alla bara.

ORE 14,50 - "Buon compleanno Lucio": sono bastate queste parole, pronunciate all’inizio dell’omelia da padre Bernardo Boschi, per far scattare l’ennesimo applauso della basilica di San Petronio per Lucio Dalla, durante i funerali nella basilica di San Petronio a Bologna. "Tu sarai con la mamma a celebrare il tuo compleanno, noi invece siamo qui rattristati ma tu per primo ci diresti: state sareni. Bologna ha perso un figlio vero". Lucio Dalla "rivestiva di Bologna quella sottile ironia, quella profondità, anche quella specie clownesca propria della sua creatività". E poi: "Lucio Dalla veniva da un colloquio con Dio incredibile, la sua fede passava attraverso l’uomo e rifletteva la sua umanità. Lucio con la parola e con la musica scolpiva nelle nostre anime, attingeva dalla profondità, con la sua sete di Dio e dell’assoluto". "Lucio trasmetteva serenità e gioia, l’eredità che ci lascia è proprio questa, l’insostenibile leggerezza dell’essere. Ti abbraccio, saremo sempre con te perché tu sarai in mezzo a noi".

ORE 14,30 - Alle 14,30 iniziano i funerali di Lucio Dalla nella Basilica di San Petronio a Bologna (guarda le foto), nel giorno in cui avrebbe l'artista avrebbe compiuto 69 anni. Gabriele Cavina, provicario della Diocesi di Bologna, ha aperto la celebrazione dicendo: "Oggi, parafrasando una frase dello stesso Lucio Dalla, si apre il secondo tempo della sua vita. Oggi anche la basilica di San Petronio è troppo piccola per lui, domenica scorsa era qui per la messa, oggi siamo qui per lui. Oggi avrebbe compiuto gli anni, la morte è il definitivo compimento dei nostri anni’’.

Le letture: il sacrificio di Abramo raccontato in Genesi, una lettura di San Paolo ai Romani e il racconto della trasfigurazione nel Vangelo di Marco.

E’ quasi al completo l’elenco dei musicisti e cantanti italiani che siedono nella basilica. Attorno all’attore Marco Alemanno i collaboratori più stretti di Dalla, ma nelle primissime file ci sono anche Gianni Morandi, Ron, Ligabue, Jovanotti, Renato Zero, Renzo Arbore, Samuele Bersani, Cesare Cremonini, Gigi D’Alessio, Gaetano Curreri, Amedeo Minghi, Mek, Biagio Antonacci, i Pooh e Roberto Vecchioni.
Ci sono anche il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini e il presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo. Nelle panche riservate alle autorità il sindaco Virginio Merola, il presidente della Regione Vasco Errani, il presidente della fondazione Carisbo Fabio Roversi Monaco e tutte le altre massime rappresentanze locali, tra cui anche il prefetto Angelo Tranfaglia e il questore Vincenzo Stingone.

La basilica contiene 5.500 persone, di cui 550 seduti. Piazza Maggiore è gremita di persone che seguono la funzione dal maxischermo (guarda il video).

ORE 14 - La basilica di San Petronio è piena in attesa dell’inizio del funerale di Lucio Dalla, alle 14,30. La bara di Lucio ha lasciato la camera ardente per entrare nella basilica di San Petronio alle 14,15 (guarda il video). Le campane dell'Arengo hanno rintoccato a morto. Il Crescentone, la parte centrale rialzata di piazza Maggiore, è piena di persone, così come gli scalini della chiesa.
A mezzogiorno di oggi erano 50mila le persone che hanno reso omaggio alla salma di Lucio Dalla alla camera ardente nel cortile d’onore di Palazzo D’Accursio, a Bologna. Sono 30 mila invece, le firme sui libri d’onore (25 mila ieri, altre 5 mila stamane). Poco prima delle 13 alla camera ardente si è fatto vedere l’amico e cantautore Roberto Vecchioni, mentre stamane e’ passata Paola Turci, l’intera squadra del Novara, che stasera giocherà contro il Bologna e Roberto Baggio. Fuori dalla camera ardente, in via 4 novembre, è parcheggiata una vecchia auto appartenuta al cantautore bolognese, una Fiat 1100 (guarda le foto). Sul vetro c’è un cartello che dice: “porto l’ultimo saluto al mio ex padrone, Lucio Dalla”.

www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/2012/03/04/676117-lucio-dalla-funera...
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Lucio Dalla
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Lucio Dalla

Nazionalità Italia
Genere Soul
Rock
Beat
Pop
Periodo di attività 1962 – 2012
Etichetta ARC, RCA Italiana
Album pubblicati 29
Studio 23
Live 6
Sito web luciodalla.it
« Ah sì, è la vita che finisce / ma lui non ci pensò poi tanto, / anzi si sentiva felice / e ricominciò il suo canto... »
(Lucio Dalla, Caruso)
Lucio Dalla OMRI (Bologna, 4 marzo 1943 – Montreux, 1º marzo 2012) è stato un cantautore e attore italiano.
Sul piano musicale è stato uno dei più affermati cantautori italiani, considerando la continuità della sua carriera che ha raggiunto i 50 anni di attività artistica.
Musicista di formazione jazz, riscopertosi poi autore dei testi delle sue canzoni in una fase matura, ha suonato da clarinettista, sassofonista e da tastierista.
La sua produzione musicale ha attraversato numerose fasi, dalla stagione beat alla sperimentazione ritmica e musicale, fino alla canzone d'autore, arrivando a varcare i confini della lirica e della melodia italiana; è stato inoltre un autore conosciuto anche all'estero, ed alcune sue canzoni sono state portate al successo tradotte in varie lingue, da Tutta la vita che Olivia Newton-John incise nel 1989 nel suo album The Rumour (tradotta da Davitt Sigerson[1]) a 4/3/1943 che Chico Buarque De Hollanda tradusse in portoghese come Minha historia[2], da Se fossi un angelo e Canzone, entrambe lanciate in spagnolo da Ana Belen (come Si Yo Fuera un Ángel e Cancion[3]) a Caruso, incisa da moltissimi artisti tra cui Julio Iglesias, Luciano Pavarotti, Enrique Candela (in spagnolo), Helmut Lotti (in inglese), Mireille Mathieu (in francese), Richard Galliano (strumentale)[4].
Indice [nascondi]
1 Biografia
1.1 Gli inizi
1.2 La carriera da solista
1.3 La collaborazione con Roberto Roversi
1.4 La maturità artistica e il grande successo
1.5 La collaborazione con Francesco De Gregori
1.6 Gli anni ottanta
1.7 La collaborazione con Gianni Morandi
1.8 Gli anni novanta e duemila
1.9 La nuova collaborazione con De Gregori e il ritorno a Sanremo
1.10 La morte improvvisa
2 Passione per lo sport
3 Curiosità
4 Discografia
4.1 Album
4.2 Singoli
4.3 Partecipazioni
4.4 Duetti
4.5 Autore
5 Talent-scout
6 Cover
7 Video musicali
8 Filmografia
9 Onorificenze
10 Dediche
11 Note
12 Bibliografia
13 Altri progetti
14 Collegamenti esterni
Biografia

La sua carriera attraversò quattro periodi: le origini (tra il 1964 e il 1972 con il gruppo musicale "Gli Idoli"), il periodo Roversi (tra il 1973 e il 1976), la maturità artistica (tra il 1977 e il 1993) e la fase pop degli ultimi anni.
Gli inizi


Lo zio di Lucio, Ariodante Dalla
Bolognese, suo padre fu direttore in città del club di tiro a volo (sarà citato in "Come è profondo il mare": "Babbo, che eri un gran cacciatore di quaglie e di fagiani..."), sua madre, Iole Melotti (ritratta nella copertina dell'album "Cambio"), fu sarta casalinga, mentre suo zio Ariodante Dalla, fu cantante melodico popolare negli anni quaranta e cinquanta.
Nel 1950, a sette anni, Dalla rimase orfano di padre, che morì stroncato da un tumore, e la madre decise di istruirlo presso il Collegio Vescovile "Pio X" di Treviso, dove trascorse le scuole elementari e dove iniziò ad esibirsi nelle recite scolastiche; imparò quindi a suonare la fisarmonica. Il percorso scolastico non fu lineare: iniziò ragioneria, passando poi al liceo classico e infine al liceo linguistico.
Tornato adolescente a Bologna, si appassionò al jazz: la madre, per il suo tredicesimo compleanno, gli regalò un clarinetto, che il giovane Lucio imparò in fretta a suonare, esibendosi in alcuni gruppi dilettantistici della città e mettendosi subito in evidenza. In questo periodo conobbe Gianfranco Baldazzi, che diventerà in seguito suo fido collaboratore. Fece parte, come clarinettista, di un gruppo jazz bolognese, la Rheno Dixieland Band, di cui fece parte anche il regista Pupi Avati, il quale, sentendosi "chiuso" dal talento di Dalla, abbandonò presto trovando la via del cinema.
La madre, di origini pugliesi, ogni anno era solita andare in vacanza a Manfredonia. Da qui nacque l'amore di Dalla per il mare. Per pagare dei lavori di sartoria, alcuni clienti residenti nelle Tremiti le diedero una casa nell'arcipelago [5] così Dalla cominciò a trascorrervi tutte le estati, fino ad aprire in loco uno studio di registrazione nell'età matura.
Nel 1960 partecipò con la Rheno al Primo festival europeo del Jazz, ad Antibes, in Francia. La formazione bolognese si classificò al primo posto tra le "bande tradizionali". Si fece così notare da un'orchestra di professionisti romani, la "Second Roman New Orleans Jazz Band", composta da Maurizio Majorana, Mario Cantini, Peppino De Luca, Roberto Podio e Piero Saraceni; con loro ebbe, nel 1961, la prima esperienza in sala d'incisione, suonando il clarino nel brano strumentale Telstar, cover di un successo internazionale, pubblicato dalla RCA su 45 giri, che fu la sua casa discografica per la prima parte della sua carriera.
Alla fine del 1962 entrò invece nei Flippers collaborando quindi ad alcune incisioni di Edoardo Vianello, che i Flippers accompagnarono anche nelle serate. Come raccontò lo stesso Dalla a "Torinosette" (settimanale de "La Stampa"), proprio con i Flippers firmò il suo primo contratto, sempre nel 1962, poco prima di iniziare la collaborazione con Vianello, impegnandosi per alcune serate nella sala "Le Roi Lutrario" di Torino, dove ebbe dispute con i padroni del locale che non approvarono la sua abitudine di esibirsi scalzo. Torino tornerà in numerose sue canzoni degli esordi scritte con Roversi.


Gino Paoli e Lucio Dalla durante il Cantagiro del 1964
Durante queste serate, prese a esibirsi negli estemporanei gorgheggi in stile scat, che divenne poi una sua caratteristica vocale: una delle sue prime incisioni scat fu inserita in un album dei Flippers, intitolato "At Full Tilt", nella canzone Hey you.
Coltivando lo studio dello stile di James Brown, con un uso della voce volutamente disarmonico e aspro e la tendenza jazzistica di decorare le linee melodiche con impreviste variazioni ai limiti delle più diffuse logiche musicali, Dalla iniziò a imporre un proprio marchio di fabbrica.
Durante il Cantagiro del 1963 Gino Paoli lo persuase a tentare la carriera da solista, come racconta Massimo Catalano: «Lucio suonava con me nel complesso dei Flippers, partecipammo nel 1963 al Cantagiro con un brano intitolato I Watussi, insieme a Edoardo Vianello. A quella manifestazione partecipava anche Gino Paoli, che ci rubò letteralmente Lucio, facendolo diventare un cantante del suo clan. Noi ci incavolammo molto con Gino».[6]
La carriera da solista


Gli Idoli accompagnano Lucio Dalla nel 1967; sono visibili da sinistra a destra Emanuele Ardemagni al basso, Giorgio Lecardi alla batteria e Bruno Cabassi alle tastiere
Nel 1964, a 21 anni, incise il suo primo 45 giri contenente Lei (non è per me) e Ma questa sera (quest'ultima, cover di Hey little girl di Curtis Mayfield), pubblicato dalla ARC, casa discografica distribuita dalla RCA Italiana, per cui usciranno i successivi 45 giri di Dalla, nonché il suo primo LP.
Il suo esordio al Cantagiro 1964, in cui presenta proprio Lei, tradotta da Paoli e Sergio Bardotti, fu deludente, e sia durante le serate itineranti che (specialmente) durante gli spostamenti della carovana venne fatto segno di lanci di ortaggi e derrate alimentari: «Fu un fiasco di rimarchevoli proporzioni, ogni sera infatti raccattammo una buona dose di fischi e di pomodori, uno spettacolo nello spettacolo, che durò quanto la manifestazione. Lucio, in ogni modo, si mostrò veramente un duro, e non si lasciò abbattere».[7].


