| | | Post: 358 | Registrato il: 22/04/2011 | Città: PORDENONE | Età: 49 | Sesso: Femminile | Number Ones Fan | | OFFLINE | |
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Capitolo 12
Niente è più come prima, niente!
Sono una splendida attrice, affermata, ricercata, strapagata all’apice del successo e mi ritrovo chiusa nella mia casa di Beverly Hills con il cellulare staccato, in compagnia della mia disperazione e della mia apatia.
Da giorni non tocco cibo, un po’ perché il solo odore mi da il voltastomaco, e un po’ perché mangiare non è mai sta una mia priorità, ora ancor meno.
Mi guardo in continuazione la pancia, la tocco, la sfioro, come se potessi in questo modo trovare la soluzione, la risposta, la forza per affrontare quello che non avevo previsto.
Lo stick è li sopra il marmo nero, dove l’ho lasciato più di 10 giorni fa. Mi fa quasi impressioni vedere questa strisciolina bianca, carica di vita, appoggiata su quello sfondo nero, e triste come la morte.
Solo Ingrid e il mio manager sanno ovviamente della mia situazione e paradossalmente mi stanno accanto in modo cosi diverso e cosi scocciante da desiderare ogni attimo di farli sparire dalla mia vista.
Ingrid, ha rinunciato ad una vita propria, ad una famiglia tutta sua per crescere me, e ora vorrebbe crescere anche mio figlio. Per lei un bambino è sempre e solo una benedizione, e se è arrivato ora significa che il Buon Dio crede che sia il momento giusto per diventare madre. Per lei è sempre tutto cosi ovvio, facile.
Al contrario Allan è a dir poco terrorizzato, quando ha capito che questo bimbo, lo terrò, nonostante la situazione (che però nessuno realmente conosce) è quasi schizzato, era completamente fuori di sé, ha cominciato ha sciorinare numeri, contratti da onorare, soldi, assicurazioni, penali. Io lo ascoltavo molto attentamente ma come se parlasse di qualcun altro e non di me. Forse è stato proprio lui , con la sua antipatia verso il mio bambino a farmi scoprire quell’istinto materno che non credevo di avere.
In fondo però non lo posso biasimare, su di me ha riposto tutte le sue aspettative, dedicandomi tempo ed energie che sembravano inesauribili ed ora che il successo stava ripagando entrambi lui si trova che gallina dalle uova d’oro ha deciso di fare un pulcino.
Non ho ancora preso coscienza del mio stato, ho sempre avuto una certa difficoltà a metabolizzare le novità ma una cosa è certa quando sarò pienamente consapevole tutto cambierà.
Ovviamente in tutto questo, i probabili padri sono all’oscuro di tutto, ignari che una donna a loro legata ma in modo diverso sta portando in grembo un loro figlio.
Sono scappata da Kneanu paventando un’improbabile appuntamento a LA e sto sfuggendo da Michael che mi crederà la solita, banale donna di successo che lo preso, usato e scaricato.
In questi giorni mi sono trovata spesso a pensare a loro due, a come sarebbe diversa la mia vita e quella del mio bambino a seconda di chi sia il padre.
Con Keanu sarebbe più facile ne sono certa, lui questo figlio lo vorrebbe con tutto se stesso, me lo ha detto lui stesso e almeno per ora sono certa che prova un qualche sentimento per me, Sentimento per nulla ricambiato. E’ la persona più pacifica e accomodante che abbia mai incontrato e vorrebbe come me, solo il bene del bambino.
Con Michael, temo solo l’idea di avere un figlio, lui non me lo lascerebbe mai, lo vorrebbe crescere da solo, senza di me, come sta facendo con i due più grandi. Sarebbero lotte per l’affidamento con colpi bassi e temo tanta cattiveria. Nonostante a parole mi abbia spesso parlato del suo desiderio di avere una grande e tradizionale famiglia va assolutamente sottolineato il fatto che non ci siamo mai frequentati con questo scopo.
Sono le 18.00 quando decido di accendere il mio pc e di scaricare la posta, devo fare qualche cosa e devo cominciare ad affrontare quello che mi è successo; continuare a pensare e a ripensare non la cambierà, vale la pena che la affronti cercando di trarne il meglio.
Mentre scorro veloce la barra della posta, Ingrid entra in punta di piedi
“Come stai?” sussurra come se temesse di spaventarmi
“Non lo so ancora come sto, ma comincio a capire che questo bambino
lo voglio, e avrà la miglior madre che possa desiderare!”
“E un padre ce l’avrà? Renèè?”
Eccola! Dolce e tagliente come solo lei sa essere. E’ una persona semplice, senza grilli per la testa, concreta come tutto quelle persone che hanno sempre lavorato duramente giorno dopo giorno credendo che la vita fosse quella, e che porsi tante domande confonde solo le idee.
E la domanda che mi pone è la prova della suo animo limpido.
“Non lo so ancora e per adesso questo è l’ultimo dei miei pensieri.
“Il tempo scorre veloce Renèè!”
“Basta Ingrid….! Ora ho altro per la testa, per esempio fare una visita ginecologica per vedere come sta il mio bambino e come sto io!”
È una grigia giornata di dicembre e Neverland sembra cosi triste. Passeggiare da solo avvolto in una calda camicia inspirando a pieni polmoni l’aria umida ma carica di profumi e aromi tipici della California non mi da il sollievo aspettato, e non mi ritempra come sempre accade.
Penso a Renèè e non mi capacito del suo silenzio strano e inaspettato, avevamo un appuntamento…
Riesco ad imbarazzarmi anche da solo al pensiero della natura del nostro “appuntamento”. Pur desiderando follemente un rapporto diverso con una donna, un rapporto di amore, complicità, rispetto, non nego che quello che ho con Renèè è qualcosa di assolutamente fuori del normale, almeno per me, ma mi piace parecchio, mi ha tolto in parte quella rigidità legata al sesso che spesso ha nuociuto alle mie relazioni.
Ci vediamo, magari parliamo un po’ ma poi è li che arriviamo sempre, non ci sono regole, accade con una naturalezza che a volte mi sorprende. Quello che però non avevo messo in preventivo era la possibilità che tutto questo mi piacesse cosi tanto da sentire una vera e propria necessità fisica… Ora il mio desiderio soddisfatto in solitudine mi appare cosi triste e penoso e pensare che per molto tempo non ho avuto altro tipo di gratificazione.
MOVIDA
non è un gran che ma datemi tempo |