Lucio Dalla con gli Idoli nel 1972; da sinistra a destra Emanuele Ardemagni al basso, Giorgio Lecardi alla batteria e Bruno Cabassi alle tastiere
Formò quindi un proprio gruppo di accompagnamento con musicisti bolognesi, "Gli Idoli", con i quali incise il suo primo album, intitolato 1999, pubblicato nel 1966. L'album fu "trainato" da Quand'ero soldato e Paff....bum!, presentata qualche mese prima al festival di Sanremo del 1966 abbinato con gli Yardbirds. Sempre nel 1966 Dalla e gli Idoli registrarono un 45 giri con lo pseudonimo "The Group": contenente due standard jazz, See saw e Cool jerk, riscuotendo un discreto successo, nonostante la mancanza di promozione.
A Sanremo fece ritorno l'anno seguente, con Bisogna saper perdere, abbinato con i Rokes di Shel Shapiro: il 1967 fu anche l'anno del suicidio di Luigi Tenco, che collaborò con Dalla per uno dei testi del primo disco, Mondo di uomini, e con cui aveva stretto amicizia.(«Con Tenco avevo avuto rapporti di amicizia e di collaborazione. Andammo a Sanremo insieme, prendemmo la camera vicina, e la sua morte mi sconvolse...non dormii per un mese»).[8].


Lino Patruno, Lucio Dalla, Nanni Svampa e Lucia Mannucci nel 1970
Sempre nel 1967 esordì in un film d'autore, dopo essere comparso in alcuni "musicarelli" tra cui Little Rita nel West o Quando dico che ti amo: recitò ne I sovversivi, dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani, aggiudicandosi una candidatura come migliore attore alla Mostra di Venezia («Il film ebbe successo, io ero in lizza per vincere la palma come miglior attore, poi per ragioni, diciamo così, di organizzazione politica la dettero ad un attore jugoslavo»)[9]; l'attore in questione era il belgradese Ljubiša Samardžić (alias Smoki Samardi') per il film "Jutro"/L'alba.
Successivamente Dalla attraversò in maniera più diretta la stagione beat, pubblicando brani meno ambiziosi, tra cui si distinsero Lucio dove vai e soprattutto Il cielo, con cui partecipò al Festival delle Rose; lo stesso brano verrà anche presentato a Canzonissima 1968.


Lucio Dalla con Mina e Tata Giacobetti
Nel 1969 ebbe un discreto successo con la canzone "Fumetto", scelta dalla Rai come sigla del programma di cartoni animati della Tivù dei ragazzi "Gli eroi di cartone". All'inizio del nuovo decennio incise il secondo album Terra di Gaibola (da un sobborgo di Bologna) con alcune canzoni considerate tra le migliori della sua produzione (Il fiume e la città, Orfeo bianco, Non sono matto o la capra Elisabetta, scritta ancora con Gino Paoli e Africa) più una reinterpretazione di Occhi di ragazza scritta originariamente per Gianni Morandi e i primi brani scritti con un giovanissimo Ron. Completano il disco la già citata Fumetto e Sylvie, pubblicata qualche mese prima su 45 giri.
Dalla partecipò per la terza volta al Festival di Sanremo del 1971 con 4/3/1943, su parole della poetessa Paola Pallottino, che gli valse il terzo posto assoluto. Il brano, prima di essere ammesso alla manifestazione, conobbe gli strali della censura, essendo stato intitolato inizialmente Gesù Bambino, titolo giudicato irrispettoso, considerando anche la storia narrata (quella di una ragazza madre, che ha un figlio da un ignoto soldato alleato): insieme ad alcune parti del testo, anch'esse giudicate inadeguate, ne fu quindi cambiato il titolo ex abrupto prendendo a spunto la data di nascita di Dalla, pur non essendo una canzone autobiografica. Il brano ottenne comunque un successo notevole, fino allora mai raggiunto da Dalla, e fu interpretato in francese, nello stesso anno, da Dalida (il testo sarà firmato da Pierre Delanoë), e fu portata al successo oltreoceano da Chico Buarque de Hollanda, che la ascoltò direttamente da Dalla, la memorizzò a orecchio e ne scrisse un testo nella sua lingua. Anche il riscontro commerciale nel nostro Paese staccò nettamente, in termini di vendite, l'abbinamento con la Equipe 84.
In quell'anno uscì l'album "Storie di casa mia", contenente tra le altre: Un uomo come me, La casa in riva al mare, Il gigante e la bambina (sul tema della pedofilia, scritta per Ron e da questi portata al successo), Per due innamorati, e Itaca, dialogo metaforico di un marinaio di Ulisse al suo capitano, dove ai cori Dalla fece cantare gli impiegati della RCA (qualche anno dopo Dalla spiegherà la canzone come una metafora della ribellione del proletariato, rappresentato dai marinai, agli industriali raffigurati da Ulisse).[10].
Nel 1972 fu ancora a Sanremo con Piazza Grande, dedicato a un senzatetto, la cui musica fu scritta da Ron, pubblicato solo su 45 giri, come anche "Sulla rotta di Cristoforo Colombo", pubblicata qualche mese dopo e scritta insieme a Edoardo De Angelis.
La collaborazione con Roberto Roversi
« Nel bel prato d'Italia c'è odore di bruciato. Un filo rosso lega tutte, tutte queste vicende. Attenzione: dentro ci siamo tutti, è il potere che offende! »
(Roberto Roversi, da Le parole incrociate di Lucio Dalla)


Lucio Dalla e Umberto Bindi nel 1974
Nel 1973 Dalla cessò la collaborazione ai testi con Sergio Bardotti e Gianfranco Baldazzi (autori di quasi tutte le sue canzoni incise finora), e si rivolse al poeta bolognese Roberto Roversi per una collaborazione che attraversò quattro anni e tre album, che la critica definì fondamentali per la canzone d'autore italiana:[11] ancora sperimentale il primo (Il giorno aveva cinque teste), di interpretazione a volte difficile, ma proprio per questo ricco di tematiche e di possibili livelli di lettura; il brano d'apertura Un'auto targata TO, mancò in extremis la partecipazione al Festival di Sanremo.
Più adeguato alla forma-canzone fu invece Anidride solforosa. Tra i brani: "Mela da scarto" (sulla delinquenza minorile, in cui viene citato il Ferrante Aporti, riformatorio di Torino), "Le parole incrociate", sugli eccidi di stato post-unitari, Carmen Colon, sui casi di cronaca nera raccontati dai mass media, e la stessa title-track (anni dopo incisa in coppia da Francesco De Gregori e Angela Baraldi). Sempre nel 1975 ebbe inizio la collaborazione con De Gregori (con il quale l'anno precedente Dalla tenne alcuni concerti, insieme ad Antonello Venditti e Maria Monti, da cui fu tratto il disco dal vivo Bologna 2 settembre 1974 (dal vivo)): scrissero insieme la musica per Pablo, che De Gregori inserì in Rimmel, e per Giovane esploratore Tobia, inclusa l'anno dopo in "Bufalo Bill".
Come atto conclusivo del sodalizio, la coppia Dalla-Roversi, nel 1976 concepì "Il futuro dell'automobile e altre storie", uno spettacolo teatrale trasmesso anche dalla Rai: Dalla, spinto dalla casa discografica, raccolse in un nuovo disco parte delle canzoni che ne facevano parte, contro il volere di Roversi che di conseguenza decise di non firmare l'album col suo nome depositandole con lo pseudonimo di Norisso: «Non ho voluto sottoscrivere il 33 giri Automobili" disse. "È un tattico stravolgimento da parte della casa discografica del filo rosso argomentante che sottostava allo spettacolo Il futuro dell'automobile».[12]
Questa frizione portò al termine della collaborazione artistica tra i due; tra le canzoni non incluse da Dalla (i cui testi erano molto più politicizzati) I muri del '21, La signora di Bologna, Assemblaggio, Rodeo e Statale adriatica, chilometro 220 sono tuttora inedite, tranne "Ho cambiato la faccia di un dio", che Dalla incise nel 1990 in "Cambio" cambiando il titolo in Comunista e modificandone alcune strofe.[13] "Automobili", che nella sua programmatica monotematicità è il più eterogeneo dei tre, viene premiato dalle vendite grazie soprattutto alla canzone Nuvolari dedicata al pioniere dell'automobilismo; è il primo disco in cui collaborano con Dalla quattro musicisti che, anni dopo, daranno vita agli Stadio (Giovanni Pezzoli, Marco Nanni, Ricky Portera e Gaetano Curreri).
Tra le altre canzoni del disco si segnalano "Il motore del 2000" (utilizzata anni dopo dalla Fiat per la colonna sonora dello spot della Fiat Uno Fire), e "Intervista con l'Avvocato" (con un testo ridotto rispetto allo spettacolo), in cui Dalla, usando il suo celebre scat, immagina un'intervista con Gianni Agnelli.
Così Dalla dichiarò a proposito del divorzio artistico con Roversi: «A un certo punto ci siamo divisi su come organizzare il nuovo lavoro: lui lo voleva in maniera estremamente rigorosa, impostata verso un approfondimento del linguaggio dei nostri lavori precedenti, per esempio lui voleva parlare ancora essenzialmente con un linguaggio politico, mentre io non ero d'accordo, perché bisognava allargare più contatti col pubblico».[14]
La maturità artistica e il grande successo
Avviene a questo punto un nuovo strappo nella carriera di Dalla che, molto socievole e sostanzialmente un po' insicuro dietro la maschera difensiva della sua "clownerie", fino a quel momento aveva sentito il bisogno di appoggiarsi di volta in volta ad un qualche collaboratore per i testi vivendo di fatto anche l'inevitabile senso di inferiorità culturale verso colleghi intellettuali e di solito acculturatissimi; frustrato da una collaborazione con Roversi entrata in crisi subito dopo aver dato i suoi frutti migliori, Dalla decide di diventare referente unico della sua musica e di lì in avanti sarà in tutti i suoi album sia compositore che autore, senza però smettere di frequentare artisti, poeti e scrittori come, ad esempio, Mimmo Paladino, Aldo Mondino, Pier Vittorio Tondelli, Michelangelo Pistoletto, Luigi Ghirri, Enrico Palandri, Giacomo Campiotti, Gian Ruggero Manzoni, Andrea Pazienza, Enzo Cucchi, Luigi Ontani. Pubblica nel 1977 Come è profondo il mare (con Quale allegria e Disperato erotico stomp): il disco viene visto da molti fan come un tradimento ed un cedere ad esigenze commerciali, ed in tal senso lo attaccherà Roversi: «Ha voluto semplicemente essere lasciato in pace a cantare il niente. Sono scelte industriali, non sono scelte culturali».[15]
Conquista però molti nuovi appassionati; una certa pubblicità al disco si ha anche per le polemiche legate al linguaggio di Disperato erotico stomp (così dalle pagine de L'espresso il cantautore viene attaccato da Sergio Saviane: «Dalla, per fare troppo lo spiritoso o per far vedere che soffre, condisce i suoi spaghetti canori miliardari con i luoghi comuni della miseria e del sesso sottoproletario: siamo arrivati al populismo della masturbazione bolognese. Che bisogno c'è di tanti culi, fiche, peli o pippe per mandare un messaggio?»).[16] Come è profondo il mare è seguito da un disco ancora più famoso nel 1979, Lucio Dalla (con Anna e Marco, L'ultima luna, L'anno che verrà), che raggiunge il milione di copie vendute, bissato nel 1980 da Dalla (Futura, Cara, Balla balla ballerino).
Anche le tournée legate alla promozione dell'album riscuotono grande successo: a Torino, ad esempio, la sera del 4 aprile 1979 si presentano ben 20.000 persone per ascoltare il suo concerto, e poiché il Palasport aveva una capienza, all'epoca, di 15.000 spettatori, restano fuori dai cancelli 5000 persone.[17]
La collaborazione con Francesco De Gregori
Tra i due album citati c'è il 45 giri Ma come fanno i marinai, scritto e cantato in collaborazione con Francesco De Gregori. Il brano è nato in modo abbastanza casuale, come racconta il cantautore romano: «La canzone, forse la gente non ci crede, è nata a pranzo, quando, dopo il caffè, ci siamo messi a suonare insieme».[18]
Ad esso fa seguito qualche mese dopo Banana Republic, tour dei due cantautori (seguito da disco e film) che riempie nel 1979 gli stadi di tutta Italia, e che è lanciato da un concerto nel luglio dell'anno precedente allo stadio Flaminio di Roma, con ben quarantamila spettatori.[19]
Nel 1980 la collaborazione tra i due cantautori ha un'appendice: collaborano infatti all'album Una città per cantare di Ron, sia scrivendo i testi per il cantautore pavese, sia cantando insieme nell'ultima strofa della title-track.
Gli anni ottanta
Nel 1981 pubblica Q disc (con Telefonami tra vent'anni) e due anni dopo l'ottimo e incompreso 1983, che induce Dalla a cambiare rotta musicale: abbandona gli Stadio, ormai avviati ad una carriera come gruppo, ed inizia a collaborare con Mauro Malavasi, reduce da grandi successi dance, che accentua la ritmica degli arrangiamenti: il risultato è Viaggi organizzati, con la famosissima Tutta la vita, incisa anche in inglese da Olivia Newton-John e cantata anche anni dopo da De Gregori dal vivo, Washington, con la parte musicale scritta da Tullio Ferro, storico autore di musiche per Vasco Rossi e la sofisticata Tu come eri eseguita nei concerti solo in tempi recenti.
Nel 1986 torna a lavorare con gli Stadio per Bugie (dove partecipano come batterista e autore Giovanni Pezzoli e come corista Gaetano Curreri) album trainato dal grande successo di Se io fossi un angelo e contenente perle romantiche come Chissà se lo sai (scritta da Ron) e Soli io e te, la ritmata Scusami tanto ma ho solo te e la dissacrante e autobiografica Luk.
Nel marzo del 1986 parte in concerto con gli Stadio al gran completo (Ricky Portera, Marco Nanni, Aldo Fedele, Roberto Costa più Pezzoli e Curreri) per una serie di concerti all'estero culminati con le esibizioni negli Usa da cui verrà tratto il doppio album dal vivo DallAmeriCaruso. Memorabile è l'unico brano inedito dell'album, Caruso, che regalerà nuovamente a Dalla un successo notevole che da anni stentava ad arrivare.
La collaborazione con Gianni Morandi
Nel 1988 arriva una nuova esperienza ovvero Dalla/Morandi, disco (con inediti scritti da Mogol, Mario Lavezzi, Battiato, Stadio e Ron) e lunghissimo tour (anche all'estero) nel quale i due miti della musica italiana, accompagnati (per l'ultima volta) dagli Stadio giocano a scambiarsi i brani, raccontando la loro storia e incantando il pubblico che interviene numerosissimo ad ogni concerto. Rai 1 manda in onda in diretta la tappa conclusiva del tour estivo dal Teatro Greco di Siracusa (con la regia di Gabriele Salvatores) che avrà picchi di ascolto notevoli. In seguito verrà tratta anche una vhs/dvd della data invernale registrata a Venezia e un ulteriore album (singolo) intitolato DallaMorandi in Europa (brani tratti dal doppio album).
L'avventura DallaMorandi chiude definitivamente, e con qualche polemica, la lunga collaborazione tra Dalla e gli Stadio e lancia la giovanissima Angela Baraldi, presente nei concerti come corista e in seguito affermatasi come cantante solista (inizialmente prodotta proprio da Dalla) e anche attrice.
Gli anni novanta e duemila
Superati i cinquant'anni, Dalla abbandona quasi completamente gli istrionismi. Dagli anni novanta i suoi album restano raccolte di canzone d'autore tra cui vanno ricordati Cambio del 1990 (con il successo del singolo Attenti al lupo scritto da Ron) e il malinconico e sottovalutato Henna del 1993, con brani intimisti (Latin lover) e brani più anarchici (come nell'ironica Merdman).
Nel 1996 esce Canzoni e ancora una volta l'album è trainato da un singolo di grossa presa popolare ovvero Canzone, il cui testo è stato scritto insieme a Samuele Bersani, giovane pupillo di Dalla.
Nel 1997, Lucio Dalla viene nominato "Cittadino Onorario" di Manfredonia.
Dopo Ciao del 1999, il nuovo millennio si apre con Luna Matana del 2001, contenente brani come: Siciliano con la partecipazione di Carmen Consoli, Kamikaze, Zingaro, Baggio Baggio e Agnese delle Cocomere con la partecipazione di Ron, brano dedicato ad uno storico ritrovo di Bologna frequentato oltre che da Lucio Dalla anche da altri cantanti e personaggi dello spettacolo come Gianni Morandi, Cesare Cremonini, Biagio Antonacci, Vasco Rossi, Enzo Iacchetti e molti altri: il brano non è solamente dedicato al locale ma anche ai bolognesi e alla bolognesità.
Dalla si è dedicato anche alla composizione ad ampio respiro, come la sua "Tosca - Amore disperato", di cui ha interpretato il brano "Amore disperato" con la partecipazione di Mina. Ha interpretato musiche di Vivaldi con i Solisti Veneti di Claudio Scimone. Scrive le musiche del film Prima dammi un bacio di Ambrogio Lo Giudice dove tra i protagonisti figura Luca Zingaretti. Supervisiona le musiche della soap opera Sottocasa in onda su Raiuno.
Dalla si esprime anche come talent scout e negli ultimi anni riesce a dedicarsi ad iniziative che puntano a rivitalizzare il panorama musicale italiano. Tra le altre iniziative il Lucio Dalla Music Club organizzato prevalentemente con l'ausilio del web. Nel 2001, inoltre, era divenuto direttore creativo di My-Tv, la prima web-tv italiana[20].
Dal 2002 è stato docente presso l'Università di Urbino con la cattedra di "Tecniche e linguaggi pubblicitari".[21] Il 9 luglio 1999, inoltre, era stato insignito anche della laurea ad honorem in Lettere e Filosofia (Discipline di arte musica e spettacolo) dall'Università di Bologna. [22]
Nel febbraio 2007 torna ad esibirsi con Ron, in uno spettacolo accompagnato da un'orchestra d'archi, dal violinista Lino Cannavacciuolo, dalla compagnia di mimo e danza Kataklò e la regia curata da Pepi Morgia; nello stesso periodo inizia a collaborare con Marco Tutino, sovrintendente e direttore artistico del Teatro Comunale di Bologna per un progetto sul "Pulcinella" di Igor Stravinskij, del 1920.
Quest'opera del musicista russo viene messa in scena dal 18 al 27 marzo 2007, con la regia di Lucio Dalla e le coreografie di Luciano Cannito per il primo ballerino, il crotonese Alessandro Riga, mentre l'orchestra è diretta dal maestro David Agler, abbinata all'"Arlecchino" di Ferruccio Busoni (del 1917), che vede come primo attore Marco Alemanno: Dalla opera un intervento scenografico sulle due opere, spostandone l'azione a New York (per "Pulcinella") e in un paesino delle colline tosco-emiliane per "Arlecchino". I DVD degli spettacoli sono stati prodotti da Gianni Salvioni (che ha prodotto anche il DVD "classic" del cofanetto intitolato 12.000 lune edito da SonyBmg e contenente il live con le canzoni di Lucio Dalla in chiave classica) e pubblicati dalla casa discografica Ermitage.
Il 13 maggio 2007 Lucio Dalla viene nominato dal Sindaco di Vieste (FG), Ersilia Nobile, "Cittadino Onorario".
Ha cantato al trofeo "Birra Moretti" allo stadio San Paolo di Napoli, l'8 agosto 2007.
Nel gennaio 2008 ha rilasciato una intervista al quotidiano cattolico online Petrus dedicato al pontificato di Papa Benedetto XVI dove afferma di non essere "mai stato né marxista, né comunista" ma di ispirarsi a San Josemaría Escrivá de Balaguer fondatore dell'Opus Dei.[23] Tuttavia, in una successiva apparizione televisiva,[24] ha dichiarato di essere stato male interpretato: nell'intervista ha semplicemente asserito di essere concorde con le affermazioni riguardanti il lavoro fatto dal fondatore dell'Opus Dei, il cui nome ed il relativo pensiero aveva sentito per la prima volta in quell'occasione.
Sempre nel 2008 Lucio Dalla mette in scena L'opera del Mendicante di John Gay, interpretata dalla cantante e attrice Angela Baraldi e Peppe Servillo degli Avion Travel. Lo spettacolo ha debuttato al teatro Duse di Bologna il 31 marzo.
Il 7 luglio 2008 il cantautore bolognese presenta l'inno ufficiale della squadra olimpica italiana, intitolato Un uomo solo può vincere il mondo ed appositamente composto per i Giochi di Pechino[25].
A dicembre, il cantante recita in Artemisia Sanchez su Raiuno; per tale miniserie scrive e canta il tema d'apertura.
L'11 maggio 2009 è ospite per la prima volta di una trasmissione delle reti Mediaset (Mattino Cinque, Canale 5) e esegue col pianista Nazzareno Carusi, all'interno del suo spazio Pillole di Classica, l'aria Nessun dorma dalla Turandot di Giacomo Puccini[26].
Il 10 ottobre 2009 viene trasmesso dalle radio il singolo Puoi sentirmi?, che anticipa l'uscita dell'album Angoli nel cielo, pubblicato il 6 novembre successivo.
La nuova collaborazione con De Gregori e il ritorno a Sanremo


Dalla e De Gregori al PalaFabris di Padova (ottobre 2010)
Il 2010 si apre con la notizia, che viene data il 2 gennaio, di un concerto insieme di Dalla con Francesco De Gregori, a trent'anni da Banana Republic, al Vox club di Nonantola, con la denominazione Work in progress[27].
Il concerto, che in breve tempo diventa "tutto esaurito" in prevendita[28] fa da preludio ad una serie di concerti insieme che vengono annunciati proprio in occasione della data di Nonantola e che si svolgeranno nel mese di maggio a Milano e Roma[29]; nel corso della serata i due presentano, oltre alle canzoni note, un inedito intitolato Non basta saper cantare ed annunciano l'uscita, in occasione del tour, di un album realizzato insieme[30], intitolato Work in Progress, con la scenografia curata dall'artista e amico Mimmo Paladino.
Il 22 marzo 2010 conduce insieme a Francesco De Gregori la nuova trasmissione televisiva di Rai 2, intitolata Due, durante la quale i cantanti si esibiscono singolarmente ed in duetto in cover e brani del loro repertorio.
Il tour continua per tutto il 2010 e buona parte del 2011.
Come degna conclusione di questo tour, i due partecipano al concerto del 1° maggio, presentato da Neri Marcorè, come punta di diamante dell'evento.
Il 5 gennaio 2011 ha partecipato ad un concerto in occasione della raccolta fondi per i restauri della basilica di Santo Stefano di Bologna.[31][32]
Il 6 luglio 2011 è tra i principali firmatari dell'appello promosso dalla SIAE atto a sostenere l'azione di lobby affinché venga difesa e approvata, nella sua prima e più stringente stesura, la delibera AgCom (presieduta da Corrado Calabrò) 668/2010[33]; delibera che dichiara lo scopo di combattere possibili violazioni del diritto d'autore e di proteggere gli interessi economici legati all'industria discografica e del multimediale in rete; grazie a questa delibera, all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, semplice autorità amministrativa indipendente di nomina politica, si dovrebbe dare il potere di bloccare, oscurare, censurare e cancellare qualsiasi sito sospettato di violare un copyright, tramite una semplice azione amministrativa (anche indotta dalla segnalazione della lobby che si ritenesse danneggiata), senza una previa azione dell'autorità giudiziaria che dovrebbe appurare l'effettiva presenza del reato.[34]
Tra le ultime esibizioni, il 10 febbraio 2012 al Teatro Petruzzelli di Bari nello spettacolo teatrale Il bene mio, scritto e diretto dal regista Cosimo Damiano Damato , prodotto da Marcello Corvino della Promomusic, sul palco l'attore Marco Alemanno, Her ed altri artisti per celebrare la vita e le canzoni di Matteo Salvatore. Nello spettacolo Dalla canta Anema e core, Il bene mio e Il monaco cercatore. Il bene mio sarebbe dovuto diventare un film con protagonista Marco Alemanno e la partecipazione di tanti musicisti fra cui lo stesso Dalla ed ancora Renzo Arbore, Moni Ovadia, Lunetta Savino, Erica Mou e tanti altri. Il 14 febbraio ritorna sul palco del Festival di Sanremo a quarant'anni dall'ultima partecipazione, accompagnando il giovane cantautore Pierdavide Carone con il brano Nanì, del quale è anche co-autore[35].
Il 27 febbraio 2012 da Lucerna, Svizzera, parte la sua nuova tournée, che fa tappa la sera seguente a Zurigo ed il 29 febbraio a Montreux.
La morte improvvisa
Lucio Dalla muore poco dopo le 10:00 della mattina del 1º marzo 2012, stroncato da un infarto, in un albergo di Montreux, dove il cantante si trovava per alcuni concerti del suo nuovo tour e dove si era esibito la sera prima.[36] Tre giorni più tardi avrebbe festeggiato il suo sessantanovesimo compleanno. Dalla, dopo la colazione consumata insieme ai colleghi di tournée, sale nella sua camera dove, all'insaputa di tutti, viene colto dal grave malore. Soltanto qualche minuto dopo, un suo corista si accorge della disgrazia. Il feretro ritorna in Italia il giorno seguente, portato a Bologna, nella sua abitazione di via D'Azeglio 15. Sabato 3 marzo viene allestita la camera ardente nel cortile d'onore del Comune di Bologna per l'ultimo saluto. Sopra la bara, una rosa rossa, una sigaretta e un cornetto rosso portafortuna. La città proclama il lutto cittadino. Inoltre, la FIGC stabilisce che prima della gara di campionato Bologna-Novara, in programma domenica 4 marzo 2012, venga osservato un minuto di raccoglimento per commemorare la scomparsa del famoso cantautore, grande tifoso della squadra rossoblù. I funerali si sono svolti domenica 4 marzo alle 14:30, giorno in cui avrebbe compiuto 69 anni, nella basilica di San Petronio di Piazza Maggiore, presenti quasi 30 mila persone. Dopo il rito funebre, il cantante è stato tumulato nel Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna, poco distante dal padre Giuseppe e dalla madre Jole.[37]


Dalla con il pivot della Virtus Binelli.
Passione per lo sport

Dalla era anche un appassionato vero di sport, di basket e calcio in particolare. In occasione della sua morte la Gazzetta dello sport gli ha dedicato la prima pagina del 2 marzo 2012, riadattando i titoli di alcune delle sue canzoni alle notizie sportive del giorno[38].
Il cantante era un grande tifoso del Bologna, presenziando spesso alle partite casalinghe della squadra rossoblù, e della Virtus Bologna di basket. Aveva composto anche l'inno per la rappresentativa azzurra alle Olimpiadi di Pechino 2008.
Altra grande passione era quella per i motori. Dalla ha dedicato alcuni dei suoi pezzi a grandi personalità del mondo automobilistico come Tazio Nuvolari o Ayrton Senna.[39] Proprio il pezzo dedicato al pilota italiano, intitolato Nuvolari, è stato colonna sonora dello spot pubblicitario istituzionale della Alfa Romeo nel 2007-2009.[39] La canzone Il motore del 2000, era stata colonna sonora dello spot pubblicitario della Fiat Uno Fire nel 1992.[40][39]
Curiosità


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Con il bizzarro pseudonimo di Domenico Sputo, Dalla ha partecipato in vesti di corista, tastierista e sassofonista a diversi album degli Stadio, Ron, Luca Carboni fino ad autocitarsi nel brano Domenico Sputo presente nell'album Luna Matana.
Assieme ad Antonello Venditti, è stato l'autore della colonna sonora de La storia bandita, spettacolo teatrale dedicato al brigante Carmine Crocco.
In condivisione con Francesco De Gregori, è stato onorato con la denominazione dell'asteroide 6114 Dalla-Degregori.
Per oltre un decennio ha abitato anche a Milo (CT), sulle pendici dell'Etna. Suo vicino di casa è stato Franco Battiato. Nelle campagne etnee ha prodotto un vino conosciuto come Stronzetto dell'Etna, nome che fu ideato da Carmelo Bene. A raccontarlo è stato lo stesso Dalla:"Carmelo Bene s’era preso una ciucca terribile bevendolo, da non stare più in piedi. E la sera dopo consegnandomi un premio aveva detto “Ecco quello stronzetto di Lucio Dalla”. Lo chiamai così per questo, il mio vino"[41]
Lucio Dalla aveva simpatia per gli ascensori, tanto che in un'intervista al Tg1 spiegò che amava gli ascensori vecchi (che avessero trasportato molte persone) e con molte scritte. Dichiarò inoltre di aver dormito in ascensore in un'occasione, tra il terzo ed il quinto piano di uno stabile[42].
Era un appassionato di Napoli e del dialetto napoletano. Durante un'intervista ha dichiarato: "La bellezza di Totò è la bellezza di Napoli. Napoli sembra una città, ma è una nazione [...] Io non posso fare a meno, almeno 2-3 volte al giorno di sognare di essere a Napoli. Sono 12 anni che studio 3 ore alla settimana il napoletano, perchè se ci fosse una puntura da fare intramuscolo, con dentro il napoletano, tutto il napoletano, che costerebbe 200.000 euro io me la farei, per poter parlare e ragionare come ragionano loro da millenni."[43].
Discografia

Per approfondire, vedi la voce Discografia di Lucio Dalla.
Album
1966 - 1999 (ARC, SA 16)
1970 - Terra di Gaibola (RCA Italiana, PSL 10462)
1971 - Storie di casa mia (RCA Italiana, PSL 10506)
1973 - Il giorno aveva cinque teste (RCA Italiana, DPSL 10583)
1975 - Anidride solforosa, (RCA Italiana, TPL 1-1095)
1975 - Bologna 2 settembre 1974 (dal vivo), (RCA Italiana, TCL 2-1110; con Francesco De Gregori, Antonello Venditti e Maria Monti)
1976 - Automobili (RCA Italiana, TPL 1-1202)
1977 - Come è profondo il mare (RCA Italiana, PL 31321)
1979 - Lucio Dalla (RCA Italiana, PL 31424)
1979 - Banana Republic (RCA Italiana, PL 31466; con Francesco De Gregori)
1980 - Dalla (RCA Italiana, PL 31537)
1981 - Lucio Dalla (Q Disc) (RCA Italiana, PG 33420)
1983 - 1983 (RCA Italiana, PL 31692)
1984 - Viaggi organizzati (Pressing, ZPLPS 34219)
1985 - Bugie (Pressing, ZL 70960)
1985 - Lucio Dalla Marco Di Marco (Fonit Cetra, ALP 2008; inciso insieme a Marco Di Marco)
1986 - DallAmeriCaruso (RCA Italiana, PL 71181)
1988 - Dalla/Morandi (RCA, PL 71778 (2); con Gianni Morandi)
1988 - In Europa (Ariola, con Gianni Morandi)
1990 - Cambio (Pressing, ZL 74761)
1991 - Geniale? (RCA; registrazioni dal vivo del 1969-1970 con alcuni inediti)
1992 - Amen (Pressing, 74321-10942-2; dal vivo)
1993 - Henna (Pressing, 74321-18293-2)
1996 - Canzoni (Pressing, 74321 40062 2)
1999 - Ciao (Pressing, 74321 696362)
2000 - Live @ RTSI (RTSI Televisione Svizzera 5020912; registrazioni dal vivo del 1978)
2001 - Luna Matana (Pressing, 74321 892912)
2002 - Caro amico ti scrivo
2003 - Lucio (Pressing, 82876570272)
2006 - 12000 lune (Pressing, 82876897492)
2007 - Il contrario di me
2008 - LucioDallaLive - La neve con la luna
2009 - Angoli nel cielo
2010 - Work in Progress (con Francesco De Gregori)
2011 - Questo è amore
Singoli
1962 - Telstar/Madison: a swingin' time (RCA Italiana, PM 3164; inciso con la Seconda Roman New Orleans Jazz Band)
1964 - Lei (non è per me)/Ma questa sera (ARC, AN 4008)
1965 - L'ora di piangere/Io al mondo ho solo te (ARC, AN 4037)
1966 - Paff... bum!/Io non ho pianto mai così (ARC, AN 4072)
1966 - Questa sera come sempre/Io non ci sarò (ARC, AN 4084)
1966 - See-saw/Cool jerk (ARC, AN 4091, pubblicato come The Group)
1966 - Quando ero soldato/Tutto il male del mondo (ARC, AN 4101)
1967 - Bisogna saper perdere/Lucio dove vai (ARC, AN 4113)
1967 - Non è un segreto/Passerà passerà (ARC, AN 4119)
1967 - Il cielo/1999 (ARC, AN 4128)
1968 - E dire che ti amo/Se non avessi te (ARC, AN 4148)
1968 - Hai una faccia nera nera/Cos'è Bonetti? (ARC, AN 4154)
1969 - Per fare un uomo basta una ragazza / ...e invece no (ARC, AN 4171)
1970 - Sylvie/Orfeo bianco (RCA Italiana, PM 3522)
1971 - 4-3-1943/Il fiume e la città (RCA Italiana, PM 3578)
1971 - La casa in riva al mare/Itaca (RCA Italiana, PM 3588)
1971 - Il colonnello/Il gigante e la bambina (RCA Italiana, PM 3610)
1972 - Piazza Grande/Convento di pianura (RCA Italiana, PM 3638)
1972 - Sulla rotta di Cristoforo Colombo/Un uomo come me (RCA Italiana, PM 3651)
1974 - Anna bell'Anna/Pezzo zero (RCA Italiana, TPBO 1003))
1975 - Anidride solforosa/Tu parlavi una lingua meravigliosa (RCA Italiana, TPBO 1105)
1976 - Nuvolari/Il motore del duemila (RCA Italiana, TPBO 1189)
1977 - Quale allegria/Il cucciolo Alfredo (RCA Italiana, PB 6157)
1978 - Ma come fanno i marinai/Cosa sarà (RCA Italiana, PB 6265; con Francesco De Gregori)
1981 - Cara/Balla balla ballerino (RCA Italiana, PB 6507)
1988 - Dimmi Dimmi/Pomeriggio in ufficio (RCA Italiana, PB 42251)
2002 - Come è profondo il mare/La distanza (Virgin, 7243 5 46386 2 6; solo prima traccia coi Tiromancino)
Partecipazioni
1962 con la Seconda Roman New Orleans Jazz Band: Telstar/Madison: a swingin' time (RCA Italiana, PM 3164)
1975 nell'album collettivo dal vivo Trianon '75 - Domenica Musica: Passato, presente(RCA Italiana)
1976 nell'album Progetto per un inno l'internazionale di Mario Schiano (canta L'Internazionale insieme a Antonello Venditti e Francesco De Gregori
1977 nell'album L'Eliogabalo di Emilio Locurcio
1985 suona clarino e sax nel Qdisc "RAPEZZI" di Ugo Rapezzi prodotto da Sergio Bardotti.
1990 nell'album collettivo live dedicato a Piero Ciampi Te lo faccio vedere chi sono io interpreta Ha tutte le carte in regola' (edizioni Blu) - serata ripresa integralmente in TV
2005 nel DVD Pierino e il lupo di Sergej Prokofiev, prodotto da Fabula Classica (voce narrante e regista)
2007 nell'album Ci sono cose di Ricky Portera Co-Prodotto da Maurizio Silvestri, dona la voce a servizio di un suo grande successo "La sera dei miracoli"
2009 nell'album Extended Play 2009 della band SpaccailSilenzio in veste di clarinettista su "Da questo muro"
Duetti
Con Ana Belén: Canción (cover di Canzone) - Respondeme
Con Andrea Mingardi: A io' vèst un Marziàn (nell'album Ciao Ràgaz, 2000)
Con Angela Baraldi: Anidride solforosa (live)
Con Anna Oxa: Caruso (live a Torno sabato, Rai 1).
Con Dajana: Sei come sei (dall'album Peccato reload di Dajana, 2009)
Con Edoardo De Angelis Sulla rotta di Cristoforo Colombo (Fonit Cetra, 1992)
Con Elio e le Storie Tese: Psichedelia
Con Fabio Concato: 051-222525 (live, dall'album Giannutri', 1990)
Con Francesco De Gregori: 4/3/1943 - Addio a Napoli - Banana Republic - Ma come fanno i marinai - Quattro cani - Un gelato al limon (in Banana Republic, 1979); Ma come fanno i marinai (45 giri); Cosa sarà (45 giri)
Con Gianni Morandi: Dimmi dimmi - Vita
Con Gianni Morandi e Francesco Guccini: Emilia
Con Gigi D'Alessio: Medley live TV 2002
Con Gigi D'Alessio, Gigi Finizio e Sal Da Vinci: Napule (in Quanti amori di Gigi D'Alessio, 2004)
Con Gigi D'Alessio, Gigi Finizio e Sal Da Vinci: Caruso (Live Piazza Plebiscito 30-09-2005 Diretta Rtl)
Con Iskra: Quasi amore (dall'album Quasi amore di Iskra, 2009; live al Festival di Sanremo 2009)
Con Julio Iglesias: Caruso (Dalla interviene nel finale)
Con Loredana Errore: Anna e Marco (live)
Con Luciano Pavarotti: Caruso
Con Luciano Pavarotti, Sting, Brian May, Zucchero: La donna è mobile
Con Mango: Forse che sì, forse che no* (dall'album Ti porto in Africa, 2004)
Con Marco Mengoni: Meri Luis (dall'album Questo è Amore, 2011)
Con Mina: Amore disperato
Con Nazzareno Carusi: Nessun dorma (dall'album Petrolio di Nazzareno Carusi, 2011)
Con Neri per caso: Balla balla ballerino (dall'album Angoli diversi dei Neri per Caso, 2008)
Con Ornella Vanoni & Gianni Morandi: Vita (dall'album Più di te, 2009)
Con Ornella Vanoni: Senza Fine (dall'album Più di me, 2008)
Con Ornella Vanoni: I grandi cacciatori (dall'album Uomini, 1983)
Con Pierdavide Carone: Nanì, canzone portata al Festival di Sanremo 2012
Con Renato Zero: La sera dei miracoli (live)
Con Renzo Zenobi: Telefono elettronico
Con Rita Pavone: Pirupirupirulì (dalla colonna sonora del film "Little Rita nel west", 1967)
Con Ron: Chissà se lo sai (in 70/00 di Ron, 2000)
Con Ron: Piazza grande (in 70/00 di Ron, 2000)
Con Ron: Le ragazze (in Ma quando dici amore di Ron, 2005)
Con Ron e Francesco De Gregori: Una città per cantare
Con Stadio: Un fiore per Hal (dall'album Stadio, 1982)
Con Tosca: Rispondimi (dall'album Henna, 1993)
Autore
Angela Baraldi:
"Non so chi sei", 1990
"Madre, 1990;
Tosca:
"Di più" (co-autore con Ennio Morricone), 1997;
Iskra:
"Quasi amore", 2009
Andrea Bocelli:
"Quante volte ti ho cercato", 2004

Filmografia



I sovversivi (1967)
Questo pazzo, pazzo mondo della canzone, regia di Bruno Corbucci e Giovanni Grimaldi (1965)
Altissima pressione, regia di Enzo Trapani (1965)
Europa canta, regia di José Luis Merino (1966)
I sovversivi, regia di Paolo e Vittorio Taviani (1967)
Little Rita nel West, regia di Ferdinando Baldi (1967)
I ragazzi di Bandiera Gialla, regia di Mariano Laurenti (1967)
Franco, Ciccio e le vedove allegre, regia di Marino Girolami (1967)
Quando dico che ti amo, regia di Giorgio Bianchi (1967)
Questi fantasmi, regia di Renato Castellani (1968)
Amarsi male, regia di Fernando Di Leo (1969)
Il santo patrono, regia di Bitto Albertini (1972)
Il prato macchiato di rosso, regia di Riccardo Ghione (1973)
La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone, regia di Pupi Avati (1975)
Banana republic, regia di Ottavio Fabbri (1979)
Borotalco, regia di Carlo Verdone (1982)
I picari, regia di Mario Monicelli (1987)
Il frullo del passero, regia di Gianfranco Mingozzi (1988)
Pummarò, regia di Michele Placido (1989)
Al di là delle nuvole, regia di Michelangelo Antonioni (1995)
Dalla mondino, regia di Luca Facchini e Antonio Mondino (1996)
Prima dammi un bacio, regia di Ambrogio Lo Giudice (2003)
Quijote, regia di Mimmo Paladino (2006)
Artemisia Sanchez, regia di Ambrogio Lo Giudice (2008)
Gli amici del bar Margherita, regia di Pupi Avati (2009)
Onorificenze

Commendatore Ordine al merito della Repubblica Italiana
«Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri»
— 27 dicembre 1986[44]
Grande Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— 3 novembre 2003[45]
Nel 1997 la Città di Manfredonia gli ha conferito la Cittadinanza Onoraria. Il cantautore aveva trascorso le sue estati fino a 15 anni nella cittadina pugliese che aveva dato i natali alla sua mamma.
Dediche

Il 2 marzo 2012, il giorno dopo la morte, la Città di Manfredonia di cui era cittadino onorario gli ha intitolato il Teatro Comunale "Teatro Lucio Dalla".[46]
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Manfredonia piange la scomparsa di Lucio Dalla
04 marzo 2012.


Il 4 marzo 1943, esattamente 69 anni fa, a Bologna nasceva Lucio Dalla. Sin da piccolo comincia ad avere la passione per la musica. Lucio e sua madre “Iole Melotti” (chiamata la Milotta) si trasferiscono nei primi anni ’50 a Manfredonia. La “Milotta” era una sarta molto brava, e buona parte della borghesia della città si recava da lei per farsi confezionare artigianalmente gli abiti. Lucio e sua madre vivevano in vicolo Turbine all’albergo San Michele.
Lucio trascorreva le sue giornate manfredoniane sul balcone con le gambe a penzoloni giù dalla ringhiera con uno scaldatello in mano, guardando la vita della città, le immagini, la gente, ascoltandone i suoni, ma soprattutto il suo mare. La “Milotta” diventa una delle sarte migliori della Capitanata, tanto da attirare gente anche da Foggia. Milotta e Lucio si trasferiscono dalle parti del campo sportivo. Ora Lucio ha tanti amici, giocano assieme, vanno al mare, comincia a suonare e forma una Band la “Iàzz Band”.
Un giorno Lucio e Milotta vanno via, ma quel bambino, con l’infanzia pienamente manfredoniana, diventa Lucio Dalla un grande cantautore della musica Italiana. Lucio ritorna spesso da queste parti ricordando la sua infanzia. Pochi giorni fa Lucio ci ha lasciati, è morto a Montreux in Svizzera dove si trovava per il suo nuovo tour. Sono ancora nitide nella nostra memoria le sue due ultime esibizioni manfredoniane, il 14 settembre 2011 e il 9 febbraio 2012, neanche un mese fa, entrambe per ricordare la figura di Matteo Salvatore.
Parole di cordoglio dal sindaco Riccardi che ha dichiarato: “Ho perso un amico, un concittadino, che con i suoi grandissimi meriti ha onorato Manfredonia. Non dimenticherò mai né io, né Manfredonia la sua, la nostra canzone “4 marzo 1943”. Un artista indescrivibile…un artista con la “A” maiuscola che ci ha lasciato troppo presto. Ciao Lucio!
Felice Sblendorio

www.manfredonianews.it/manfredonia-piange-la-scomparsa-di-luci...
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E' scomparso Lucio Dalla: Manfredonia piange
Scritto da Mauro
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Oggi è venuto a mancare il cantante Lucio Dalla per un attacco cardiaco a Montreaux, in Svizzera, dove si trovava per una serie di concerti.
Il 4 marzo 2012 avrebbe compiuto 69 anni.
Legato a Manfredonia, la sua terra, non di nascita, qui i ricordi più belli legati all'infanzia, tra il porto e il famoso largo Boccolicchio, " A basch u culicch".

Recentemente è tornato nella sua Manfredonia, il 14 settembre 2011, da dove mancava da oltre 14 anni, per il concerto evento, dedicato al grande artista pugliese Matteo Salvatore, di seguito il link, www.sipontoblog.it/2011/09/manfredonia-grande-pubblico-...
Il tutto con una promessa strappata dal sindaco Angelo Riccardi di tornare nella "sua" città, per un mega concerto, con le sue più belle canzoni che hanno fatto la storia della musica in italia.
Peccatto che questa promessa non sarà mai mantenuta...

La mamma, Iole Melotti, sarta, era originaria di Manfredonia Bologna e alcuni sostengono che abitasse in via dell'Arcangelo accanto all'ex cinema Impero, vicino alla famosa gelateria Tommasino.
Sul sito ufficiale della Scuola media "Mozzillo Iaccarino" si legge "Si vuole pensare che illustri concittadini abbiano seduto in questi banchi: si dice anche Lucio Dalla".
E' certo che Lucio Dalla trascorreva le vacanze estive dai parenti a Manfredonia e che spesso frequentasse le Isole Tremiti dove la mamma aveva una casa che gli fu donata da una persona a cui aveva fatto lavori di sartoria.

Sempre rimasto legato alla nostra terra, nella quale ha passato l'adolescenza, promotore della manifestazione che lui stesso aveva chiamato "concertino", per la salvaguardia delle isole Tremiti nell'anno 2011.
Tempo fa ha dichiarato “Ormai sono diventato parte turistica di queste isole”, ha dichiarava il cantante. “E' frequentissimo che dal terrazzo della mia villa senta qualcuno urlare 'quella è la villa di Lucio Dalla'… a parte gli scherzi, sono qui per lavorare e riflettere. Questo è un ottimo posto."
Qui ho scritto ‘4 marzo 1943’ e le Tremiti sono diventate il mio epicentro creativo. In questo periodo ho molti progetti”(tratto da un intervista del 2002).

Ciao Lucio le tue canzoni rimarranno sempre nel nostro cuore...

Di seguito il video dell'ultimo concerto a Manfredonia il 14 settembre 2011, e alcune foto inedite, fatte in occasione della sua venuta sipontina!

www.sipontoblog.it/2012/03/e-scomparso-lucio-dalla-manfredo...

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"Teatro Lucio Dalla". Ciao Lucio...


Manfredonia. Il Teatro Comunale sito in Via della Croce adiacente all'Istituto Perotto da ieri 2 marzo 2012 ha il nome del cantautore Lucio Dalla.
Giovedì 1 marzo il famoso cantautore cittadino onorario di Manfredonia dal 1997 è improvvisamente venuto a mancare, lasciando attoniti tutti vista la sua ottima forma mostrata non più di 20 giorni prima proprio al Teatro Comunale di Manfredonia e 10 giorni prima sul palco dell'Ariston di Sanremo.
A poco più di 4 ore dalla sua dipartita da questo Blog è partita l'idea di dedicare al nostro famoso concittadino il Teatro Comunale (http://www.tuttomanfredonia.com/2012/03/lucio-dalla-e-morto-intitoliamogli-il.html) facendoci portatori del sentimento di molti manfredoniani, ed è con grande piacere che accogliamo la notizia che il Sindaco Angelo Riccardi ha proposto ed ottenuto dalla Giunta che il Teatro prenda il nome di Lucio Dalla.
Ringraziamo pubblicamente il Sindaco per aver sposato e fatto sua la nostra idea.


Domani 4 marzo giorno del sua 69° compleanno e titolo di una sua famosa canzone "4/3/1943" (scritta e dedicata a Manfredonia) si terranno a Bologna nella Chiesa che si affaccia sulla famosa "Piazza Grande" i suoi funerali.
L'entourage del cantautore ha invitato il Sindaco ha presenziare alla Cerimonia funebre con il Presidente del Consiglio Comunale ed il gonfalone della Città di Manfredonia, per un espressa volontà di Lucio Dalla, l'ultimo gesto di attenzione verso quella città che l'ha amato e che lui ha sempre portato nel cuore. E domani con il cuore noi saremo tutti lì...


Sull'album "4/3/1943, Il fiume e la Città " è riportata una vecchia immagine come tutti sappiamo di Manfredonia che ritrae la spiaggia del "Mandracchio", Largo Diomede, il vecchio mercato ittico e l'antica piazzetta, lanciamo una nuova proposta già espressa anche su Facebook perchè non chiamare "Largo Diomede 4 marzo 1943" ? (le diomedee sono anche chiamate le Tremiti che tanto amava, e quella canzone è uno dei capolavori dedicati alla nostra città tra i più belli del novecento)


Marcello Castigliego

Ecco l'articolo del Comune di Manfredonia :



Oggi 2 marzo 2012 alle ore 13,30 la Giunta del Comune di Manfredonia ha votato all’unanimità la delibera con la quale dà al Teatro Comunale di Manfredonia il nome di “Lucio Dalla”.

È dal 2005 che si sta pensando ad un nome per il teatro comunale. Sono state vagliate tante soluzioni: nomi del teatro e della cultura a livello nazionale, altri più legati al Sud e alla Puglia e nomi anche di personalità importanti del nostro territorio e della nostra città. E ogni volta sorgeva qualche dubbio e perplessità. È stato fatto persino un sondaggio via internet, e anche in tale occasione i risultati non sono stati convincenti.

La proposta del Sindaco Angelo Riccardi e dell’assessore alla cultura Paolo Cascavilla di intitolare il teatro comunale a Lucio Dalla è stata vagliata nella giornata di ieri e nella mattinata, attraverso la conferenza dei capigruppo e altri contatti. Il giudizio è stato unanime.

Lucio Dalla non è stato solo un grande e straordinario artista, ma un uomo legato profondamente alla città di Manfredonia, dove ha trascorso lunghi periodi della sua fanciullezza e dove veniva spesso in incognito per passeggiare nella città e nei vicoli e dove incontrava amici di sempre.

Questo rapporto con la città di Manfredonia è stato sancito già nel 1997 con il conferimento della cittadinanza onoraria. Era allora assessore alla cultura Angelo Riccardi, che sottolineò in quell’occasione le motivazioni derivanti dalle benemerenze acquisite nel campo artistico, ma anche il legame profondo con la città, in anni importanti della sua formazione nei quali “ha ricevuto incoraggiamenti, consigli e spunti creativi per la futura carriera artistica”.

Il Sindaco, pur nell’amarezza del momento, non nasconde la sua soddisfazione di avere intitolato a Lucio Dalla “uno dei luoghi più prestigiosi della nostra città: un teatro comunale che sta crescendo e che avrà un altro impegno, essere all’altezza di un personaggio straordinario della cultura e della musica italiana”.

Questa mattina alcuni già provavano a dire il nome e a vedere come suonava: Teatro Comunale Lucio Dalla o semplicemente Teatro Dalla. E tutti hanno convenuto che suona bene.

Pubblicato da Marcello Castigliego a 23:15

www.tuttomanfredonia.com/2012/03/teatro-lucio-dalla-ciao-lu...

[Modificato da angelico 05/03/2012 00:28]
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Manfredonia: Il Teatro Comunale da oggi si chiamerà "Lucio Dalla”
Scritto da SipontoBlog
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Ieri 2 marzo 2012 alle ore 13,30 la Giunta del Comune di Manfredonia ha votato all’unanimità la delibera con la quale dà al Teatro Comunale di Manfredonia il nome di “Lucio Dalla”.
È dal 2005 che si sta pensando ad un nome per il teatro comunale. Sono state vagliate tante soluzioni: nomi del teatro e della cultura a livello nazionale, altri più legati al Sud e alla Puglia e nomi anche di personalità importanti del nostro territorio e della nostra città.
E ogni volta sorgeva qualche dubbio e perplessità.
È stato fatto persino un sondaggio via internet, e anche in tale occasione i risultati non sono stati convincenti.

La proposta del Sindaco Angelo Riccardi e dell’assessore alla cultura Paolo Cascavilla di intitolare il teatro comunale a Lucio Dalla è stata vagliata nella giornata di ieri e nella mattinata, attraverso la conferenza dei capigruppo e altri contatti. Il giudizio è stato unanime.
Lucio Dalla non è stato solo un grande e straordinario artista, ma un uomo legato profondamente alla città di Manfredonia, dove ha trascorso lunghi periodi della sua fanciullezza e dove veniva spesso in incognito per passeggiare nella città e nei vicoli e dove incontrava amici di sempre.

Questo rapporto con la città di Manfredonia è stato sancito già nel 1997 con il conferimento della cittadinanza onoraria.
Era allora assessore alla cultura Angelo Riccardi, che sottolineò in quell’occasione le motivazioni derivanti dalle benemerenze acquisite nel campo artistico, ma anche il legame profondo con la città, in anni importanti della sua formazione nei quali “ha ricevuto incoraggiamenti, consigli e spunti creativi per la futura carriera artistica”.

Il Sindaco, pur nell’amarezza del momento, non nasconde la sua soddisfazione di avere intitolato a Lucio Dalla “uno dei luoghi più prestigiosi della nostra città: un teatro comunale che sta crescendo e che avrà un altro impegno, essere all’altezza di un personaggio straordinario della cultura e della musica italiana”.
Questa mattina alcuni già provavano a dire il nome e a vedere come suonava: Teatro Comunale Lucio Dalla o semplicemente Teatro Dalla. E tutti hanno convenuto che suona bene.


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08/03/2012 01:33
 
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Addio a un altro grandissimo interprete della musica italiana.

RIP Lucio.
[Modificato da Dayna87 08/03/2012 01:33]


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Dalla, immobili per 18 milioni

di Deborah Dirani
Cronologia articolo13 marzo 2012
In questo articolo

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Argomenti: Dati di bilancio | Lucio Dalla | Francesco Morcaldi | Massimo Gambini | Padre Pio | Pressing Line | Tobia Righi | Assistime Spa | Siae




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(Olycom)
A una settimana dalla nomina di Massimo Gambini a curatore patrimoniale degli eredi di Lucio Dalla iniziano a trapelare le prime indiscrezioni sul patrimonio del cantautore morto per arresto cardiaco lo scorso primo marzo mentre si trovava in tournée a Montreux.

Appurato che i 2000 metri quadrati di appartamento in cui Dalla viveva in via D'Azeglio, secondo le stime di mercato del primo semestre 2011 fatte dall'agenzia del territorio, hanno un valore che si aggira attorno ai 12 milioni di euro e che, secondo le indiscrezioni , al cantante sono riconducibili una casa alle pendici dell'Etna da 600mila euro e due appartamenti, uno alle Tremiti e uno nelle Marche da 840mila euro l'uno, la situazione iniza a farsi un po' più chiara. Nell'appartamento di Bologna poi, chi c'è stato racconta di opere di Mimmo Paladino, Ontani, Aspertini e anche di un Klimt: valore 3 milioni, ma in questo caso si tratta di approssimazione e pure per difetto. Fin qui siamo già a 18milioni.
Poi, racconta il Fatto Quotidiano, c'è il 22 metri uscito dai cantieri navali Nautico Azzurro a cui Dalla era legatissimo che a sua volta contiene dei piccoli tesori, come una tabacchiera e un vassoio provenienti dal transatlantico Rex.

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A Lucio Dalla sono poi direttamente riconducibili due società la Assistime Spa (che opera in vari settori da quello immobiliare alla produzione discografica), di cui il cantautore deteneva il 93%. Il restante 7% è diviso in parti uguali tra Marco Alemanno e Tobia Righi, braccio destro del cantautore da 45 anni. Capitale sociale della Spa: 1milione 586mila euro per una classe di fatturato che si colloca tra i 501mila e i due milioni e mezzo. Quindi c'è la Pressing Line srl, capitale sociale di 1milione e 600mila euro, che nel 2010 avrebbe messo in cassa 5milioni e mezzo, con un utile triplicato rispetto all'anno precedente e stimato intorno ai 610mila euro. Sul fronte diritti d'autore, si sa solo che Dalla era uno dei pochissimi cantautori a rientrare tra coloro che superano i 500mila euro l'anno.
Nessuna stima sulla royalties e sullo sfruttamento dell'immagine è invece possibile: la Siae è cassaforte della privacy.

L'ultimo, ma solo in ordine di tempo perché visto il valore patrimoniale che si sta delineando è facile supporre che i parenti a spuntare saranno parecchi (e non tutti legittimi e reali), rumors sugli eredi arriva da Dagospia che racconta la storia di Francesco Morcaldi, notabile di San Giovanni Rotondo di cui fu Podestà tra il 1927 e il 1929 e sindaco negli anni '50. Secondo il sito di Roberto D'Agostino Francesco Morcaldi, che era pure amico intimo di Padre Pio, sarebbe il padre naturale di Lucio Dalla. Non che questa paternità possa essere rivendicata dal presunto genitore che, nato nel 1889, è morto già da diversi anni ma che, ancora le spie di D'Agostino rivelano, chiamò il cantautore al proprio capezzale. L'addio sul letto di morte però non avvenne perché proprio nelle stesse ore in cui Morcaldi abbandonava questo mondo, Jole Melotti, la madre di Lucio Dalla era gravemente malata. Tutta da verificare comunque questa indiscrezione: la paternità di Dalla non è mai stata messa in discussione dal cantautore che raccontava di essere rimasto orfano di padre quando aveva appena 7 anni. I rapporti tra la madre del cantante e il notabile pugliese, per la cronaca, erano (almeno fino all'ombra gettata da Dagospia) amichevoli e dovuti alle vacanze in Puglia che la pugliese Jole Melotti faceva.

www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-03-13/dalla-immobili-milioni-095305.shtml?uuid=...
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Alemanno e l'eredità di Lucio Dalla:
«Sono prigioniero in casa mia»
Il compagno: «I parenti negano l'evidenza e mi hanno tolto
le chiavi. Piansi al funerale e mi dissero che recitavo»


Marco Alemanno e Lucio Dalla
ROMA - «Sono prigioniero in casa», dice Marco Alemanno. Si era detto che attorno all'eredità di Lucio Dalla non ci sarebbero state guerre. Ma il cielo, protagonista di tante sue canzoni, è carico di nuvole, turbolenze in arrivo. Da una parte ci sono i parenti, cugini: in prima linea Simone Baroncini, primo corno all'Orchestra del San Carlo di Napoli, e sua madre, capo dei vigili a Bologna. Dall'altra la persona che negli ultimi nove anni è stata più vicina al cantautore: Marco Alemanno, il giovane attore pugliese di 32 anni. Al funerale, per la commozione, gli si strozzarono le parole in gola. Lucio era l'artista, Marco organizzava l'attività di un mondo che condividevano.
Il «caso» è sulla Fondazione nel nome di Dalla, scomparso improvvisamente in Svizzera il primo marzo, a 68 anni, che dovrebbe raccogliere la sua eredità artistica. Nei giorni che seguirono, il cugino in un'intervista al Corriere disse: «Nessun contrasto e non chiedo soldi, la maggior parte dei parenti è d'accordo sulla Fondazione».

Dice ora Alemanno: «I parenti fanno finta che io non esista, negano l'evidenza, da due mesi non ho più contatti diretti». I problemi sono nati subito: «Dopo che è morto Lucio, tutto lo staff è venuto da me, che ero la persona più vicina, chiedendomi se ci fosse il testamento. A me risultava che non avesse lasciato scritto niente, comunque cercate e vedete, risposi. Io non ero nelle condizioni... Come si fa in questi casi, in assenza di testamento, l'avvocato ha depositato l'eredità giacente in Tribunale, che ha chiamato un curatore. I familiari si sono risentiti».

Prima ancora, all'orazione funebre finita tra le lacrime, gli «aventi diritto» dissero che «avevo messo in scena una commedia, recitato una parte». Lui continua ad abitare a Bologna, nella casa di Dalla in via D'Azeglio, fatta su più livelli, 2200 metri quadrati. «Ma sono prigioniero nella mia casa, perché io la chiamo casa mia. Ho un letto, bagno e cucina. Da sei anni sono residente-possessore, come dice la legge. Se devo andare in un altro spazio della proprietà, dove ci sono i miei oggetti o le opere d'arte che Lucio mi ha regalato, deve esserci un testimone, attento, chissà, che non rubi nulla. Mi hanno tolto le chiavi, cambiato le serrature. Ho solo la parte mia. C'è un curatore, che sta in mezzo, tra me e i cugini. Fui obbligato a fare un inventario, perfino sul mio computer. I parenti quel giorno presero a darmi del lei, mi chiamavano per cognome. Quando cominciarono a discutere su una lampada, andai su tutte le furie. Poi ci fu mio padre che risultava assunto come custode della casa alle Tremiti. Anche da questo fatto è nata una questione».

Un giorno gli chiesero chi avesse e dove fossero gli effetti personali di Dalla: portafogli, orologio, bracciale... «Chi doveva averli, e dove mai potevano essere? La notte, quando provo a dormire, apro il cassetto con i suoi oggetti per poter sentire ancora il suo profumo. Ma di questo a loro forse non importa o comunque non credo possano neanche immaginare che cosa voglia dire davvero».

Lucio e Marco si videro la prima volta nel 1997. «Passeggiavo per Bologna, ci incontrammo per caso». L'anno dopo Marco andò a fare lì l'università. Si dava da fare per vivere: «La mattina pulivo le scale, il pomeriggio provavo nel teatro off, la notte barista in un centro sociale. Lucio si era intenerito «del piccolo pugliese di Nardò dal futuro incerto», e nel 2004 lo prese a lavorare con sé.

Riguardo alla Fondazione, i cugini la immaginano come «un centro di attività, concerti, mostre, teatro, registrazioni e altro». «Lucio ed io ne parlavamo da un anno e mezzo. Lui voleva concentrarsi su una delle sue passioni: il talent scout. Voleva individuare nuovi talenti, musicisti o pittori, in collegamento con l'università. Una settimana prima di partire per l'ultima tournée ci proponemmo di cominciare a cercare fondi e spazi».

Come andrà a finire? «Rispondo con un gigantesco non lo so. Si farà la Fondazione? Non lo so. Ne farò parte? Non lo so. Resterò in via D'Azeglio? Non lo so». Infine ci sono i colleghi e amici di Lucio: Francesco De Gregori, Fiorella Mannoia, Franco Battiato, Renato Zero, Mimmo Paladino, Toni Servillo. «Mi hanno detto: gli volevamo bene, qualunque cosa succeda, siamo con te».

Il 27 giugno al Festival di Taormina ci sarà un omaggio a Dalla. Marco Alemanno interpreterà un racconto da un libro di Lucio: «È intitolato Bella Lavita , come fosse un nome e un cognome, è ambientato tra Taormina, i paesini dell'Etna e Catania. Il protagonista è un ragazzo siciliano, Carmelo, e il proprietario di un autogrill del Nord innamorato del Sud. C'è tutto l'amore di Lucio per la Sicilia».

Valerio Cappelli

www.corriere.it/spettacoli/12_giugno_09/cappelli-alemanno-e-eredita-di-lucio-dalla_ee2d5afa-b1f4-11e1-9647-65f4b2add3...
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Dalla, non c'è il testamento
patrimonio diviso tra i 5 eredi
La notizia si è appresa a margine della curatela dei beni da parte del commercialista Massimo Gambini
di CATERINA GIUSBERTI

Il lavoro del curatore Massimo Gambini è finito. A quattro mesi di distanza dalla scomparsa di Lucio Dalla, morto improvvisamente il primo marzo a Montreaux, in Svizzera, la sua eredità milionaria è pronta per essere incassata. Com’era emerso sin da subito, non c’è nessun testamento.

A spartirsi il patrimonio, che comprende immobili a Bologna, alle Isole Tremiti e Milo e uno yacht, saranno i quattro cugini di primo grado del cantautore, la vigilessa Dea Melotti, la sorella Amelia Melotti, Silvana Scaglione e Lino Zaccanti, più i due figli di Luisa Melotti, la quinta cugina del cantautore scomparsa prematuramente all’inizio di luglio. "Abbiamo firmato e accettato l’eredità", spiega Dea Melotti. A questo punto può ufficialmente prendere corpo il progetto della Fondazione Lucio Dalla, della quale uno degli eredi sarà il presidente. (04 luglio 2012)


bologna.repubblica.it/cronaca/2012/07/04/news/dalla_non_c_il_testamento_patrimonio_diviso_tra_i_5_eredi-38524588/?ref...
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Il grande concerto per Lucio Dalla.
Morandi: "Mi spiegò Miles Davis"
Le star della musica italiana preparano il grande concerto-omaggio a Dalla a un anno dalla morte. Lunedì da piazza Maggiore a Bologna, e in diretta su RaiUno. Il ricordo di Fiorello e di Pupi Avati
Lo leggo dopo
Gianni Morandi e Lucio Dalla sul palco di Sanremo
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ARTICOLO
Caro Lucio ti scrivo...
Raccontateci un anno senza Dalla

di GINO CASTALDO

ROMA - Il coro in onore di Lucio Dalla sta crescendo, giorno dopo giorno. Fiorello dalla sua edicola rievoca 4 marzo '43, la canzone che segna indelebilmente il giorno della sua nascita (lunedì prossimo avrebbe compiuto settant'anni), Pupi Avati lo ricorda nell'autobiografia in uscita con un dialogo notturno e trasognato con l'aldilà che fa da contrappunto alla storia della sua vita, un'intera famiglia di musicisti (Morandi, Zucchero, Renato Zero, Negramaro, Fiorella Mannoia, Mengoni, Chiara, gli Stadio, Bersani, Ron, Luca Carboni, Bocelli, Gianna Nannini e Pino Daniele, e tanti altri) sta provando in queste ore a Bologna per montare la grande serata di lunedì in Piazza Maggiore (dalle 21.10 su RaiUno). A partire da Gianni Morandi che Lucio lo ha conosciuto addirittura nel 1963: "Lui suonava il clarinetto e io ero appena arrivato a Bologna da Monghidoro. In realtà la prima volta ci incontrammo a Taormina dove lui suonava coi Flipper, e durante le prove scoprì che ero bolognese, poi ci siamo rivisti allo stadio, da appassionati di calcio, e insieme seguimmo il Bologna per tutto l'anno seguente, che poi fu l'anno dello scudetto".

E' l'inizio di una grande amicizia, ma anche di una influenza sul percorso artistico. "Certo, aveva sentito qualche mia canzone ma era preso più che altro dal jazz, e mi regalò due dischi, uno di Miles Davis e Coltrane e uno di Ray Charles, io facevo fatica ad ascoltarli, allora mi disse: vengo io da te e li ascoltiamo insieme. E me li spiegava, io ero ancora lontano da certe cose. All'inizio sul palco faceva fatica, non era molto accettato, io invece andavo fortissimo, poi dopo dieci anni si è rivoltato tutto, io nel dimenticatoio e lui era esploso. Anni dopo avevo ripreso a cantare e mi disse: "ok fratello è arrivato il momento di fare una cosa insieme", andammo in studio, senza alcuna idea precisa e cominciammo. Diventò un disco, poi uno spettacolo con cui abbiamo fatto il giro del mondo. Indimenticabile. L'ultima volta che ci siamo visti era allo stadio, ancora una volta a vedere il Bologna".

Non sarà un caso che tutti quelli che parlano di Dalla, quelli che hanno lavorato con lui, rimarcano non solo il genio artistico ma anche la disponibilità, la generosità. Così lo ricorda Samuele Bersani, che nella serata di lunedì canterà Canzone ("L'ho scelta perché il testo l'avevo scritto io, e per di più l'ho scritto a trecento metri da Piazza maggiore") oltre a proporre Cosa sarà, insieme a Ron e Luca Carboni. "Da Lucio ho imparato l'umiltà, nel senso più profondo del termine. La sensazione è che, per quanto fosse anche a volte un uomo difficile, era gigantesco come disponibilità e umiltà, si metteva a disposizione di tutti, era attratto dagli ultimi, e poi la semplicità con cui si poneva, magari aveva una grande autostima, però si prendeva in giro da solo. Non lo nascondo, è come se fosse morto uno che mi ha cambiato la traiettoria del destino".

La stessa sensazione la ritroviamo nelle parole di Gaetano Curreri che col gruppo degli Stadio è stato per anni sul palco a fianco di Lucio: "Abbiamo scelto di fare il pezzo che rappresenta il nostro rapporto, L'ultima luna, era un pezzo in cui ci prendevamo spazio per improvvisare. Mi ricordo che una volta al bassista saltò una corda, e allora Lucio mi guardò e io partii con la tastiera a fare la linea di basso. Quel pezzo era figlio di un momento di collaborazione e di divertimento, dove Lucio si divertiva a far suonare il gruppo. Lo faremo con Paolo Fresu per ricordare l'amore di Lucio per il jazz, era uno dei suoi pezzi più visionari, e un omaggio alla nostra storia".

Giuliano Sangiorgi ricorda l'ispirazione profonda che rappresentavano le canzoni di Dalla: "Per esempio una canzone come Ti è mai successo viene direttamente dalla scuola di Lucio, in particolare da Com'è profondo il mare. Ma la forza delle sue canzoni, l'essenza, era il rapporto tra testo e musica, senza distinzione tra il suono di una parola e quello che significava, è la magia di questa unione, la maniera di cantarla. Ho sempre avuto la sensazione di qualcosa di perfetto e di inspiegabile come succede sempre per i grandi. Noi canteremo Il cielo, una delle prime, una di quelle canzoni che esprimono quello che indica il suono, e varrebbe anche senza capire l'italiano, si capirebbe lo stesso. Quando è morto è come se fosse scomparso un familiare, anche se non c'era questo legame così stretto. Ma da lui c'era sempre un punto di vista che non ti aspetti, quasi cinematografico, odori e profumi espressi con la voce".

Pur avendo scritto il più grande successo commerciale di Dalla, ovvero Attenti al lupo, Ron proporrà a sorpresa una canzone meravigliosa e difficile, Henna: "Perché l'ho sempre amata. Quando me la fece sentire rimasi di merda, ci vedevo dentro tutto Lucio, anche quello bambino, l'amore per i cani, tutto, anche se il testo era drammatico e veniva dai sentori di guerra, ma dire: "il dolore ci cambierà, e l'amore ci salverà" solo a pensarlo mi emoziona. Di Lucio mi manca la sorpresa, la capacità di mettersi in gioco sempre. Era importante, era un esempio per tutti".
(02 marzo 2013)

www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2013/03/02/news/lucio_dalla_concerto-53723275/?ref...
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Lucio Dalla, ultimo schiaffo ad Alemanno: in vendita la casa dove viveva
I familiari, intervistati da Il Resto del Carlino, confermano la decisione di vendere l'appartamento dove abitava il compagno del cantante. La scelta sarebbe dettata dalla necessità di pagare le spese di avvocati e i costi di successione

di Redazione Il Fatto Quotidiano | Bologna | 23 luglio 2013Commenti (28)
Lucio Dalla, ultimo schiaffo ad Alemanno: in vendita la casa dove viveva
Più informazioni su: Eredità, Lucio Dalla, Marco Alemanno.

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Gli eredi di Lucio Dalla alla ricerca di acquirenti per l’appartamento dove viveva Marco Alemanno. A confermarlo sono gli stessi parenti del cantautore che hanno spiegato la necessità di vendere con l’incombenza delle spese di avvocati e i costi successione molto alti. “Abbiamo fatto delle scelte in base a Lucio stesso e quell’appartamento è stato uno degli ultimi acquistati, a cui lui era meno legato. L’idea di vendere c’è, ma è ovvio che bisogna anche vedere se è fattibile. Stiamo valutando”, ha spiegato al Resto del Carlino Simone Baroncini, nipote ed erede dell’artista.

Alemanno viveva in un appartamento molto grande, due mila metri quadri, con due camere, una cucina e un sottotetto sempre in via D’Azeglio, a pochi metri da Piazza Maggiore, la piazza Grande della canzone. Il palazzo in cui è ospitato l’appartamento in vendita è lo stesso in cui Lucio Dalla aveva la sua residenza principale, quella aperta alla fine del 2012 al pubblico in occasione delle giornate del Fai. I due appartamenti erano comunque separati.

Dopo la morte dell’artista e l’assegnazione dell’eredità ai parenti di Dalla, Alemanno aveva scritto una lettera ai parenti dicendo che entro l’agosto successivo avrebbe lasciato quell’appartamento con cui aveva condiviso molti anni con Dalla. Poi in un’intervista aveva sfogato tutta la propria rabbia. Ormai, dopo la morte di Lucio si sentiva un signor nessuno: “Mi hanno tolto le chiavi, cambiato le serrature. Ho solo la parte mia. C’è un curatore, che sta in mezzo, tra me e i cugini. Fui obbligato a fare un inventario, perfino sul mio computer. I parenti quel giorno presero a darmi del lei, mi chiamavano per cognome. Quando cominciarono a discutere su una lampada, andai su tutte le furie. La notte, quando provo a dormire, apro il cassetto con i suoi oggetti per poter sentire ancora il suo profumo. Ma di questo a loro forse non importa o comunque non credo possano neanche immaginare che cosa voglia dire davvero”.

Parallela alla questione dell’eredità – che oltre agli immobili di via D’Azeglio a Bologna comprende anche una villa alle Tremiti, alcune barche e tutti i diritti delle sue canzoni – rimane ancora aperta e finora senza risposta la questione della Fondazione Dalla: “L’idea c’è ancora anche se, non voglio essere frainteso, non è proprio il primo pensiero”, ha spiegato al Resto del Carlino Baroncini. La sede della Fondazione, l’avevano detto gli stessi eredi di Dalla, potrebbe essere proprio la casa di Lucio in via D’Azeglio. A lanciare il progetto, era stato l’entourage del cantautore, i suoi collaboratori e gli amici più stretti. Dea Melotti, madre di Baroncini e portavoce degli eredi aveva confermato che la fondazione si sarebbe comunque fatta.


www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/23/eredi-dalla-ultimo-schiaffo-ad-alemanno-in-vendita-casa-dove-viveva...
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Lucio Dalla è stato cremato. Le ceneri inumate a Bologna
La salma è stata inumata questa mattina alle 8, dopo l'annuncio in gran segreto, alla presenza di quaranta persone tra amici e parenti. La tomba è stata realizzata dallo scultore Paladino e progettata dall'amico Stefano Cantaroni



Una cerimonia strettamente privata alla presenza degli eredi e di pochi amici. La salma di Lucio Dalla è stata cremata e le ceneri sono state inumate alla Certosa nelle prime ore di questa mattina. La decisione è stata presa in segreto dai parenti e il saluto è avvenuto verso le 8 del mattino davanti a circa 40 persone. Tra questi anche il compagno Marco Alemanno, i manager Tobia Righi e Bruno Sconocchia e il musicista Beppe Donghia.

La tomba del cantautore, scomparso il 2 marzo dell’anno scorso durante una tournée in Svizzera, è stata realizzata dallo scultore Antonello Paladino e progettata dall’amico Stefano Cantaroni: si tratta di un monumento di 2 metri e mezzi in bronzo che riproduce la figura di Dalla, prendendo ispirazione dalla foto dell’amico Luigi Ghirri. Riposa poco distante dai luoghi dove sono sepolti i poeti Giosuè Carducci e Roberto Roversi.


www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/23/lucio-dalla-e-stato-cremato-ceneri-inumate-a-bologna/753447/?preview#foto-tomba-lucio...

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All'asta le case di Lucio DallaAll'asta le case di Lucio Dalla
Gli eredi hanno deciso di vendere due appartamenti della dimora storica dell'artista in via D'Azeglio a Bologna, per aprire parte del ricavato il Museo nello stesso stabile. Al miglior offerente anche la villa di Milo in Sicilia e la barca Brilla & Billy

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08 agosto 2014



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BOLOGNA - La sua "casa di legno" e quella di "luce", nella dimora storica in pieno centro a Bologna. E la villa dei colori in Sicilia. Gli eredi di Lucio Dalla hanno deciso di vendere alcune proprietà del grande artista. A Bologna andranno all'asta gli appartamenti in via d’Azeglio 15, in cui l’autore di Caruso viveva e dove ogni giorno passano i fan dell’artista. Con parte del ricavato sarà aperto il museo, nello stesso palazzo, al piano terra, dedicato all'artista scomparso nel 2012. All'asta andranno anche la villa che Dalla possedeva a Milo, in cui produceva il suo vino, e la sua barca, il Brilla & Billy, ora ormeggiata al porto di Rimini.

La dimora storica all'asta. All'iniziativa è stato dato il nome "Spazi di Lucio". Nel sito (spazidilucio.it) viene dato l'annuncio dall’agenzia Gabetti di Bologna Centro e dallo studio immobiliare Rosa Property Consulting di Bologna. Gli annunci sono stati messi on line e sono visionali anche dall'agenzia immobiliare.it. Ad essere messi all'incanto, sia pure con prezzo di riserva, sono le due unità immobiliari che occupano il secondo e il terzo e quarto piano in via d'Azeglio 15 denominati la casa di legno e di luce. L'appartamento del secondo piano, ha una superficie complessiva di 214 metri quadrati e si compone di ingresso, un'ampia zona soggiorno caratterizzata da un camino, la cucina, due camere da letto, un bagno e tre terrazzi. L'appartamento che occupa invece il terzo e quarto piano dello stesso stabile, misura complessivamente 220 metri quadrati e si articola in un ingresso che affaccia su un salone con doppio volume, un soppalco, una cucina piuttosto ampia, tre camere da letto, due bagni e un ripostiglio.
Bologna, Milo: i gioielli di Lucio Dalla vanno all'asta
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La villa in Sicilia. Ultima delle proprietà immobiliari di Dalla che vengono messe in asta è la villa di Milo, in provincia di Catania. Questa proprietà, in cui il cantante era solito trascorrere le vacanze, misura 400 metri quadrati, in cui trovano spazio due saloni, una cucina di grandi dimensioni con soggiorno e camino, quattro camere da letto, uno studio, tre bagni e il locale lavanderia. In asta nello stesso lotto anche la dependance della villa (50 metri quadrati), un locale tecnico (45 metri quadrati), un magazzino (20 metri quadrati) e, soprattutto, il terreno circostante e il parco con piscina.

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BOLOGNA - Il patrimonio di Lucio Dalla, contenuto della sua casa di via D'Azeglio a Bologna e composto da quadri, sculture, foto e oggetti personali del cantautore, "è un patrimonio da non disperdere ma da conservare e valorizzare". Per questo, con un tweet, il ministro della Cultura Dario Franceschini annuncia che "è stata avviata la procedura per il vincolo sulla collezione" dell'artista. Un messaggio che scatena subito la reazione della Fondazione Lucio Dalla, fortemente voluta dalla famiglia dopo la morte. La presidente Donatella Grazia si dice "molto perplessa" dalle parole del ministro: "Sembra che siano preoccupati che noi possiamo disperdere o danneggiare qualcosa, quando la Fondazione nasce proprio per preservare e valorizzare il patrimonio di Lucio".
Il ministro Franceschini: "Il patrimonio di Lucio Dalla sarà vincolato"
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"Non vogliamo svendere il patrimonio". Il tweet del ministro, insomma, accende la polemica sull'eredità di Dalla e, appunto, sui "vincoli" imposti al patrimoni. "Questo provvedimento lascerebbe pensare che noi ci stiamo comportando in maniera non consona, ma non è così. Anzi, l'avvio della procedura per il vincolo ha fermato il progetto di apertura della Casa Museo, prevista per marzo 2015 anche con percorsi didattici".
Tra i problemi sul tappeto, anche la vendita di parte degli immobili appartenuti a Lucio Dalla, ma la presidente Grazia precisa che "non è mai stato in vendita nè messo all'asta il piano nobile" del palazzo nella centralissima via D'Azeglio dove abitava il cantautore a Bologna: la vendita ha interessato "solo le mansarde, che non c'entrano nulla con il grande appartamento pieno di opere d'arte abitato da Lucio al piano nobile".

Il problema della collezione. Anche il tema della collezione tiene banco. La Fondazione dice che, dopo l'incontro con un funzionario della Direzione regionale dei beni culturali, è stato stabilito come l'insieme di oggetti che appartengono a Dalla non possono essere considerati una "collezione" ma vanno esaminati uno alla volta.

La direzione regionale del ministero: "Non è un atto punitivo". "La dichiarazione di interesse culturale per la casa di Lucio Dalla non è un provvedimento punitivo, è un atto dovuto del tutto indipendente. Il vincolo sarebbe stato avviato già due anni fa se i funzionari delle soprintendenze non fossero stati impegnati nelle verifiche statiche post-terremoto". Lo spiega l'architetto Carla Di Francesco, che coordina la Direzione regionale del ministero dei Beni culturali in Emilia-Romagna, dopo il tweet del ministro Franceschini.


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